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Autore: percysword    21/12/2012    6 recensioni
Un enorme quadro ritraeva il viso di una bellissima ragazza, i capelli scuri le ricadevano dolcemente sulla spalla e circondavano la pelle chiara. Il naso era semplicemente perfetto, circondato da un poco di rossore, e gli occhi erano neri come la pece.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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a Chiara e a Giulia, 

a cui rompo sempre i coglioni su twitter.

perdonatemi.

 

 

Capitolo 7

 

 

-E poi cosa successe?- chiese curioso Niall alla fine del racconto.

-Si dice che da quel giorno Daniel abbia iniziato a scrivere diari, mano a mano che i ricordi gli tornavano alla mente, ma non sono mai stati trovati- disse Liam.

-La leggenda dice che si trovano nel luogo in cui Daniel abbia trovato la morte- continuò Lydia.

I bambini adesso erano ancora più stupiti di prima, avevano trovato straordinaria la storia dei due innamorati e volevano saperne sempre di più, ma il tempo delle favole era finito e Niall doveva essere riaccompagnato a casa, così presero i cappotti e si avviarono per strada.

Il cielo era pieno di stelle, anche se delle nuvole in lontananza preannunciavano pioggia. Harry, mentre una ventata di aria fresca lo investiva, ripensava a quella ragazza, l'aveva colpito il modo in cui Lydia l'aveva descritta durante la storia, i capelli neri lunghi e mossi, la pelle candida, le guance arrossate e gli occhi scuri, sembrava proprio la ragazza del quadro, ma ciò era impossibile, dato che il quadro venne perso durante la prima ristrutturazione della casa ottant'anni prima.

-Domani Niall può tornare da noi?- chiese Charlotte al fratello, mentre la madre del bambino ringraziava i ragazzi per la disponibilità. Harry guardò Liam che annuì, e lui fece lo stesso con la sorella che lo abbracciò forte dopo aver ottenuto il consenso.

-Allora a domani Niall! A che ora possiamo venire, signora?- chiese Harry alla madre del bambino.

-Quando volete, potete venire anche domattina!-

-Bene, allora verremo domattina verso le nove. Arrivederci.- e si scambiarono sorrisi prima che la donna chiudesse la porta.

Durante la camminata per tornare a casa, Charlie si rivelò più stanca di quello che fosse così Harry la dovette prendere in braccio e lei si addormentò. Arrivati al bivio che portava verso le loro rispettive case, il riccio svoltò a destra verso la villa, dopo aver salutato tutti, per portare la sorella a dormire in un posto più comodo che non fosse la sua spalla, Zayn li salutò cordialmente e svoltò a destra con passo svelto.

Lydia e Liam rimasero per un po' lì, in balìa di un silenzio imbarazzante, durante il quale la ragazza trovò interessanti le sue vecchie superga nere, e il ragazzo ebbe un'improvvisa voglia di guardare il cielo.

-Allora…- dissero in contemporanea, scoppiando poi a ridere.

-Prima tu- disse ancora ridendo la rossa.

-Beh, ci vediamo domani. No?-

-Certo, se per te va bene-

Liam annuì insistentemente e poi le disse che se voleva poteva portare Zayn, lei accettò e fece per andarsene quando il ragazzo le prese delicatamente il polso, facendola girare verso di lui.

-Buonanotte- le disse, lasciandole un dolce bacio sulla guancia, per poi andarsene con le mani in tasca.

Lydia da quel momento non ci capì più nulla e rimase a guardarlo andarsene, con le dita che sfioravano la guancia dove aveva lasciato il bacio, per un tempo indeterminato. Le piccole gocce di pioggia che iniziavano a scendere dal cielo la risvegliarono da quello stato di trans e da quel momento, per tutto il tragitto verso casa, sorrise inconsciamente.

Ormai era un po' che aveva notato qualcosa di strano in se quando era vicino a Liam, aveva paura di dire la cosa sbagliata, ma si sentiva felice come non mai. Anche quando erano bambini e giocavano insieme era felice al suo fianco, ma la felicità era diversa: era pura e semplice allegria dello stare insieme, adesso invece era qualcosa di più e andava ogni giorno crescendo. Ma oltre alla felicità, anche la paura cresceva in lei, paura che non provasse lo stesso, paura di rovinare un amicizia, paura di farsi avanti, paura del futuro.

