Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Mari_BubblyGirls    21/12/2012    6 recensioni
Tutto stava andando a rotoli. Mi ero trasferita in questo cazzo di posto, in cui non conoscevo nessuno, a malapena capivo l'accento i irlandese, figuriamoci, a scuola nessuno mi considerava.
La luce dei lampioni era scomparsa, solo la luna si specchiava vanitosa nella superficie del lago. Il parco era il mio posto preferito. Dove si fermava il tempo, rimaneva solo il buio e la calma. Il silenzio.
A volte la luna sembra ridere di te. A volte le stelle esaudiscono i tuoi desideri.
Anche una risata può salvarti. Never say never. E non smettere mai di credere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

7. Can you rescue me?

La giornata seguente a scuola ci andai sperando di vederlo ovunque. Me lo immaginavo in ogni situazione, in classe che entrava chiedendo di me, in bagno che entrava chiedendo di me, dalla finestra chiedendo di me, dal cassonetto della spazzatura chiedendo di me, ovunque chiedendo di me.. Insomma mi diressi a scuola sognando ad occhi aperti. Stavo un po' meglio del giorno prima, ma ero confusa e non sapevo che fare, lui non mi aveva più cercato e io avevo speso il mio tempo dedicandolo tutto alla nutella e a Sarah, con cui dopo avevo gossippato un po'. ..Giusto poco poco. Lei aveva insistito sulla sua teoria del cantante, ma era troppo surreale per essere fattibile.

Camminavo pensando a queste cose quando, sovrappensiero, non mi ero accorta di un gruppo di ragazze davanti a scuola contro cui andai a sbattere. «Oh, scusa!» Alzai lo sguardo.

Il mio primo pensiero fu: «Oddio esistono gli zombie.»

Quelle ragazze mi guardavano in maniera ossessiva, con gli occhi fuori dalle orbite e un'espressione maniacale in volto. Un gruppo di stressate pazze.

Cercai di fare il giro attorno a loro borbottando «scusate..» a testa bassa, ma loro mi si pararono nuovamente di fronte.

«Ok, parla.»

. Oddio, e queste qua ora che volevano da me?!

«Ehm.. parli con me?» Chiesi con un tono intimorito e innocente.

Quella che aveva parlato prima esclamò: «Sì non fare la finta tonta!»

Mi uscì dalla bocca una risatine nervosa e dissi: «Ragazze.. di cosa state parlando??»

«Aspetta,- si fece avanti una piccolina bassa e con due treccine talmente fini che quasi quasi scomparivano - … ma quello era Niall Horan giusto??»

Io rimasi pietrificata. Poi una folata di vento mi trasformò in cenere. (?) «di chi state parlando...... ?»

«Del ragazzo dell'altro giorno!!» Mi risposero ovvie.

La prima che aveva parlato, mi fissò in maniera strana (non che lo stesse già facendo.) e sibilò: «Lo sappiamo che tu lo sai. E sappiamo che tu sai anche che noi sappiamo (?) quindi smettila per favore e rispondi alle nostre domande.»

Un'altra ne uscì: «ieri non ti abbiamo visto da nessuna parte! Ma oggi ti abbiamo aspettato all'entrata, meno male che non sei arrivata in ritardo!

Realizzai che dovevo scappare. «Ragazze, avete sbagliato persona. Non conosco nessun Niall Horan. Sono in ritardo, ciao.» Così mi buttai tra di loro e spingendo come una matta ne uscii. Mi seguirono. Mi misi a correre. SI MISERO A CORRERE ANCHE LORO.

Mi chiusi in classe. Era un incubo! Bussavano dicendo «Ti prego, scusa, non volevamo spaventarti, ma cazzo tu conosci Niall Horaaaaaan!! Ed eri con lui su una carrozza!»

Mi girai e i miei compagni mi guardavano strabiliati.

Una volta seduta sulla sedia, mi concedetti dieci minuti per pensare.

