Entrai nell’androne del palazzo strofinandomi i piedi sullo zerbino all’entrata e mi diressi verso la cassetta della posta. Mi maledissi per aver rimesso nella borsa il mazzo da duecentosettanta chiavi che mi ritrovavo e, paziente, lo cercai per due minuti buoni. Aprii la cassetta e la svuotai. Bolletta, raccomandata, invito… invito? Salii a casa (grazie a Dio avevano aggiustato l’ascensore) e mi misi comoda sul divano. Aprii la busta color avorio che avevo fra le mani e lessi il biglietto.

La Sony Entertainment è lieta di invitare la signorina Claire Oleanders e il signorino Harry Edward Styles al Gran Gala di Natale che si terrà in data 23 Dicembre 2012 alle ore diciannove nella Grand Sala dell’hotel Ritz di Londra.

Bene. Mo’ pure il Gran Gala al Ritz. Il vestito più costoso che avevo era di Zara e l’avevo pagato 75 sterline. Non che fossi povera, ma non avevo mai avuto l’occasione di indossare un abito pretenzioso. Composi il numero di Harry e dopo tre squilli rispose.
-Guarda che sono ancora arrabbiata. Ma cos’è questa storia del Gala?-
-Ci hanno invitati e dobbiamo “assolutamente andare”- rispose imitando la voce di Paul.
-Piccolo problema. Non sono mai stata ad un ballo galante prima d’ora… e non ho il vestito. Di sicuro non ce li spendo i miei soldi per un abito che metterò solo una volta in vita mia. E poi…-
-Shh zitta un attimo! Non dovrai pagare nulla, facciamo tutto noi.- mi interruppe.
-Non posso permettere che il management ti faccia spendere soldi in questo modo. Tutte queste manovre che fanno… non ti lasciano neanche respirare! Non si può vivere in questo modo. Tu lo sai. E poi perché tutto ciò? Solo perché ti scambiavi effusioni in pubblico con il tuo migliore amico? Questo vorrebbe dire automaticamente che siete gay? A volte la gente sa essere così stupida. Pur di dimostrare di avere ragione vede cose dove non ci sono.- cercai di riprendere fiato. Queste cose mi facevano imbestialire.
-Già…- rispose solo Harry.
-Cos’è quel “già”?-, sapevo che Harry e Louis erano sempre stati solo buoni amici, anzi ne ero sicura. Ma che mi stessi sbagliando?
-Ma che sei pazza?! Mi pare di averti dimostrato più volte che sono definitivamente etero, o sbaglio?- ecco, era tornato quello di prima.
-Sì, principe azzurro, sì. Allora questo vestito quando vogliamo comprarlo? E’ già il 10 di Dicembre, non credo che la Sony aspetterà noi.-
-Infatti domani pomeriggio dovrei essere libero. Andiamo io te e Lou in qualcuno dei vostri negozi che vi fanno sentire fighissime non appena ci mettete piede.- disse sembrando ben poco entusiasta all’idea.
-Ok, allora mi passate a prendere domani verso le quattro. Ciao Harold.- e attaccai mentre lui si lamentava del modo in cui l’avevo chiamato.
Mi sentivo stranamente eccitata all’idea di andare ad un evento da ricconi con un vestito da ricconi. Insomma, certe cose si vedevano solo in TV o sulla prima pagina di qualche rivista da settantenne raggrinzita circondata da gatti che coccola come figli.
Mi cambiai, indossando una delle tute più brutte sulla faccia della Terra, e mi addormentai pesantemente sul divano.
Mi risvegliai il giorno dopo, buttata per terra con una coperta a fiorellini che mi copriva a malapena le gambe. Accanto al mio viso trovai un bigliettino di Sophie.

