Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: GredandForge    23/12/2012    2 recensioni
Doncaster.
Un lavoretto estivo: fare la baby sitter.
Il bimbo al quale avrebbe dovuto badare per un mese, si rivelò essere il cugino di uno dei cantanti della sua band preferita: Louis Tomlinson.
E se quel lavoro si sarebbe tramutato nella più bella esperienza della sua vita?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 18: THREE DAYS TO THE END

7 Agosto.

I borsoni e le valigie erano stati caricati in auto. L'intera famiglia Collins si stava salutando.
"Chiamate quando arrivate" raccomandò Corinne al figlio.
"Certo mamma" rispose lui dandole un bacio, con quel tono di voce che usano tutti i figli con le proprie madri, quando fanno mille e una raccomandazioni. 
Lei gli sorrise, consapevole come tutte le altre volte che non l'avrebbe fatto, e che sarebbe stata lei a chiamarlo. Lui si sarebbe poi giustificato, dicendo lei che stava giusto per farlo.

Salirono in auto tutti insieme.
Non ci volle molto prima che Austin si addormentasse, seguito a ruota da Rachele. Due ore di viaggio, e poi eccola, Doncaster.
Louis era già lì. Era partito il pomeriggio del giorno prima, subito dopo aver accompagnato Rachele e Austin.
Ormai la vacanza giungeva al termine, mancavano solo tre giorni, prima del ritorno in Italia.

"E se ti rapissi..." mormorò Lou, quando lui e Rachele furono accoccolati sul dondolo in veranda.
La baby-sitter era stretta a lui. Entrambi speravano che Austin non arrivasse mai a chiamare Ricky per andare all'allenamento.
La fermata era a pochi passi da casa, vicino l'abitazione dei gemelli.
Già, anche loro vivevano a Doncaster. Quando Rachele lo venne a sapere si chiese perché i due gemelli si trovassero a Manchester: semplice, erano andati dalla zia perché quel giorno i genitori erano impegnati.
Il campo distava venti minuti in bus.
"Lo racconti tu a Keru?" gli rispose la ragazza. "E quando ti daranno il riscatto?" si strinse ulteriormente al ragazzo.
"Ma il mio riscatto sarà passare del tempo con te!" ribatté sorridente.
Austin sbucò da dietro la porta. Era ora di andare.
Rachele gli sorrise. Diede un bacio a fior di labbra a Louis, e insieme ad Aust si avviarono alla fermata.
“Ci vediamo dopo Lou” lo salutò, con un gesto della mano.

Alla fermata, già pronti per l’allenamento, vi erano Alex e Sean. I due stavano facendo qualche passaggio con una vecchia palla un po’ sgonfia e rovinata.
Insieme a loro, poggiato ad un muretto con lo sguardo perso a rimirare il cielo, vi era un altro ragazzo. Doveva avere più o meno l’età dell’italiana; era alto, slanciato, spalle abbastanza larghe, un viso ancora un po’ da bambino, occhi grigi e capelli corvini.
“Ciao Riky!” la salutò calorosamente Alex, agitando un braccio. Le corsero incontro.
La baby-sitter salutò entrambi: “Ciao campioni!” arruffò loro i capelli “Come state?”
“Benee” risposero in coro con un gran sorriso. Notò allora che ad Alex mancava un dentino.
“Oh, ma qualcuno ha una finestrella” scherzò solleticandogli il pancino. Il bimbo rise.
“Questa mattina ha trovato un’automobilina rossa sotto il cuscino!” le disse Sean con gli occhi che brillavano.
Alex annuì, l’enorme sorriso sempre stampato in faccia.
“Ehi, voi tre” il ragazzo si era avvicinato “Avete finito di importunare questa signorina?” chiese, arruffando i capelli di Sean. “Li scusi” disse a Rachele con un sorriso.
“Ciao Anthony!” lo salutò Austin “Non preoccuparti, lei è la mia baby-sitter!” ridacchiò, seguito da tutti gli altri.
Rachele sorrise: "Tu devi essere Anthony, il fratello maggiore" gli porse la mano "Lieta di conoscerti, sono Rachele, la baby-sitter di Austin" ma questo lo sapeva già.
Anthony strinse la mano della ragazza un po' imbarazzato: "Piacere mio, Rachele" era diventato leggermente rosso in viso.
I bambini se ne accorsero, iniziando a ridere.

