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Autore: Fenrir_23    22/12/2012    6 recensioni
Sasuke e Itachi sono due fratelli con un legame particolare, fin da piccoli attaccati in modo morboso l'uno all'altro. Scopriranno di provare un sentimento "scomodo" e difficile da accettare, ma così forte da non poter essere ignorato ...
“Davvero provi qualcosa per me?” Chiese il minore, dimenticando la vergogna, solo impaziente di sapere. “Veramente te ne sei andato perché avevi paura dei tuoi sentimenti?”
“Sasuke …”
“Rispondimi, Itachi!”
(ITASASU)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Nonostante l’ultimo discorso con i figli fosse stato positivo, Mikoto non aveva osato sperare di riuscire a sentirsi un po’ meglio. Il giorno seguente aveva ripreso a lavorare, passando tutto il tempo con un’ansia irrefrenabile che non era riuscita a placare, causata del pensiero di averli lasciati soli a casa. L’idea di quello che avrebbero potuto fare la disturbava non poco.
Quando era tornata, aveva obbligato Sasuke ad accompagnarla a fare la spesa; sia per tenerlo fuori di casa, sia per allontanarlo almeno per qualche ora da Itachi. Sapeva di aver detto che ormai aveva rinunciato a dividerli, se l’era imposto lei stessa, ma a volte non riusciva a frenare l’impulso che la spingeva a volerli vedere distanti. Ed in fondo era una cosa che la rattristava, perché invece fino a nemmeno un mese prima era sempre stata orgogliosa del loro legame.“Due fratelli che si vogliono così tanto bene non si sono mai visti.” Si diceva, sempre. Invece non aveva capito nulla di loro.
Si voltò verso il figlio minore, trovandolo appoggiato al carrello della spesa con aria decisamente annoiata. Per un attimo le venne da ridere a vederlo così, come un normalissimo ragazzino, poi notò che nel suo sguardo c’era la solita ombra di apatia che gli vedeva ormai da troppo tempo, e si rattristò. Gli si avvicinò, invitandolo a procedere.
“Mamma …” Gli sentì sussurrare, ad un tratto. Si voltò verso di lui, quasi preoccupata, perché aveva parlato con voce talmente flebile da farle credere che si sentisse male.
“Ti faccio schifo, non è vero?” Domandò invece Sasuke, lasciandola di stucco. Aveva già parlato con lui in privato, ma non l’aveva mai sentito esprimersi in modo così diretto.
Mikoto aprì la bocca per ribattere, ma si rese conto di non avere nessuna parola convincente da dirgli per non suonare ipocrita. Itachi e Sasuke rimanevano sempre i suoi figli, non l’avrebbe più messo in dubbio, però non poteva nemmeno mentire dicendo che trovava normale il loro rapporto. Scelse con cura le proprie parole.
“Non mi fai schifo.” Lo rassicurò, onesta almeno su quello.”Ma … non posso negare che il tuo rapporto con Itachi sia ... difficile da accettare.”
Sasuke non parve convinto.
“Dici così solo perché non vuoi offendermi.” Le disse.”In verità ti si legge in faccia quello che pensi di me … e di mio fratello.”
Il più piccolo della famiglia aveva parlato così perché in verità voleva provocare la madre quel tanto che bastava per tirarle fuori una qualche verità: positiva o negativa che fosse. Da quando Mikoto aveva detto che, nonostante tutto, li avrebbe accettati, non aveva potuto fare a meno di continuare a chiedersi cosa lei pensasse veramente sul loro conto. Il pensiero che li considerasse colpevoli di un crimine, lo infastidiva non poco.
Mikoto, dal canto suo, si domandò come mai Sasuke avesse scelto proprio un momento inopportuno come quello per affrontare un discorso simile. Forse lui aveva preferito attendere di essere lontano dalle orecchie di Itachi, perché probabilmente non gli andava di farsi vedere così afflitto dal fratello.
Non mi fate schifo.” Ripeté Mikoto, quasi esasperata. “Ma non puoi pretendere di sentirmi dire che sono felice di sapere che avete un certo tipo di rapporto.”
Ebbe paura di essere stata troppo dura quando Sasuke abbassò il capo, ma non seppe cosa aggiungere per tentare di rimediare. Pensò quindi che sarebbe stato meglio cambiare argomento.
“Allora domani vai a ritirare il gatto che avevi scelto di adottare?”
Sasuke annuì con un cenno del capo.
“Si, mi accompagna Itachi.” Rispose. “In verità avrei dovuto portarlo a casa qualche giorno fra, ma con tutto quello che …”
Si rese conto di correre il rischio di tirar fuori argomenti sgradevoli, e invece di continuare preferì rimanere di nuovo in silenzio.
