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Autore: Ehyca    21/12/2012    3 recensioni
C'erano due periodi nella vita di Minseok; Pre-Lu Han e Post-Lu Han - e quando questi due periodi entrarono in contatto fu il momento che allineò ogni istante della sua esistenza.
Fino alla fine.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Svegliarsi la mattina era stato doloroso. Molto doloroso.
E quello che non andava per niente d’accordo con il dolore era qualcuno che batteva continuamente alla porta alle 7 di mattina.
Minseok rotolò gemendo. “Va bene! Arrivo!” urlò, sollevando la testa pesante dal cuscino, con gli occhi ancora mezzo chiusi e pentendosi immediatamente di quella decisione. Ma il battere non cessò. 
Sospirò.
Infilando i piedi nelle sue pantofole batuffolose, si fece strada in soggiorno e verso la porta. Non aveva bisogno di guardarsi allo specchio che aveva appena superato per sapere che era in uno stato orribile; indossava ancora i vestiti della sera prima dato che era caduto sul letto completamente vestito, e poteva sentire che i capelli gli andavano da tutte le parti. Aveva la bocca così secca che la lingua continuava ad attaccarsi al palato. Aveva un disperato bisogno di acqua – ma prima doveva decapitare l’idiota che aveva deciso di svegliarlo così dannatamente presto.
Smettila! Vuoi morire o cosa?” diede un colpo alla porta irritato prima di aprirla.
Era Chanyeol.
“Oh. Cosa ci fai qui?” Minseok non si aspettava di certo Chanyeol in piedi in corridoio, con il portatile tra le braccia e con un’espressione sul viso che era un misto di curiosità, confusione e panico. Non appena la porta si aprì, la attraversò e si diresse dritto verso il tavolo, attaccando il computer alla presa. “E come sei entrato nel palazzo?”
“Non è importante, hyung. Non è importante.” Digitò velocemente la password e saltò su e giù sulla sedia per un po’ mentre lo schermo caricava.
“Allora vorresti dirmi cosa è abbastanza importante da svegliarmi alle 7 di mattina quando mi sento come se stessi per morire?”
Chanyeol non rispose, si limitò a cliccare rapidamente. Dopo qualche secondo, gli occhi gli si spalancarono con un aha! e ruotò il portatile così che anche Minseok potesse vedere.
Prese un drammatico respiro. “Sei, o non sei, andato a ballare con Lu Han la scorsa notte?”
Minseok si chinò sullo schermo. “Ma che -”
“Già, e ce ne sono tantissime altre.”
A Minseok cadde la mascella. La sua faccia era ovunque in internet – foto di lui, che sembrava tutto fuorchè affascinante, della notte scorsa con lo splendore fotogenico che era Lu Han vicino a lui in ogni immagine. Ce n’erano a centinaia; lui e Lu Han che uscivano dalla macchina, lui e Lu Han che si tenevano per mano, lui che se ne stava goffamente all’entrata dell’Enigma mentre Lu Han sbatteva le ciglia davanti al buttafuori, persino alcune di lui e Lu Han all’interno del club – questo fece rabbrividire Minseok. Davvero sembrava così ridicolo sulla pista da ballo?
“Queste vengono dai fansite di Lu Han, pagine Facebook, Twitter – qualsiasi cosa possa venirti in mente. Sei ovunque, hyung!” continuò Chanyeol. “E io non posso credere,” cominciò a colpire Minseok sul braccio, “che tu sia andato senza di me!”
Ow! Basta picchiarmi!” si ritrasse in difesa ma si rifiutò di allontanarsi troppo dal computer. “A dire la verità,  non ho idea di cosa sia successo ieri notte. Doveva venire in ufficio ma l’abbiamo finita.. beh …”
“Ad andare all’Enigma, il club più figo della città? Dannazione, hyung, sei così fortunato! Io ucciderei per entrare là dentro!” sembrava volesse tornare alla carica ma si trattenne, sporgendo il labbro inferiore come un bambino a cui hanno tolto la caramella preferita.
Minseok continuò a scendere con la pagina. Si aspettava che prima o poi finisse ma una nuova ondata di immagini si caricava con etichette creative sopra di esse. “Come hanno fatto queste fan a farne così tante? Non ricordo di averle viste. E poi perchè farne così tante a me? Non sono famoso!”
“Sei il nuovo giocattolo di Lu Han! Tutti stanno cercando di capire chi tu sia. Ci sono già tonnellate di teorie ma -”
“Aspetta, teorie? Che tipo di teorie?” Minseok non riusciva a credere a quello che stava sentendo. Persone random in tutto il paese, o persino il continente, stavano parlando di… lui?
“Teorie riguardo chi tu possa essere – un trainee della SM, un amico dell’ambiente, il suo nuovo ragazzo…” Chanyeol le contò sulla punta delle dita.
Il cuore di Minseok perse un battito al ragazzo. “Ma... sono solo uno scrittore di una rivista musicale per gli studenti. Non sono nessuno.” Capì mentre diceva tutto questo che ci credeva veramente.
“'Nessuno' non va a ballare con famose pop star. Generalmente parlando.” Chanyeol si rallegrò all’improvviso. “Oh! Hyung, vieni ancora al concerto stanotte, vero? Per vedere me e i ragazzi suonare? Dovresti portare Lu Han! Lo amerebbe! Beh, non lo so per certo ma ne sono abbastanza sicuro! Oh mio Dio, e se gli piacessimo? E se parlasse alle SME di noi dopo averci sentito suonare? Huh?”
Minseok si strofinò le tempie, cercando di alleviare il mal di testa con scarsi risultati. “Yeollie, calmati, lo sai che la SM non fa contratti con le band -”
“Si, ma se lo facesse, hyung? Se lo facesse?” Chanyeol si era buttato sul tavolo afferrandogli il braccio, e tirandolo avidamente.
“Okay, niente più zucchero per te la mattina…” disse Minseok, cercando di liberarsi dalla presa ferrea del fanboy eccitato.