Niall Horan. James Horan. “«Io mi chiamo..» Per qualche strana ragione si fermò ancora un momento «...James.»” ecco perché quando gli avevo chiesto come si chiamava non aveva risposto subito. Ecco perché si era travestito anche se non aveva l'abito da dolce. (?) Ecco perché era uscito di notte (per le fans..), perché aveva sorriso dicendo che era lo stesso cognome di un cantante, ecco perché viveva da solo, perché viaggiava... ecco perché non mi aveva più cercato.

La lezione passò tra un pensiero e l'altro. Appena uscita da scuola corsi in bagno e aspettai che la stragrande maggioranza delle persone uscisse, non volevo rincontrare quelle ragazze.

Non volevo avere niente a che fare con lui, anche se ripensandoci, non ci sarebbe voluto molto, probabilmente lui si era già dimenticato di me e ora stava flirtando con qualcun'altra.

Mi arrivò un messaggio.

Tremante, controllai «Ciao, sono Martha, ti va di uscire stasera? Sono appena tornata da casa di mia nonna e ho voglia di compagnia!»

Oh. Martha... Certo! Che cosa pensavo?? Sbuffai. “Smettila di illuderti, credulona. I sogni e cose simili son tutte stronzate.. e quel Niall Horan, James, o come cazzo si chiama, non ti cercherà mai più...”.

«Non ho tanta voglia di uscire..» Le risposi.

Dopo un po' vibrò di nuovo il cellulare. «Oh perfetto neanch'io! Hai voglia almeno di vederci? C:»

Ci pensai. E perché no? Non volevo tornare a deprimermi. Anzi in realtà non mi avrebbe fatto malissimo deprimermi, sempre meglio che fingere di essere contenta, ma risposi comunque «Ok C: dove ci vediamo? Casa tua o casa mia?»

«Casa mia. Ti aspetto!»

Inviai a mamma un messaggio in cui le dicevo che sarei andata da Martha e uscii dopo aver mangiato una fetta di tortino ai finghi. Non avevo fame.

Non riuscivo a non pensare a James.. o meglio, a Niall. Sicuramente mentre io pensavo a lui, lui, con i suoi profondi occhi di mare e di cielo stava già incantando una nuova ragazza, aveva migliaia di fans al seguito e magari già si faceva un'altra ragazza.. mentre io pensavo a lui. Dovevo togliermelo dalla testa.

Cominciava già a far più freddo. Arrivava l'inverno. Pensai a James che era stato a maniche corte e mi ricordai che la sua felpa era su, sul mio letto, che profumava di marsh mellow..

Agguantai una sciarpa viola e imbacuccata uscii fuori.

Non ero mai stata a casa di Martha.. Era piccola ma confortevole. Mi salutò abbracciandomi e dicendo: «Cosa sono quegli occhi tristi?» Mi fece ridere, perché così dicendo ingrandì gli occhi e sporse il labbro con una strana espressione che doveva essere triste...

«No, niente..»

«Sì infatti anch'io tengo il broncio quando non ho niente.»

Io fissai il parquet senza proferire parola.

Lei mi prese per le mani e mi fece sedere sul divano del salotto, mentre davanti a me dalla cucina prendeva due tazze e dopo avermene dato una, si spaparanzò affianco a me.

«Spero ti piaccia la cioccolata calda!»

«oh sìsì....» Mi si illuminarono gli occhi. Adoravo la cioccolata calda. Andai a togliermi le scarpe a fianco a una scarpiera che avevo intravisto dietro la porta del salotto, e mi misi comoda anch'io di fronte a lei.

«Sei fidanzata?» Mi chiese sorridendo

«No lasciamo perdere, tu?»

«No ma per ora non mi interessa nessuno.. perché lasciamo perdere??»

Scrollai le spalle e scossi il capo chiudendo gli occhi: «No niente niente.»

Lei sorrise maliziosa: «credi che io sia totalmente disinteressata a ciò che accade a scuola??»