Sono andata da David. Scusami se ti ho lasciata sul pavimento, ma la tua mole non mi ha permesso di spostarti. Ho provato a usare anche un montacarichi, ma niente. La colazione è nel microonde. xx

Sorrisi per la squallida battuta della mia amica e mi chiesi chi fosse David. Poi mi ricordai che si trattava di Picazzo. Presi la tazza di latte macchiato che mi aveva preparato e la sorseggiai con calma.
Pensai a Harry e a quello che stava passando. Sicuramente la vita da VIP era sognata da milioni di persone, solo che queste persone non si rendevano conto degli aspetti negativi che comportava. Non poter andare a comprare il pane senza essere riconsciuti, o ricevere minacce di morte ogni giorno.
O dover fingere di essere innamorato di qualcuno.
Mi feci una lunga doccia e mi vestii. Sophie non sarebbe tornata a pranzo, così mangiai da sola un triste piatto di pasta in bianco.
Alle quattro in punto mi squillò il cellulare, segno che Harry e la sua truccatrice/parrucchiera/madre di figlia acquisita erano arrivati.
-Ciao!- salutai tutta la comitiva e mi sedetti accanto a Harry, mentre Lou e l’adorabile figlioletta erano dietro. Ci dirigemmo verso il centro di Londra e parcheggiamo non lontano da Sloane Street. Ricordai tutte le volte in cui io, mia madre ed Anne avevamo trascinato il piccolo ed indifeso Harry a fare shopping con noi. Puntualmente si lamentava e pestava i piedi minacciandoci.
Il primo ed unico negozio che visitammo fu Valentino. Mentre io ed Harry provavamo i vestiti più assurdi, Lux scorrazzava per il locale e Lou discuteva con la commessa sui toni sui quali avremmo dovuto puntare per restare coordinati. Il primo abito che provai era viola con del tulle un po’ ovunque, Harry invece indossava uno smoking prugna che lo faceva sembrare Tinkie Winkie dei Teletubbies. Scoppiammo a ridere tutti e due e decidemmo che lui sarebbe andato sul classico smoking nero. Pagò e uscì a fare una telefonata. Intanto io provavo tessuti e colori diversi, mi stavo rimbambendo. Lou e Lux si erano accasciate sulla poltroncina color crema davanti ai camerini e aspettavano impazienti che uscissi con il milleunesimo abito. Scostai la tendina e mossi un passo in avanti. 
-Mh. Non saprei... Non mi convince. Voi che dite?- mormoravo rigirandomi davanti  lo specchio. Quattro individui mi fissavano a bocca aperta: la commessa, Lou, Lux (che cercava di mangiarsi la mano) e Harry. Aveva ancora il cellulare in mano e stava immobile in piedi accanto alle donne, non riuscivo a capire se gli facessi paura o mi stesse adorando come una dea greca.
-Tesoro, abbiamo trovato il tuo vestito.- disse Lou sorridendo. L'abito era effettivamente molto bello e mi stava anche piuttosto bene. Era lungo, blu notte, ricoperto di sottilissimi strass argentati e metteva in risalto le mie curve in corrispondenza di seno e sedere. Io non ero proprio una modella, non lo ero mai stata, eppure in quel bozzolo blu sembravo una bellissima farfalla. Lo sguardo di Harry continuava ad incuriosirmi, sembrava completamente devoto a me ed alla mia figura, assorto in chissà quali pensieri.
Mi cambiai e Harry pagò il vestito (cosa che mi diede ancora fastidio, nonostante lui ormai fosse più ricco di quanto io sarei mai stata in tutta la mia vita) dopodiché uscimmo e venni riaccompagnata a casa.
I giorni passarono in fretta, fra un esame e l'altro, Sophie aveva finalmente consumato il suo fidanzamento con Picazzo, ed Harry aveva sempre più spesso quello sguardo perso ed adorante nei miei confronti. Cominciavano a uscire i primi articoli nei giornali di gossip, o le foto su Twitter e tutti gli intervistatori o paparazzi non perdevano occasione di chiedere a Harry del nostro rapporto. Era estremamente convincente quando ne parlava, a volte credevo fosse tutto vero persino io. 
Le ragazzine, Larry shippers si chiamavano, non si sarebbero mai convinte del nostro amore, ma di sicuro avrebbero avuto qualche dubbio.
La sera del 23 dicembre ero nel salotto di casa mia, camminando su e giù mentre aspettavo la limousine che ci avrebbe scortato al Gala. Mi squillò il cellulare e capii che era arrivato il momento di scendere. Controllai un'ultima volta il trucco, anche se sapevo che Lou me l'avrebbe ritoccato, il contenuto della borsetta e salutai Sophie che mi ammirava con i suoi occhioni verdi. 