“Ma potrebbe accadere! Anche se non fosse la SME, scommetto che conosce migliaia di persone del settore, vero?” fece il giro del tavolo per inginocchiarsi a fianco a Minseok e unire le mani. “Ti prego, ti prego, portalo al concerto stanotte, ti imploro.”
“Non so nemmeno quando lo rivedrò! Non posso prometterti niente.” Ma Chanyeol tirò fuori la carta dell’aegyo e sbatté i suoi luminosi occhi da cucciolo. Minseok grugnì. “Okay, va bene, ci proverò. Sei fortunato perchè quel ragazzo mi deve ancora un’intervista!”
“Ahh, sei una star!” Chanyeol abbracciò Minseok. “Ancora non riesco a credere di essere amico di un amico di una celebrità, è troppo fantastico. Devo dirlo a Baekhyun, farà i salti di gioia quando lo verrà a sapere.”
Mentre Chanyeol cominciava ad attaccare disperatamente il suo telefono, lo sguardo di Minseok tornò a posarsi sulle foto fatte dalle fan e i ricordi della notte precedente cominciarono a rifluire, uno alla volta; l’offuscato viaggio in macchina, il buttafuori scorbutico, la sensazione delle sue costole che vibravano a ritmo di musica, gli amari shots che gli bruciavano la gola, il ballare come un completo idiota, e alla fine la sensazione della pelle liscia di Lu Han contro il suo palmo. La sua mano sulla sua coscia.
Poteva veramente mancargli qualcuno dopo solo una notte?   
*
Incontrarsi con Lu Han si rivelò più facile di quanto Minseok avesse immaginato.
Una volta riuscito a cacciare Chanyeol e il suo computer fuori da casa sua, con il tipico rituale di spinte, saltò in doccia per detergere la sua pelle dolorante. Si godette l’acqua calda che scorreva giù per il suo corpo e gli rilassava la testa, respirava il leggero vapore. La sbornia lo lasciava ancora un po’ scosso, ma almeno si risentiva in qualche modo umano e pronto per la giornata. Grazie al cielo era il fine settimana quindi non doveva preoccuparsi di nessuna lezione, comunque la rivista non si sarebbe scritta da sola. Per rimediare al turbine pazzo della notte, decise di passare il Sabato facendo qualcosa di produttivo.
Ma aveva questa sensazione, alla bocca dello stomaco, che la sua vita post-Lu Han non glielo avrebbe lasciato fare.
Avvolto in una giacca leggera e infilatosi una cuffietta per nascondere i capelli ribelli, Minseok si avventurò nella brezza mattutina di Marzo desiderando un energizzante e qualcosa di sostanzioso. Niente era così diverso dalla sua solita routine – le stesse strade nella stessa città con lo stesso zaino che aveva sin dalla scuola – fino a che non superò un gruppetto di adoloscenti all’entrata dell’università. Non potè fare a meno di notare che smisero di parlare quando passò e cominciarono a fissarlo con interesse, la bocca spalancata per lo stupore. Aspettò un po’ prima di rigirarsi, con le sopracciglia aggrottate per la confusione, e le vide chiacchierare eccitate mentre una indicava nella sua direzione con un dito e le altre digitavano sui loro telefoni.
Quello non faceva di certo parte della sua solita routine.
La cosa più strana era che non fu un caso isolato. Giurò di stare immaginando cose, ma le persone sembravano prestargli molta più attenzione mentre camminava per il campus; alcuni studenti si fermarono addirittura in mezzo alla strada per avere una visuale migliore e una donna, la bibliotecaria del 4° piano tra l’altro, si fermò in mezzo al corridoio e si abbassò gli occhiali sul naso per osservarlo attentamente da sopra i volumi che teneva tra le braccia. Alla fine, era troppo per Minseok, che cominciò ad accelerare il passo con la testa bassa e pregò di non imbattersi in niente sulla strada per il dipartimento Umanistico. Le porte girevoli di fronte all’edificio furono una visione celestiale quando arrivò.  
Dentro l’ascensore, premette disperatamente il pulsante per l’8° piano fino a che le porte non si chiusero, riparandolo dagli sguardi predatori di completi estranei. Passare qualche ora preziosa con una celebrità portava a questo? All’improvviso essere un conoscente di Lu Han aveva fatto anche di lui una specie di star, nonostante non avesse senso. Non sapeva bene cosa fare.
Come al solito, l’ultimo piano era deserto. Dimora del Quartier Generale di Jjang!, di una coppia di area studenti e degli amministratori del dipartimento di Letteratura, l’ultimo piano non era mai stato al centro dell’azione, e per una volta, Minseok ne era grato. Ripescò le chiavi dell’ufficio dalla tasca e fece quasi 10 metri di normalità fino a che non alzò lo sguardo. Lu Han era appoggiato al muro, aspettando paziente, fuori dalla porta dell’ufficio.
Non potè fare a meno di pensare che questi ultimi due giorni non fossero altro che il risultato di un bel viaggio mentale. La realtà poteva benissimo essere un ricordo lontano e questo gli risollevò considerabilmente lo spirito.
Tornando alla realtà, quello che Minseok voleva dire mentre si avvicinava alla Hallyu Star era qualcosa di veloce, intelligente e preferibilmente memorabile. Invece, quello che il suo cervello mise insieme fu:
“Perché porti gli occhiali da sole al chiuso?”
Si prese a calci mentalmente quando le parole gli uscirono di bocca, ma pensò comunque che avesse senso.
Lu Han voltò la sua faccia con i Ray-Ban verso di lui e, presumibilmente, lo guardò dritto negli occhi. “Perchè mi sento tanto male quanto il tuo aspetto in questo momento,” rispose con un mezzo sorriso che gli incorniciava le labbra.
Minseok si fece sfuggire una risata. “Affascinante.” Aprendo la porta e cercando di mascherare le dita tremanti, chiese, “Che ci fai qui comunque? Solitamente nessuno sale fin quassù, a parte lo staff della rivista.” E anche per quello, è una lotta, pensò.
Lu Han si riaggiustò il cappello e si sedette sull’angolo della scrivania di Chanyeol, dondolando le gambe come un bambino. “Mi hai promesso un tour del campus, piccolo raviolo. Sono qui per ritirare il mio premio.”
