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Autore: niallers_hugs    21/12/2012    0 recensioni
“Mi piacciono le timide, alla fine non sono mai cosi timide come credevo” disse, sorridendo malizioso. “C’è sempre un’eccezione” risposi, perdendomi nei suoi occhi.
“Forse dovrei assicurarmene” disse, avvicinandosi a me cosi veloce da farmi venire i capogiri. Era troppo vicino, i nostri nasi erano a pochi centimetri di distanza.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La città dei sogni

 
“Sei pronta??” chiese Liz al settimo cielo.
“Mai stata più pronta” risposi io, con le valigie in mano.
Stavamo partendo, finalmente. Avevamo sognato per anni di trasferirci a Londra, e ora era il momento.
Baciai e abbracciai i miei genitori, e qualche lacrima di felicità mi rigò le guance.
Salimmo in macchina e partimmo alla volta della città dei sogni.
Liz era trepidante come me, e continuava a parlare a macchinetta.
“ …e poi avremo un appartamento! Oddio, costerà molto? Perché io non ho tanti soldi… E se poi incontriamo dei ragazzi inglesi? Saranno carini?? E se…”
“Liz Liz Liz. Calma. Parliamo di una cosa alla volta, okay?” dissi io, e entrambe scoppiammo a ridere.
“Jules ti voglio bene sai?” mi chiese, proprio mentre i suoi occhi pesanti stavano per chiudersi. Erano le cinque di mattina dopotutto.  Liz era la mia migliore amica.
“Anche io, tanto” risposi sorridendo, ma quando la guardai, era già addormentata.
 