Io mi irrigidii. “No, ti prego” pensai “adesso anche questa qua mi fa impazzire con questa storia di Niall Horan, o James, o insomma, come cavolo si chiama.. Basta non ne voglio più sentire parlare!!!... E poi, come se le persone ora mi considerino solo per questo cantante qua..”

Mi ricordai di parlare. «...in che senso, scusa?»

«secondo te?? Il biondino sulla carrozza dove lo vuoi mettere??»

«.... Ah. .....» Non sapevo come comportarmi. Ma lo sapeva o no, che quello era probabilmente un cantante famoso?? ...Aiuto. Non volevo lasciarmi sfuggire niente..

Lei mi sorrise a 32 denti e disse tutta entusiasta: «Dai, su! Perché sei così a terra! Raccontami, come si chiama?? come vi siete conosciuti? Me lo devi presentare!!»

Lasciai andare il respiro che avevo trattenuto involontariamente. Non sapeva niente per fortuna: «aaaaah... Boh, ma no, non era niente..»

Lei mi guardò strana: «cioè??»

«Non era niente. O meglio, non è più niente.»

Lei seria: «avete litigato?»

«ma no.. semplicemente non c'è mai stato un ''noi''. E poi ci conosciamo da giusto.. tre giorni? Quattro? … no no, non è niente.»

«Dall'espressione dei tuoi occhi non si direbbe.»

«..............» Oh, cazzo.

«Ha fatto lo stronzo.»

annuii. Poi pensai al casino in giro che ci sarebbe stato se si fosse scoperto che io avevo detto qualcosa sul celeberrimo Niall Horan. Oddio. «Cioè, in realtà no, vedi... è che... erm.. cioè.. praticamente tipo.. insomma lui.. insomma diciamo che mi aveva promesso una cosa e non ha mantenuto la promessa.. anzi è stato anche abbastanza freddo. In più ho scoperto di punto in bianco cose assurde su di lui.. Meglio non averci molto a che fare. Ho l'impressione che rimarrei spesso delusa.»

Lei fissava un punto nel vuoto con l'espressione seria «Capisco.. Vabbe' dai, è solo un ragazzo! Qui abbiamo pane e nutella, litri di cioccolata calda, l'xbox e Just Dance3!! Cosa c'è di meglio?»

Così dicendo balzò in piedi e mi trascinò a ballare con lei.

Risi: «Eh già, sarebbe bello dirlo pensandolo davvero!»

Passammo la serata a sclerare come due pazze, mi divertii con lei, eppure ogni risata mi pareva stonata, il mio cuore rimaneva ghiacciato e James era ovunque. Alla fine della serata mi abbracciò e disse «ci vediamo domani, piccola. Ricorda per qualunque cosa io ci sono.»

«Grazie.. lo stesso vale per te. A domani!»

Mentre arrivavo a casa vidi da lontano il parchetto. Mi fermai in mezzo alla strada. Dovevo andarci, lo sentivo come obbligo, anche se pensavo “No no e no! Io lo devo dimenticare, punto!” Ma i miei passi proseguirono da soli verso la meta tanto ambita. Rimasi all'entrata, alla luce gialla e debole dei lampioni, e fissai da lontano il piccolo lago scuro, gli alberi, i viottoli e le panchine. Una folata di vento fece muovere la seggiola di un'altalena. Mi corsero i brividi lungo la schiena. Ero divisa, avevo troppa paura per tornare nel luogo in cui avevo incontrato James, ma ero obbligata a farlo.

Ero paralizzata. “No, non sono obbligata” pensai, e corsi a casa veloce, pensando furiosa “Sono una stupida, non lo conosco da nemmeno una settimana!!!”

Eppure correndo via mi sembrò di correre via anche da lui.

La mattinata il giorno dopo passò velocemente. Ero arrivata in ritardo, una vocina mi diceva che un mucchio di ragazze scalmanate mi avrebbe assalito appena mi avesse vista, così passai la ricreazione in bagno e anche dopo scuola aspettai un po' che passasse il tempo.

