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Autore: Ginevra Turner    09/07/2007    1 recensioni
Ecco la mia seconda FF Draco/Hermione! Non ho postato un seguito dell'altra perchè ho preferito approfondire questa... spero che vi piaccia!!Non è proprio Lemon ma per essere sicura l'ho messo. Siamo al quinto anno del nostro Trio e Hermione capirà che il suo cuore batte per un Serpeverde che mi avrebbe immaginato!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina i tre andarono a lezione, come sempre. Tutto sembrava tranquillo, normale.
A pranzo Malfoy continuò a tessere le lodi della sua famiglia, che gli aveva comprato quella scopa costosissima.
Ma il trio non se ne curò più di tanto. Il pomeriggio furono ancora impegnati con le lezioni, ma Hermione non riusciva proprio a seguire.
 Ascoltava la McGrannit che parlava delle Metamorfosi nel mondo antico, prendendo appunti distrattamente.
La sua testa era altrove. Due banchi più dietro il biondo di Serpeverde sghignazzava con Tiger e Goyle.
Ogni tanto, la Grifondoro si voltava, scuotendo la testa in segno di dissenso, ma subito tornava a fissare il suo foglio, per paura di incrociare nuovamente il suo sguardo.

****
Quel pomeriggio, verso le sei, la Biblioteca era piuttosto affollata. vi era un mormorio sommesso di sottofondo mentre Hermione cercava di studiare Pozioni.
“Ma perché Piton deve inventarsi sempre pozioni più assurde per tormentarci?!” Esclamò Ron chino su una pergamena da mezzora.
“Ron, non si inventa le pozioni! Ti serviranno! Perché non lo vuoi capire?” Ribattè Hermione sottovoce.
“A cosa potrebbe mai servirmi la pozione disinfestante contro i ratti della Foresta Nera?” Chiese con sarcasmo.
“Oddio Ron! Smettila di lamentarti!” Lo rimbeccò Hermione. Alzò lo sguardo, per vedere chi altro c’era, in quella Biblioteca così affollata.
D’un tratto le si gelò il sangue nelle vene. Malfoy era appoggiato ad uno scaffale con una spalla, le braccia conserte, che la fissava.
Incrociò il suo sguardo per poi riabbassarlo in men che non si dica sulla sua pergamena. Doveva uscire di lì! Si sentiva terribilmente osservata.
“Scusate ragazzi, ma ho un mal di testa pazzesco. Voglio prendere una boccata d’aria” Si scusò con i due amici.
Dopodichè prese le sue cose, le ripose nella borsa e uscì. Si accorse dopo che per uscire doveva passare proprio vicino al biondino.
Si fece coraggio. In fondo, che aveva da temere? La stava fissando e allora? Non lo faceva sempre? No. Non lo faceva mai.
 Fece un profondo respiro poi uscì. Camminò vicino a lui e nel momento in cui gli era affianco lo sentì parlare.
“Hai paura, Granger?” Le disse a bassa voce, in un ghigno. Lei affrettò il passo, uscendo.
Quando fu lontana cominciò a correre verso il Lago. Voleva un po’ di tranquillità.
Hai paura, Granger? Ripensò alle sue parole. Si, aveva paura. Ma perché aveva paura? Non lo sapeva, sapeva solo che quel biondino aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti.
Il motivo lo ignorava. Quando fu al lago si sedette a terra, in un posticino tranquillo, senza studenti che urlavano e facevano confusione.
Si sedette, rannicchiando le ginocchia al petto e cingendole con le braccia, fissando le acque cristalline.
Era strano il comportamento di Malfoy in quei giorni. Che motivo aveva di fissarla così?
 Non lo sapeva, e nemmeno voleva pensarci. ma ogni volta che chiudeva gli occhi gli veniva in mente il suo volto, quelle iridi argento, quei capelli dorati, quelle labbra sottili e tremendamente sensuali.
No, no, basta! Non doveva pensarci! Era Malfoy! Quel viscido Serpeverde che la disprezzava chiamandola sporca mezzosangue e che odiava dal primo momento in cui l’aveva conosciuto!
“Guarda un po’. Chi ci fa la Granger tutta sola, senza i suoi amichetti?” Chiese all’improvviso una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto, sicura di aver capito di fosse. Il biondino era lì, in piedi a poco più di un metro di distanza da lei che la fissava.
“Che vuoi Malfoy?” gli chiese brusca, in risposta. Il cuore le fece un tonfo.
“Solo che tu mi risponda”
“Non sono affari tuoi!”
“No, è vero. Ma mi piacerebbe comunque saperlo” Disse, con le labbra tirate in una sorta di sorriso che assomigliava più a un ghigno.
La Grifondoro si alzò e lo guardò, cercando di capire perché fosse lì.
“E tu che ci fai qui?”
“Stavo facendo un giro. Non posso per caso?”
“No non puoi!”
“Oh si che posso. Granger, Granger, Granger. Perché devi essere sempre così…perfetta…così…” Iniziò a dire il ragazzo, avvicinandosi a lei.
“…così …esemplare…così…impeccabile…” Continuò, avvicinandosi sempre di più a lei. La giovane si ritrasse ancora, leggermente spaventata.
Il biondino tese una mano verso di lei, per accarezzarle il volto ma Hermione si scostò per evitare il contatto. Lo guardò, atterrita.
“Che vuoi Mafoy? Che vuoi da me?” chiese con voce malferma.
Il ragazzo tirò indietro la mano, passandola fra i capelli, in modo dannatamente sensuale.
Le batteva il cuore. Da una parte avrebbe voluto fuggire, ma dall’altra, voleva restare lì con lui, da sola. Era una sensazione strana che non aveva ma provato.
Draco si avvicinò ancora, e quando furono a pochi centimetri di distanza si avvicinò a lei, sussurrandole all’orecchio:
 “Voglio te” Due semplici parole che la fecero arrossire. Era impaurita, ma era emozionata.
Il Serpeverde la guardò, fissandola con i suoi occhi che riuscivano a penetrare ogni sua difesa.
Poi con una mano le cinse la vita, attirandola a se, per poi baciarla. A quel contatto Hermione si sentì avvampare.
Ma che stava facendo? Malfoy la stava baciando! Era assurdo.
Malfoy la spinse verso un’albero, facendola appoggiare con la schiena. La sua mano s’infilò sinuosa, sotto la sua camicetta. Il ragazzo la baciò ancora, risalendole con l’altra mano le cosce, poi i fianchi.
Hermione ormai non capiva più niente. Non era possibile.
“No! No, no, fermo!” Disse cercando di distaccarsi da lui. Gli mise una mano sul petto, spingendolo via da lei.
Lo guardò, sconvolta. Il mondo le stava cadendo addosso. Ogni suo giudizio si di lui che fin’ora aveva elaborato ora era svanito, era svanito dopo quel bacio.
Era forse una prova? Era come assaggiare il frutto della dannazione.

L’averlo assaggiato è come non poter più tornare indietro.

L’uomo conosceva il paradiso dove giaceva. Adesso conosce anche l’inferno.
Sa di non poter più fare marcia indietro…
Cresce la paura, cresce la dannazione. È l’Inferno che lo chiama

Spazio Autrice:
Eccomi quà! Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo di questa Fan Fiction.
Spero vi piaccia anche questo capitolo e che non vi deluda!
Se avete consigli li accetterò molto volentieri... ammetto di non scrivere benissimo!
I primi due capitoli li ho postati molto ravvicinati ma gli altri li metterò appena posso! Non disperate!!
Grazie a tutti!



 
  
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