“Woooooow” dissi, uscendo dall’ aereoporto.
“Merdaaa!” urlò invece Liz.
“Cazzo, è stupenda” ripetei, imbambolata. Me l’ero sempre immaginata e ora eccomi qui.
“Okay, andiamo a casa eh? Dai dammi il biglietto, sono più brava io a orientarsi, e lo sai..” disse Liz ridendo.
“Si si certo, ecco qua” risposi rassegnata al mio senso di orientamento schifoso. Il bigliettino che avevo in mano riportava l’indirizzo dell’appartamento che avevamo affittato. Dalle foto sembrava carino, certo non era enorme, ma per due persone era anche grande.
Liz trovò la strada in pochi minuti * menomale perché le valigie pesavano quintali * e bussammo alla porta di casa.
“Salve!” disse una signora anzianotta, con i capelli rossi “Siete qui per l’appartamento giusto?” chiese subito, stringendoci la mano.
“Si, grazie” risposi io.
La signora dai capelli rossi ci portò nel nostro appartamento, al terzo piano del palazzo.
“L’acqua e la luce ci sono, il frigo è là” disse indicando a destra, nella cucina “ed è vuoto, come d’accordo. Laggiù c’è il bagno, e là in fondo la camera” concluse, dandomi le chiavi.
“Grazie mille, ora ci sistemiamo” disse Liz, continuando a guardarsi intorno come se fosse in paradiso. L’appartamento era davvero carino, anche il palazzo da fuori si presentava molto bene.
“Per qualunque cosa chiedete!” si congedò la signora, uscendo e lasciandoci sole.
Dopo aver saltato sui letti e sui divani “per inaugurare il territorio” aveva detto Liz, uscimmo per fare un giro. Il primo giro a Londra.
Non avevamo tanto da spendere, e il primo problema era riempire il frigo.
Andammo in un supermercato vicino e ci girammo dentro per quasi un’ora.
Alla fine della spesa, avevamo un carrello pieno, con soprattutto tranci di pizza, qualche bistecca, latte e cereali, uova, patatine, ketchup e pasta. Tanta pasta. Liz aveva insistito per prendere anche delle mele. Lei le adorava, cosi avevamo preso anche un sacchetto di mele rosse (che lei aveva scelto una per una).
Andammo alla cassa, soddisfatte del nostro lavoro.
Mentre discutevamo su dove andare dopo, una volta libere dalla spesa, sentimmo risate venire da dietro di noi. Mi girai, e * wooow * vidi un sorriso strepitoso, perfetto. Il proprietario del sorriso aveva anche occhi stupendamente blu, che erano inchiodati nei miei. Liz mi diede una gomitata.
“Mi ascolti?” chiese.
Da dietro sentimmo fischi di apprezzamento.
“Girati. Piano” le dissi all’orecchio. Lei fece finta di controllare qualcosa nel carrello, e si voltò verso Sorriso Perfetto.
“Cazzo” la sentii dire.
“Sono meravigliosi” mi disse, di nuovo vicino a me.
“Sono?” ripetei. Ero cosi presa da Sorriso Perfetto che non ho visto che era in compagnia??
Mi girai di nuovo, e vidi altri due ragazzi assolutamente degni del primo. Uno era alto, con i capelli scurissimi, occhi castani e sguardo magnetico. L’altro invece era riccio, e notai che non guardava me, ma il culo di Liz. Pervertito.
“Liz, quello là ti guarda il culo sai?” le dissi a bassa voce.
“Quale??” chiese lei.
“Il riccio”
“Mmh tanto sono tutti stupendi, magari dovremmo farci aiutare a portare la spesa, che dici?” propose con un sorriso malizioso.
“Liz!” dissi, un po’ troppo forte.
“Liz? Piacere!” sentimmo da dietro.
Ci girammo contemporaneamente e vidi la mano di quello riccio che si allungava verso la mia amica. “Io sono Harold, ma siccome sei tu, Liz, puoi chiamarmi Harry” concluse, facendole l’occhiolino. Lei avvampò, poi gli strinse la mano.
“Beh vedo che sai già il mio nome. Comunque tanto piacere, Harold.” disse, sorridendo.
“Eh tu? Sei timida, tu?” mi chiese il ragazzo che avevo visto per primo, quello con gli occhi blu oceano. “Mi piacciono le timide, alla fine non sono mai cosi timide come credevo” disse, sorridendo malizioso. “C’è sempre un’eccezione” risposi, perdendomi nei suoi occhi.
“Forse dovrei assicurarmene” disse, avvicinandosi a me cosi veloce da farmi venire i capogiri. Era troppo vicino, i nostri nasi erano a pochi centimetri di distanza.
Lo spinsi più in là. Lui sorrise, mi baciò la mano e vedendo che arrossivo, mi accarezzò una guancia “Niall” si presentò.
“Jules” dissi io, ritraendomi per evitare di diventare rossa come un peperone.
Quello con i capelli scuri non parlava, osservava la scena con quei suoi occhi enigmatici e illeggibili.
“Lui è Zayn, forse è più timido di te” ce lo presentò Niall.
“Ciao” fu tutto quello che disse Zayn.
“Ragazze, volete sfamare uno zoo con tutta questa roba?” chiese Harry, ammiccando al carrello.
“Ehi” lo guardò male Liz “il mio stomaco ha una dignità” disse, e Harry sorrise. Sul suo viso si delinearono due fossette dolcissime.
“Non siete inglesi vero?” chiese Niall.
“Si sente eh?” dissi io, sorridendo al pensiero dei miei amici in Italia, che mi dicevano che sarei sembrata un inglese in tutto e per tutto. “devi solo prendere il tè alle cinque” dicevano.
“Mi piace il vostro accento” disse il biondino, poi guardando il carrello aggiunse “fossi in voi non proverei con la pasta. Solo in Italia la sanno fare. Ve lo dico per esperienza”
“Oh, ma dai? In Italia sappiamo cucinare a differenza di voi inglesi!” disse Liz, in italiano.
“Eh??” dissero i tre in coro.
“Noi essere di Italia, noi cucinare pasta” dissi io, scherzando con le parole e facendo finta di non conoscere l’inglese.
“Wow, bella, timida e italiana” commentò Niall “Beh insomma, sposami.”
“Non credi che sia un po’ presto?” dissi, sorridendo.
“E quanto dovrò aspettare?” ribattè lui, avvicinandosi.
“Dipende da te” dissi, poi pagai la spesa e, insieme a Liz mi avviai velocemente verso casa, senza voltarmi verso quegli occhi che sapevo non avrei dimenticato.
  
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