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Autore: LessWrong    22/12/2012    2 recensioni
Petunia ha sposato un biochimico, ed Harry è cresciuto leggendo scienza e fantascienza. Poi è arrivata la lettera di Hogwarts, che ha rivelato un mondo di nuove possibilità interessanti da sfruttare. E nuovi amici, come Hermione, la professoressa McGonagall e il professor Quirrell.
NOTA DEL TRADUTTORE:
Lo schema di traduzione della Salani porta spesso a espressioni imprecise o cacofoniche. Per questo, la traduzione di questa fanfiction segue lo schema di traduzione del Bartezzaghi.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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All your base are belong to J. K. Rowling.
NOTA DEL TRADUTTORE

DUE CAPITOLI IN UN GIORNO! WOOHOO POTENZA ECCEZIONALE! QUESTA E' SPARTAAAAA!

Ahem.

Quando l'autore ha postato questo capitolo su fanfiction.net, ha invitato i recensori a indovinare a cosa si riferisce l'ultima frase. Ora io riproporrò qui questo miniconcorso, quindi spremetevi le meningi e partecipate! Postate le vostre risposte nelle recensioni! Il premio consisterà in una menzione nella nota del traduttore nel prossimo capitolo e in un "trofeo virtuale" personalizzato col nickname del primo recensore che fornisce la risposta giusta.

Naturalmente, chi avesse già letto la storia in inglese è invitato a non partecipare per non togliere il divertimento agli altri, e chi vuole partecipare non dovrà leggere la storia in inglese almeno fino alla fine del concorso. Il concorso si concluderà il giorno in cui verrà postato il capitolo 10.
Non si poteva mai sapere quale piccolo evento avrebbe potuto sconvolgere il corso del proprio piano geniale.
"Abbott, Hannah!"

Pausa.

"TASSOFRASSO!"

"Bones, Susan!"

Pausa.

"TASSOFRASSO!"

"Boot, Terry!"

Pausa.

"CORVONERO!"

Harry diede un breve sguardo al suo nuovo compagno di Casa, più che altro per memorizzare la faccia. Stava ancora cercando di riprendere la calma dopo il suo incontro con i fantasmi. La cosa triste, veramente triste, è che sembrava veramente riuscire a riprendere la calma. Sembrava inappropriato. Ci avrebbe dovuto impiegare almeno un giorno. Forse una vita intera. Forse mai.

"Corner, Michael!"

Lunga pausa.

"CORVONERO!"

La professoressa McGonagall stava al leggio davanti all'enorme tavolo d'onore. Era vestita di tutto punto e si guardava intorno bruscamente mentre chiamava un nome dopo l'altro, anche se aveva sorriso solo per Hermione e pochi altri. Dietro di lei, alla sedia più alta del tavolo - in realtà era più un trono d'oro - era seduto un vecchio incartapecorito e occhialuto, con una barba bianco-argento che sembrava arrivare quasi a terra se fosse stata visibile. Egli sovrintendeva allo Smistamento con un'espressione benevola e un aspetto che corrispondeva quanto più possibile allo stereotipo del Vecchio Saggio. (Anche se Harry aveva imparato a diffidare delle apparenze stereotipate la prima volta che aveva conosciuto la professoressa McGonagall e aveva pensato che avrebbe dovuto sghignazzare.) Il vecchio mago aveva applaudito ogni studente Smistato, con un sorriso costante che in qualche modo sembrava lietissimo per ognuno.

A sinistra del trono d'oro c'era un uomo con gli occhi acuti e un volto severo che non aveva applaudito nessuno, e che in qualche modo riusciva a guardare dritto verso Harry ogni volta che Harry lo guardava. Ancora più a sinistra, c'era l'uomo dal viso pallido che Harry aveva visto al Calderone Che Perde, i cui occhi guizzavano da un punto all'altro della folla come se fosse in preda al panico, e che di tanto in tanto sembrava agitarsi e cambiare posizione sulla sedia: per qualche ragione, Harry si trovò a fissarlo ripetutamente. A sinistra di quell'uomo, una serie di tre streghe più anziane che non sembravano molto interessate agli studenti. Poi, sul lato destro dell'alta sedia d'oro, una strega di mezza età dalla faccia tonda con un cappello giallo, che aveva applaudito tutti gli studenti, tranne i Serpeverde. Un uomo minuscolo in piedi sulla sedia, con la barba bianca gonfia, che aveva applaudito ogni studente, ma sorrideva solo ai Corvonero. E nel posto più lontano a destra, a occupare lo stesso spazio di tre esseri minori, l'entità montagnosa che aveva salutato tutti gli studenti dopo che erano usciti dal treno: Hagrid, Custode delle Chiavi e dei Luoghi.

