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Autore: marenRamen    20/12/2012    0 recensioni
DenNor. Cosa fareste se la persona di cui siete innamorati fosse solo frutto della vostra immaginazione notturna ?
Storia di un danese che insegue il suo..sogno.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Nordici, Norvegia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Le lenzuola del mio letto sono talmente attorcigliate che nemmeno un marinaio esperto avrebbe saputo creare un simile intreccio di nodi, mi avvicino per sistemare il copriletto, ma una mano, sulla spalla, mi induce a fermarmi. Non aspettavo un simile contatto, e non sospettavo la presenza di nessuno alle mie spalle, così  sobbalzo e mi volto di scatto, arretrando di qualche passo : la mia coinquilina sorride e si lecca le labbra, in maniera molto ammiccante.
Ignoro le sue maniere, che non mi stregano; lei, non mi piace nemmeno un pochino, non mi piace più o forse non mi è mai piaciuta, non ricordo; non mi piace il suo sorriso, non mi piace l' espressione e la cattiveria dei suoi occhi, non mi piace quella sua frivolezza, non mi piace quella sua ignoranza ostentata, eppure continuo a permetterle di starmi intorno; per paura di rimanere troppo solo probabilmente; io ho sempre detestato la sensazione di solitudine.
Ho sempre avuto paura, di rimanere solo.
 
La guardo, alzando un sopracciglio ed augurandole il buongiorno con voce apatica, detestando la sua presenza qui, nella mia stanza, quando non vorrei far altro che restare da solo, adesso, sdraiato sul materasso, a pensare al sogno, al sogno che ho fatto stanotte e al vuoto immenso che ha lasciato dentro di me, e alle mille domande che ora ronzano nella mia testa.
Detesto il modo in cui osserva il mio corpo semi nudo, facendo saettare gli occhi da una parte all'altra del mio petto.
La detesto tutta.
Eppure lei è qui ancora qui, mi sorride, sbatte le ciglia, dice, con voce così forzatamente dolce che la colazione è pronta, e mi aspetta in tavola, ed io non ho il coraggio di dirle che non ho fame, che deve starmi lontana.
Mi chiedo come abbia potuto accettare la presenza di una simile stronza, nella mia vita, sono davvero stato persuaso, in passato, da questa tipa che mi chiama '' amore '' e dice di ''amarmi'', e che ogni sera va per locali, ed ogni sera si trascina un tipo diverso nel bagno, per scoparselo ?
Non la tocco più, non ho  più sete dei suoi baci, e non mi importa del suo amore, e non mi importa neanche del sesso; il nostro è un rapporto che è nato stanco, la passione consumata già prima che si accendesse.
Siamo scesi insieme a compromessi, io avevo bisogno di qualcuno che mi facesse compagnia, rendendomi contro troppo tardi che, insieme a lei, mi sentivo più solo che mai; e lei non so, forse aveva bisogno di sentirsi più sicura.
Non trovo il coraggio di dirle che non voglio stare insieme a lei.
 
 
A testa bassa, trascinando i piedi la seguo in cucina, dove c'è odore di pancake caldi alla marmellata e burro fuso in padella, ma nemmeno il profumo dolce del cibo riesce a zuccherarmi la giornata, ormai sono guasto.
Sono guasto da un bel po' di tempo e non me ne ero mai accorto, è così che mi rendo contro che la mia vita è paurosamente vuota e spenta, che tutto ciò che mi circonda non mi piace, e che vorrei essere altrove, con qualcuno di diverso da lei.
La guardo e faccio una smorfia, alzandomi da tavola senza nemmeno iniziare a mangiare quello che mi ha messo sotto al naso, mi viene da vomitare solo al pensiero di introdurre qualsiasi alimento dentro alla mia bocca, voglio semplicemente restare da solo.
Mi allontano e sento il suo sguardo pungente sulla schiena, so che mi sta fissando con i suoi occhi cattivi, e sento di non poterne proprio più : corro via in camera e mi chiudo la porta alle spalle, sbattendola con forza e chiudendo a chiave rabbiosamente, dando la bellezza di tre mandate.
Le lacrime iniziano a pungermi occhi e gola, quando con le ginocchia sfioro il bordo del materasso e poi mi lascio cadere con la faccia in avanti, atterrando sul piumone morbido.
Non riesco a togliermi dalla mente quel ragazzo, quello del sogno che ho fatto stanotte; vorrei essere insieme a lui in questo momento, e l' idea che sia solo frutto delle mie fantasie mi ferisce molto, sento male al petto allo stomaco se ci penso...
E mi sento nuovamente stanco dopo tutti questi pensieri negativi.
Che resto sveglio a fare se la vita reale mi fa schifo ? Se non succede niente di nuovo, e bello ? Se tanto non riesco a fare andare le cose ?
Tanto vale lasciare che il sonno mi porti via con sé, sperando di sognarlo ancora, quel ragazzo tanto bello, da esser riuscito a farmi innamorare in una notte sola.
Cado addormentato, come un bambino stanco, con le lacrime che mi rigano verticalmente il viso adagiato tra  lenzuola morbide.
 
 
 
 
 
Il profumo del grano maturo sotto al sole, ed il fruscio delle spighe il cui stelo è piegato dolcemente dal vento, quando apro gli occhi una luce accecante mi costringe a serrare nuovamente le palpebre, e a sfregarmici i pugni sopra, per adattarmi progressivamente a tutta quella luminosità.
Finalmente riesco a vedere : un campo dorato che si stende fino all'orizzonte, un cielo così azzurro da sembrare dipinto.
Cammino piano, non riesco a stare fermo e prendo a muovermi, schiacciando ed appiattendo il grano sotto alla suola dei vecchi scarponi, con un rumore secco.
Il sole picchia sopra alla mia testa, ma provo solo una sensazione di piacevole tepore.

:- Mathias.

Mi sento chiamare, dalla sua voce, con il suo accento; mi giro ed ho il migliore sorriso che riesco a fare; è lui, è lui, non riesco a crederci.
Lui è davanti a me e mi guarda, con i suoi occhi viola ed intensi, e lucenti al sole. Porge a me le sue mani, ed gliele afferro senza pensarci nemmeno un secondo.
 
:- Tu.
Non so il tuo nome, e ti ho cercato..
Ti ho cercato tanto.
Perchè...

Inizio a dire, ma lui mi zittisce, premendo l' indice sopra alle labbra.
 
:- Non parlare, ascolta..

Resto in silenzio come mi dice, tendendo le orecchie, cosa dovrei ascoltare ? 
Sento una musica giungermi lontana, una melodia di fisarmoniche e violini, il giovane stringe la mia mano e si mette a correre attraverso le spighe, velocissimo, tanto che gli sto dietro a malapena.
  
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