 

-Che cosa vuoi fare da grande?- chiese il bambino mentre si dondolava sull'altalena.

-Voglio viaggiare…-rispose con fare sognante la bambina dai capelli rossi -E tu?-

-Voglio fare l'esploratore!- esclamò saltando giù dall'altalena ed iniziando a correre con le braccia alzate, fingendosi un aeroplano.

Corsero, risero, si divertirono insieme, sperando che un giorno avrebbero realizzato i loro sogni.

 

Quello fu l'unico momento in cui pensò al suo futuro con Liam, lui l'esploratore e lei compagna dei suoi lunghi viaggi, insieme avrebbero affrontato mille avventure, insidie e pericoli, ma sarebbero sempre stati uniti. Ripensando agli attimi vissuti da bambini prima di addormentarsi, Lydia si addormentò presto, aspettando l'indomani.

Al contrario Harry non riusciva a chiudere occhio, ci provava ma ogni volta faceva lo stesso incubo che ormai lo sorprendeva ogni notte da più di una settimana. Pensò molte volte di parlarne con l'amico, ma non ne aveva avuta l'occasione e poi riteneva il sogno un po' troppo personale, visto che si svegliava piangendo quasi ogni volta. Era come un colpo al cuore, si sentiva mancare il respiro, quindi usciva fuori a prendere una boccata d'aria, tornava dentro, provava a riaddormentarsi e si ripeteva di nuovo, fino a che la stanchezza era così tanta, che neanche l'incubo riusciva a sopraffarla.

L'unica persona che sarebbe stata in grado di ascoltarlo, consolarlo e soprattutto capirlo, era la stessa che lo feriva nel sonno. Louis

 

-Hey Lou!-

-Hey Hazza!-

-Pronto per la partita? Voglio assolutamente provare il nuovo schema!-

-Ehm, ti dispiace se oggi non giochiamo?- disse il ragazzo dagli occhi blu.

-Certo… C'è qualcosa che non va?- Harry iniziava a preoccuparsi, Louis che rifiutava di giocare a basket, non era Louis, soprattutto se quella partita era una delle ultime che avrebbero giocato. Louis infatti stava per uscire dall'orfanotrofio, aveva ormai raggiunto la maggiore età per poter andare a vivere da solo, ma questo non rattristava il riccio, in quanto l'amico gli aveva promesso che appena trovata una casa e un lavoro avrebbe richiesto l'adozione dei fratelli Styles.

-Sono solo un po' stanco, poi devo sistemare alcune cose per la partenza…-

-Non vedi l'ora, è?- chiese sorridente Harry. Louis gli rispose con un finto sorriso che Harry notò e dentro di sé si chiese cosa gli stesse nascondendo.

La mattina dopo il ragazzo si svegliò un po' più tardi del solito, ma non se ne preoccupò più di tanto, sapendo che Louis non si sarebbe svegliato prima delle dieci, orario in cui avevi dieci minuti di tempo per fare colazione. Adorava vedere l'amico correre verso la mensa e mangiare in fretta e furia per la paura che gli togliessero il piatto da sotto il naso, ma quella mattina aveva deciso di svegliarlo prima perché aveva sentito dire da Kelly, la pettegola, che ci sarebbero state le frittelle e Louis adorava le frittelle. Quindi si alzò e si vestì in fretta, poi si diresse verso la camera dell'amico che era in fondo al corridoio. Non bussò neanche, sapendo che non avrebbe avuto risposta, quindi aprì la porta per introdursi all'interno.

-Lou, è meglio se ti sbrighi oggi ci sono…-

Vuota. La camera era completamente vuota. Il letto era rifatto, le tende tirate. Non c'era il solito trambusto, i soliti vestiti sparsi per terra, la solita pila di libri sul comodino e le cianfrusaglie sotto il letto. Era tutto completamente pulito e lindo. Si chiese se avesse sbagliato stanza, ma poi notò una lettera e un libro sul mobile vicino al letto, riconobbe il libro "Il buio oltre la siepe", il suo preferito e Louis era l'unico a saperlo visto che era stato l'unico a porgli quella domanda. Si avvicinò all'oggetto e prese la lettera.