"L'uomo in piedi sulla sedia è il capo di Corvonero?" sussurrò Harry verso Hermione.

Per una volta Hermione non rispose subito: si spostava continuamente da un lato all'altro, fissando il Cappello Smistatore, e si agitava con tanta energia che Harry pensò che i suoi piedi avrebbero potuto staccarsi dal pavimento.

"Sì, è lui" disse uno dei prefetti che avevano accompagnato gli studenti, una giovane donna che indossava il blu di Corvonero. Signorina Clearwater, se Harry ricordava correttamente. La sua voce era tranquilla, ma trasmetteva una punta di orgoglio. "Questo è il professore di Incantesimi di Hogwarts, Filius Flitwick, il Maestro di Incantesimi più esperto che esista al mondo, e un ex Campione di Duelli."

"Perché è così basso?" sibilò uno studente di cui Harry non ricordava il nome. «È un ibrido?"

La giovane signora prefetto lanciò uno sguardo freddo. "Il professore ha in effetti antenati goblin -"

"Cosa?" disse Harry involontariamente, provocando la reazione di Hermione e di quattro altri studenti, che gli fecero segno di tacere.

"Voglio dire -" sussurrò Harry. "Non che io abbia un problema per questo, è solo - voglio dire - Com'è possibile? Non si può semplicemente mescolare due specie diverse insieme e ottenere prole vitale! Il risultato rimescolerebbe le istruzioni genetiche per ogni organo che è diverso tra le due specie! Sarebbe come cercare di costruire..." non avevano le auto, quindi non poteva usare l'analogia del progetto di un motore con pezzi mischiati, "...un mezzo carro che è per metà barca, o qualcosa del genere!"

Il prefetto Corvonero stava ancora guardando Harry con aria severa. "Perché non si potrebbe avere un mezzo carro che è per metà barca?"

"Ssh!" fece un altro prefetto, anche se la strega Corvonero aveva comunque parlato a bassa voce.

"Voglio dire..." disse Harry ancora più in silenzio, cercando di capire come chiedere se i goblin si erano evoluti dagli esseri umani, o si erano evoluti da un antenato comune agli esseri umani come l'Homo erectus, o se i goblin erano stati creati dagli esseri umani in qualche modo: se, per dire, erano ancora geneticamente umani sottoposti a un incantesimo ereditabile il cui effetto magico viene diluito se uno solo dei genitori è un 'goblin'. Questo spiegherebbe come sia possibile la riproduzione incrociata, e in questo caso i goblin non sarebbero una prova incredibilmente preziosa su un'intelligenza evoluta in altre specie oltre all'Homo sapiens. Ora che Harry ci pensava, i goblin in Gringott non sembravano avere un'intelligenza aliena o non-umana, niente a che vedere con i Dirdir o i Burattinai. "Voglio dire, da dove vengono i goblin?"

"Lituania," sussurrò Hermione distrattamente, con gli occhi sempre saldamente fissi sul Cappello Smistatore.

Ora la signora prefetto sorrideva a Hermione.

"Non importa" sussurrò Harry.

Al leggio, la professoressa McGonagall chiamò: "Goldstein, Anthony!"

"CORVONERO!"

Hermione, accanto a Harry, saltellava in punta di piedi talmente forte che i suoi piedi si staccavano effettivamente dal pavimento a ogni saltello.

"Goyle, Gregory!"

Ci fu un lungo momento di tensione e silenzio sotto il Cappello. Quasi un minuto.

"SERPEVERDE!"

"Granger, Hermione!"

Hermione si scatenò e corse a tutta velocità verso il Cappello Smistatore, lo raccolse e si calcò sulla testa il vecchio manufatto rattoppato, facendo trasalire Harry. Era stata lei a parlargliene, ma di certo non lo trattava come un insostituibile manufatto di ottocento anni animato da una magia dimenticata, che stava per eseguire un'intricata telepatia sulla sua mente ed era in condizioni fisiche meno che perfette.

"CORVONERO!"