Non ero mai stata in una limousine, era meravigliosa. Gli interni erano in pelle nera e le luci viola soffuse creavano un'atmosfera a dir poco surreale. Non appena entrai Harry si ammutolì e spalancò gli occhi. Mi sedetti e gli diedi un bacio veloce sulla guancia, per poi farmi aggiustare dalla truccatrice che mi fece i complimenti per lo "splendido make-up". 
-Ah, ma ci siete anche voi!- mugugnai sorpresa mentre Lou mi intimava di stare immobile. Quasi non mi ero accorta della presenza degli altri 4/5 della band con le loro odiose fidanzate. Non erano proprio odiose, solo frivole. Danielle mi stava molto simpatica all'inizio, ma con il tempo si era montata la testa come una mongolfiera, mentre Eleanor era sempre stata la più dolce e forse quella che sopportavo di più.
Perrie se ne stava sempre sulle sue e credeva di essere la reincarnazione di Mina. Non che parlasse molto, passava ogni secondo della sua esistenza a pomiciare con Zayn.
Niall era il povero scapolo della situazione, l'unica relazione amorosa che intratteneva era con la pizza.
-Sai com'è, ci siamo anche noi nei One Direction, non so se l'hai notato.- disse acido Zayn mentre riprendeva fiato. Non avevamo mai avuto un buon rapporto, io e il pakistano. Ci era capitato spesso di litigare per cose futili, eravamo tutti e due molto irascibili.
Tutti risero nervosi, speravano che almeno quella sera non litigassimo. 
Dopo una ventina di minuti vedemmo una gran folla urlante e una miriade di flash. 
La limousine accostò all'inizio del tappeto rosso, proprio a metà della marmaglia. 
Salutai Lou e l'autista aprì la portiera. 
"Che la festa incominci", pensai.
Uscirono prima Liam e Danielle, accompagnati da un boato assordante. Spesso mi chiedevo come facessero ragazzine tanto minute a produrre suoni così potenti. Poi uscì Niall, seguito da Zayn e Perrie. Io ed Harry chiudemmo la sfilata. Molti fotografi ci chiedevano di posare insieme, altri di fotografare i ragazzi da soli. Ad un certo punto qualcuno chiese una foto solo con le fidanzate. Così mi misi in disparte a guardare, solo quando mi accorsi dell'occhiata esortativa di Danielle mi resi conto di dover prendere parte alla fotografia. 
Successivamente qualcuno ci chiese qualche autografo (anche a me, cosa che mi sorprese parecchio).
Ci stavamo avvicinando all'entrata luccicante, quando di colpo ci fermammo: Liam e Danielle si scambiarono un leggero bacio a fior di labbra e poi sorrisero imbarazzati. Erano sotto il vischio. Sicuramente sarebbe capitata anche a me la stessa sorte. Zayn e Perrie. Man mano che avanzavo, sentivo l'ansia crescere. Louis e Eleanor. Non che avessi paura di baciarlo, piuttosto mi metteva una strana soggezione farlo davanti a mezza Londra. Arrivati sotto il fatidico vegetale, sentimmo la folla prepararsi a un gran frastuono. Harry mi prese la mano, lo guardai negli occhi. In quel momento capii che non c'era niente di cui preoccuparsi, eravamo solo Harry e Claire, come eravamo sempre stati. Mi sorrise per una frazione di secondo e mi baciò. Nonostante gli spettatori stessero urlando con tutto il fiato che avevano in corpo, non sentivo niente. Solo un dolce brusio di sottofondo mentre le sue soffici labbra si posavano sulle mie. I nostri cuori che battevano all'unisono scandivano il ritmo di quel bacio così profondo, eppure così breve. Quando ci dividemmo riconobbi che non avevo mai provato neanche lontanamente un'emozione simile. Pensai che forse era dovuta all'adrenalina, messa in moto dalla situazione assolutamente anomala. Sorrisi come un'idiota, salutando la folla, mentre mille pensieri mi vorticavano in testa. Non mi ero innamorata. Non del mio migliore amico.

Spazio autrice: salve donzelle! Scusate infinitamente il ritardo nel postare questo capitolo... di merda. Volevo che fosse perfetto, ma purtroppo non mi soddisfa per niente. In ogni caso grazie a chi ha messo la storia nelle preferite, ricordate o seguite. Grazie a chi recensisce e a chi legge in silenzio. Se vi va, recensite questo capitolo, anche se vi fa schifo. Siate cattive.
Baci a tutti e millemila auguroni di Natale, Buon anno e compleanno di Boo.