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Autore: Ladybird    07/07/2007    7 recensioni
settimo anno per i nostri eroi...riusciranno a crescere come dei ragazzi normali, nonostante il peso che la loro missione causa loro??
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo un’immensità di tempo che non scrivevo, eccomi con quest’altro capitolo…

Dopo un’immensità di tempo che non scrivevo, eccomi con quest’altro capitolo…

Non so come lo troverete, ma vi premetto che ho passato un anno a riscriverlo e cancellarlo!

Però mi sono detta che se non fossi risalita a cavallo non avrei mai preso il giusto ritmo^^

Fatemi sapere che ne pensate!

Baci

 

                                          Nico.

 

 

 

 

 

CAPITOLO 18

 

 

 

Hermione affrettò il passo, trascinando il suo baule, tentando disperatamente di seminare Ron.

Erano due giorni che la seguiva per farsi raccontare cosa era successo durante la punizione che aveva fatto scontare a Draco, ottenendo scarsi risultati, visto che l’unica persona a saperlo era Ginny, e mai e poi  mai l’avrebbe rivelato.

 

Quella mattina poi era stato stranamente petulante. Da quando era scesa dal suo dormitorio l’aveva seguita.

Aveva dovuto addirittura deviare per il bagno di Mirtilla Malcontenta per avere un attimo di pace, e controllare di aver preso tutto.

 

 

-Hermione, devi assolutamente dirmi cosa è successo!-

 

Esasperata, visto che era la seicentesima volta che ascoltava quella frase, Hermione si fermò di scatto, voltandosi verso Ron.

 

 

-Ron basta!- esclamò irata- ti ho già detto e ridetto che non è successo nulla!-

 

-non può essere….-

 

-Ron ti prego, smettiamola…-

 

-no, finché non saprò cosa è successo in quella stanza.-

 

-godiamoci questo matrimonio in santa pace…-

 

-Hermione, non starò in pace finché non saprò se quel maledetto biondo ossigenato ti ha messo le zampe addosso….-

 

Hermione scoppiò a ridere.

 

-non è successo niente del genere, tranquillo.-

 

-vorrei ben sperare…-

 

Si avvicinò a lei, stringendola sui fianchi. Lei si lasciò andare a quella dolce presa, iniziando a baciargli il collo.

 

-eppure tutto ciò mi sembra strano…- sussurrò il ragazzo con voce roca.

 

-Ron, mi hai davvero stancata..- Hermione si staccò da lui irritata, raggiungendo Harry e Ginny, ormai davanti alla porta dell’ufficio della Mc Granitt.

 

-ah beh, allora se non vuoi dirmi cos’è successo, non dirmi nient’altro…-

 

Incrociò le braccia al petto, in segno di sfida.

 

- mi stai forse ricattando Ronald Weasley?-

 

-esattamente…-

 

-bene, ma ricordati che l’hai voluto tu…-

 

Hermione si girò di scatto, raggiungendo Ginny, lasciando Ron da solo con Harry.

 

-perché ho l’impressione che come al solito sarai il primo a cedere?- chiese Harry ridendo.

 

-perché hai bevuto…-

 

Insieme, i quattro ragazzi si avviarono verso il camino, pronti a raggiungere la Tana per partecipare al tanto atteso matrimonio.

 

 

*******************************************************************************

 

 

 

 

Ginny si diede un ultimo sguardo al vestito: il rosa pallido le dava una tonalità ancora meno umana.

Il biancore della sua pelle contrastava terribilmente col rosso dei suoi capelli… chissà come poteva piacere a Harry quel miscuglio di chissà cosa.

 

Bussò per la decima volta alla porta del bagno, dove Hermione aveva deciso di passare il resto della vita molto probabilmente, perché da quando lei era uscita col suo vestito, la ragazza si era rinchiusa, emettendo ogni tanto un gridolino sommesso, misto tra l’esasperato e il rassegnato.

