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Autore: SilverKiria    21/12/2012    1 recensioni
E se in piena guerra non riuscissi più a fidarti dei tuoi migliori amici? E se trovassi un alleato in chi meno te lo aspetti? E se la forza dell'amore riuscisse a superare barriere di secoli?
Tutto questo ed altro proveranno i nostri eroi nell'ultimo anno ad Hogwarts, tra amori, lotte, morti, battaglie e tradimenti. Tutto sarà rimesso in discussione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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       § CAPITOLO 27 - VISITE INASPETTATE §      
 

"Sono le scelte che facciamo molto più delle nostre capacità
che dimostrano chi siamo"  

Albus Silente

Le due settimane successive passarono senza troppe novità per tutti: da una parte i tre migliori amici non facevano che riflettere sempre sulle stesse cose dette da Silente, ripetendosi gli Horcrux da trovare e ipotizzando possibili nascondigli sempre più improbabili; dall’altra Draco era esausto, non aveva alcun indizio su dove fossero e non faceva che vagare da paese a paese.
Beh, quasi nessun indizio.
Il ragazzo infatti aveva tenuto l’anello identico a quello che aveva dato a Hermione.
Non gliel’aveva detto poiché se n’era dimenticato sul momento e perché non pensava fosse relativamente troppo utile, ma non era un anello come gli altri.
Se entrambi toccavano l’anello pensando all’altra persona nello stesso istante uno dei due poteva raggiungere l’altro.
Le probabilità che però Hermione lo desiderasse, dopo tutto ciò che era accaduto, erano esigue.
Draco si chiese se non avesse addirittura buttato via il gioiello.
Eppure non poteva realmente credere che l’avesse fatto, poiché ciò voleva dire ridurre le già quasi inesistenti probabilità di rivederla a 0.
Harry, Hermione e Ron erano forse più frustrati di Draco.
Non avevano idea di dove fosse il prossimo obbiettivo e ciò li stressava molto, cosicché non era affatto troppo strano che scoppiassero liti.
Quella mattina i tre stavano facendo colazione nella tenda, uno dei pochi momenti della giornata in cui erano tutti e tre insieme, perché di solito uno era sempre fuori a fare la guardia.
Mentre sorseggiavano lo pseudo the che Hermione era riuscita ad ottenere da delle erbe trovate nel bosco dove si trovavano, i tre non mancavano dal ripetere la stessa conversazione di sempre.
- E se fosse ad Hogwarts? Sì insomma lui ci teneva, l’ha detto Silente e…-
- Ron, per la decima volta è improbabile che si trovi lì, insomma, creare un Horcrux proprio sotto il naso dell’unico che temeva? E poi Silente l’avrà perquisita centinaia di volte ed evidentemente non ha trovato nulla. –
- Ma lui non conosce tutti i posti di Hogwarts, l’ha detto lui stesso. –
Come al solito ormai Hermione si trovava a fronteggiare due testardi, o forse semplicemente stanchi, Ron ed Harry, coalizzati nel dire che dovessero prendere in considerazione il castello come possibile nascondiglio.
- Certo, ma come avete intenzione di andare a guardare? Entriamo dal portone e urliamo “Scusate vogliamo solo guardare in giro se c’è l’unico punto debole di Voldemort, non badateci” –
I due la guardarono infastiditi dal fatto che, come nella maggior parte delle volte, la ragazza aveva ragione.
- E allora hai qualche altra idea? –
Lei finì di bere il liquido ed addentò una brioche che era andata a comprare nel negozio babbano del paese locale col mantello dell’invisibilità addosso.
- No, lo sai. L’orfanotrofio magari…-
- Hermione ne abbiamo già parlato, lui ODIAVA quel posto, dubito altamente che ci avrebbe nascosto una parte della sua anima –
Ron bofonchiò qualcosa molto simile ad un “come se per gli altri avesse tanto riguardo”.
I tre piombarono di nuovo in silenzio, un silenzio carico di stress e tensione.
- Io esco a fare la guardia – esordì allora lei.
Appena fu fuori si perse ad osservare il paesaggio.
Erano in un boschetto accanto ad un paesino babbano, circa a 300 km dalla Foresta di Dean, la loro prima abitazione da fuggiaschi.
Tutto intorno a lei la neve cadeva soffice rendendo il panorama una bianca fisione.
Agitò pigramente la bacchetta e fece evanescere un po’ di neve per crearsi un piccolo posticino dove sedersi.
Si accomodò e si perse a guardare il panorama giocando inconsciamente con l’anello regalatole da Draco.
Era un’abitudine che aveva preso sin da quando gliel’aveva regalato ma appena se ne accorgeva ora si prendeva le mani come scottata e controllava attentamente di non rifare più lo stesso gesto.
Se pensava a Draco?
Assolutamente sì, quasi in ogni momento, ma non l’avrebbe mai ammesso.
Né a sé stessa né ad altri.
Harry non aveva parlato della loro conversazione con Ron e non aveva chiesto ad Hermione altre spiegazioni.
La ragazza d’altra parte non ne aveva più parlato e non aveva intenzione di farlo.
Non aveva ammesso ad Harry che aveva ragione  e a dirla tutta nemmeno a sé stessa.
Sapeva dentro di sé che ciò che aveva detto il migliore amico era plausibile, anzi del tutto verosimile, ma una parte di lei si rifiutava categoricamente di cambiare idea.
Non sapeva nemmeno lei bene il perché, probabilmente perché temeva che lui la facesse soffrire, perché temeva che si sarebbe preoccupata ancora di più per lui, o perché si sarebbe crocifissa dai sensi di colpa per come l’aveva trattato.
“Tanto lui non è qui Herm, inutile che ti angusti così tanto” le disse una vocina nella sua testa e lei non poté fare a meno di ammettere che aveva ragione.
Quindi si concentrò sul libro di Beda il Bardo che ormai si portava appresso dovunque andasse.
Non sapeva perché ma sentiva che sarebbe stato fondamentale nella battaglia.
Forse era solo mera illusione dettata dalla disperazione, ma meglio questo di lasciarsi andare ad essa.
Mentre si lasciava andare a queste riflessioni sentì dei rumori sospetti provenienti da davanti a lei.
Prese istintivamente la bacchetta, pur sapendo che teoricamente i loro incantesimi li dovevano proteggere.
Il suo buon senso le diceva di mandare un patronus ad Harry e Ron per avvertirli di stare zitti, poiché l’incantesimo non insonorizzava del tutto l’area.

