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Autore: Ginevra Turner    09/07/2007    3 recensioni
Sirius Black è al suo quinto anno ad Hogwarts, insieme agli amici James Potter, remus Lupin e Peter Minus.
Lì troverà una giovane che saprà tenergli testa in ogni situazione e finirà ben presto per innamorarsene.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivaono sulla riva del Lago Nero e si misero sotto una grossa quercia.
"Allora, Felpato! Non ci hai più detto com’è andata ieri sera con quella pazza della Turner!" Chiese James al ragazzo. Non sapeva che rispondergli.
"Bah…. È stata più sopportabile del previsto!" Disse con un mezzo sorriso.
"Secondo me non è antipatica. È solo… aggressiva e poco femminile ecco." disse Remus con la solita aria pacata. Minus scoppiò in una leggera risatina.
Sirius sbuffò. Ma perché il discorso era dovuto ricadere proprio su di lei? Non bastava aver combinato tutto quel casino?
"Tutto bene, Sirius?" Chiese poi, vedendolo spazientito. Non sapeva che fare. Ma forse loro avrebbero potuto aiutarlo.
"No. Ho un problema…un po’ grosso…parecchio.." Disse. I tre lo guardarono curiosi. Raccontò loro tutto, partendo dalla punizione di Vitious, di come erano andati alla serra numero 9 per vedere i due compagni e di come poi era finita la serata.
"HAI BACIATO LA TURNER?!" Chiese James, sbigottito. "Non ci credo!"
"Si. Ho combinato un casino."
"Beh direi anche un bel casino!" esclamò Remus. "Ma credo che tu debba parlarle."
"Ci ho provato! Stamattina! Per questo non ero in Sala Grande! Ma lei non vuole sentirmi! Mi odia!"
"Non è che sia cambiato molto da prima." osservò James.
"Grazie dell’incoraggiamento!" rispose ironico. Ma Remus li fermò prima che potessero aggiugere altro.
"Guardate! È là! Sirius vai! Prova a parlarle!!"  gli suggerì, indicandogliela tra la folla di studenti.
"Ma che gli dico scusa?"
"Sei tu il latin lover da queste parti! Qualcosa la troverai!" Esclamò James dandogli una pacca sulla spalla a mo’ di incoraggiamento.
Sirius lo guardò, un po’ irritato poi si alzò e s’incamminò verso la Grifondoro.
"Abigail…. Posso parlarti un minuto?" Chiese interrompendola mentre conversava con le amiche. Queste lo guardarono un po’ perplesse. La Turner incrociò il suo sguardo.
"Sai mi sono svegliata con la gola secca stamattina. Non posso parlare!" rispose ironica.
"Molto divertente! Grande battuta! Puoi fare di meglio ne sono certo!"
"Ah ah! Le scuse sono difficili da inventare su due piedi! Ma ce n’è una che è sempre valida, vero? “non lo so”!"
"Non era una scusa era la verità! Perché non mi vuoi credere?!" gli rispose cominciando ad alterarsi.
"Perché io non mi fiderò mai di te! Sei solo uno stupido ragazzino, tronfio e pieno di se a tal punto da non accorgersi di quante persone ferisce con i suoi modi da bel tenebroso!"
"Ieri sera non eri di questo parere però! Ieri ti sei fidata quando ti ho portato alla serra a vedere con i tuoi occhi quanto possa essere ipocrita la tua amica!" le rispose. Jenny li guardò, evidentemente spiazzata.
"Io non mi fidavo di te! Ci sono venuta apposta! Come potrei crederti! Sei solo un’idiota!!" esclamò alzando la voce. Alcuni studenti nelle vicinanze si voltarono a osservare la scenetta.
"Mi hai stancato Abigail! Io ero venuto giusto per parlarti, per chiarire ma sembra che non te ne posso fregare di meno!"
"Si infatti! Non me ne frega niente! Mi devi lasciare in pace!" Gli urlò la Grifondoro che non ce la faceva più.
"E sia! Non ti darò fastidio oltre allora!" Gli disse amaramente. Poi si voltò e andò via. Raggiunse gli amici che li avevano osservati e adesso erano rimasti allibiti dalla scena. Prese le sue cose e rientrò al castello. Era furioso. Ma chi si crede di essere quella!
La giornata passò in fretta. Né Remus né James volevano smuovere quell’argomento spinoso. Né tantomeno Sirius aveva voglia di parlarne.
Il pomeriggio furono occupati dall’ora di trasfigurazione e da quella di Difesa Contro le Arti Oscure. Quando queste finirono gran parte degli studenti si affrettò in giardino, per godersi un po’ di relax. Così fece anche Sirius con gli altri.
Aveva deciso di dimenticare Abigail e tutto ciò che era a lei collegato. Aveva deciso che era inutile impazzire per lei. Ma anche se tentava in ogni modo di dimenticarnese non ci riusciva.
Quando arrivò la sera tornarono tutti in Sala Comune. I dormitori si riempirono e la Sala Comune si svuotò fino ad essere deserta.
Sirius si mise a letto ma ivano Non riusciva a dormire. Si alzò, quatto quatto s’infilò i vestiti e scese in Sala Comune.
Si sedette su una poltrona accanto al fuoco, fissando il cielo fuori della finestra. Ad un tratto sentì dei passi. Qualcuno stava scendendo. Con sua sorpresa vide Abigail. Incrociò il suo sguardo. Era diverso dal solito. Non era come quello che aveva avuto quella mattina. Era come quello della sera precedente, felice di aver scoperto qualcosa di nuovo. La osservò mentre si avvicinava e si sedeva davanti a lui. Non sembrava intenzionata a parlare però.
Così distolse lo sguardo con indifferenza, fissando il fuoco. Con la coda dell’occhio osservava i suoi lineamenti così delicati. In quel momento le pareva tanto diversa dalla ragazza che aveva sempre conosciuto.
"Che c’è Turner?" Gli chiese alla fine, un po’ irritato, un po’ curioso.
"Niente, black. Non avevo sonno. E sono scesa. È per caso territorio tuo?" chiese con strafottenza.
"No affatto. "  le rispose freddamente. La Grifondoro sospirò.
"Senti, Sirius. Oggi ho reagito male lo ammetto. Mi dispiace. Ma io non so che pensare." disse piano…quasi in un sussurro. Felpato si volto e la guardò negli occhi.
"Tu sei….una persona che io ho sempre odiato per il tuo modo di fare…per il tuo essere… ma adesso… adesso …" Aggiuse. Fece una breve pausa, abbassando lo sguardo.
"Adesso non so più che pensare. " Sirius la guardò. Quelle parole l’avevano colpito. Non era da lei fare così, chiedere scusa, aprirsi con qualcuno. Osservò i lineamenti del volto illuminati dalla fioca luce del camino.
Il suo sguardo era così indifeso. Era confuso ma aveva conservato un poco di quella determinazione che la caratterizzava. Il ragazzo si avvicinò al suo volto e l’accarezzò dolcemente.
"Allora non pensare…" le disse con un sorriso. Lei lo guardò interrogativa poi sorrise, scoppiando in una piccola risatina. "Non pensare a niente" Continuò. Le sorrise nuovamente poi si avvicinò e la baciò.

Quella notte le varie discordie tra Sirius e Abigail cessarono, almeno per un po’. Ma il loro bisticciare non cessò mai definitivamente. Ogni tanto un libro cadeva per sbaglio sulla testa di uno, o magari uno strano incantesimo faceva iniziare a danzare le gambe dell’altro, ma nessuno se ne preoccupò più di tanto, visto che erano Black e la Turner.
  
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