Ginny non riusciva davvero a capire perché si facesse tutti quei problemi: se Ron l’avesse vista con quell’abito probabilmente le sarebbe saltato addosso, dimenticando ricatti e annessi…e chissà cosa sarebbe successo dopo… preferì scacciare quel pensiero…dopotutto era comunque suo fratello!

 

-Hermione, esci o butto giù la porta?-

 

-un attimo solo, per favore…-

 

 

Ginny si guardò di nuovo allo specchio rassegnata. Lisciò l’orlo dell’abito, e si disse che alla fine poteva essere contenta del suo aspetto.

L’abito rosa pallido, seppur leggermente lungo, slanciava la sua figura. E il leggero spacco a destra della gonna le dava un’aria più grande.

 

I capelli erano stati abilmente tirati su dalla sorella di Fleur, che li aveva fissati con una pinza dello stesso colore del vestito.

La scollatura del vestito era relativamente profonda, ma non tanto da essere definita scandalosa dalla signora Weasley, tuttavia toglieva a Ginny quell’aria da bambina che l’aveva contraddistinta fino a quel momento…

Si chiese se a Harry sarebbe piaciuta con quel vestito.

Si ritoccò il lucidalabbra in un gesto lento, non molto da lei, e si sorrise allo specchio. Di certo Ron si sarebbe sentito male vedendo Hermione.

In quel momento il leggero rumore della porta la fece voltare di scatto.

 

Hermione era in piedi davanti a lei, completamente intontita, bellissima nel suo vestito azzurro, legato dietro al collo.

La riccia girò leggermente su se stessa, mostrando l’ampio scollo sulla schiena.

La leggera striscia di strass dava forma più adulta al suo corpo.

I capelli erano ricci, come al solito, tenuti stretti in una crocchia, che lasciava libero un ciuffo dietro la schiena.

 

Le ragazze si guardarono, scoppiando improvvisamente a ridere, senza un vero e proprio motivo in effetti.

 

Era strano trovarsi in una situazione di tale importanza, insieme.

 

Hermione indossò uno scialle leggero, che le copriva completamente la schiena, e poi mise le scarpe, le più alte che aveva mai visto in effetti…

Ginny sembrava a suo agio con vestiti del genere, nonostante non partecipasse a molte cerimonie.

Hermione invece sembrava un pesce fuor d’acqua, lontana dai suoi libri e dai suoi incantesimi.

 

La sua amica la scrutò nervosa: chissà se sarebbe riuscita a camminare per  più di un metro senza cadere: soffocò a stento una risata.

 

Le ragazze aprirono la porta.

 

Fleur era appena uscita dalla camera dei suoi genitori, bellissima nel suo ampio vestito bianco, con il diadema dei folletti, che sembrava riflettere solo la luce dei suoi capelli.

Fece una piccola giravolta, facendo uscire di senno sua madre, che non sapeva se ridere o piangere.

 

-è ora…- sussurrò la signora Weasley, trattenendo visibilmente una lacrima.

 

Ginny si mise dietro Fleur, insieme alla sorella di questa, e insieme cercarono di tenere alto lo strascico del vestito.

 

Hermione invece, prendendo sotto braccio la signora Weasley, che sembrava sul punto di svenire, cercò di scendere le scale nell’equilibrio precario delle scarpe.

 

Harry era alla fine delle scale, bellissimo nel suo vestito blu, anche se si vedeva che era impacciato.

Il ragazzo sorrise a Hermione, che si catapultò da lui, pronta ad andare in giardino, per assistere alla cerimonia.

 

 

-complimenti Harry, stai benissimo!- disse la ragazza sorridendo.

 

Harry offrì il braccio all’amica, per aiutarla a scendere, cominciando a ridere sommessamente.

 

-che ti prende?- gli chiese afferrando grata il suo braccio.

