Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Califas the great    08/07/2007    0 recensioni
La terra di Ardya è in pericolo, un antico nemico è tornato per attuare la sua vendetta. Il futuro del mondo è nelle mani di Garrey, cavaliere della Fratellanza
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo I

La foresta Verde

 

 

Sir Garrey Alanor, cavaliere della Fratellanza, procedeva con il suo fiero cavallo Bolus che gli trotterellava accanto, la splendida spada Tizzona stava nel fodero in pelle e penzolando dal fianco sinistro sbatteva sulla cotta di maglia ad ogni passo, scandendo ritmicamente la camminata del cavaliere. Garrey avanzava deciso verso i confini della Foresta Verde, i capelli neri, né troppo lunghi né troppo corti, che volteggiavano nel vento freddo che soffiava dal lontano Nord e dalle vette della Grande Catena; non appena giunse al limitare della foresta Garrey arrestò istintivamente il cavallo e osservò le maestose piante della selva che si intrecciavano tra di loro, formando una barriera impenetrabile anche per l’alto sole… la Foresta Verde era la foresta più anticha di Ardya, anche se non superava la venerabile età della grande Foresta Elfica in Whilldarr, nonostante le sue immense bellezze la Foresta era disabitata, pochi avevano avuto il coraggio di insediarsi in quella selva arcana, chi ci aveva provato si era comunque ritirato nelle zone più sicure, poste proprio al limitare della foresta. Tuttavia il pericolo negli ultimi sette anni era enormemente diminuito, numerose leggende e racconti popolari asserivano che nel cuore della foresta vivesse un oscuro negromante, ma se costui esisteva davvero doveva essersi ritirato altrove, perché le mostruose creature che vagavano per la foresta erano scomparse da tempo, quindi la foresta era, tutto sommato, sicura, nonostante ciò il compito delle ranger elfiche capitanate da Syanna Theronaswhit, di mantenere la pace nella foresta non era affatto diminuito, anzi… Da qualche tempo a questa parte poi Radamaus, il custode della foresta, continuava ad assegnar loro i più svariati incarichi, ma di questo personaggio, che si rivelerà più importante di quanto non credete, si parlerà in ben più degna sede. Comunque ora neanche le ranger bastavano, infatti recentemente i Valgar, creature delle montagne, avide ed egoiste, in perpetua guerra con i Nani per il dominio delle miniere, avevano iniziato a razziare le vicine fattorie e gli abitanti avevano invocato aiuto, e in quanto cavaliere Garrey non poteva rifiutarsi di aiutare chi avesse bisogno… per questo era lì, ai margini dell’oscura foresta, timoroso di entrare nel labirinto di alberi e cespugli… entrò, l’oscurità lo avvolse quasi subito, d’istinto si voltò per osservare la pianura bagnata dal sole del mattino e mentre il suo sguardo volava attraverso la pianura di Bassanor vide, di sfuggita, un falchetto che volava nel cielo, era un falco come tanti, neanche chiaramente visibile data la distanza e la nebbia mattutina, tuttavia Garrey ne rimase colpito e subito gli tornò alla memoria l’unico ricordo della sua vita prima di diventare cavaliere… nonostante fosse ventisettenne, più o meno visto che nessuno conosceva la sua vera età, ben vent’anni di vita erano per lui sconosciuti, cosa fosse prima nessuno lo sapeva, l’unica cosa di cui si era certi era che sette anni fa Troas il Vecchio, Cavaliere della Fratellanza, aveva trovato il giovane Garrey proprio nella Foresta Verde, il giovane era stato ferito al fianco da una freccia ma aveva ferite ben più profonde, come se uno spirito immondo avesse pian piano corrotto il suo corpo e la sua anima, ma cosa precisamente fosse successo nessuno lo sapeva, l’unica cosa che Garrey ricordava di quel giorno era l’immagine di un falco che volava in cerchio sopra di lui… il resto era coperto da una fitta e impenetrabile nebbia… il falco virò con grazia verso sinistra e la luce tagliente del sole appena sorto costrinse Garrey a ripararsi gli occhi con la mano, ma quando il cavaliere scrutò di nuovo il cielo si avvide che il falco era scomparso senza lasciare traccia alcuna… scrollando le spalle il cavaliere si rimise in cammino facendosi strada tra l’intricato fogliame. Erano ormai passati dieci minuti da quando era entrato nella foresta e la luce del sole era ormai un ricordo vago, tuttavia a volte alcuni fievoli raggi riuscivano a farsi strada tra le fitte frasche, formando pozzanghere di luce dall’aspetto più che rassicurante; la marcia procedeva senza intoppi di particolare rilievo quando all’improvvisò il cavaliere si arrestò… aveva sentito un rumore tra gli arbusti ma non era riuscito ad identificarne la fonte…