Una volta arrivato a casa si affrettò a salire al piano superiore, desideroso di stare solamente con suo fratello. Sasuke si rendeva conto del suo comportamento pessimo nei confronti della madre, si sentiva vigliacco e si odiava per il fatto di non essere riuscito ad affrontarla come avrebbe voluto, ma, da quando lei era venuta a conoscenza del suo più grande segreto, non riusciva a starle accanto in modo spontaneo. Si sentiva sempre giudicato e quella era una sensazione che non riusciva a sopportare.
Quella sera, in particolare, l’uscita con la madre l’aveva fatto sentire triste e inadeguato. Odiava essere così, non sopportava farsi vedere debole. In quel periodo stava dimostrando anche troppo di esserlo, e non riusciva a perdonarsi per quella cosa.
Notò che la porta della stanza di Itachi era semiaperta, e lo raggiunse silenziosamente, senza dire una parola. Lui stava studiando, seduto alla scrivania.
“Otouto?” Il maggiore si girò, percependo la presenza del fratello. Comprese da una prima occhiata che quella sera Sasuke doveva sentirsi particolarmente giù di corda, e senza aggiungere altro lo invitò ad avvicinarsi. Il più piccolo fece come gli aveva chiesto Itachi e, senza rendersene nemmeno conto, si ritrovò seduto sulle sue gambe.
“Niisan, non sono un bambino!” Protestò, imbarazzatissimo. Odiava stare in quel modo.
“Non ha importanza, puoi starmi in braccio lo stesso.” Sussurrando quelle parole, Itachi lo spinse ad appoggiare la testa contro il suo petto, ed appoggiò le labbra calde contro la sua fronte, che era bollente.
“Ma io …” Sasuke tentò di protestare ancora, ma il fratello lo fermò prima che potesse continuare.  ”Ma tu cosa?” Domandò, scherzoso ma con voce dolce allo stesso tempo.”Smettila di farti tanti problemi e rilassati, non c’è niente di male nel farsi coccolare un po’.”
Il minore non si oppose ancora a quel contatto, perché i baci caldi di Itachi sulle guance lo facevano star bene più di qualsiasi altra cosa e, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a chiudere gli occhi, mentre tutte le preoccupazioni di poco prima si facevano improvvisamente meno pesanti.
“Però …” Sussurrò, con voce sottile. “Però tu non ti fai mai … coccolare.”
L’Uchiha arrossì come un pomodoro alla sola idea di aver usato un termine del genere, nascondendo il viso contro il petto del fratello per non farsi vedere in volto. Non era assolutamente da lui parlare in quel modo e lasciarsi andare a simili tenerezze, che considerava sdolcinate e da diabete. Forse aveva la febbre, certamente in una circostanza normale non si sarebbe mai comportato così. Volle convincersene. Quella sera, però, sentiva di aver bisogno d’affetto.
Itachi sorrise per il comportamento di suo fratello, limitandosi a stringerlo a sé con più forza e rispondere alla sua domanda.
“Sono il maggiore, è giusto che sia io a farti sentire protetto.”
Sasuke sentì di non essere d’accordo con quelle parole, ma le carezze di Itachi – ora lui aveva preso a massaggiargli il collo – erano talmente piacevoli che, quando tentò di parlare, dalla bocca gli uscì solo un suono roco. Decise allora di lasciar perdere, concentrandosi sui battiti del cuore di suo fratello. Amava percepire il calore del suo corpo, amava sentirlo accanto a sé.
“Niisan …” Lo chiamò, percependo il bisogno di sentire la sua voce.” Stai qui per un po’ …”
Itachi annuì, percependo una dolorosa fitta al petto quando comprese che Sasuke aveva iniziato a piangere, cercando in tutti modi di non farsi scoprire. Non gli ci volle molto per capire che quello era un modo di Sasuke per liberare tutto lo stress e le sensazioni negative che aveva accumulato nel corso di quella settimana, quindi decise che era meglio lasciare che si sfogasse. Dopo si sarebbe sentito sicuramente meglio.
Alzò lo sguardo verso la porta, perché ovviamente si era accorto che Mikoto li aveva osservati, attenta a non farsi scoprire, per tutto il tempo. Lui aveva finto di non esserne accorto proprio per farle capire quanto amava Sasuke, e quanto avessero entrambi bisogno di quell’amore.
Si sporse un po’ in avanti, attento a non far scivolar via suo fratello, per afferrare una coperta leggera – anche se ormai era primavera inoltrata, la sera faceva fresco – e la sistemò sulle spalle di Sasuke, posandogli un altro bacio sulla fronte.
 