 

-niente, Hermione…sei bellissima.- affermò il ragazzo risoluto, pur non riuscendo a nascondere la sua aria divertita.

 

-dimmi che ti prende, altrimenti ti lancio un incantesimo!- Hermione si staccò da Harry improvvisamente, brandendo la bacchetta.

 

-dai, non è niente… pensavo solo a cosa direbbe Ron vedendoti…-

 

-beh, probabilmente che dovrei trovarmi un partner…che so…magari Malfoy…-

 

-dai, basta…litigate sempre per queste sciocchezze. Non rovinatevi questa giornata. Riprese il ragazzo, leggermente affaticato.

 

Hermione si insospettì per quel sospiro di troppo.

 

-che ti prende Harry? Davvero… escludendo l’intelligenza ben ridotta del tuo migliore amico…-

 

-no, nulla. Ho solo un brutto presentimento, tutto qui…-

 

Hermione gli sorrise.

 

-forse sei solo nervoso…- gli sorrise, riprendendo il suo braccio, riuscendo finalmente a camminare senza dare l’idea di un’ubriaca.

 

-sarà…- Harry sorrise, non completamente tranquillizzato, ma deciso a godersi quella bella giornata.

 

Quando uscirono in giardino, gran parte degli invitati aveva preso posto nel gazebo, per assistere alla cerimonia.

 

Solo qualcuno, probabilmente arrivato da poco, si intratteneva in giardino col padre dello sposo, che sembrava non essere assolutamente coinvolto nella cerimonia, vista la sua tranquillità.

Tra le persone in piedi c’era il preside, Silente, con un vestito Magenta, pieno di stelle luccicanti, che si muovevano imperterrite sulla stoffa.

 

Appena vide i suoi allievi, agitò la mano, per salutarli.

 

Harry ed Hermione si avvicinarono, prendendo anche loro un aperitivo dal contenitore a forma di cigno (espressamente voluto dalla madre della sposa.).

 

-buongiorno, professore.- esordì Harry, con un sorriso da un orecchio all’altro.

 

-salve ragazzi. Bene bene, come siamo eleganti.-

 

-anche lei è molto elegante- Hermione sorrise a Silente, non molto convinta del suo complimento.

 

-mi sono sempre piaciuti i matrimoni. Anche se l’ultimo al quale ho partecipato mi vedeva protagonista, e diciamo che non ha avuto conclusione.-

 

Sia Harry che Hermione sputarono la loro bevanda nel calice, guardando sgomenti il loro preside.

 

Silente cominciò a ridere.

 

-stavo scherzando-

 

I ragazzi lo guadarono basiti mentre si allontanava, molto poco convinti riguardo all’affermazione precedente.

 

 

La signora Delacour, in evidente eccitazione, battè le mani, richiamando l’attenzione degli ospiti.

 

-signori, signore, grasie di esere qui. Siete pregati di accomodarvi, tra poco, la mia belisima filia scendorà queste scale, e vi delisierà con la sua maraviliosa prosensa.-

 

 

-ma siamo a un matrimonio o a una presentazione teatrale?- chiese Harry a Hermione, mentre prendevano posto tra i parenti dello sposo.

 

-non saprei…- Harry si grattò la cicatrice, leggermente perplesso.

 

Bill Weasley, con al braccio sua madre, e con dietro il fratello Ron, avanzò nello spazio tra le file di sedie, salutando tutti con un gran sorriso.

Arrivato alla prima fila, dov’erano seduti Harry e Hermione, si concesse una piccola pausa paranoica, cominciando ad elencare tutte le ragioni per le quali valeva la pena sposarsi, più per convincere se stesso che gli altri.

 

Harry notò che Hermione rivolgeva la sua attenzione completamente allo sposo, non degnando Ron nemmeno di uno sguardo, mentre il ragazzo era rimasto fermo a bocca aperta a guardarla, probabilmente maledicendosi per quello stupido ricatto.