Tornata a casa, deserta come sempre, salii in camera mia e piegai accuratamente la felpa. Come avrei fatto? … Lui, da personaggio famoso, sicuramente se ne sarebbe fregato altamente di una misera felpa e di una soggetta di ragazza.

Scesa giù, entrai su internet. Non avevo mai usato molto il pc. All'inizio, quando mi ero iscritta su Facebook, e basta. Digitai su google: Niall Horan.

Mi si strinse il cuore. Eccolo lì, in migliaia di foto.. c'era James.

James che sorrideva.

James che faceva una smorfia.

James che faceva gli occhi storti con una barretta di cioccolato in mano.

James, James, James e ancora James.

Volevo sapere qualcosa su di lui, ma mi paralizzai. Cosa mi importava di lui?

Chiusi tutto. Sì, era lui. Feci giusto in tempo a leggere “Niall James Horan nasce in Irlanda il...”

Mi accucciai sul divano con una coperta, e acceso lo stereo, mentre le note di More Than This danzavano nell'aria, presi un libro stupido e mi misi a leggere.

Avevo perso la cognizione del tempo, fuori era buio da un pezzo, quando sentii una melodia provenire da fuori. Io ero in camera mia, stavo studiando Catone (anzi, stavo imparando ad odiarlo: mi stava davvero antipatico!!), mi fermai e rimasi ad ascoltare. Era... erano le note di una chitarra. Mi avvicinai lentamente alla finestra.

La aprii e mi affacciai. Non credetti quasi ai miei occhi.

 

«If I'm lauder, would you see me?»

Davanti a casa mia qualcuno con in mano una chitarra cantava. La voce mi scosse, mi vennero i brividi. Il ragazzo aveva una cuffietta rossa, rossa come la felpa che portava, rossa come le sue guance quando alzò lo sguardo. E il mare inondò tutto il mio cuore, perché fanno così gli occhi che dentro hanno il mare...

«Would you lay down.. in my arms and rescue me..»

Oddio. Era lui. Tornai dentro. Mi sedetti per terra appoggiandomi al muro e chiudendo gli occhi lo sentii cantare con la sua voce meravigliosa: «'Cause we are.. the same... you save me; when you leave it's gone away...»

Silenzio. Mi alzai scattante e mi catapultai giù. Eppure mi fermai prima di aprire la porta. Cos'avrei fatto? Non ci conoscevamo che da tre, quattro giorni... che facesse così con tutte le ragazze?

...No, non sarebbe poi stato possibile. Aprii lentamente la porta...

.......

non c'era più nessuno. '-'

Uscii fuori e mi guardai attorno. I vicini si erano affacciati alle finestre e mi guardavano strana, alcuni ridacchiavano... Vidi un foglietto per terra. “Ti aspetto nel Luogo Segreto. Voglio farmi perdonare. Vestiti di stelle. C:”

Rientrai velocemente. Il Luogo Segreto.. non ebbi un attimo di esitazione. Salii in camera e mi misi un vestito blu scuro a maniche lunghe con una fascia argentata sotto il seno e che ricadeva morbido a balzi. Era in lana, caldo e invernale, un paio di panta neri e gli stivali neri. Non avevo voglia di truccarmi, così decisi che un po' di matita e mascara potevano bastare. Lasciai i capelli castani e mossi sciolti, una sciarpa scura, i guanti e un basco blu scuro. Uscii di corsa.

Correvo correvo, sentivo il sangue ribollire nelle vene, mentre ridevo di felicità. Io, solo io sapevo il Posto Segreto. Nessun'altra in tutto il mondo. E ora avremo chiarito tutto ciò che era successo in due giorni di sua assenza.

Avevo l'adrenalina che mi stava facendo impazzire mentre correvo. Entrai nel parchetto e avvicinandomi al Posto Segreto rallentai. Mi fermai. Lui era là, dietro quella miniforesta (?) di liane o piante che cadevano dai rami dell'albero.

Agitatissima, alzai le tende....

Oddio. C'era un tavolino con tre candele sopra, apparecchiato egregiamente, al centro di un cerchio di candele. Per terra da una parte era appoggiata la chitarra. Poi in piedi c'era lui.