In campo diedero sempre il meglio di loro.
"Credo che Alex e Sean diventeranno dei grandi campioni" confidò Rachele ad Anthony.
Lui annuì: "Non immaginano nemmeno quanto talento hanno" sorrise orgoglioso il ragazzo "E spesso non mettono in atto tutte le loro capacità!"
Seguirono minuti di silenzio tra loro, interrotti poi da Ant: "Quanti... anni hai?" le chiese.
"Non si chiede l'età ad una donna!" lo richiamò una signora alle loro spalle.
Anthony avvampò e borbottò le sue scuse, tremendamente in imbarazzo.
"Tranquillo" lo rassicurò Ricky "Ho sedici anni, e tu?" 
"Diciassette" rispose sicuro "L'Italia è parecchio diversa dal Regno Unito?"
"Umh, abbastanza. Qui..." fece una pausa per riflettere su ciò che doveva dire "Hanno storie e tradizioni differenti, completamente diverse" sorrise. 
"LOUIS!" sentirono gridare dal campo. Entrambi scattarono in piedi, e guardarono verso i tre bambini, pensando ad un'imminente lite. Ma tutti i bambini erano tranquilli in campo, che continuavano il loro allenamento. A parte Austin, che si era avvicinato alla rete, e un sorriso a trentadue denti.
La baby-sitter guardò dietro di lei: eccoli lì, tutti e cinque, muniti di occhiali da sole e berretto.
"Riiky!" Harry corse a braccia aperte verso di lei. Sempre il solito. La travolse in un abbraccio, sollevandola qualche centimetro da terra. "Scricciolo, mi sei mancata" la strinse forte.
"Haz... Non respiro..." cercò di divincolarsi l'Italiana.
"Harry, vogliamo salutarla anche noi" intervenne Zayn.
Il riccio la lasciò andare, e Rachele concesse un giro di abbracci a tutti. I migliori furono quelli di Liam e Niall, come sempre.
Dopo l'allenamento salutarono Ant e i gemelli, e si concedettero una breve passeggiata al parco e un gelato.
Austin teneva per mano Rachele, mentre lei intrecciava le dita con quelle di Louis.
"io vi vedo prossimi al matrimonio!" ridacchiò Zayn, scatenando una risata generale.
"Io gli ho chiesto di adottarmi!" esclamò Austin serio, e orgoglioso.

"Mancano tre giorni..." sospirò la baby-sitter, rimirando le stelle nel cielo, dopo che ebbe messo Austin al letto.
"Posso sempre rapirti" Louis l'abbracciò da dietro. Rachele rabbrividì al contatto con il ragazzo: aveva le braccia gelide.
"Ma i pinguini sono sempre carini, non hanno questi pensieri per la testa!" ribatté, scoccandogli un bacio sulla guancia.
"Alcune ranocchie invece, a volte sono più belle delle farfalle" aggiunse Lou, poggiando il mento nell'incavo della spalla della ragazza. posò delicatamente le labbra sul collo...
"Non ci provi signor Tomlinson, ho ancora il segno del suo ultimo ricordino" lo ammonì, divincolandosi.
Il cantante sorrise: "D'accordo, ma solo perché voglio passare per bravo ragazzo quando mi presenterai ai tuoi" le sfiorò le labbra. "Notte ranocchia"
"Notte Boo-bear"

Quella notte Rachele mosse i primi passi verso il mondo dei sogni non appena s'infilò sotto le coperte.
I ragazzi l'aspettavano lì, come ogni notte prima che arrivasse a Doncaster.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:
E dopo essere scampata alla fine del Mondo, eccomi di nuovo qui, in ritardo come al solito, con un nuovo capitolo che spero vi piaccia.
Detto ciò, non credo necessitiate di sapere perché del mio ritado. Non credo vogliate sapere che ho avuto le interrogazioni per il pagellino, e successivamente il pagellino, giusto? Giusto.
Quindi, buon Natale, e spero di aggiornare prima del 31 gennaio. (Voglio assolutamente concludere la pubblicazione dei capitoli prima del 2013. Altrimenti Rachele mi diventa una nonnina irascibile, lol... Okay, era squallida)

Passo e chiudo gentah.
Andy. 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: GredandForge