“L’ho fatto? Quando l’avrei promesso?”
“La notte scorsa – al club?” Lu Han lo scrutò da sopra le lenti. “Non ti ricordi?”
“Onestamente?” Minseok si sedette alla scrivania, il portatile che ronzava mentre si avviava. “Non ricordo praticamente niente di ieri notte. È tutto solo... un offuscato ricordo colorato.”
Lu Han ridacchiò. “Segno di una bella serata!” si spinse giù dal tavolo e cominciò a vagare per la stanza, prendendo con curiosità oggetti a caso e rimettendoli giù. “Allora, sei pronto per il tour, Baozi?”
Ah, ovviamente si ricordava quel soprannome. “Cosa, proprio ora?”
“Perché no? Io sono qui, tu sei qui …”
Minseok guardò nervosamente lo schermo del computer per qualche secondo per poi abbassarlo. Poteva sempre essere produttivo in un altro momento... giusto?
Deglutì quando il suo stomaco fece un salto triplo. Stava davvero accadendo. “Va bene, okay. Se proprio vuoi. Dove vuoi andare? Da qualche parte in particolare?”
“Ovunque e dappertutto.” Si girò e fece un sorriso che lo illuminò nonostante il suo viso fosse mezzo coperto da capelli e accessori. Minseok si chiese silenziosamente se indossasse l’eyeliner anche durante il giorno.
“Umm, okay…che ne dici di iniziare dalla biblioteca?”
Lu Han mostrò la porta con le braccia. “Dopo di te!”
Il mondo esterno avrebbe sicuramente avuto un giorno magnetico.
*
Proprio come aveva predetto, gironzolare per il campus con Lu Han aveva fatto guadagnare loro un po’ troppo interesse da parte del corpo studentesco, ma Lu Han continuava a sorridere innocentemente come se fosse completamente ignaro – o questo oppure era completamente immune all’attenzione ormai. Minseok, però, era un po’ più suscettibile e non poteva fare a meno di sentirsi un po’ più che a disagio quando una piccola folla si formava sul passaggio per spettegolare a bassa voce. Senza dubbio sarebbe rifinito su internet per la fine della giornata e a Chanyeol sarebbe venuto un colpo.
Si permise di rubare un’occhiata a Lu Han che camminava al suo fianco. Il sole era spuntato tra le nuvole frammentate e rifletteva la luce sopra il suo giubbotto e i suoi Levi’s scoloriti facendolo sembrare più un modello da copertina che un normale studente universitario. Nessuno avrebbe mai detto che aveva passato la notte precedente a divertirsi dato che sembrava così immacolato, a differenza di Minseok che sembrava pallido e consumato al confronto. La sua mente tornò al ricordo sfocato di lui che puliva la pelle di rugiada di Lu Han dall’eyeliner sbavato e sobbalzò leggermente quando il braccio della star sfiorò il suo. Sentì lo sguardo di Lu Han su di sé allora e udì una risatina soffocata ma Minseok tenne la testa bassa e cercò il più possibile di non arrossire.
Ancora una volta, il grande edificio quadrato al centro del campus era sovraffollato e una dozzina di matricole perseverava nel processo di entrare. Fortunatamente la folla si disperse quando si avvicinarono, per guardarli attentamente. Una ragazza, quando notò che Lu Han era a fianco a lei per un secondo, riuscì a squittire “Oppa!” prima di correre via scioccata, scomparendo tra la folla.
“Okay, quindi questa è la biblioteca,” disse Minseok gesticolando, quando alla fine riuscirono a trovare un po’ di spazio. “Il piano terra è scienze e ingegneria, credo che il primo piano sia scienze sociali e non so il resto. A parte il quarto piano; là c’è la sezione di musica. C’è un’aula computer ,” indicò dietro di loro, “e vedi quelle macchine sul muro? Servono per passare la tua carta studente così da stampare roba. Puoi usare lo scanner all’entrata per prendere in prestito libri o restituirli. In questo piano c’è anche un cafè, in quell’angolo. Infatti,” agganciò goffamente le dita alle asole dei jeans. “Ti va di prendere un caffè o qualcosa del genere? Sento che potrei svenire da un momento all’altro.”
“Il dopo sbronza ti sta uccidendo?” lo prese in giro Lu Han, punzecchiandolo sulle costole e unendo le loro piccole dita. “Ora che mi ci fai pensare, mi ci vorrebbe davvero un tonico,” e cominciò allora a tirarlo con sè mentre si faceva strada tra gli scaffali.
Con due caffèlatte in mano, trovarono un tavolo vicino alla finestra in mezzo a studenti sofisticati che non battevano ciglio per la loro presenza. Minseok ne era grato; i costanti squittii e urletti da ragazzina stavano cominciando a dargli sui nervi e non ci aveva avuto  a che fare nemmeno da così tanto.
Mentre si sedevano, Lu Han si mise una mano in tasca e ne tirò fuori qualcosa di argentato e luccicante. Ci vollero un paio di secondi perchè Minseok realizzasse che era una fiaschetta e spalancò la bocca quando Lu Han cominciò a versare il contenuto nella sua bevanda calda.
“Cosa stai facendo?”
“Lo rendo Irlandese,” sorrise Lu Han. “Non mentivo quando ho detto che mi serviva un tonico. Ne vuoi un po’?”
Minseok gettò una mano sopra la propria tazza come per proteggerla. “Sono appena le 10 di mattina!”
“Quindi?” oscillò la fiaschetta di fronte a Minseok. “Ti farà sentire meglio …”
Minseok scosse la testa e avvicinò la bevanda. “Sto bene, grazie.” Anche se la tentazione di porre fine a quel dopo sbornia era difficile da ignorare riuscì ad essere forte. La caffeina lo avrebbe rimesso in sesto abbastanza senza il bisogno di aggiungere altro alcol.
“Come ti pare, piccolo raviolo.” Bevve dalla sua tazza con un soddisfatto mmm e si appoggiò allo schienale della sedia con nonchalance. “Quali sono i piani per stasera?”