Mi sorrise a 32 denti, con le guance rosse e accaldate, gli occhi blu che sprizzavano gioia, i denti scintillanti... c'era da morire con quel sorriso.

Mary.. non farti abbindolare!” Pensai, anche se dentro ero già sciolta cercai di rimanere impassibile (non me la cavai affatto bene..)

Incrociai le braccia e cercai di assumere un'espressione neutra: «Mi devi spiegare qualcosa?»

Lui abbassò lo sguardo: «Ehm.. vedi... ecco, non ho potuto farci niente, non avevo neanche il cellulare.. Scusa.»

Mi si strinse il cuore a vederlo così triste. Ma non dovevo mollare... anche perché io non mi riferivo solo a quello.

«...ma se mi hai inviato un messaggio!»

«No, non ero io. »

«Sì. Era il cellulare che ha deciso di scrivere da solo.» Mi tremava la voce.

«Beh.. no...» indietreggiò guardando per terra in imbarazzo. «.. Ce l'aveva.. un mio amico, il cellulare. Non lo potevo prendere così non ho potuto dirti niente.. e inoltre, non ero a Mullingar. Ero in un'altra città pe..»

«per?? E non potevi dirmelo prima di promettermi che ci saresti stato l'altro giorno?» esclamai interropendolo ed esprimendomi con ampi gesti.

Lui rimase muto col capo chinato. Alzò una mano e lentamente si grattò (o meglio, la appoggiò e basta) dietro la nuca, cominciando a dondolarsi.

Alzò lo sguardo e i suoi occhioni blu imploranti perdono sotto quei capelli biondi mi fecero entrare in uno strano stato. Sentii le farfalline. Le mie nuove migliori amiche, a quanto pare..

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo fermai: «e poi.. non intendevo solo questo. C'è dell'altro, no??»

Lui spalancò gli occhi tipo “oh. Fuck. Sono stato scoperto.” e sbiancò.

«ehm..........»

«....c'è dell'altro, GIUSTO???» Lo guardai decisa. In realtà dentro la Vera Mary avrebbe fatto di tutto, anche mettersi a saltellare da una parte all'altra o andare a caccia di farfalle, pur di uscire da quella situazione.

«io... ? Beh io .. sono un ragazzo normalissimo.»

Mi sorrise radioso. «Solo che l'altro giorno purtroppo mi hanno legato al sedile di una macchina e trascinato in un'altra città per un'intervista.» Mi dedicò un sorriso sghembo con fare preoccupato.

L'immagine di lui legato in una macchina mi fece sorridere

Lo svisai (?) con aria scettica: «Ah.. un'intervista. Cosa vuoi che sia,un'intervista?? Anch'io, ora che me ne ricordo ne ho una domani!»

«Dai, hai capito tutto.. Non sapevo come dirtelo..» si fermò. Mi fissò occhi negli occhi. I suoi erano Mare e i miei... boh? Cioccolato? ...Un mare di cioccolato???? (?) Pupille nelle pupille. «Questo non cambia niente.» Sussurrò.

Così dicendo mi si avvicinò pericolosamente e una volta che mi fu vicinissimo mi chiese: «Can you rescue me?». I suoi occhi erano vicinissimi, sentivo il suo alito farmi il solletico e lui strizzava lievemente gli occhi, era così sexy era così bello.. si inumidì le labbra con la lingua.

Oddio.

Il mio cuore si sciolse e rimasi a guardarlo senza fiato. Sentii il sangue salirmi e invadere le guance, era così perfetto.. Mi sentii quasi mancare. Mi risvegliai e guardai per terra «Ehm... ehm..»

OH CAZZO QUAL'ERA LA DOMANDA CHE MI AVEVA FATTO??

Ah, sìsì, giusto. Perdono. Sì, se lo perdonavo. Ma perché?... Ah certo, per il cantante. E per l'altro giorno. Sì sì, dovevo dimostrarmi forte. «Ehm... dovrai saperti far perdonare...»