Non voleva però allarmarli, erano già troppo stressati per mettersi in posizione di battaglia per poi scoprire che il loro nemico era uno scoiattolo.
Non era però un animale, questo di sicuro.
Erano passi quelli che sentiva.
Si avvicinavano sempre di più, li sentiva chiaramente.
Voci, anche delle voci.
Quando però capì di chi erano le voci non poté fare a meno di emettere un gemito.
Era la voce, o meglio il ringhio, di Greyback.
Si ricordava ancora l’odore pungente e aspro della creatura addosso a lei, la sua stretta, il suo alito sul collo.
E fu con un colpo al cuore che le venne un terribile dubbio: le protezioni erano contro umani, non contro ibridi.
Mosse impercettibilmente la bacchetta cercando di evocare un Patronus ma non le venne in mente nessun ricordo felice degno di quel nome.
Quindi si alzò cercando di fare meno rumore possibile, le voci si avvicinavano, e tentò di raggiungere la tenda.
Troppo tardi.
 
Draco si smaterializzò in una città vicino alla campagna.
Tre volte dei Mangiamorte gli avevano inviato un Patronus con nuove indicazioni di improvvisi avvistamenti ma mai nulla di concreto.
Questa volta però lui ci credeva: un babbano aveva visto dei soldi materializzarsi sul bancone del supermercato dal nulla.
Si guardò attorno e puntò verso ovest.
Non sapeva per quale assurdo motivo, ma pensava di esserci vicino, davvero.
Riusciva quasi a sentire il profumo di menta di Hermione, di vedere i suoi occhi.
Dio quanto gli mancavano.
Era però un realista e non mancava di pensare a quali fatture potesse scagliargli contro.
Prese istintivamente l’anello che teneva in tasca e lo strinse a sé.
“Sto arrivando”.
 
