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Autore: Leanan    21/12/2012    3 recensioni
Non abbiamo molto da vivere, siamo vecchi, le ore sembrano secondi, il tic tac della vita ci rincorre. Ci siamo riempiti di rughe, i capelli hanno detto addio ai colori che ci distinguevano così tanto. Sta cominciando di nuovo a nevicare, è meglio che mi affretti a rincasare. Devo andare piano, però. Proprio come mi ha consigliato Naruto. Le mie gambe non sono più giovani e forti. Sento che la temperatura sta calando in modo vertiginoso. Mi copro il volto con la sciarpa di lana. Giro la testa impercettibilmente, ed i miei occhi catturano qualcosa: è un negozietto di Belle Arti che non avevo mai visto prima. Il proprietario deve averlo aperto da poco. Mi fermo su quella strada ghiacciata. Mi sento così attratta da quel posto, c’è qualcosa che mi spinge ad entrare. I miei piedi si muovono da soli, premo la mia mano inguantata sul vetro della porta, aprendola piano. È tutta decorata con luci Natalizie. Entro e mi guardo attorno. Riconosco subito l’odore della gomma pane, dei fogli da disegno, dei colori.
Sembra solo ieri che tu ed io…
«Signora, ha bisogno di aiuto?»
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kushina Uzumaki, Mikoto Uchiha, Minato Namikaze, Naruto Uzumaki | Coppie: Minato/Kushina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Rughe Di Ricordi



Prologo


 

Si sta avvicinando il Natale. Le luci illuminano la strada bagnata dalla neve e dal ghiaccio, i fari delle macchine mi accecano. Sto camminando lentamente verso casa, aiutandomi con un vecchio bastone da passeggio. Me lo ha regalato mio figlio, Naruto. Aveva insistito così tanto ad accompagnarmi a comprare il regalo di Natale che volevo scegliere per te. 
Dai, mamma. Ti do un passaggio io. Ormai hai una certa età.
Avevo detto di no. Assolutamente no. 
Mamma, per favore, sii ragionevole…
Kushina Uzumaki, anche se quasi ottantenne, può camminare da sola, e non importa se ha bisogno del sostegno di un bastone da passeggio. Naruto si era arreso, e cominciarono le raccomandazioni. È diventato molto apprensivo da quando ci ha visto invecchiare.
Attenta al ghiaccio, mamma, e vai piano…
Mi sono coperta bene prima di uscire, con il mio giaccone pesante, la mia sciarpa di lana, i miei guanti e i capelli raccolti in uno chignon dietro la testa – ora si intonano davvero bene con la neve ai miei piedi. Sono finiti i tempi in cui avevo i capelli rossi come il fuoco. 
Tutti i negozi del centro sono abbelliti con decorazioni Natalizie. I bambini, con i nasi premuti contro le vetrine, guardano estasiati le cose allettanti esposte. Io le guardo, quelle vetrine, ma non ci trovo assolutamente niente che mi alletti. Tutte cose banali, superflue. Cose che poi vengono dimenticate in un angolo, e che non ci ricordiamo più di avere. Vorrei poterti fare un regalo diverso, qualcosa che ti rimanga davvero nel cuore. Non abbiamo molto da vivere, siamo vecchi, le ore sembrano secondi, il tic tac della vita ci rincorre. Ci siamo riempiti di rughe, i capelli hanno detto addio ai colori che ci distinguevano così tanto. Sta cominciando di nuovo a nevicare, è meglio che mi affretti a rincasare. Devo andare piano, però. Proprio come mi ha consigliato Naruto. Le mie gambe non sono più giovani e forti. Sento che la temperatura sta calando in modo vertiginoso. Mi copro il volto con la sciarpa di lana. Giro la testa impercettibilmente, ed i miei occhi catturano qualcosa: è un negozietto di Belle Arti che non avevo mai visto prima. Il proprietario deve averlo aperto da poco. Mi fermo su quella strada ghiacciata. Mi sento così attratta da quel posto, c’è qualcosa che mi spinge ad entrare. I miei piedi si muovono da soli, premo la mia mano inguantata sul vetro della porta, aprendola piano. È tutta decorata con luci Natalizie. Entro e mi guardo attorno. Riconosco subito l’odore della gomma pane, dei fogli da disegno, dei colori. 
Sembra solo ieri che tu ed io…
«Signora, ha bisogno di aiuto?»
Mi giro, un ragazzo giovane è dietro al banco. Mi guarda con occhi curiosi. Avrà al massimo una ventina d’anni. Ha tra le mani dalle unghie mangiucchiate un fumetto che ha smesso di leggere appena mi ha vista entrare. 
«Stavo solo dando un’occhiata» rispondo gentilmente, mentre quel giovanotto torna a dedicarsi alla sua lettura. Mi avvicino ad un album da disegno, lo sfoglio. Sono passati tantissimi anni dalla prima volta che ne ho preso in mano uno. È persino della stessa marca. 
«È da una vita che non vedevo un album da disegno come questo. Come mai lo avete ancora?»
«Mio padre ha deciso di tenerlo, anche se ormai non va più. Hanno creato nuovi modelli. Gliel'ho detto tantissime volte, ma lui non ascolta mai.»
Il ragazzo scuote le spalle. Io sorrido, perché mi è venuta un’idea per il tuo regalo di Natale.
«Lo compro.»
Prendo l’album da disegno e lo appoggio sul banco. «Mi puoi dare anche tutto l’occorrente?»
Il ragazzo è gentile, prende tutto ciò che mi serve. Mentre tiro fuori dalla borsa il portafogli e lo apro, quel giovanotto mi domanda: «Ha intenzione di dipingere qualcosa?»
Gli porgo i soldi per pagare. «Come hai fatto a indovinare che questo acquisto è per me e non per qualcun altro?»
«Si vede dalla sua espressione che vuole disegnare per qualcuno qualcosa di veramente speciale.»
Il ragazzo dietro il banco prende i miei soldi. Con le mani dalle unghie mangiucchiate, infila il denaro in quell'aggeggio strano che controlla l’autenticità delle banconote. Va tutto bene, so di non essere una truffatrice. Mette i soldi nella cassa. Mi porge il resto. Gli sorrido, lui ricambia. «Buona fortuna, e Buon Natale se non la rivedo.»
 