Lui sorrise timidamente «Certo!» Poi indietreggiò e quasi inciampando portò indietro una della due sedie in legno «prego..»

Io mi avvicinai, mi sedetti. Quel luogo era... magico. Sembrava di trovarsi nella caverna delle fate.

Lo fissai curiosa «Ma tu ci pensi la notte, a che sorprese farmi??...» “...oppure fai così con tutte?” non lo chiesi ad alta voce ma penso che la mia seconda domanda l'avesse sentita anche lui.

Era chinato, stava prendendo due vassoi, ma si girò e mi guardò coi suoi profondi occhi, e passò del tempo prima che mi rispondesse. Tempo per rispondermi con gli occhi. Quelli erano occhi magici, magici come il luogo in cui mi trovavo.

«..Sì....»

..A quale delle due domande stava rispondendo?

«Non sono molto bravo a cucinare.. erm... spero che ti piaccia la pizza. :3 »

Erano due margherite. Due semplicissime margherite. «Certo.. ehm.. beh? Che mi dici?? Mi dovresti raccontare un sacco di cose!» Squitti io amabilmente (bleah.. diabete.)

Lui fece spallucce «Mmmmboh... cosa vuoi sapere?»

«Tutto!» mi sentivo un po' a disagio: non sapevo niente su di lui... Niente di niente! Nemmeno che tipo di canzoni cantasse il suo gruppo! Che fossero tutte come More Than This (insomma, poi, come faceva ada aver anche indovinato che canzone avevo scoperto in quei giorni??)?

Lui mi sorrise addentando un pezzo di pizza «Ehm... Mi chiamo Niall James Horan.. sono nato qua il 13 Settembre... » si fermò. Mi guardò e gli brillarono gli occhi «Ehm.. e sono.. sono a tavola con una snjdsnbsxj azza.»

Era diventato rosso come un papavero.

Lo guardai un po' confusa. «...cosa?»

lui guardando in basso «..una snodnd ragazza.»

io ridendo nervosa «.. ehm, non ho capito scusa...» Stavo diventando anche sorda, bene.

Alzò lo sguardo «una BELLISSIMA ragazza...»

Io stavo addentando un pezzo di pizza, che mi andò di traverso, cominciai a tossire come una pazza, non la finivo più. Si alzò e mi chiese preoccupato chinandosi su di me «Oddio, stai bene?!»

Finalmente la tosse si calmò e me lo ritrovai vicinissimo, vedevo le pagliuzze nere nei suoi occhi ghiacciati, mi avvicinai a lui, lui si avvicinò a me, preoccupato.. Sentivo il suo respiro mescolarsi al mio, lui mi guardò lentamente, incantato, tornò a strizzare un po' gli occhi, oddio, questo ragazzo mi voleva morta quel giorno.. Sentii la sua mano salirmi sulla nuca e rimanere tra i capelli, invitandomi gentilmente ad avvicinarmi ancora un poco. Chiuse gli occhi, stavo per farlo anch'io...

Colpo di tosse. Cough.

Giusto uno. Guardai la pizza e rossa di vergogna borbottai «sì.. sto bene.. ahah..»

Lui tornò a sedersi «Eh, ecco.. ok.»

«ok.»

Io mi mordevo le labbra, scuotevo la forchetta, il coltello, il piatto, tagliuzzai la pizza senza più toccarne neanche un pezzetto, mi guardavo attorno nervosissima, lo fissavo, poi avevo paura di “essere scoperta” e subito a cercare qualcos'altro da fissare.. Mentre lui mi guardò, molto semplicemente, e mi sorrise.

«non hai più fame?» Mi chiese dopo poco.

Scossi la testa fissando un po' lui, e subito un po' il bicchiere, un po' lui, un po' il bicchiere.. Lui.. Bicchiere.. «No, ma se vuoi tu puoi pure continuare a mangiare...»

Chiuse gli occhi e risse ovvio: «questo era scontato.»