Garrey si guardò intorno, il volto teso dalla tensione… il rumore si ripeté, era più vicino, il giovane cavaliere strinse l’impugnatura di Tizzona, si sentì sollevato tastando quella superficie metallica così famigliare, ma durò poco… il rumore si ripeté di nuovo, qualcuno si avvicinava cercando di nascondersi tra la vegetazione, ma questa volta si era avvicinato troppo e Garrey l’aveva individuato… stava tra i cespugli alla sua destra, il cavaliere fece finta di non essersene avveduto e continuò a setacciare con lo sguardo la fitta vegetazione innanzi a sé. Lo straniero si sentiva sicuro, credeva davvero che il cavaliere non si fosse accorto di lui, così avanzò di nuovo… forse se si fosse avvicinato un po’ di più, solo un altro po’…

Tutto accadde in un lampo, Garrey si voltò di scatto e afferrò la figura con la sinistra mentre con la destra estraeva Tizzona, spinse l’aggressore contro un albero immobilizzandolo e poi gli puntò la lama affilata alla gola, pronto ad uccidere… ma Garrey si fermò, la creatura misteriosa nella colluttazione aveva perso il mantello con cappuccio che gli copriva il volto, fu così che Garrey si avvide che l’aggressore era una donna, un’elfa che, nonostante i vistosi segni di una battaglia, dimostrava una beltà quasi ultraterrena, i capelli biondi e la pelle colpiti dai raggi solari che si facevano strada tra l’intricato fogliame, sembravano avvolti da un’aura surreale, le piccole goccie di sudore che le rigavano il bellissimo collo e il viso tondo ed agrazziato non sfiguravano la bellezza della fanciulla, anzi, sembravano perle di rara bellezza che impreziosivano l’aspetto dell’Elfa.

