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Autore: Dahmer    22/12/2012    1 recensioni
Ehi! Devo dedurre dal fatto che non rispondi che non ti ricordi di noi?! Tom.
La ragazza guardò stranita il display. Doveva aver bevuto davvero tanto per non ricordarsi nulla.
-Chi è?- chiese curioso Ozzy, tentando di guardare lui stesso, fallendo nella sua missione.
-Tom- rispose l’ispanica con un sorriso straordinariamente bastardo.
-COME?! E PERCHE’ TI HA SCRITTO?!- urlò indignato il fratello, immedesimandosi al meglio in una checca isterica.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Lo Smoking
 
Il bar era inondato da un forte profumo di vaniglia. Le pareti color panna e la moquette grigia davano un senso di calma indescrivibile. Gene aveva visto quel posto solo dall’esterno, sognando di entrarci, ma senza averne mai avuto il coraggio. Avrebbe fatto una figuraccia, era troppo povera, l’unica cosa che si poteva permettere in quel locale era un bicchiere d’acqua del rubinetto, forse. I due gemelli erano rimasti inebetiti sulla soglia a contemplare quel luogo silenzioso. A un tratto Ozzy voltò il capo verso sei ragazzi.
 
-Sono loro, ne ricordo due, i due più carini, quello alto tutto tatuato e quello con la berretta e il dilatatore- annunciò indicandoli con il dito. 
 
-Non indicare- lo ammonì la ragazza abbassandogli la mano. 
I sei ragazzi li videro. Erano davvero loro. Si avvicinarono alla coppia. 
 
-GENE!- esordì sorridendole un ragazzo con gli occhi azzurrissimi.
 
-Perché il MIO Tom sta salutando solo te?!- le bisbigliò innervosito il fratello. La ragazza rispose con una gomitata nelle costole, facendolo restare per qualche secondo piegato in due, senza fiato. 
 
Tom si avvicinò all’ispanica, seguito dagli altri cinque. -Ciao Ozzy, non ti avevo riconosciuto- si scusò, notando lo sguardo deluso del ragazzo. 
 
-Si- si sentì esultare in un bisbiglio di soddisfazione. 
 
-Bene, Gene. Loro sono Lee, Matt, Oliver, Jona e Matt K.- disse poi indicando in ordine gli amici accanto a lui. 
 
Gli otto ragazzi si scambiarono frettolose strette di mano, finché lo sguardo di Gene si scontrò con quello di uno castano, dagli occhi verde muschio. -Oliver-  fece lui lanciandole un’occhiata maliziosa che fu ricambiata immediatamente dalla spagnola, accompagnata da uno dei suoi sorrisi più belli e bastardi, che solitamente indicavano: Scusa, ma non te la do o forse solo: Non te la do. 
 
I ragazzi occuparono un tavolino al centro del locale, brulicante di gente. 
 
-Come ci conosciamo noi?- chiese Gene rivolgendosi a Lee, per iniziare un discorso.
 
-Ieri sera in discoteca, davvero non ti ricordi nulla?- rispose perplesso il biondino. 
 
-Ero strafatta, cosa pensi che mi ricordi?!- domandò retoricamente la mora, provocando una leggera risata in Oliver, già attratto da quella bellezza mozzafiato. 
 
-Scusate ma sono curioso: Perché avete i nomi di due cantanti?- intervenne Matt, che come al solito non era riuscito a non domandare nulla. Era fatto così, voleva sapere tutto della gente che conosceva.
 
-Gene è un bassista- lo corresse la ragazza distaccata. 
 
-Mi perdoni, vostra maestà- la derise Matt –Posso avere una risposta, ora?- continuò.
 
-Colpa dei nostri genitori, abbiamo anche un’altra sorella, si chiama Nirvana- si intromise Ozzy, fino a quel momento rimasto imbambolato su Tom. 
 