Minseok quasi si affogò con il suo latte. “Stanotte? Vuoi fare qualcosa stanotte?” biascicò.
“Certo. Voglio dire, ci siamo divertiti la sera scorsa, vero? Dovremmo rifare qualcosa. Insieme.”
“Non hai qualche... impegno o qualcosa del genere di cui preoccuparti?” Tradotto: Non hai amici più fighi/ricchi/famosi con cui passare il tempo?
“Baozi, ti preoccupi troppo. I miei programmi sono a posto.” Lu Han si chinò sul tavolo, così vicino che Minseok poteva vedere il proprio riflesso sulle lenti scure dei suoi occhiali. Era un po’ snervante non essere in grado di vedere dove i suoi occhi stessero guardando. “Allora questi piani?”
La voce rombante di Chanyeol gli risuonò in testa: Sei il nuovo giocattolo di Lu Han.
Il nuovo giocattolo di Lu Han.
“A dire il vero, stavo pensando di andare a questo concerto stasera – un mio amico è il batterista del gruppo che suona. Sono davvero bravi. Ti va... di venire con me?”
“C’è un bar?” quando Minseok gli lanciò un’occhiataccia, il suo viso serio si trasformò in un ghigno divertito. “Sto scherzando. Wow, avresti dovuto vedere la tua faccia, Baozi. Impagabile!” Colpì scherzosamente la gamba di Minseok con il piede sotto il tavolo e aggrottò le sopracciglia. “Ma sembra divertente, quindi accetto!”
*
Fortunatamente per Lu Han, il luogo di incontro era davvero un bar, ma niente rispetto a quello cui  Minseok pensava fosse abituato. Lo Stripes era più che altro un punto di ritrovo per gli studenti con le sembianze di un pub inglese; mobilio in legno, divani malridotti, una coppia di tavoli da biliardo, un proiettore per le partite di football e il soffitto basso rendevano accogliente l’atmosfera. Era diventato parte della routine mensile di Minseok e Jongdae passare il primo Sabato notte di ogni mese a incitare Chanyeol e la sua Indie Band, gli Urban Blackout, nelle loro performance regolari sul palco posto su un lato del locale. In 2 anni che si erano esibiti lì, e incredibilmente in moltissimi altri locali a Seoul, si erano guadagnati un seguito e delle ammiratrici apparivano ad ogni spettacolo, incitando e gridando per attirare l’attenzione del loro membro preferito. Quel Sabato in particolare non fu diverso dagli altri.
Fatta eccezione per il fatto che una stella ancora più luminosa sarebbe stata tra il pubblico.
Alle 20:00 in punto, Minseok e Jongdae si incontrarono, come sempre, fuori dall’ingresso dell’università e camminarono insieme per le strade che alla fine portavano allo Stripes. Come parte di un sacro rituale, dovevano entrambi iniziare a bere una birra fredda che si erano portati dietro e finirla prima di arrivare là o come penitenza avrebbero dovuto scolarsela tutta d'un fiato. Un perfetto modo per passare la serata.
“Fammi capire bene,” cominciò Jongdae, prendendo un sorso dalla propria bottiglia. “Sei riuscito a chiedere a Lu Han di venire al concerto stasera? Come è possibile?”
Minseok rise. “Non ne ho idea. Vuoi sapere la cosa più strana? È stato lui a proporlo in pratica. Lo avrei chiesto comunque, per il bene di Chanyeol. Quel ragazzino stamattina era a casa mia, implorandomi perchè lo facessi accadere.” Sospirò. “Sono stati dei giorni surreali, lasciatelo dire.”
“Lo so. L’ho visto sulla mia bacheca.” Rise forte quando Minseok grugnì e lo tirò in un abbraccio. “Mi dispiace hyung, ma va detto! Sei una celebrità ora!”
Minseok si districò dalla presa di Jongdae. “Non sono una celebrità” mormorò.
“Certo che non lo sei, hyung. Certo che non lo sei.” Jongdae gli scoccò un’occhiata furba. “Allora ci incontriamo lì con lui o…?”
Minseok annuì. “Si, gli ho mandato l’indirizzo per messaggio e gli ho detto che saremmo stati lì per le 20:00. Credo che ci aspetterà fuori.”
“Gli hai mandato un messaggio? Voi due messaggiate ora? Wow.”
“Sei tu quello che gli ha dato il mio numero tanto per iniziare. Mi ha chiamato lui per primo, ricordi? Il suo numero era già tra le mie chiamate.”
“Uh huh,” lo assecondò Jongdae. Finì la sua bottiglia e la battè sul fondo di quella di Minseok. “Dai, bevi. Saremo lì a momenti. One-shot!”
Minseok alzò gli occhi al cielo. “Mio Dio, sei come Lu Han.” Ma ubbidì; sollevando in aria la bottiglia e bevendo fino all’ultima goccia. Quando abbassò la bottiglia, il suo sguardo cadde sull’insegna luminosa dello Stripes e su una figura snella con un cappello che scendeva da una Mercedes nera. Il suo cuore divenne immediatamente più pesante e il suo petto si strinse.
Lu Han alzò lo sguardo quando si avvicinarono e salutò, ignorando completamente il gruppo di ragazze che lo squadrò curiosamente mentre passava.
Ancora una volta, la lingua di Minseok ebbe la meglio su di lui. “Perché indossi gli occhiali da sole di notte?
Jongdae fece un verso di disapprovazione accanto a lui. “Ciao, sono Jongdae,” disse con un lieve inchino. “Della rivista Jjang! ?”
“Già, quello della chiamata, giusto? La scorsa settimana? Piacere di conoscerti. Lu Han.” Ricambiò l’inchino e si voltò verso Minseok. “Sto cercando di passare inosservato.”
“Indossare occhiali da sole di notte non passa per niente inosservato,” spiegò il più gentilmente possibile Minseok. “A nessuno importerà che sei là dentro, fidati di me. Non è quel tipo di folla.”