Garrey rimase a contemplare a bocca aperta la fanciulla e forse si sarebbe trattenuto più a lungo se costei non le avesse detto, in tono accigliato:-Allora, vuoi mettermi giù o hai intenzione di uccidermi?-; il cavaliere si riscosse e borbottando frasi di scusa posò la giovane che si accasciò sull’erba massaggiandosi il collo, poi afferrò il logoro mantello verde e lo indossò gettando il cappuccio sul capo –Vi chiedo nuovamente perdono, mia signora- farfugliò Garrey –Non sapevo chi foste, credevo foste animata da cattive intenzioni… siete ferita per caso?- -Fortunatamente no- rispose l’Elfa –ti ringrazio Garrey!-, a queste parole il giovane cavaliere si bloccò –Garrey? Come fate a sapere il mio nome, non credo di essermi già presentato!- l’Elfa rimase sorpresa, per un attimo i due si guardarono negli occhi, lei avevi degli occhi di un azzurro intenso, come le profonde acque dell’Oceano… quegli occhi… lui li aveva già visti… ma dove? Ma quando? L’Elfa non tardò a ricomporsi –Ehm… le tue gesta sono famose, giovane cavaliere!- disse lei distogliendo lo sguardo, la moltitudine di sentimenti che aveva sommerso Garrey svanì –Ho sentito molto parlare delle gesta del Cavaliere Senza Passato come vi chiamano alcuni…ma ora non possiamo perdere tempo rievocando le sciocche dicerie che il popolino adora riportare nelle piazze del mercato! Io sono Syanna Theronaswhit e immagino abbiate sentito parlare di me cavaliere- -Sì, so che voi e le vostre ranger pattugliate la foresta per conto di Radamaus- -Radamaus ci affida solo pochi incarichi e ci fornisce spesso consigli e informazioni utili, tuttavia non è per suo conto che pattugliamo la foresta, anche noi, come i cavalieri della Fratellanza, abbiamo donato i nostri infallibili archi al servizio del prossimo… perché ho lasciato Whildarr, è questo che stavi per chiedermi vero?- Garrey richiuse la bocca lasciando morire la domanda che Syanna aveva già anticipato e con un gesto d’assenso le fece intuire che la sua premonizione era corretta –Non c’è tempo ora per raccontarti la mia storia, cavaliere, forse un giorno e in un’occasione assai più favorevole! Ora non possiamo perdere altro tempo, io e i miei ranger stavamo scortando un personaggio di altissimo rango attraverso l’impervia foresta, ma all’improvviso siamo state sorprese da un gruppo di Valgar; le mie compagne sono state sopraffatte, il mio signore è stato fatto prigioniero e io mi sono salvata a stento!- -Ehi! Un momento, Valgar? Non escono mai dai loro cunicoli nelle montagne e in pieno giorno poi!- -Beh, questi l’hanno fatto, guardati intorno se non mi credi!- solo allora Garrey si accorse che la radura era cosparsa di frecce rotte, picconi spezzati e cadaveri, cadaveri di Elfi e di Valgar, Garrey avanzò verso il Valgar più grosso, aveva conficcato nel petto un paletto di legno spezzato, sicuramente l’ex impugnatura del piccone che giaceva lì vicino, con un certo disprezzo e disgusto Garrey rivoltò la bestia che giaceva supina in una pozza di sangue; i Valgar erano creature più simili a maiali o a topi più che ad esseri umani, erano solitamente piccoli di statura, gobbi, il loro naso ricordava più il grugno di un maiale, tutto il corpo era ricoperto da peli che ricordavano quelli di un ratto… che esseri abominevoli! Facevano della raccolta di tesori la loro unica ragione di vita, nelle loro precarie gallerie, che in ben più di un’occasione erano crollate, i Valgar ammassavano ricchezze d’ogni genere oppure andavano alla ricerca di altre con una devozione quasi fanatica. La bestia in questione doveva essere un capitano visto che portava il caratteristico ciondolo di ossa che provenivano dagli sventurati animali che capitavano nei paraggi delle loro gallerie, e non era da escludere che anche molti esseri umani avessero subito la stessa sorte. –Quello era il più duro di tutti- disse Syanna che nel frattempo si era avvicinata alle spalle del cavaliere –Ci ho messo tutte le mie forze per abbatterlo, ma nessuno può sperare di sfidare l’ira di Syanna Theronaswhit e restare in vita per raccontarlo- Garrey osservò meglio i vestiti dell’Elfa e notò delle macchie di sangue, glie le indicò ma lei con la mano destra gli abbassò il dito –Non sono mie- disse –Sono sue- e così dicendo indicò con un cenno della testa il Valgar morto –Mi ha preso alle spalle quel vigliacco, fortunatamente aveva già perso il suo piccone… l’aveva lasciato conficcato nella schiena di Bhessena- la sua voce si incupì e si voltò a guardare il cadavere pallido di una giovane Elfa, aveva un piccone piantato nella schiena… Garrey rabbrividì –Aveva tentato di strangolarmi, illuso! Nel tentativo di divincolarmi siamo caduti a terra, abbiamo combattuto… non potevo fare nulla per salvare le mie sorelle, le udivo urlare dal dolore, le udivo invocare il mio nome ma io non potevo aiutarle… un paio di quei mostri catturarono il mio signore e lo condussero via, un altro, con il piccone in mano, si diresse verso di me per aiutare il suo capitano- un sorriso beffardo sovrastò il volto dell’Elfa –Sono riuscita a liberarmi da quella bestia giusto in tempo, con un calcio ben assetato l’ho scaraventata lontano da me, poi rotolando ho evitato il colpo di piccone che altrimenti mi avrebbe finita… mi sono subito rialzata e ho afferrato il collo del nuovo aggressore spezzandoglielo… il capitano dei Valgar si era rialzato, aveva afferrato una pietra, stava per avventarsi contro di me… ho afferrato il piccone conficcato nel terreno ma nel prenderlo l’ho spezzato… ho agito in un lampo, mentre lui stava per aggredirmi gli ho conficcato il paletto nel petto…-. Garrey osservò la radura esaminando i cadaveri, Syanna invece raccoglieva le frecce rimaste integre che erano sparse qua e là, oppure rovistando nelle faretre delle sue compagne… avrebbe voluto gridare la sua rabbia, loro si fidavano di lei, l’avevano eletta a loro guida, contavano sul suo aiuto… ma nel momento della morte lei non c’era… forse non era colpa sua, ma lei non c’era. Con un gesto risoluto del braccio Syanna si asciugò gli occhi bagnati da poche, timide lacrime, no, non era quello il momento di lasciarsi prendere dalla disperazione, il signore che lei e le sue sorelle stavano scortando era in mano ai Valgar in quel momento! Avrebbe portato a termine la sua missione e vendicato le sue compagne cadute, di questo Syanna ne era più che certa! –Ho trovato frecce a sufficienza, possiamo andare…- disse l’Elfa –Per dove?- Replicò Garrey –Sai dove si sono diretti i Valgar?- -La scena era molto confusa… ma credo siano andati per di là!- disse indicando con una freccia un sentiero verso ovest –Benissimo- rispose Garrey gettandosi lo zaino in spalla e riprendendo le briglie di Bolus –Andiamo allora!-.

