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Autore: Crumble    08/07/2007    8 recensioni
"...Erano in cinque, ed erano qualcos altro. Mi accovacciai e appoggiai il mento sulle ginocchia. Fa che non mi trovino, fa che non mi trovino, fa che non mi trovino…" Ok, sono emozionatissimissimissima! Questa è la prima storia che faccio leggere a qualcuno e mi vergogno un pò... Ma dopo un chilo di coraggio condito con dell'ottima fiducia, eccomi qua!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A New Twilight'
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CAPITOLO DICIASSETTE: SCONTRO
"Oh mio Dio, ma dici sul serio?"
"Si"
Alice mi saltò addosso all'improvviso e mi abbracciò fino quasi a stritolarmi. Dopo di chè prese a saltare come una matta.
Jasper, Emmett e Carlisle mi abbracciarono e si congratularono per il bambino. Erano davvero contenti.
Esme poi, se avesse potuto, si sarebbe messa a piangere per la felicità. Aveva sempre desiderato un bambino, ma, ovviamente, non poteva averne. Sapere ora, che sarebbe diventata nonna, la rendeva veramente felice. Per non parlare che era il bambino di Edward, il suo figlio prediletto, quello per cui aveva sempre desiderato il meglio.
Poi, c'era Rose. Rose si era congratulata con me, mi aveva abbracciata e aveva anche abbracciato Edward.
Però nei suoi occhi c'era impressa una tristezza profonda e infinita. Sapevo bene che aveva sempre desiderato un bambino, una famiglia, e non poterla avere le spezzava il cuore. Eppure con me si era dimostrata gentile, come una vera sorella.
Nonostante il nostro rapporto non fosse come quello con Alice, non aveva dimostrato un filo di gelosia.
"Mi permetterai di tenerlo qualche volta?" chiese esitante.
"Ma certo Rose, te lo lascerò spesso" risposi sorridendo.
Bussarono alla porta. Carlisle andò ad aprire.
Edward, vicino a me, prese a ringhiare. Gli strinsi la mano.
Carlisle aprì la porta e James, Victoria e Laurent fecero il loro ingresso.
Appena mi vide, James fece un sorriso perfido ed Edward mi circondò la vita con le braccia, avvicinandomi di più a se.
"Che cosa volete?" chiese Emmett per nulla cordiale.
"Siamo venuti per sapere la risposta di Bella alla nostra proposta" rispose Laurent.
A quel punto mi guardarono.
Deglutii. "Io, non voglio fare parte del vostro clan. La mia risposta è no" dissi.
Appena finii di parlare Edward mi diede una spinta che mi fece andare direttamente tra le braccia di Jasper che mi sorresse.
"Grazie" mormorai, ma la mia voce fu sopraffatta da un rumore simile ad un tuono.
Edward e James si erano scontrati. O meglio, Edward mi aveva scostato appena James si era fiondato su di me.
Adesso stavano lottando, mentre Carlisle, Esme e Rose erano occupate con Victoria.
Alice e Jasper si scontravano con Laurent.
Emmett mi prese per le spalle. "Tu sta qui capito? Non ti muovere, tra poco è tutto finito" disse deciso.
Poi, si fiondò su James per aiutare Edward.
Io feci come mi aveva detto. Rimasi in un angolino, rannicchiata, e osservai la battaglia.
Alice e Jasper se la cavavano con Laurent. Non sembrava impegnarsi veramente nella battaglia.
Victoria invece era più forte, con uno sguardo determinato. Attaccava, ora Esme, ora Rose, ora Carlisle.
Ogni volta il rumore di quegli scontri riempiva la casa.
Ma quello che mi preoccupava di più, era lo scontro di Edward ed Emmett contro James. Sembrava il più feroce di tutti, combatteva con una foga assurda e ogni tanto lanciava sguardi nella mia direzione. Quegli occhi rossi e selvaggi mi facevano rabbrividire.
A un certo punto, vidi Emmett scaraventato verso le scale e James che stava per mordere il braccio di Edward.
Una paura tremenda mi invase e cominciai a piangere e poi a singhiozzare senza controllo.
Mi portai le mani sopra le orecchie e chiusi gli occhi.
Non volevo vedere niente di tutto quello, non volevo andare con loro, avevo paura per me, per il bambino e soprattutto per Edward che cercava di difendermi.
Continuai a singhiozzare e a gemere, mentre sentivo il suono di urla strazianti attutito dalle mani che continuavo a premere sulle orecchie.
Poi, d'improvviso, due mani fredde mi afferrarono i polsi per scostarmi le mani.
In preda al panico, urlai con tutto il fiato che avevo, mentre le mani abbandonavano le mia orecchie.
"Bella, sono io calmati" urlò Edward.
Appena lo riconobbi mi aggrappai a lui, alle sue spalle e piansi tutte le lacrime che avevo.
Distesa sul divano di camera, non mi decidevo a lasciar andare le spalle di Edward. lo tenevo stretto, come se potesse sparire da un momento all'altro. Lui, mi tenne stretta per due ore, mi accarezzava, coccolava e sussurrava parole per calmarmi.
Solo dopo che riuscii a rilassarmi parlai.
"Edward" la mia voce uscì roca. Deglutii e riprovai. "Che cosa è successo? James stava per…" non finii la frase.
Edward annuì. "Si, stava per avere la meglio" rispose.
"E allora? Cosa è successo?" chiesi confusa.
Sospirò. "All'improvviso James si è fermato. Ha preso a gonfiarsi e a riempirsi di bolle…sembrava come malato" rispose.
"Ma come è possibile?"
"Dipende da te…i tuoi poteri sono sfuggiti al tuo controllo" rispose.
"Ma io stavo piangendo! Non mi sono accorta di niente!" protestai.
Annuì. "Eri impaurita e piangevi, eri nel panico…per non parlare dei tuoi ormoni che sono impazziti…queste cose tutte insieme sono state più che sufficienti a farti perdere il controllo" rispose.
"Ma James che fine ha fatto?" chiesi confusa.
Sospirò. "Ecco, ti ho detto che James ha preso a gonfiarsi, bè, all'improvviso è come esploso"
Spalancai gli occhi. "Mio Dio…"
"Non c'è stato neanche bisogno di bruciare i resti, si sono dissolti" disse.
"Ma…e Victoria e Laurent?" chiesi.
Ringhiò piano. "Loro sono scappati appena hanno visto che fine ha fatto James" rispose.
Sospirai e mi strinsi di nuovo a lui. "Mi dispiace…giuro che non me ne sono accorta" dissi.
Mi baciò la fronte. "Tranquilla, va bene così. Era comunque quella la sa fine" mormorò con sguardo serio.
"Non torneranno gli altri vero?" chiesi.
"Non lo so…non credo. Ma se torneranno, noi saremo pronti ad accoglierli" rispose.
Chiusi di nuovo gli occhi. "Ti amo Edward"
Mi strinse in un abbraccio protettivo. "Vi amo anche io…"
  
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