**


Sono davanti alla porta di casa. Sto rovistando nella borsa per cercare le chiavi. Le ho dimenticate, accidenti alla mia testa. Ho di queste dimenticanze, con gli anni sono aumentate. È colpa della vecchiaia. Appoggio il sacchetto con i miei acquisti sopra lo scalino davanti alla porta e suono il campanello. So che sei in casa, sicuramente starai leggendo un libro, quelle storie che hai letto e riletto un’infinità di volte. Risuono il campanello, una, due, tre volte. Il tuo udito si è abbassato tantissimo negli ultimi anni. La vecchiaia sta rincorrendo anche te.
Finalmente una voce arriva dal citofono; quell'aggeggio te la falsifica troppo. Naruto ha insistito così tanto a volerlo installare. Dice che così si sente più sicuro, non vuole che ci accada niente. Lui ormai non vive più con noi da tempo, è sposato e con un figlio.
«Chi è?» 
«Sono io, Minato. Aprimi.»
La porta si apre. Tu sei lì davanti a me, pronto a soccorrermi. Mi prendi la mano e mi aiuti ad entrare. Afferri il sacchetto con i miei acquisti e lo appoggi sopra il tavolo. Io, intanto, metto il mio bastone da passeggio contro l’angolo del muro, mi tolgo il giaccone pesante e la sciarpa di lana, agganciandoli all'attaccapanni di legno. 
«No!» urlo, quando vedo le tue mani ed i tuoi occhi indagare nel sacchetto con la mia roba. Tu, allarmato, alzi la testa di scatto.
«No, cosa?» mi domandi sorpreso.
«Quel sacchetto, non lo devi toccare.»
Hai riposato subito i miei acquisti sul tavolo. Mi hai sorriso, assecondando la mia richiesta. I tuoi occhi azzurri sono incorniciati da delle rughe, proprio come in un dipinto. I lati della tua bocca hanno dei grandi solchi che fanno risaltare le tue guance, con le ombre che cambiano la loro profondità da ora a ora. Se mi metto in confronto con te, sembri un ragazzino. Forse perché tu, invecchiando, non hai mai rinunciato alle tue passioni, alle cose che ti piacevano. Io mi ero lasciata più andare da quando la cicogna ci aveva fatto visita, tantissimi anni fa. Mi trascuravo, pensavo di avere nuovi obblighi, anche se tu mi spingevi a liberare la mia creatività. Ma quando i miei occhi avevano incrociato quel negozietto di Belle Arti, c’era stata un’esplosione dentro di me. Qualcosa che non sentivo da tempo immemorabile: la voglia di dipingere. Sei stato tu che mi hai insegnato a disegnare. Sorrido, e le mie rughe si riempiono di quei ricordi. 

 





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Ciao a tutti! ^_______^
Prima di tutto, voglio ringraziare Hikari93 e Aidalya per aver letto questo Prologo in anteprima.
Grazie, ragazze.
Questa storia che sto scrivendo non so proprio come definirla. Io amo disegnare, fin da quando ero piccola, e ho voluto rendere omaggio a questa mia passione con questa fiction. ^^
Ho ambientato la storia nel nostro mondo. Non ho mai scritto qualcosa in prima persona, quindi è un’esperienza nuova, e non so cosa possa essere venuto fuori. Penso che i personaggi saranno OOC, anche se mi piacerebbe avvicinarmi all’IC. Sono insicura anche per il ratin, che ho messo arancione.
Non so cos’altro aggiungere, spero che vi piaccia, e se avete qualche consiglio da darmi, fatevi avanti! ^.^ 
Un bacione!


 

   
 
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