Lu Han sbuffò e con riluttanza si tolse gli occhiali da sole. Minseok si aspettava di vedere un altro trucco sfarzoso ma si ritrovò sorprendentemente senza parole. Il viso di Lu Han era completamente privo di eyeliner o glitter e, invece, era pulito e al naturale con un adorabile faccino da bambino, che lo faceva apparire almeno 5 anni più piccolo di quanti ne dimostrava. Rivolse i suoi occhi da cerbiatto verso le luci al neon e Minseok non potè fare altro che fissarlo come un completo idiota per quanto era bello. 
“Err…Terra chiama Minseok? Dovremmo entrare?” Jongdae sventolò una mano davanti alla faccia di Minseok.
Si riscosse dai suoi pensieri quando un fracasso di suoni si sentì dall’edificio al loro fianco; un lieve strimpellare di chitarra e colpi secchi al microfono per controllare che funzionasse. Senza dubbio Chanyeol e il suo gruppo stavano sistemando.
Minseok annuì velocemente per mascherare il proprio imbarazzo. “Er, certo… umm… entriamo… già…” e mostrò la strada con Lu Han che si teneva al suo gomito e Jongdae che li seguiva.
Chanyeol stava sistemando la sua batteria sul palco mentre gli altri membri collegavano amplificatori e scioglievano cavi attorcigliati come spaghetti. Il loro fanclub li stava già guardando con attenzione ed era in estasi. Sembrava che fossero riusciti a riunire una folla ancora più grande nell’ultimo anno, dato che il locale era più pieno del solito e c’era già caldo per le troppe persone ammucchiate.
Quando i tre entrarono, il brusio delle conversazioni si affievolì mentre le persone notarono che Lu Han era entrato e Minseok lo sentì irrigidirsi dietro di sé. Per essere una famosa Hallyu star, sembrava più preoccupato delle situazioni intime di quanto mostrasse sul palco; un cerbiatto spaurito paragonato alla facciata carismatica e sicura di sè che creava quando si esibiva. O quando era ubriaco. Minseok si chiese se gli occhiali da sole, il trucco e gli alcolici, piuttosto che uno stile, fossero un modo per difendersi da tutte le attenzioni. Si girò e prese la mano di Lu Han, stringendola per incoraggiarlo. Questo era il suo ambiente; non un qualsiasi luminoso night-club elegante per gente ricca e bella ma un ritrovo per studenti con un budget, senza alcun design particolare. Sentiva il bisogno di prendersi cura di Lu Han, che sembrava a disagio, proprio come Lu Han aveva fatto per lui meno di un giorno prima. Non se lo sarebbe mai scordato.
Ma passarono giusto pochi secondi prima che riprendessero le conversazioni e che le persone si voltassero verso il loro drink completamente indifferenti alla presenza del cantante Cinese. Persino le groupies degli Urban Blackout erano più interessate a guardare Chanyeol ripescare le proprie bacchette piuttosto che rivolgersi a Lu Han e Minseok ringraziò l’universo per questo.   
“Visto? Starai bene.” Minseok si voltò verso il viso pallido di Lu Han. “Scommetto che non ti hanno nemmeno riconosciuto senza tutto quel trucco addosso.” Lu Han rispose a quel commento pizzicandogli i fianchi e Minseok saltò via dalle sue dita solleticose.
“Va bene, voi due. Io offro il primo giro. Ci troviamo davanti al palco?” Jongdae scomparve verso il bar, zigzagando tra la folla.
“Allora, qual è il tuo amico?” chiese Lu Han mentre camminavano in direzione della band.
“Tecnicamente ognuno di loro, siamo tutti molto uniti – ma Chanyeol, il tipo allampanato alla batteria, è della rivista come noi.” Minseok indicò la figura alta di Chanyeol che torreggiava sui suoi compagni. “Ha il compito di fare le fotografie e recensire i concerti dal vivo.”
“Con chi sta parlando?” Lu Han si era avvicinato così tanto quando si erano fermati che Minseok poteva sentire il suo fiato sul collo e rabbrividì.
Si schiarì la gola nel tentativo di apparire normale. “Quello è Baekhyun, il primo cantante. Gli piace indossare molto eyeliner. Voi due andreste molto d’accordo.”
Lu Han lo punzecchiò nelle costole. “Non lascerai mai perdere, piccolo raviolo?” rise. “Chi sono gli altri?”
“Il ragazzo bassottino al basso è Kyungsoo e il primo chitarrista con le occhiaie scure è Zitao, ma lo chiamiamo semplicemente Tao.”
“Zitao? È Cinese?”
“Già, uno studente internazionale. Non sa parlare una parola di Coreano ma i suoi riff sono magnifici. Dovresti sentire la loro versione di Heartbreaker dei Zeppelin, da brividi.” 
Proprio in quel momento, Jongdae tornò con 3 birre ghiacciate e ne spinse una in mano a Minseok mentre le luci si affievolivano e Baekhyun si avvicinò al microfono tra gli applausi.
Hey ragazzi!” richiamò la folla. Una risposta forte di hey! riecheggiò. “Wow, che partecipazione! Meglio non deludervi allora, huh? Jongdae, meglio che una di quelle birre sia per me. Amico, sto scherzando, non guardarmi così! Okay, okay, mi sto zitto ora. Portiamo avanti questo spettacolo!
La stanza esplose con urla di incitamento e grida quando la musica prese vita; Chanyeol muoveva le braccia e batteva in modo esperto i piatti mentre Zitao faceva scorrere in modo seduttivo la mano sul manico della chitarra con il suo tipico sguardo cupo. Le ragazze impazzivano ogni volta. Nessuno immaginava che in realtà, Tao fosse il più piccolo del gruppo e una persona completamente diversa fuori dal palco. Baekhyun era il tipico frontman flower-boy con un sorriso killer e che amava leccarsi le labbra mentre cantava. Minseok non osava dirglielo ma Kyungsoo era sempre stato un cantante migliore nonostante preferisse stare lontano dai riflettori. A Baekhyun, comunque, piaceva bearsi.