Se ne era andato.

 

Quello stesso sogno aveva rattristito Harry più del solito. Non capiva perché se n'era andato lasciandogli quella stupida lettera. Non capiva perché non avesse avuto più notizie. Non capiva perché non aveva mantenuto le sue promesse.

Si alzò dal letto e aprì il cassetto della scrivania, ne svuotò il contenuto e prese il libro, sfogliandolo trovò la lettera e la lesse per l'ennesima volta con le lacrime agli occhi.

 

 

Caro Harry,

 

Ti scrivo questo perché sono un vigliacco, sono un fottuto vigliacco e non mi merito un amico come te. Sono anche uno stronzo perché, se te lo stai chiedendo, si, me ne sono andato. Ti ho lasciato così, senza dirti nulla e senza spiegarti il perché.

Odiami, Harry, odiami per quello che ho fatto. Non cercarmi, se ne avrò la possibilità verrò io da te, ma probabilmente non accadrà. Il tempo scorre velocemente Harry, goditi ogni momento della tua vita, sempre.

Salutami Charlotte e dille che le voglio bene.

 

Tuo amico per sempre, 

Louis.

 

 

Ed ecco che nuovamente scendevano le lacrime sul suo volto, ancora e ancora. Il silenzio nella stanza si era riempito dei suoi singhiozzi disperati, della sua solitudine senza un amico così al suo fianco, delle sue solite domande. Perché se ne era andato? Cosa era successo? Perché non l'aveva mai cercato? Perché?

Sempre quella fottuta domanda: perché?

In preda alla rabbia e alla frustrazione iniziò a gettare per terra tutte le cose che si trovavano sulla scrivania, senza pensare che fossero le sette di mattina e che tutti stessero dormendo. Dopo aver svuotato quasi del tutto il ripiano in legno scuro prese il libro e lo scaraventò verso la parete, il colpo creò un forte rimbombo e pochi minuti dopo Liam si trovava nella stanza cercando di capire cosa stesse succedendo.

-Hey amico che succede? Ho sentito un colpo…-

Harry si accasciò sulle ginocchia e, a testa bassa cominciò a singhiozzare sempre più forte, si mise le mani nei capelli e iniziò a rendere udibili le domande che si trovavano nella sua mente.

-Perché? Perché mi ha abbandonato? Perché non ha rispettato le sue promesse? Perché non riesco ad odiarlo per quello che mi ha fatto?-

Liam lo fissava, non sapendo cosa fare, poi piano piano si avvicinò e lo strinse in un abbraccio. Non gli chiese niente, non voleva premerlo troppo, sapeva che quando sarebbe stato pronto glielo avrebbe raccontato. Infatti fu così. Harry, dopo essersi definitivamente calmato, raccontò tutto a Liam e gli fece leggere la lettera, ma dalla bocca del ragazzo uscì solo un "Non so cosa dire", e il riccio fu sollevato, perché non aveva voglia di sentirsi dire niente.

 

 

 

SAAAAALVE! 
sciao a tutti.

 

questo capitolo non doveva essere così depresso, lo volevo più avventuroso, ma poi mi sono lasciata prendere dalla disperazione. sorratemi.

 

mi scuso anche per la brevità del capitolo, ma il prossimo dovrebbe venire 345567477829 km, quindi questo è così.

 

dovrei aver detto tutto, quindi vi saluto con una gif di louis.

 

SIETE TUTTI OBBLIGATI A PASSARE DA QUESTE FANFICTION.

 

 5 giorni fuori di samscoffee

 

 I Hate You As Much As I Love You di malikseyesx_

 

 My life would suck without you. di __harrysmile

 

 

ed è così che chiara vi dice ciao. 

(cit.)

 

louis

mlmlmlmlmlmlmlmlmlmlmlml




 

 

ah, colgo questa occasione per augurarvi Buon Natale e Felice Anno Nuovo, in caso non aggiornassi c:

 

 

Chiara

@acciologan on twittah

 

 

 

scusate, ma è troppo figo.

   
 
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