Dopo cinque minuti di caccia seguire la pista si fece più difficoltoso, alcune tracce di Valgar avevano confermato che i mostri erano passati di lì, Garrey aveva anche intravisto delle orme molto strane procedere con quelle dei Valgar, sembravano quelle di un enorme uccello, ma dato che non erano chiare il cavaliere tenne questi dubbi per se; la boscaglia si infittiva e le tracce erano sempre meno visibili, ad un certo punto Syanna alzò la mano invitando Garrey ad arrestarsi… si chinò per terra e iniziò a scrutare il suolo, i suoi occhi elfici esaminavano il terreno boscoso alla ricerca del più piccolo segno… dopo qualche istante Syanna si alzò nuovamente –Hanno tentato di coprire le loro tracce, ma maldestri come sono hanno lasciato indizi più che chiari sul loro passaggio. Inizialmente si sentivano sicuri, non pensavano che qualcuno avrebbe potuto sopravvivere, evidentemente non hanno mai avuto a che fare con gli Elfi! Comunque devono averci per forza scoperti e hanno quindi aumentato la marcia- -Visto che rischio la mia vita per aiutarti potrei almeno sapere chi è che stavi scortando?- -Ha importanza?- -Molta!-, il tono di Garrey era senza alcun dubbio caparbio, ma non era da meno lo sguardo dell’Elfa –Lo saprai ragazzo, molto più presto di quanto immagini- rispose Syanna e indicando un piccolo crinale a malapena visibile tra i rami degli alberi aggiunse: –sono laggiù-.