-E perché non l’avete portata? È più bella di te Pocahontas?- replicò Oliver, lanciando un’altra occhiata provocatrice alla spagnola. Se avesse continuato così prima o poi Gene gli sarebbe saltata addosso e lo avrebbe stuprato o forse ucciso. 
 
-Ha quattro anni, pedofilo- ribatté prontamente lei, facendolo arrossire. Tom notò le frecciatine e gli sguardi che volavano tra i due, così agì. Si avvicinò a Gene.
 
-Hai il nome di una rockstar e non li riconosci?- le sibilò  in un orecchio, facendola trasalire. 
 
-Dovrei?- controbatté perplessa lei allontanandosi. 
 
-Questa è un’offesa!- sbottò Jona, fingendosi indignato e alzandosi dalla sedia per andarsene, prima di essere trattenuto da Matt K. –Non fare il cretino, siamo i Bring Me The Horizon- le spiegò poi guardandola dolcemente. 
 
-Mai sentiti- bofonchiò Gene mentre divorava una fetta di crostata offerta dalla casa. 
 
-Scherza, certo che vi conosce!- la giustificò il fratello, facendo gli occhi dolci a Tom, che si ritrasse stranito. 
 
Trascorsero alcuni minuti.
 –Dov’è il cesso?- chiese poi Gene con la sua solita finezza, venendo subito ripresa da Ozzy che aspirava a fare una bella figura sul suo Tom, il quale sembrava avere occhi solo per la sorella. 
 
-Infondo a destra, Pocahontas – le indicò Oliver, ignorando l’indelicatezza della bella. Quella frase lasciava trasparire una voglia irrefrenabile del tatuato a raggiungerla in bagno, ma Gene non ci fece caso, voleva farlo penare.  
 
Il bagno era piccolo e blu, tutto blu, forse troppo blu. Si piazzò davanti allo specchio, controllando se la matita avesse sbavato. Si aspettava di tutto, anzi si aspettava Oliver e così fu. 
 
-Pocahontas! Ti fai bella per me?- le mormorò cingendole la vita, facendo aderire la sua bocca all’orecchio di lei. La ragazza sentì l’eccitazione di lui premere sul suo fondoschiena . 
 
L’aria diventò pesante, passionale, rendeva quasi difficile respirare. C’era qualcosa di magico tra i due, ma nessuno lo voleva ammettere. Erano a una distanza pericolosa, i loro corpi aderivano perfettamente l’uno all’altro. 
 
–Wao, ci conosciamo da due ore e già ti faccio questo effetto?! Sono da record!- lo beffeggiò l’ispanica voltandosi verso di lui, facendo specchiare i suoi occhi neri in quelli verdi del ragazzo e allontanandolo da lei. Anche per lei era difficile mantenere l’autocontrollo, ma voleva vederlo soffrire perché non poteva averla. 
 
-Non è la reazione che mi aspettavo- le rivelò lui in un sussurro, attirandola nuovamente a sé.
 
Le sue mani iniziarono a vagare sulla schiena di lei. Sentiva il corpo caldo dell’ispanica sotto il tocco delle sue dita fredde.
 
-Non è l’approccio che volevo, dolcezza rassegnati, non tutti possiamo avere quello che vogliamo- replicò beffardamente Gene dandogli un leggero schiaffetto sulla guancia. Uscì dal bagno ancheggiando accentuatamente sotto lo sguardo intontito del ragazzo, rimasto immobile a guardarla uscire. 
 
Il tempo passò tra sguardi e sorrisi tentatori tra i due. Quella ragazza aveva una bellezza disarmante, Oliver si sentiva impotente davanti a lei. Ci aveva provato esplicitamente, ma non aveva funzionato, di solito le ragazze gli cadevano tra le braccia, ma lei no, non cedeva alle sue tentazioni. Doveva averla, a tutti i costi, lei era diversa dalle altre, per questo doveva essere sua. 
  
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