Alla faccia della conclusione scontata. Harry non capiva perché Hermione era così tesa. In quale strano universo alternativo, quella ragazza non sarebbe stata Smistata in Corvonero? Se Hermione Granger non fosse andata a Corvonero, la Casa di Corvonero stessa non avrebbe alcun motivo per esistere.

Hermione raggiunse il tavolo di Corvonero e ottenne un applauso doveroso. Harry si chiese se l'applauso sarebbe stato più forte, o più smorzato, se avessero avuto idea del livello di competizione che avevano accolto al loro tavolo. Harry conosceva il pi greco fino a 3.141592 in quanto la precisione di una parte su un milione era sufficiente per la maggior parte dei fini pratici. Hermione sapeva cento cifre del pi greco perché quello era il numero di cifre stampato sulla copertina posteriore del suo libro di matematica.

Neville Longbottom andò a Tassofrasso, Harry fu contento di vedere. Se davvero quella Casa conteneva la lealtà e il cameratismo che doveva esemplificare, una Casa piena di amici fidati avrebbe fatto un mondo di bene a Neville. I bambini intelligenti in Corvonero, i bambini malvagi in Serpeverde, gli aspiranti eroi in Grifondoro, e tutti coloro che facevano il vero lavoro a Tassofrasso.

(Anche se Harry aveva avuto ragione di consultare per prima cosa un prefetto di Corvonero. La giovane donna non aveva nemmeno alzato lo sguardo dalla sua lettura o identificato Harry, aveva solo puntato la bacchetta in direzione di Neville e mormorato qualcosa. Dopodiché, Neville aveva assunto un'espressione stordita e si era diretto verso il quinto vagone dal davanti e il quarto comparto di sinistra, in cui c'era effettivamente il suo rospo.)

"Malfoy, Draco!" andò a Serpeverde, e Harry tirò un sospiro di sollievo. Sembrava una cosa sicura, ma non si poteva mai sapere quale piccolo evento avrebbe potuto sconvolgere il corso del proprio piano geniale. 

La professoressa McGonagall chiamò "Perks, Sally-Anne!", e dai bambini radunati si staccò una pallida ragazzina che sembrava stranamente eterea, quasi come se potesse scomparire misteriosamente nel momento in cui si smette di guardarla, per non essere mai più vista e nemmeno ricordata.

E poi (con una nota di ansia così saldamente trattenuta dalla sua voce e dal suo viso che sarebbe stato necessario conoscerla molto bene per notarla) Minerva McGonagall inspirò profondamente, e gridò: "Potter, Harry!"

Ci fu un improvviso silenzio nella sala.

Tutte le conversazioni si fermarono.

Tutti gli occhi si voltarono a guardare.

Per la prima volta in vita sua, Harry sentì che avrebbe avuto l'opportunità di sperimentare il panico da palcoscenico.

Harry si sbarazzò immediatamente di quella sensazione. Si sarebbe dovuto abituare ad avere stanze piene di persone che lo fissavano, se voleva vivere nella Gran Bretagna magica, o anche solo fare qualsiasi altra cosa interessante in vita sua. Appiccicandosi in faccia un sorriso fiducioso e falso, alzò un piede per fare un passo in avanti...

"Harry Potter!" gridò la voce di Fred o George Weasley, e poi "Harry Potter!" esclamò l'altro gemello Weasley, e un attimo dopo l'intero tavolo di Grifondoro, e subito dopo una buona parte di Corvonero e Tassofrasso si erano uniti al grido.

"Harry Potter! Harry Potter! Harry Potter!"

E Harry Potter cominciò a camminare in avanti. Troppo lentamente, si rese conto una volta che aveva iniziato, ma ormai era troppo tardi per cambiare il suo ritmo senza sembrare goffo.
"Harry Potter! Harry Potter! HARRY POTTER!"

Con un'idea troppo chiara di ciò che avrebbe visto, Minerva McGonagall si voltò a guardare dietro di sé il resto del tavolo d'onore.

Trelawney a farsi vento freneticamente, Filius a guardare con curiosità, Hagrid a battere le mani insieme agli studenti, Sprout con un'aria severa, Vector e Sinistra perplesse, e Quirrell con lo sguardo perso nel vuoto. Albus a sorridere benevolmente. E Severus Snape a stringere la coppa vuota di vino, così forte che l'argento si stava lentamente deformando.