 

 

La cerimonia fu tutto sommato semplice, nonostante le continue precisazioni della sposa, riguardo al fatto che la sua bellezza non sarebbe mia sfiorita, nonostante l’età, cosa che portò via agli invitati una buona mezz’ora che senz’altro sarebbe stata spesa meglio con davanti una delle ottime pietanze preparate per l’occasione dalla signora Weasley: tuttavia nessuno fu riluttante a concedere quei momenti di straripante protagonismo alla sposa, ben consci che contraddirla equivaleva a ritardare ulteriormente il pranzo, cosicché, in poco più di un’ora, non appena fu terminata la cerimonia, tutti furono al proprio posto in tavola.

 

 

 

 

Draco terminò il compito di pozioni che Piton gli aveva assegnato quel pomeriggio come punizione.

 

Ricontrollò la sua calligrafia spigolosa ma perfetta, neanche un errore di ortografia, ma non aveva certo dubbi sul fatto che in ogni caso segni rossi come il sangue avrebbero solcato quella pergamena.

 

Una strana smorfia, più simile a un sorriso che ad altro, cambiò l’espressione del ragazzo, che ripensò a quando, solo qualche anno prima, poteva anche scrivere che per la pozione polisucco si doveva mescolare fango, e nessun segno rosso rimaneva su quella pergamena.

 

Draco gettò i libri nella borsa, non troppo rattristato da quel ricordo, dicendosi che c’erano cose ben peggiori di un brutto voto in pozioni, anche se poi avrebbe dovuto scontarne la pena con suo padre, che non si sarebbe certo limitato a dargli una T come voto… piuttosto gli avrebbe aizzato un troll contro, se avesse minimamente immaginato quello che stava combinando.

Il ragazzo, con la borsa a tracolla, si diresse verso la Sala Grande, deciso a sgranocchiare qualcosa.

 

-         Draco!!!!-

 

 

La voce di Pansy, serpeverde di razza quanto lui, gli giunse alle orecchie fastidiosa quanto il suono  di un’unghia su una lavagna.

 

Fingendo di non aver sentito, si diresse per il corridoio tranquillo, in seguito forse le avrebbe detto che era impegnato a ripassare e non aveva sentito chiamare.

L’idea fu stroncata sul nascere, perché una fattura gambemolli (senza che una parola fosse pronunciata) era stata perfettamente eseguita su di lui.

 

 

-qual è il problema Pansy?- chiese il ragazzo senza voltarsi, cercando di rialzarsi, con scarsi risultati.

 

La sua ragazza – Draco davvero si chiese come fosse possibile stare con una ragazza tanto acida- si avvicinò con un cipiglio ironico, tendendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi.

 

-il problema è che mi eviti, Malfoy…-

 

-già arriviamo a un tono così impersonale, mia cara???- prese la mano che lei le tendeva, poco convinto.

 

Pansy lo lasciò andare bruscamente, facendolo ricadere con un tonfo sul terreno.

 

-tuo padre vorrebbe sapere che stai combinando-

 

-mio padre può anche venire a chiedermelo, se non sbaglio.-

 

-sai che è impegnato in altre faccende…-

 

-allora è inutile che mandi te, tanto non vengo di certo a dirti quello che faccio-

 

Il serpeverde, incollerito, prese la strada per il suo dormitorio, deciso a richiudersi in camera fino almeno allo scioglimento dei ghiacciai.

 

-dove corri????- Pansy era evidentemente di tutt’altro avviso.

 

Deciso a mettere fine a quella faccenda, Draco, in un impeto di rabbia, prese la ragazza per il polso e la trascinò nella prima aula vuota che riuscì a trovare.

 

-ora ascoltami bene…-

 

-si…- annuì lei, quasi spaventata dal tono del suo ragazzo, che forse non aveva mai visto davvero arrabbiato.