 
 
 
 
Mikoto aveva assistito alla scena, e si era particolarmente irritata quando si era accorta che Itachi l’aveva notata fin dall’inizio, ma nonostante tutto non si era risparmiato gesti fin troppo affettuosi con Sasuke. Se ne era andata subito, sapendo che rimanere lì avrebbe rischiato di scatenare nuovamente una tempesta.
Quello che la turbava di più, però, era che nonostante tutto, mentre li aveva visti scambiarsi tenerezze in quel modo, non era riuscita a pensare che ci fosse veramente qualcosa di brutto, o di sbagliato nel loro rapporto. Ormai aveva potuto vedere con i suoi occhi che non c’era la minima ombra di forzatura da parte di Itachi, era anzi Sasuke a cercarlo spessissimo per trovare conforto. E quando erano insieme, loro stavano davvero bene, glielo si leggeva facilmente in faccia.
Mikoto si rese conto di aver notato solo in quel momento sguardi che, prima di sapere, le erano sfuggiti o che aveva fatto finta di non notare. In fondo aveva sempre sospettato che nel loro rapporto ci fosse qualcosa di strano, ma per paura di scoprirlo non aveva mai indagato. Era solo una vigliacca. Tuttavia, non poteva più permettersi di piangere sul latte versato. Ormai non poteva cambiare il passato e di conseguenza il presente, ma aveva ancora l’occasione di poter rendere un po’migliore il futuro suo e dei suoi figli.
Forse non erano una famiglia normale, ma in uno slancio di ottimismo pensò che avrebbero trovato davvero il modo di essere felici lo stesso. Per la prima volta dopo un’intera settimana si sentì veramente di buon umore.
 
 
 
 
 