-Come si può essere così stupidi da accendere un fuoco da campo se si sa di essere inseguiti?- disse Garrey osservando, da dietro le rocce che costituivano il nascondiglio dei due, un Valgar che aggiungeva legna al fuoco da bivacco che ardeva nel mezzo di una radura –Sono Valgar, nobile cavaliere, e di certo non sono famosi per la loro intelligenza!- -Non quanto gli Elfi lo sono per la loro cortesia! Credi non abbia colto il tono sarcastico?-, Syanna si voltò stizzita ad osservare la scena, Garrey si avvicinò a lei per guardare meglio e, nel tentativo di appoggiare la mano destra dalla roccia su cui si trovava prima al terreno sfiorò la mano dell’Elfa, lei si voltò sorpresa, gli sguardi dei due si incrociarono per un attimo, lui sentì un calore in fondo al cuore, una sensazione nuova che non riusciva a descrivere –Scusa- sussurrò il cavaliere, lei si ricompose immediatamente e si voltò per osservare l’accampamento dei Valgar. Le bestie dovevano aver catturato il loro pranzo perché esultavano felici saltellando di qua e di là grugnendo gaiamente mentre uno di loro teneva in alto un leprotto, agitandolo come fosse un trofeo di caccia. Mentre i Valgar si apprestavano a cucinare il loro pranzo Syanna indicò a Garrey un punto al confine della radura: c’era una gabbia creata con sbarre di ferro e legata sul fianco di un enorme Rinonte delle Caverne, una massiccia creatura a quattro zampe che i Valgar usano come bestia da soma –La prova definitiva….- disse l’Elfa –Non solo ci aspettavano, ma sapevano anche chi era la loro vittima… lì si trova il mio signore!- -L’avevo intuito, il punto è: come lo liberiamo?- -Sei acuto cavaliere… mmmh… un assalto diretto sarebbe rischioso, se non altro per il mio signore, se attacchiamo i Valgar qualcuno potrebbe fuggire a dorso del Rinonte… - -Proviamo con un diversivo, mentre io mi occupo di loro tu raggiungi il Rinonte e liberi il tuo signore- -Sembra una buona idea, va bene Garrey! Impugna Tizzona e stai allerta!- detto questo i due si divisero, Garrey scivolò sulla destra verso un gruppo di arbusti, mentre Syanna sgusciò a sinistra, dietro il sicuro riparo degli alberi; proprio mentre le bestie si accingevano a gustare il loro prelibato banchetto Garrey saltò fuori dal suo nascondiglio urlando e brandendo Tizzona –Adesso ci divertiamo- e con questa beffarda sfida si gettò con ferocia sul nemico, Syanna invece attuò la sua parte del piano, scivolò verso il Rinonte, ma solo quando lo raggiunse un piccolo ma significativo dettaglio le tornò alla mente: come poteva aprire la gabbia? –Garrey! La chiave! Dov’è?- urlò l’Elfa alla volta del giovane che, con un paio di fendenti, aveva già abbattuto un Valgar e ferito un altro; Garrey guardò Syanna disperato, poi scrutò il paesaggio intorno a se… un Valgar lo attaccò, lui si difese con la spada dal colpo di piccone e cercò di restituire il colpo ma la bestia sgusciò lontano evitando il fendente, frattanto un Valgar si era arrampicato su un albero per poter così piombare alle spalle del giovane –GARREY! ATTENTO!- urlò Syanna e, avvalendosi della sua fulmineità elfica, afferrò una freccia dalla faretra e tirò un colpo diretto al cuore del Valgar che, colpito mortalmente, cadde al suolo con un tonfo sonoro, intanto un buon fendente della fedele Tizzona aveva anche fatto giustizia sull’altra bestia; un forte grugnito riecheggiò per la foresta, seguito poi da un altro e un altro ancora –Ne arrivano altri!- urlò Garrey –Non abbiamo tempo da perdere, monta sul Rinonte!- Garrey eseguì l’ordine dell’Elfa che nel frattempo era già in groppa alla creatura, con un forte strattone delle redini il Rinonte partì di gran carriera sradicando i malcapitati alberelli che incrociava sul suo passaggio –Dobbiamo trovare un luogo tranquillo, una volta trovato ci penserà Tizzona a liberare il tuo signore- disse Garrey, Syanna rispose con un gesto affermativo del capo –So io dove andare- rispose l’ Elfa. Il Rinonte attraversò al galoppo gran parte della foresta, la gabbia sbattacchiava violentemente e Garrey udiva grugniti di disapprovazione da parte del suo occupante che Syanna tentava di blandire attraverso reverenziali richieste di scusa; finalmente i nostri giunsero in vista delle spumeggianti rive del fiume Daedra, Syanna tirò le redini del Rinonte che frenò bruscamente tanto che Garrey temette di cadere –Qui saremo al sicuro- disse l’Elfa –i Valgar non oseranno mai attraversare questa pianura-, Garrey era più che d’accordo, sugli argini del fiume crescevano solo sporadici arbusti e alcuni alberi non troppo grandi… il cavaliere era lieto di rivedere la luce del sole in tutta la sua bellezza, alzò il volto al cielo e si beò della luce solare assaporandone il calore ad occhi chiusi mentre il vento gli scompigliava la nera chioma… -Garrey!- il ruggito imperioso di Syanna lo riscosse dalle sue meditazioni, voltandosi verso l’Elfa Garrey la vide china sulla gabbia e in un lampo il cavaliere si ricordò della gabbia e del suo misterioso ospite, si avvicinò e aiutò Syanna a slegare la gabbia dal Rinonte, una volta che questa fu posata a terra Garrey estrasse Tizzona e alzandola sulla testa la fece piombare sul lucchetto che bloccava la porta della gabbia, il lucchetto si infranse con un forte clangore metallico e il prigioniero scivolò fuori dalla gabbia, Garrey rimase senza fiato: la creatura che ne uscì era un drago.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Califas the great