 

-io non sto combinando nulla. Puoi dire questo a mio padre, e se non ci crede inventati qualcosa, non mi interessa, l’importante è che vi decidete a lasciarmi in pace.-

 

-Piton ha scritto a tuo padre, per questo a mandato me a parlarti, lo sapevi?-

 

Draco fece segno di no con la testa, esortandola a continuare.

 

-l’altro giorno gli ha spedito una lettera, per informarlo dei tuoi brutti voti… almeno è quello che ha detto a Silente…-

 

La guardò sconcertato, non sapendo se darle ragione o farle credere che era solo per i brutti voti. Scelse una via di mezzo, annuendo serio.

 

- sia io che te sappiamo che non è esattamente per quello che Piton ha scritto a tuo padre.-

 

-e perché gli ha scritto secondo te?-

 

- perché stai tramando qualcosa contro di lui, non fare il finto tonto.-

 

- non dire sciocchezze…-

 

-lo so che non ti fidi, però voglio dirti una cosa, visto le compagnie che sento che frequenti ultimamente…-

 

Lui la guardò leggermente incuriosito.

 

-sai, i miei genitori e i tuoi, oggi, avevano un incontro a casa Weasley…-

 

- e perché dovrebbe interessarmi una cosa del…- Draco si bloccò a metà frase.

 

-esatto…-

 

Pansy si allontanò dal ragazzo, dirigendosi lentamente verso la porta.

 

Draco pensò di ringraziarla, e precendendola le aprì in un gesto galante la porta.

 

- prego- sussurrò lei.

 

Forse non era poi così acida…

 

 

 

*************************************************************************

 

 

 

Ginny sospirò per l’ennesima volta.

Era abbastanza frustrante vedere suo fratello che si torturava il colletto della camicia preso dall’ansia.

Già la folla e i noiosissimi parenti della sposa rendevano l’atmosfera impraticabile, figurarsi guardare suo fratello lanciare fumo dalle orecchie.

 

Una mano più grande coprì la sua, e le venne da ridere istintivamente.

Alzò lo sguardo, e incontrò  gli occhi verdi di Harry che la guardavano stupiti per l’ennesima volta quella giornata.

 

-vuoi ballare?-

 

- io non so ballare, Ginny!-

 

- e allora temo che non potrai abbracciarmi per tutta la sera, dato che mi fratello ti sta già guardando in cagnesco da un paio d’ore.-

 

 

-ti va di farci questo ballo insieme?????- la voce di Harry suonò alquanto scaltra, quasi divertita.

 

- ok, se la richiesta è così spontanea…-

 

 

I due ragazzi, sotto lo sguardo arrabbiato di Ron, si alzarono, dirigendosi verso la pista da ballo, occupata in quel momento solo da poche coppiette, tra le quali Hermione accompagnata nelle danze da George, che sembrava divertirsi un mondo a vedere suo fratello essere sul punto di esplodere.

 

Ginny e Harry si misero al centro della pista da ballo, iniziando lentamente a ballare.

 

Lui si tuffò nel suo collo, decidendo che era il modo migliore per evitare gli sguardi di tutta la famiglia Weasley (cugini, zii, nonni, bisnonni e trisnonni, tutti rigorosamente coi capelli rossi), che lo osservavano con interesse e diffidenza allo stesso tempo.

 

E poi in ogni caso gli piaceva il profumo di fiori che emanava Ginny, gli dava pace, e mai come in quel momento ne aveva bisogno… la sensazione di pericolo imminente non voleva abbandonarlo, ma con il naso immerso nell’odore di Ginny il resto sembrava svanire.

Le carezzò leggermente la schiena con la mano, e la sentì rabbrividire.

 

-hai freddo?- chiese, rimanendo fisso nella sua posizione.

 

-non troppo, grazie-

 

Cercò di avvicinare le labbra a quelle della sua ragazza, ma lei si scostò leggermente.

 

-qualcosa non va?- le chiese Harry leggermente irritato.