Risi: «Aaaah, scusa, mi sono quasi scordata di con chi ho a che fare!»

Lui rizzò la schiena e si indicò col pollice. Aveva una macchia di sugo sulla guancia. Che dolce, ahah. Ribatté con aria fiera «Yes, babe, mi devi rispetto!»

Presi il tovagliolo e gli pulii la guancia «Sei un ingordo..» Rimasi così, sentii la mia espressione cambiare, mi addolcii, e anche lui divenne serio, si appoggiò alla mia mano..

Per l'ennesima volta, mi risvegliai. Ritirai la mano. Abbassai lo sguardo. Il bicchiere era davvero interessante.. “quanto tempo ci vuole per fare un bicchiere?” cercai di distrarmi. Ahah. sì..

Mi raccontò che aveva vinto il provino ad x factor uk due anni fa, ma non era passato come singolo. Allora avevano unito lui e altri quattro ragazzi per formare una band.

Erano diventati incredibilmente famosi in pochissimo tempo.

Io rimasi muta ad ammirarlo raccontare e ingozzarsi, quando finì si stiracchiò mi guardò con gli occhi socchiusi.. era così sexy... al solo pensiero che prima eravamo stati così vicini mi vennero i brividi. Brrrrrr...

Sorrise misterioso, si alzò, e da dietro un cespuglio accese qualcosa, forse una radio, e sentii le note di Rivers flows in you. Aaaawwww adoravo quella canzone. Venne accanto a me e mi porse il braccio. «Signorina, vuole ballare?»

Io ero al settimo cielo «Awwww sìììì!» Mi alzai... Mi ero dimenticata che non sapevo ballare. «Ecco, c'è un problema.»

Lui alzò un sopracciglio. «?»

«ehm... non so ballare..» Che vergogna. Ero un'handicappata.

Lui mi tenne stretta per la vita e mi dedicò un sorriso dolce, rincuorandomi: «non preoccuparti, guido io.»

Mi persi tra le sue braccia, appoggiò il mento nel mio collo, sentii il suo profumo, mi appoggiai a lui, e persi la cognizione del tempo.

 

 

*my space *

ASDFGHJKL. A me piace questo capitolo, non so a voi, AMO James asdfghjkl *-* (che per me rimarrà JAMES FOREVER. Lo lovvo <3 .)

Aaaaaaanyway. Today is the end of the world... MA non lo sarà, perché ancora io non mi sono sposata con Niall u.u Perciò, KEEP CALM, non agitatevi, non accadrà niente di brutto..

in più è già tardi, non succederà niente :D (non è vero muahahahahah IO VI SPIO ATTENTEEE (?) )

Che ne pensate del capitolo?? Com'è stato james???

E Mary, ha ragione a comportarsi così??

E Martha?

E le fans?

E Niall?

 

Grazie a:

harlydream

OneD_ILoveyou

annalisastyles

Niall dream_

le righe di tomlinson

 

ASDFGHJKL grazie *-* siete favolose come sempre <3 <3

grazie a chi legge.

Grazie a chi mette la storia tra le preferite/ricordate/seguite .ù

:D

 

P. S. RICORDATEMI DI LEGGERE LE VOSTRE FF MANDANDOMI UN MESSAGGIO.. perché io ho la memoria un po' corta!!! D:

 

(ora ho a fianco mio fratellino di 4 anni che urla a cicciobello (che piange.) “ZITTA BAMBOLINAAAA!!!” e io non ce la faccio più, ho anche un altro fratello che suona il flauto e STO. IMPAZZENDO. Per fortuna domani finisce la scuola... !!)

 

kisskiss Mariii :*

 

l'unicorno rosa non è diventato Niall :'c uffi... ci speravo anche io un po'. :c l'unicorno rosa ci ha deluso. :c

P. P. S. E' SCIENTIFICAMENTE PROVATO CHE OGNI DIRECTIONER ABBIA LETTO IL TESTO DI MORE THAN THIS CANTICCHIANDO LA CANZONE!!! :D o no??

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Mari_BubblyGirls