Itachi e Sasuke avevano ottenuto con fatica il permesso di uscire un po’ di casa insieme, senza Mikoto. Alla fine però, lei aveva acconsentito, segno che finalmente le cose stavano iniziando a stabilizzarsi, anche se – di questo Itachi ne era sicuro, purtroppo – ora che sapeva tutto non avrebbero mai trovato il vero equilibrio. Sarebbe stato come vivere con un vulcano attivo vicino a casa: sempre pronto ad eruttare nel modo più inaspettato e a scatenare il caos; ma alla fine andava bene così.
Si recarono verso il solo parchetto non molto distante dalla loro abitazione, con tutta l’intenzione di stare lì e rilassarsi un po’, ma rimasero letteralmente di stucco quando, sulla panchina vicina allo scivolo dei bambini, videro Kimura. Era proprio lui, nonostante avesse cambiato look, Itachi ne era certo al cento per cento. Percepì immediatamente la tensione di Sasuke, e quando il ragazzo si girò verso di loro, notandoli, rischiò quasi di ringhiargli contro come un cane rabbioso. Non era mai stato vendicativo, ma per suo fratello era un altro discorso: non poteva in alcun modo dimenticare quello che gli aveva fatto Kimura.
Nessuno osò dire qualcosa per diverso tempo, fin quando fu proprio l’ex compagno di Itachi ad alzarsi ed andare loro in contro per primo. Il suo modo di fare sembrava profondamente differente rispetto a quello di un anno prima.
“Non avvicinarti, stronzo!” Sasuke scattò prima che il fratello maggiore avesse il tempo di fermarlo, colpendo Kimura con un pugno ben assestato sullo zigomo, e subito un altro a seguire.
“Otouto, fermo!”
Fu Itachi a fermarlo, già pronto a dover contrastare un’eventuale attacco di Kimura, che probabilmente non aveva reagito solo per far vedere a Sasuke che quei pugni non l’avevano scalfito minimamente, ma non seppe che pensare quando invece lui non fece nulla e si limitò solo a pulirsi un rivolo di sangue che gli colava lungo il mento, a causa dei colpi dell’Uchiha più piccolo.
Itachi si sentì spiazzato – ebbe il sospetto che Kimura si stesse divertendo a prenderli in giro – ma ebbe la conferma, dal suo sguardo, che non era minimamente intenzionato a ricorrere alla violenza. Anche Sasuke restò stupito, suo malgrado.
“Visto che vi ho incontrati, vorrei dirvi una cosa.” Disse all’improvviso l’ex compagno di classe di Itachi.
“E per quale motivo dovremmo ascoltarti?” Domandò quest’ultimo, mentre non smetteva di fissare il ragazzo con una delle sue espressioni più minacciose.
“Non siete obbligati a farlo.”
Itachi afferrò Sasuke per un braccio con tutta l’intenzione di portarlo via, ma incontrò la sua resistenza.
“Che cosa vuoi?” Domandò il minore degli Uchiha, fremente di rabbia. Sentiva di odiare davvero tantissimo quel Kimura, o piuttosto odiava l’umiliazione subita da lui, ma era anche abbastanza curioso da avere voglia di ascoltarlo. “Parla …”
“Vi chiedo scusa.”
Sasuke ebbe l’impulso di mettersi a ridere, come prima cosa, talmente gli sembravano ridicole quelle parole, ed anche Itachi non seppe bene come reagire. La prese più che altro come una presa in giro, e trafisse Kimura con uno sguardo se possibile ancora più gelido di prima. Lasciò comunque parlare Sasuke, perché era lui ad avere subito un torto da parte di quel ragazzo, e doveva decidere da sé.
“Mi stai prendendo in giro?” Domandò il più piccolo degli Uchiha. Aspettò un po’ di tempo, sicuro  che sarebbero presto arrivati gli amici di Kimura per aiutare il loro capo, ma alla fine capì che questa volta non c’era nessun tranello. Semplicemente, quel teppista che si trovava davanti era davvero cambiato, anche se sembrava impossibile.
Forse era stato il riformatorio in cui l’avevano mandato a renderlo diverso, anche se Sasuke aveva sempre sentito che in quei posti la vita era talmente brutale da peggiorare il carattere della gente, invece di aiutarla a migliorare.
“Non vi sto prendendo in giro.” Spiegò  Kimura, guardando entrambi.”Ci tenevo solo a scusarmi, anche se so che quello che ho detto non servirà a niente.”
“Sappi che non ti perdonerò mai per il male che hai fatto!” Gli fece presente Sasuke. Non gli importava nulla del cambiamento così radicale di Kimura, sapeva solo di non poter dimenticare quello che aveva subito, e non voleva essere ipocrita fingendo di essere toccato da quelle scuse. Si voltò senza aggiungere altro, desiderando solamente di allontanarsi il prima possibile.
Itachi lanciò un’occhiata a Kimura prima di seguire Sasuke.
“Non credevo che uno come te potesse arrivare a scusarsi per aver picchiato qualcuno, un giorno. Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto a mio fratello, ma posso sapere a cosa è dovuto questo tuo cambiamento? La realtà dura del riformatorio, per caso?”
L’ex compagno di classe dell’Uchiha si prese qualche secondo per rispondere.
“No, in riformatorio ero solamente peggiorato, diventando ancora più violento.” Rispose. Itachi gli vide stringere i pugni con nervosismo, e capì che lui stava facendo un grande sforzo per parlare con tutta quella calma e in modo così garbato. La sua vecchia personalità non era del tutto cancellata, ma Kimura si stava sforzando di tenerla a freno.
“è stato quando i miei mi hanno mandato a lavorare sodo per mio nonno in campagna, che ho capito ...”
Itachi si rese conto che Sasuke si era allontanato parecchio, e non ebbe più voglia di stare a sentire la storia di Kimura. Semplicemente non voleva più vederlo, anche ora che lui era cambiato ed era arrivato addirittura a scusarsi. Se il suo compagno di classe delle superiori avesse picchiato solamente lui, senza toccare Sasuke, forse avrebbe potuto pensare di perdonarlo, perché non era abituato a portare rancore, ma dal momento che Kimura aveva toccato suo fratello, le cose cambiavano radicalmente. Nessuno poteva far del male a Sasuke, nessuno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccomi anche con l’ultimo capitolo.
Lettori, fatevi sentire che efp si sta spopolando sempre di più, è piuttosto avvilente come cosa XD comunque … ho tirato in ballo Kimura e il suo cambiamento perché mi sembrava interessante chiarire la questione. Cioè, lui è cambiato(ho preferito non soffermarmi sul come, in una fic ItaSasu sarebbe stato noioso parlare di un personaggio che non c’entra nulla xD) ma non bastano delle scuse per farsi perdonare, come è giusto che sia. Quello che ha fatto a Sasuke è comunque troppo grave. Se non vi ricordate più vi invito a rileggere i primi capitoli XD comunque … il prossimo sarà il capitolo finale. Ho già pensato di cosa parlare, spero solo di non aver tralasciato nulla nel corso della fic. Insomma, spero davvero che sia stata soddisfacente, fatemi sapere se vi è piaciuta.  Al prossimo ed ultimo capitolo! Dimenticavo: buone feste a tutti XD
 
   
 
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