 

-no, nulla- Ginny sorrise - solo che ci stanno guardando, e non vorrei dare spettacolo-

 

In tutta risposta il ragazzo allontanò il viso da quello di lei, stringendola però più possessivamente.

 

- ti ricordi l’ultima volta che abbiamo ballato insieme cosa è successo?-

 

-come potrei…tuo fratello stava per uccidermi!-

 

- beh, è quello che si rischia non condividendo determinate emozioni…-

 

- che intendi?-

 

- che se gli avessi parlato dei tuoi sentimenti, magari ti avrebbe capito…-

 

 

Harry parve rifletterci un attimo, poi scoppiò a ridere.

 

- che c’è?- Ginny lo guardò in tralice, incuriosita.

 

 

- stai parlando dello stesso fratello che si sta dirigendo con aria omicida verso Hermione e George?-

 

 

Si sorrisero, forse era meglio cercare un posticino tranquillo per stare da soli.

 

 

********************************************************************************

 

 

 

Draco percorse per l’ennesima volta il corridoio nel quale stava aspettando Zabini, al quale aveva chiesto di vedersi.

Il ragazzo però non dava l’idea di voler arrivare molto presto, infatti era più di un’ora che Draco aspettava inutilmente.

Così, si decise ad avviarsi da solo verso il settimo piano.

 

 

Percorse le scale quanto più velocemente poteva, facendo poca attenzione a chi incrociava.

Quasi infatti cadde per la sorpresa quando sentì una voce chiamarlo.

 

 

- che credi di fare, Draco?-

 

 

-professor Piton, quale onore…-

 

 

Mise la mano nel mantello, pronto a scagliare qualcosa non appena il momento fosse stato propizio.

 

 

 

 

 

 

Hermione lasciò George scatenarsi sulla pista da ballo, dirigendosi verso uno dei tavolini con gli aperitivi.

Ballare le aveva fatto venire un caldo tremendo, ma nulla era stato paragonabile alla sensazione che aveva provato quando aveva visto Ron quasi cadere dalla sedia quando le si era avvicinato George per chiederle di ballare.

 

 

Si versò un bicchiere di quello che doveva essere ponch ( con le esperienze passate dei gemelli, nulla era più sicuro), e si mise a guardare Harry e Ginny che si allontanavano… probabilmente volevano rimanere da soli.

 

Poi, fu un attimo.

 

Vide Ron dirigersi furiosamente verso di lei, e piantarle gli occhi addosso con aria tremendamente offesa, pronto a scoppiare in chissà quale rissa assurda.

 

Hermione non aveva intenzione di rovinare il matrimonio a Fleur, che probabilmente l’avrebbe uccisa, quindi piantò le braccia in grembo, e lo guardò con aria di sfida.

 

 

- che c’è?-

 

- ti stai divertendo?-

 

 

- immensamente, Ron-

 

- tutto bene ragazzi?-

 

Una signora decisamente anziana li interruppe prima che scoppiasse la lite, prendendo Ron (che era arrossito inspiegabilmente) sottobraccio, e osservando Hermione in maniera alquanto curiosa.

 

 

- è bello vedere che i tuoi nipoti prima o poi crescono- asserì la signora, prendendoli alla sprovvista, tanto che sussultarono.

 

Hermione le sorrise, i capelli bianchi, che un tempo dovevano essere stati rossi, erano stretti in uno chignon,  i vestiti eccentrici le andavano larghissimi, e anche se si vedeva che era anziana, era piuttosto arzilla.

 

- lei è la nonna di Ron?- chiese gentilmente.

 

- ti rispondo solo se tu rispondi a una mia domanda.

 

- certo…- la ragazza la guardò leggermente sorpresa.

 

- bene, non sono la nonna di Ron…-

 

- oh mi scusi…-

 

- sono la sua bisnonna!-

 

Ron ed Hermione si guardarono divertiti.