Attraverso le luci tentatrici e i suoni melodici, Minseok si ritrovò come sempre a osservare Lu Han, senza essere in grado di capire come qualcuno potesse essere così naturalmente senza difetti. Una parte di lui si contorceva dalla gelosia per il suo perfetto, piccolo naso che si sollevava alla fine e per le sue lunghe ciglia folte che sfioravano la sua pelle candida – mentre un’altra parte imparava ad apprezzare la sua bellezza d’altro mondo, sebbene non fosse ancora troppo sicuro di cosa questo significasse. Quei sentimenti erano ancora sepolti sotto pile e pile di confusione e farfalle per l’ansia ogni volta che la star era vicina.
Lu Han sembrava così pacifico nonostante il caos che lo circondava. I suoi occhi erano spalancati e si guardava intorno meravigliato mentre un sorriso segreto gli sollevava gli angoli della bocca mentre si mordeva il labbro inferiore, muovendo leggermente la testa al ritmo di musica. Se Minseok l’avesse conosciuto meglio, avrebbe detto che Lu Han sembrava genuinamente contento.   
Minseok si chinò sul suo orecchio. “Non è proprio come lo Stadio Olimpico, huh?”
“No,” concordò Lu Han. “Ma è questo che lo rende così bello.” Voltò la testa e i loro occhi si unirono per pochi secondi; così vicino che Minseok poté vedere una piccola cicatrice sulla guancia di Lu Han – ma quella piccola imperfezione lo rendeva semplicemente ancora più perfetto. Sospirò.
In quel momento, Minseok sentì davvero come se si fossero capiti veramente per la prima volta.
*
La band suonò una manciata di canzoni prima di prendersi una pausa. Minseok oscillò le mani in aria e urlò il nome di Chanyeol per attirare la sua attenzione e farlo avvicinare. Quando finalmente alzò lo sguardo, quasi non credette ai propri occhi quando si rese conto di chi lo stava guardando in mezzo a un mare di teste.
Anche sopra il rumore del jukebox e il chiacchiericcio della gente, Minseok poteva sentire la sua forte voce impanicata:
“Oh mio Dio, è lui! È Lu Han! È venuto davvero! Porca puttana!
Chanyeol si gettò goffamente sopra il kit della sua batteria, tutto gambe e braccia, brancolando su funi e cavi, quasi inciampando su ogni oggetto solido posto a un metro di altezza mentre scendeva dal palco agitando e battendo le mani in aria. Si fermò davanti a loro e fece un inchino di 90° con un sorriso smagliante.
“Oh, wow. Okay. Ciao! Sono Chanyeol. O Yeollie. O Yeol-meister, come vuoi! Chiamami come vuoi! Wow, sei davvero tu. Ciao! Wow.”
“Va bene, ora respira,” disse Minseok, dandogli qualche pacca sulla spalla.
“Piacere di conoscerti. Sono Lu Han.” Copiò il profondo inchino e Chanyeol squittì eccitato.
“Amo la tua musica, davvero! Ho tutti i tuoi album a casa! Hai finito il tuo drink. Lascia che te ne offra un altro! Posso?”
“Certo, perché no?” Lu Han sorrise e seguì il ragazzo eccitato verso il bar. Tao corse per raggiungerli e cominciò a parlare in rapido Cinese nel suo orecchio.
Baekhyun rise e saltò giù dal palco. “Whoa, è così figo che conosci Lu Han, ragazzi!”  
“Già, come è successo?” chiese Kyungsoo, avvicinandosi dopo aver riposto con cautela la chitarra.
“Potete ringraziare questo ragazzo qui.” Minseok schiaffeggiò con affetto la schiena di Jongdae. “È lui che è riuscito ad ottenere l’intervista. Anche se l’intervista ancora non c’è stata…” disse a bassa voce.
“Beh, mi conoscete!” disse Jongdae con orgoglio, allentandosi il colletto della camicia. “Ho-“
-amici ai piani alti!” dissero tutti in coro. “Lo sappiamo!”
Jongdae alzò gli occhi al cielo mentre loro ridevano.
Quando Lu Han e gli altri tornarono, Chanyeol teneva una bracciata di bottiglie di birra e Tao lo aiutò a distribuirle a tutti.
“Non dovevi comprare la birra a tutti Yeollie. Non è il tuo turno,” disse Baekhyun.
“Non sono da parte mia. Le ha comprate Lu Han.”
Minseok sospirò. “Lu Han, non dovev -”
“Sì, dovevo,” disse Lu Han. “Ora chiudi il becco e bevi. Salute!
Alzarono tutti la bottiglia facendo tintinnare il fondo.  
*
Solitamente il Sabato notte allo Stripes terminava verso le 11:30 con un Minseok e Jongdae un po’ meno che brilli che risalivano la strada, per poi rincontrarsi in ufficio la mattina presto – perchè a cosa servivano le Domeniche altrimenti? Comunque, divenne presto chiaro che quello non era il solito Sabato, come non era stato un solito Venerdì, e le 11:30 passarono lisce senza nemmeno un’increspatura.
Il capro espiatorio per quella notte era una semplice frase Cinese che era diventata il tormentone della serata:ganbei. Una volta urlato da qualcuno alla festa, Lu Han e Tao continuavano a ripeterlo con entusiasmo, tutti dovevano finire il contenuto dei loro drink, non importava quanto ne fosse rimasto. Dopo che circa una mezza dozzina di birre furono consumate in questo modo, il resto della serata cominciò a diventare un tantino offuscato e il fegato di Minseok probabilmente ne avrebbe subito le conseguenze.
Ma la cosa più importante era che Lu Han sembrava essere nel suo elemento. Passò la maggior parte della serata a rifornire il gruppo di drink e, naturalmente, adattandosi alle dinamiche del gruppo perfettamente. La sua esitazione iniziale venne presto rimpiazzata da puro coraggio dato dall’alcol e le persone gravitavano attorno a lui come meteoriti che vagavano troppo vicini a un pianeta. Minseok non poteva biasimarli; lo charme celestiale di Lu Han creava dipendenza.
A un certo punto durante la serata, Chanyeol urlò, “Dovresti cantare per noi, hyung! Sul palco!”
Tutti gridarono in accordo, persino le persone più lontane, ma Minseok intervenne.
