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Autore: Ginevra Turner    08/07/2007    2 recensioni
Sirius Black è al suo quinto anno ad Hogwarts, insieme agli amici James Potter, remus Lupin e Peter Minus.
Lì troverà una giovane che saprà tenergli testa in ogni situazione e finirà ben presto per innamorarsene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina successiva Sirius si sveglio presto, o meglio, si alzò presto. Non era riuscito a dormire e la causa la conosceva bene. Non aveva detto niente a nessuno. Non aveva idea di che fare. Non capiva nemmeno perché l’avesse fatto.
"Sirius? Già in piedi? Mi meraviglio!" Disse James, mettendosi a sedere sul letto.
"Hem…si… infatti. Non ho chiuso occhio tutta la notte…" Rispose, un po’ vago.
"Scommetto che è stata la Turner, vero?" chiese ironico. Non sapeva che era davvero lei. non rispose. Si limitò a sorridere.
"Senti James, io vado a mangiare. Ho fame. Scusate se non vi aspetto." disse per poi alzarsi con la mente travolta da mille e mille pensieri.
Scese giù in Sala Grande. Entrò dal grande portone di quercia e vide Abigail seduta al tavolo. No. Non ce la faceva. Ma doveva parlarle! Per un attimo gli balenò l’idea di tornare indietro e aspettare. Ma non poteva evitarla per sempre! Continuò a guardarla e d’improvviso la ragazza si girò.
Lo scorse da lontano e dalla sua espressione non sembrava felice. Posò sul tavolo forchetta e coltello, alzandosi. Salutò le amiche e venne verso di lui. Ma a differenza di ciò che Sirius si aspettava lo ignorò completamente passando oltre. La seguì con lo sguardo, senza capirci niente. Poi ricollegò. Le corse dietro e la fermò per un braccio.
"Abigail!" la chiamò. Lei si girò.
"Che vuoi Black?" gli rispose freddamente. Il suo cuore fece un tuffo.
"Voglio parlarti! E chiederti scusa!" "Beh mi sembra il minimo! Dimmi Black! Che vuoi da me? Vuoi che io sia un’altra preda da aggiungere alla tua collezione eh? Cosa vuoi? Vuoi vantarti di aver conquistato la Turner? Eh?" gli chiese, con l’irritazione dipinta sul volto.
"No! Non è così!" "E allora cos’è?" Gli chiese. Lo guardò male ma quello sguardo sembrava più una supplica. La fissò, non sapendo che dirle. La Grifondoro sembrò spazientita e fece per andarsene.
"Non lo so cos’è! Non lo so nemmeno io, Abigail! " le disse. Lei si voltò indietro. Un ragazzo di Corvonero del sesto anno passò vicino a loro e salutò con un cenno la ragazza. Ricambiò il saluto, un po’ imbarazzata e poi prese Sirius per un braccio, trascinandolo in un posto più isolato.
"Non lo sai? Che vuol dire che non lo sai? Non sai nemmeno renderti conto delle tue azioni?"
"Abigail non lo so! Non lo so perché l’ho fatto! Io… io ieri ho fatto un casino. So solo che non potrei stare senza di te! Non posso pensare che tu mi odi! Non posso!" confessò guardandola negli occhi.
Quelle parole sembravano averla colpita. Ricambiò lo sguardo senza dire nulla.
"Ti prego! Scusa per ciò che ho fatto. Ma ti prego non continuare ad odiarmi!" proseguì il Grifondoro.
"Non so se posso non odiarti. Non lo so. So solo che per ora non voglio avere niente a che fare con te." gli disse, severa. Cercò un ultimo sguardo fugace per poi andare via.
Lui rimase lì. A guardarla andar via. Ma che cavolo le aveva detto? Lei lo odiava! Era inutile fingere di no! Era sempre stato così. E lui aveva sempre vissuto normalmente. Ma allora perché adesso si sentiva a pezzi? Non ci capiva niente.
Tornò in Sala Grande dive trovò gli amici.
"Ehi! Ma dov’eri? Non eri già qui a mangiare?" Chiese Remus
. "Ho avuto un piccolo impiccio strada facendo." Disse mettendosi a sedere su una panca.
Facero colazione e poi come sempre andarono a lezione. Ebbero due ore di pozioni, una di Storia della Magia e una di erbologia. Per quest’ultima lezione la professoressa li portò nella serra numero 9.
Da lontano intravide Abigail parlare con la sua amica che non riusciva a nascondere lo sgomento della sera scorsa. L’amica sembrava piuttosto imbarazzata.
La professoressa iniziò a spiegare loro le proprietà di una strana pianta dal nome assurdo ma né Sirius né Abigail riuscirono a seguire una parola. Quando la lezione fu terminata uscirono dalla serra per una pausa. Come sempre si diressero al lago.
  
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