 

-ora tocca a me-

 

- nonna non farmi fare figuracce…-

 

- tu sei la fidanzata di Viktor Krum?-

 

 

Il bicchiere cadde improvvisamente dalle mani di Ron, che guardò alternativamente Hermione e sua nonna con la bocca aperta.

Sembrava che qualcuno gli avesse colpito la testa con qualcosa di molto pesante.

La ragazza invece non sapeva se ridere o piangere, divertita dall’espressione di Ron, quanto spaventata dalle paranoie che sarebbero arrivate dopo quella frase.

Fortuna volle che la Signora Weasley si avvicinasse proprio in quel momento, per conversare con loro.

 

-nonna Ginevra, vedo che hai conosciuto la nostra Hermione, che te ne pare?-

 

- che è proprio come mi diceva Fred, mia cara Molly…-

 

- in che senso?-

 

- nulla, cara, nulla…-

 

Come se niente fosse, l’arzilla vecchietta, lasciando il braccio di Ron (che in quel momento sembrava ancora pietrificato) si diresse verso l’interno della casa, magari in cerca di qualche altra vittima.

 

 

Hermione si avvicinò a Ron, che sembrava essere caduto in una specie di trance, e cercò di guardarlo negli occhi, per quanto le concedevano i tacchi.

 

-tutto bene Ron?-

 

Il ragazzo si scosse un attimo.

- credo di si- fece annuendo.

 

La prese per mano, cogliendola completamente di sorpresa,  e la trascinò verso il giardino.

Appena si furono sistemati dietro un albero, fece un sospiro profondo, appoggiandosi con le spalle al tronco, e guardò Hermione in un modo che faceva presagire temibili cose.

 

- e così tu saresti la ragazza di Viktor Krum?-

 

- non che io sappia, Ron…-

 

- beh, la mia bisnonna, chissà per quale assurdo motivo, pensa che tu lo sia!-

 

- se tu ascoltassi di più le persone quando parlano sapresti da solo che non è affatto vero!-

 

-beh, forse lei ti ha visto amoreggiare con il bulgaro e ha capito che tra di voi c’ è qualcosa!- urlò in preda alla rabbia.

 

- beh, invece- Hermione prese fiato per tenere testa al ragazzo- come hai sentito, è stato Fred a suggerire a tua nonna di dirmi quella cosa!-

 

 

- e tu che diavolo ne sai??? Miseriaccia!-

 

- non osare gridare con me, Ronald, potresti pentirtene!-

 

Ron si girò di scatto, passeggiando avanti e indietro con fare nervoso.

 

-senti – cominciò non appena si fu leggermente calmato – il punto è che tutti credono che tu sia la ragazza di qualcun altro, e a me non va giù!-

 

- beh, allora perché non te la prendi con te stesso????-

 

 

La ragazza, per quanto i tacchi glielo consentissero,  si diresse in fretta e furia verso l’interno della casa, cercando di evitare la nonna di Ron che voleva coinvolgerla in un trenino che doveva circumnavigare la casa, andando in cucina, dove Harry e Ginny stavano amoreggiando su una vecchia poltrona.

 

 

-Hermione!!!!-

 

La voce di Ron giunse dall’esterno più arrabbiata che mai.

 

- scusami!-

 

Non appena vide Ron entrare in cucina, fu sorpresa di non vederlo con in mano qualche oggetto da scagliarle addosso.

Anche Harry e Ginny si alzarono di scatto dalla loro postazione, pronti ad assistere a chissà cosa.

 

 

-ron … io non so che vuoi da me…-

 

 

-         beh, Lenticchia, mi sa che ti converrà scoprirlo da solo… ci sono problemi ben più gravi dei tuoi tira e molla con la Mezzosangue…-

 

La testa di Draco (molto scompigliata, a dirla tutta) spuntò dal camino di casa Weasley, in evidente agitazione…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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