“Non credo che il suo manager acconsentirebbe a farlo esibire in un posto qualunque gratis…”
Lu Han gli afferrò gentilemente la spalla e gli sussurrò nell’orecchio, “Va tutto bene, piccolo raviolo. Il mio manager non è qui.” Annuì a Chanyeol. “Okay, canterò. Scegli una canzone.”
“Ooh, ooh, canta Into Your World! È la mia preferita! Posso accompagnarti!”
Chanyeol balzò sul palco e frugò dietro per un po’, facendo un completo fracasso, prima di riapparire con una chitarra acustica in mano.
Lu Han rise, voltandosi verso Minseok con un sopracciglio alzato. “Sa suonare pure la chitarra?”
“Quel ragazzo è multi-talentuoso. Dovresti sentirlo rappare.”
Mosse la testa su e giù pensoso, scolando il suo drink per poi seguire il batterista sul palco accompagnato da incitazioni e applausi. Kyungsoo salì un secondo sul palco per porgere ai due delle sedie sui cui sedersi. Minseok presuppose fosse una canzone lenta; non ne aveva mai sentito parlare a dire il vero. Le uniche canzoni di Lu Han che avesse mai sentito erano elettro-pop che infastidivano le sue orecchie e la sua pazienza. L’idea di una canzone lenta lo intrigava.
Calò il silenzio nell’intera sala e Chanyeol cominciò a strimpellare accompagnando la voce piena di anima di Lu Han. In pochi secondi, Minseok si ritrovò stregato come se fosse stato sotto incantesimo; non era solo una canzone lenta, era... bellissima. La melodia era morbida e delicata paragonata agli scricchiolanti suoni elettronici artificiali per cui era famoso e mostrava un lato completamente nuovo di lui – un lato vulnerabile, genuino, come se quella canzone fosse indirizzata ad un amore perduto e tutti loro fossero degli intrusi in un momento privato. Questa non era superficiale e commerciale; era sentita ed emozionante, e Minseok si ritrovò completamente perso nel profondo testo poetico che strimpellava le corde del suo cuore. L’avrà scritta lui? Si chiese. Lu Han era un angelo anche quando cantava; brillava sotto il riflettore che lo illuminava come fosse un’aura. Tutto il bar si era sciolto solo sentendolo cantare.  
Nel frattempo, Minseok poteva solo sognare e osservare il mortale serafino che aveva inaspettatamente preso il controllo della sua esistenza senza rimpiangere nemmeno un attimo passato così.
Quando la canzone finì, il bar esplose in applausi rombanti che fecero tremare le pareti e Chanyeol sembrava come se stesse per collassare dalla felicità, gli occhi umidi di lacrime. Lu Han fece un inchino educato, con le guance rosse, e tornò dal gruppo improvvisamente modesto e grattandosi il collo imbarazzato.
La bocca di Baekhyun rimase spalancata. “Wow, è stato… wow… voglio dire, ho la pelle d’oca ora!”
“Anche io, è stato incredibile,” si illuminò Kyungsoo.
Le guance di Lu Han divennero ancora più rosse e il suo sguardo guizzò verso Minseok. “Cosa ne pensi tu, critico musicale?”
Minseok deglutì. Era ancora senza parole. “Penso... fosse abbastanza decente.” Si scansò rapidamente quando Lu Han cercò di punzecchiarlo ancora nelle costole. “Okay, okay, penso sia stato incredibile. Bella scelta, Yeollie!”
Chanyeol continuò a sorridere come un idiota e non disse una parola come se il linguaggio lo avesse abbandonato completamente.
*
Le 11:30 erano passate da un pezzo quando finalmente trascinarono le loro anime stanche fuori dal bar. Il cielo mattutino della domenica presto si estendeva scuro e senza stelle sopra le loro teste mentre Kyungsoo e Jongdae trasportavano un Baekhyun molto ubriaco sopra le spalle. Aveva un po’ esagerato con il ganbei ed era scomparso per un po’ con una delle groupies portando con sé un vassoio di shots. Nessuno scoprì mai cosa fosse successo perché il giorno dopo si era dimenticato tutto ma gli assicurarono che era ritornato con  un grande sorriso sul viso.
I ragazzi si salutarono fuori dalle porta, Chanyeol tirò Lu Han in un goffo abbraccio fraterno e iniziò ad ondeggiare nella notte cantando fuori tono pezzi di Into Your World con Tao. Dato che Jongdae aveva promesso di aiutare Baekhyun a tornare a casa tutto intero, lasciò Minseok e Lu Han a risalire la collina da soli. C’era molto più freddo ora e Minseok si strinse nella giacca. La sua coperta data dall’alcol non funzionava bene.   
“Allora, cosa farai ora?” chiese. “Chiamerai la tua macchina? È così che funziona?”
“Veramente, la mia macchina è già qui.” Lu Han indicò davanti, e la Mercedes nera stava davvero aspettando in fondo alla strada vicino all’università come una lucente e stilosa pantera.
“Whoa. Ha fatto in fretta, non ti ho visto chiamare nessuno.”
“Questo perché c’è un applicazione apposita.” Lu Han mostrò il suo iPhone.
Davvero? Wow, c’è davvero un’applicazione per tutto, huh?”
Quando raggiunsero il veicolo rombante, Minseok rimase a disagio in piedi sul marciapiede con le mani in tasca e spostando il peso da un piede all’altro.
“Allora... immagino che ci vedremo in giro?” sapeva di essere suonato patetico ma cos’altro poteva dire? Sapeva di non volerlo salutare ma non aveva molta altra scelta.
Fino a che Lu Han non biascicò, “Posso venire a dormire da te?”
La testa di Minseok scattò. “Cosa? Perché?” non voleva sembrare sulla difensiva ma si chiese per un momento se la sua mente non si fosse inventata quelle parole e se le sue orecchie non l’avessero ingannato.
Lu Han si guardò le unghie e rispose con un vocina debole, “È solo che… non mi va di stare da solo ora.” I suoi occhi si alzarono e sciolsero il cuore di Minseok nuovamente.