Hermione sentì delle voci concitate esclamare: - Eccola! E’ l’amica di Potter! -
La Grifondoro che era in lei però non cedette spazio al panico, si girò fiera e impassibile.
Greyback e altri due licantropi la fissavano.
Il modo in cui si leccarono le labbra, gli occhi pieni di malizia, le provocarono un conato di vomito.
- Che bel bocconcino. Ti ricordi di me? –
Un movimento e un getto rosso uscì dalla bacchetta di Hermione, che però venne prontamente schivato dal bersaglio.
Greyback non perse un secondo, le saltò addosso.
- STUPEFICIUM! –
Non era stata lei ad urlare.
Harry le era accanto, l’incantesimo però aveva mancato il licantropo che era caduto per schivare il colpo, ma che prontamente si rialzò.
- PETRIFICUS TOTALUS! –
Era stato uno dei compagni di Greyback a lanciare l’incantesimo che colpì in pieno Ron che era appena uscito dalla tenda.
- RON! –
Hermione corse accanto al ragazzo che caduto a terra come una statua.
- FINITE…-
- OH NO ROSSA! CRUCIO! –
Era stato Greyback a lanciare l’incantesimo mentre Harry duellava contro gli altri due.
Ed Hermione urlò, urlò così tanto da essere certa che le si sarebbero rotte le corde vocali.
Si sentiva attanagliata da mille spade e non riusciva a respirare.
Harry stava perdendo, Ron era privo di sensi e Greyback si avvicinava a lei.
“E’ finita” questo pensò lei, mentre sentiva l’alito rancido del licantropo dietro al collo.
Si strinse l’anello di Draco e pensò a lui, desiderò che fosse lì, mentre perdeva i sensi, l’odore di Greyback addosso mentre la sollevava.
Il dolore diminuiva, come la luce.
Sentì lontano un urlo, qualcuno che la chiamava, ma ormai non aveva più forze.
Si lasciò cullare dall’incoscienza, il cui richiamo era così dolce.
 
Draco camminava velocemente, la sentiva, la sentiva vicina.
Si bloccò però quando sentì l’urlo disumano.
Era Hermione.
- HERMIONE! –
Non ci pensò, si mise a correre verso quel lamento straziante che non cessava. Sentì però come se non stesse più correndo, ma…vorticando?
Sì.
Non se n’era reso conto, ma non aveva mollato l’anello e ora questo scottava come se stesse andando a fuoco.
E fu come smaterializzarsi, senza però decidere il luogo: l’anello lo sapeva dove andare.
Quando piombò di nuovo sul terreno ciò che vide lo spiazzò.
Potter stava duellando con due licantropi, Weasley era a terra, sembrava svenuto.
La cercò e quando la vide perse un colpo: Greyback la teneva e stava avvicinando le sue mandibole al collo della ragazza priva di sensi.
Il suo pregio più grande però gli accorse in aiuto e gli impedì di fare una sciocchezza: non poteva farsi vedere mentre aiutava i nemici, altrimenti addio copertura.
Si girò e vide un mantello a terra.
Il Mantello.
Sospettava della sua esistenza ma trovarselo lì, a pochi passi.
Si coprì e dopo aver visto il suo corpo sparire uscì dal bosco.
- Expelliarmus! –
Con due mosse le bacchette dei nemici di Potter volarono via e questo li schiantò tutti e due.
Greyback aveva visto i due compari cadere e non capiva da dove venisse il colpo.
Guardò Hermione e poi Harry.
- Cru…-
Ma fu preceduto: Weasley era rinvenuto con l’aiuto di Potter e si stava lanciando contro la bestia.
“IDIOTA!” pensò Draco.
Draco dovette rinunciare all’incantesimo per evitare di colpire Weasley ma questo diede il tempo necessario a Greyback di scansarlo e scappare via, mentre Potter non poteva attaccarlo per paura di colpire Hermione.
Draco lo seguì, ancora sotto il mantello.
Greyback si dirigeva fuori dal bosco, in una radura.
- STU…-
Ma non poté continuare: non si era accorto che l’aveva portato in una trappola.
Erano stati raggiunti da altri tre licantropi che fissavano senza in realtà vedere, il luogo dove si trovava Draco.
- Scappiamo! Abbiamo la migliore amica di Potter! –
E prima che Draco potesse fare qualsiasi cosa, urlare, lanciare un incantesimo, respirare, scomparvero.
E con loro Hermione.

Come sempre grazie a chi legge in silenzio e chi commenta, chi mette nelle seguite, ricordate o preferite, è grazie a voi che continuo! ;) Mi scuso se l'immagine non viene perfettamente allineata ma nell'editor di EFP me la fa vedere perfetta e sull'anteprima si sposta .____.
Alla prossima!    §SilverKiria§                                                                                                          

  
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