Con un largo sorriso, girando la testa per inchinarsi da un lato e poi dall'altro mentre camminava tra i quattro tavoli delle Case, Harry Potter andava avanti a un ritmo grandiosamente misurato, come un principe che entra per la prima volta nel suo castello.

"Salvaci da altri Signori Oscuri!" esclamò uno dei gemelli Weasley, e poi l'altro gemello Weasley gridò: "Soprattutto se sono professori!" suscitando una risata generale da tutti i tavoli tranne Serpeverde.

Le labbra di Minerva si tesero in una linea bianca. Avrebbe detto due parole con gli Orrori Weasley riguardo all'ultima parte, se pensavano che non potesse far nulla perché era il primo giorno di scuola e Grifondoro non aveva punti da togliere. Se non si curavano delle detenzioni, allora avrebbe escogitato qualcosa di diverso.

Poi, con un improvviso sussulto d'orrore, guardò in direzione di Severus, sicuramente si sarà reso conto che il giovane Potter non aveva idea di chi stesse parlando -

Il viso di Severus era andato al di là della rabbia, in una sorta di piacevole indifferenza. Un lieve sorriso giocava sulle sue labbra. Stava guardando verso Harry Potter, non verso il tavolo di Grifondoro, e le sue mani tenevano i resti accartocciati di un ex calice da vino.
Harry Potter camminava avanti con un sorriso fisso, provando dentro di sé una sensazione allo stesso tempo piacevole e orribile.

Lo stavano applaudendo per una missione che aveva compiuto quando aveva un anno. Una missione che non aveva veramente finito. Da qualche parte, in qualche modo, il Signore Oscuro era ancora vivo. Avrebbero applaudito così forte, se l'avessero saputo?

Ma il potere del Signore Oscuro era stato spezzato una volta.

E Harry li avrebbe protetti di nuovo. Se c'era in effetti una profezia che lo diceva. Beh, in realtà, indipendentemente da quello che diceva qualsiasi dannata profezia.

Harry non poteva sopportare di deludere tutte quelle persone che credevano in lui e lo incitavano. Non sopportava di accendersi e svanire come tanti altri bambini prodigio. Di essere una delusione. Di non essere riuscito a vivere fino in fondo alla sua reputazione come simbolo della luce, non importa in che modo l'avesse ottenuta. Avrebbe assolutamente, positivamente, soddisfatto le loro aspettative, non importa quanto tempo ci avrebbe messo, anche se fosse dovuto morire per farlo. E poi avrebbe superato tali aspettative, in modo che tutti si sarebbero chiesti, ricordando il passato, perché gli avessero chiesto così poco.

"HARRY POTTER! HARRY POTTER! HARRY POTTER!"

Harry fece i suoi ultimi passi verso il Cappello Smistatore. Fece un inchino a tutto l'Ordine del Caos al tavolo di Grifondoro, e poi si voltò e fece un altro inchino verso l'altro lato della sala, e aspettò che gli applausi terminassero.

(In un angolo della sua mente, si chiese se il Cappello Smistatore era veramente autocosciente, nel senso di essere consapevole della propria consapevolezza, e in caso affermativo, se fosse soddisfatto di limitarsi a parlare a undicenni una volta l'anno. Questo era ciò che implicava la sua canzone: Oh, sono il Cappello e son così, dormo un anno e lavoro un dì...)

Quando nella stanza ci fu di nuovo silenzio, Harry si sedette sullo sgabello e con attenzione si mise in testa il manufatto telepatico vecchio di 800 anni animato da una magia dimenticata.

Pensando, più forte che poteva: Non Smistarmi ancora! Ho delle domande da farti! Sono mai stato Obliviato? Hai Smistato il Signore Oscuro quando era un bambino? Mi puoi parlare dei suoi punti deboli? Mi puoi dire perché ho avuto la bacchetta sorella di quella del Signore Oscuro? Il fantasma del Signore Oscuro risiede nella mia cicatrice? E' per quello che a volte mi arrabbio così tanto? Queste sono le domande più importanti, ma se hai un altro momento mi puoi dire qualcosa su come riscoprire le magie perdute che ti hanno creato?

Nel silenzio dello spirito di Harry, dove prima non c'era mai stata alcuna voce tranne la sua, risuonò una seconda voce sconosciuta, con un tono decisamente preoccupato:

"Oh, cielo. Questo non era mai successo prima d'ora..."
  
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