“Come posso dirti di no se mi guardi così?” scherzò Minseok, ma si rese conto mentre lo diceva che era vero e rapidamente continuò. “Voglio dire – certo che puoi. Casa mia è un buco però. Probabilmente non è nemmeno lontanamente tanto accogliente quanto il tuo appartamento... stanza d’albergo... ovunque tu stia…”
“Non mi dispiace.” Lu Han aprì la portiera della macchina, saltò dentro, e poi Minseok lo seguì con il battito del cuore discutibilmente accelerato.
*
Il viaggio verso casa fu silenzioso e confortevole e prevedibilmente corto dato che l’appartamento di Minseok era davvero vicino all’università.
Quando arrivarono, Minseok s’incamminò verso la porta d’ingresso dell’edificio con il mazzo di chiavi pronto per una volta, ma qualcosa gli catturò l’occhio. Qualcosa era attaccato sul muro al buio. Strizzò gli occhi ma non riuscì a capire cosa fosse, anche perchè la luce del porticato non funzionava da mesi dato che il sensore si era rotto e non era mai stato sostituito. Anche Lu Han sembrò notarlo, quindi entrambi tirarono fuori i loro telefoni per illuminare la loro scoperta. Quello che trovarono era qualcosa che Minseok non avrebbe mai immaginato di vedere.
Era un poster – o meglio, un grande poster rosso a forma di cuore pieno delle foto fatte dalle fan a lui e Lu Han la notte prima a Hongdae. Sopra, qualcuno aveva scritto a caratteri cubitali: LuMin 4ever e intorno alle foto c’erano messaggi carini con piccoli cuori disegnati qua e là.
Minseok era ufficialmente senza parole.
“Io-… cosa-…huh?
Lu Han rilasciò un lungo respiro. “È da parte delle fan. A quanto pare piaci alle fan.” Minseok non aveva bisogno di guardarlo in viso per sapere che stava sogghignando.
“Ma…LuMin?
“È il nome della nostra coppia, raviolo sciocchino. Hanno messo insieme i nostri nomi.”
Nome di coppia. Il nostro nome di coppia.
“Come hanno fatto a sapere chi sono… e dove vivo?” sentì l’urgenza di guardarsi intorno improvvisamente, quasi aspettandosi di trovarsi di fronte gli occhi scintillanti delle saesang fan pronte a tendergli un’imboscata.
“Saranno sempre un passo avanti a noi, Baozi. Sempre. Ma non preoccuparti, sembra che stiano dalla tua parte.” La sua bocca fu improvvisamente accanto all’orecchio di Minseok. “Per ora.
“Smettila!” Minseok lo spinse via mentre Lu Han scoppiava a ridere per la sua stessa battuta.
I suoi piedi erano pesanti mentre conduceva entrambi su per le scale. Un’ondata di stanchezza lo colpì e trovò difficile tenere gli occhi aperti. Aprì la porta del suo appartamento, quasi inciampando sullo zerbino, e lanciò le chiavi sul divano dove sicuramente sarebbero scivolate sotto i cuscini e sparite in un’altra dimensione, per non essere mai più ritrovate.  
Anche nella luce limitata che proveniva dai lampioni fuori dalla finestra, poteva vedere che il suo piccolo appartamento non era esattamente preparato per ricevere ospiti e c’erano cianfrusaglie inutili su mobili e sul pavimento. Il divano scadente, tra l’altro, non era decisamente adatto per dormirci sopra se volevi ancora il controllo dei tuoi arti al mattino.
“Umm…non sono molto sicuro di come tu voglia fare,” disse con uno grande sbadiglio. “Potremmo sempre …umm…”
“Mi butto semplicemente nella tua stanza. Va bene, vero?” chiese Lu Han smagliante.
Le interiora di Minseok si contorsero. “Vuoi dire… nel mio letto? Con me?”
Lu Han annuì, sbottonandosi il cappotto. “Non vedo che problema ci sia.” Lo gettò da parte e si avvicinò così tanto a Minseok che poté giurare che i loro nasi stavano per toccarsi e lo fece rabbrividire. “Non vuoi dormire con me, Baozi?”
“Io-… beh, c-… certo, voglio dire…” balbettò.
Il sorriso smagliante di Lu Han avrebbe potuto illuminare la stanza intera. “Bene. Non c’è problema allora.” Si tirò la camicia fino a che non uscì dai jeans e cominciò a sbottonare anche quella, ma senza staccare gli occhi dal viso di Minseok. Minseok scorse la pelle del suo petto attraverso l’apertura e quasi grugnì quando il suo sguardo cadde fino alla pancia di Lu Han e al leggero sentiero che portava a cose a cui non voleva pensare in quel momento.
“Figo, okay, fantastico, io, um...” le parole gli scivolarono fuori di bocca così rapidamente che era abbastanza sicuro che fossero uscite alla rinfusa, ma si avviò comunque in camera.
Si rannicchiò nel letto con una vecchia maglietta e i pantaloni del pigiama mentre Lu Han arrivò togliendosi vari accessori e qualche gioiello. Minseok rimase sdraiato rigido come una tavola quando lo raggiunse, con la paura di toccare qualcosa di inappropriato se avesse mosso un muscolo. Lu Han spense la luce che pendeva dalla testiera e si dimenò finché non trovò la posizione più comoda.
“Baozi?” chiamò la sua vocina.
“Sì?”
“Grazie per stanotte. Mi sono divertito molto. I tuoi amici... anche loro sono fantastici.”
Minseok sorrise. “Di niente. Grazie per l’altra sera.”
“Formiamo una bella squadra, huh?”
Minseok poteva vederlo ora: la Star e il Raviolo al Vapore.
“Già. Una bella squadra. Buonanotte.”
Lu Han si voltò dandogli la schiena e Minseok era sicuro di aver sentito la parola ‘LuMin’ uscire dalle sue labbra, ma si convinse che il cervello gli stesse nuovamente giocando qualche scherzo.
Quando il sonno alla fine sopraggiunse, luci luminose giocavano dietro le sue palpebre nella forma di ali di angelo e delle soffici mani gli circondarono la pelle.
  
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