Take me home
You're everywhere.
Suonai il campanello della porta in perfetto
orario, quella domenica mattina.
Ero emozionata, non stavo più nella pelle. Di
lì a qualche minuto avrei finalmente rivisto mio fratello Louis.
Per l’occasione mi ero accuratamente
preparata, desiderosa di presentarmi al meglio.
Avevo indossato dei pantaloni dal taglio
classico, una camicia ed un cardigan. I capelli, invece, li avevo lasciati al
naturale, come piacevano a mio fratello: mossi e mai ordinati.
Un ampio sorriso s’impossessò delle mie
labbra, non appena sentii lo scatto della serratura.
Mi avvicinai di poco, preparandomi già ad un
caloroso abbraccio, ma quando la porta si spalancò m’immobilizzai all’istante.
Sgranai gli occhi ed indietreggiai di qualche
passo, ancora con lo sguardo puntato sull’individuo a qualche metro da me.
Fui colta da una prepotente sensazione di
imbarazzo, poi sentii le guance andare a fuoco.
“Harry, dovrebbe essere mia sorella! Falla
entrare e mettiti una maglietta addosso!”, urlò una voce, quella di Louis, da
chissà quale stanza.
Davanti a me, ancora con una mano poggiata
sulla maniglia della porta, faceva bella mostra di sé l’ormai famoso agente, a
petto nudo.
Deglutii impercettibilmente, cercando di
spostare l’attenzione sul suo volto e non sul suo corpo.
“Agente.”, feci a mo’di saluto, sforzandomi di
accennare ad un sorriso.
“A quanto pare io e te non facciamo altro che
incontrarci.”, puntualizzò con voce bassa e alquanto
Abbassai il capo violentemente, non riuscendo
a sostenere il suo sguardo beffardo ed ambiguo.
“Lizzie! Finalmente sei arrivata!”, esclamò
esultante mio fratello, facendo capolinea sull’ingresso.
Mi venne incontro, poi mi abbracciò con foga,
stritolandomi forte tra le sue braccia.
Ricambiai subito, lasciandomi cullare da quel
magico momento.
Erano mesi che non lo vedevo e, nonostante lo
sentissi praticamente tutti i giorni, mi era mancato.
“Ma cosa ci fai ancora qui? Dai, entra!”,
affermò poi, trascinandomi all’interno della casa con ancora un braccio avvolto
attorno alle mie spalle.
“Allora, cosa mi dici di bello? Ma lo sai che
ti trovo proprio bene?”, continuò poi con un sorriso a trentadue denti disegnato
sulle labbra.
Era felice, glielo si leggeva negli occhi
azzurri e limpidi.
“Mi sei mancato, Tommo.”, quasi sussurrai,
prima di stringerlo un’altra volta forte a me.
Era bello sentire il suo profumo, il suo
calore sulla mia pelle. Mi trasmetteva protezione, sicurezza, amore.
Adoravo mio fratello e quella lontananza che
ero stata costretta a sopportare non aveva fatto altro che intensificare il
rapporto che c’era tra di noi.
“Anche tu mi sei mancata, pulce.”, mormorò tra
i miei capelli, scombinandomeli.
L’agente si schiarì la voce, probabilmente per
attirare la nostra attenzione, interrompendo quel magico momento.
Ci voltammo entrambi in sua direzione,
aspettando che continuasse.
“Ho capito che non vi vedete da tempo, ma
potreste spostarvi da qualche altra parte? Insomma, il corridoio serve per
passare ed io devo andare a prendere una maglietta! Sto morendo di freddo!”, sì
lamentò con una finta espressione innocente, mentre con le mani cercava di
riscaldarsi all’altezza delle spalle.
“Harry, il tuo tatto è paragonabile alla
grazia di un elefante in un negozio di cristalli.”, borbottò ironicamente mio
fratello, sciogliendo la presa.
L’agente, il cui nome avevo capito essere
Harry, sbuffò sonoramente, prima di proseguire lungo il corridoio, probabilmente
in direzione della sua stanza.
Sapevo che mio fratello avesse preso casa con
dei suoi amici, ma non sapevo affatto chi loro fossero, non prima di quel
momento, perlomeno.
“Piuttosto, mi pare di aver capito che tu ed
Harry vi siate già visti.”, iniziò guardandomi con un’espressione curiosa,
mentre con passo lento si avviava verso una destinazione a me ancora ignota.
Lo seguii, osservando attentamente ogni
dettaglio della sua abitazione.
L’arredamento era semplice, ma accurato e
particolare allo stesso tempo, come se ci fosse lo zampino di una donna. Tutto
era in ordine, a partire dalla lunga serie di riviste automobilistiche e dalla
pila dei cd che si ergeva accanto allo stereo del salotto.
Ci accomodammo sul divano di pelle, poi mi
sfilai il cappotto.
Le pareti erano chiare, una flebile luce
entrava dall’enorme vetrata che si apriva su una parete della stanza.
Louis si avvicinò a me, circondandomi le
spalle con un braccio.
Poggiai la testa nell’incavo del suo collo,
assaporando quei momenti che tanto mi erano mancati.
“Sì, ieri notte mi sono alzata per prendere
del tè, visto che non riuscivo a dormire, e lui ha pensato che volessi fare
chissà cosa.”, chiarii.
Del resto la presenza di quell’agente a casa
di mio fratello poteva spiegarsi solo in due modi.
Potevano essere grandi amici, oppure avevano
preso l’appartamento insieme, ma in entrambi i casi Louis doveva essere al
corrente dei dettagli riguardanti la sua vita.
“Al campus, dici?”, mi chiese con fare
scettico, scostandosi giusto il necessario per potermi guardare negli occhi.
Aveva la fronte corrugata, il volto
chiaramente contratto in un’espressione concentrata, come se stesse cercando
una soluzione.
Annuii semplicemente, aspettando che mi
rendesse partecipe dei suoi ragionamenti.
“Harry non va al college.”, dichiarò dopo
qualche secondo con voce titubante.
Accennai appena ad un sorriso.
“Ed infatti lui stava lavorando. Aveva il
turno notturno di vigilanza e mi ha anche fatto una ramanzina assurda.”,
spiegai allora.
Louis scoppiò in una fragorosa e travolgente
risata, per poi portarsi le mani all’altezza dell’addome.
“Non posso crederci.”, riuscii a dire tra una
risata e l’altra.
Concentrai il mio sguardo su di lui, non
riuscendo a capire cosa ci fosse di tanto divertente e buffo in quella situazione.
“Mi spieghi cosa sta succedendo?”, domandai leggermente
stizzita dal suo atteggiamento.
Lui continuava a ridere, sempre più forte,
mentre di tanto in tanto cercava di proferir parola, ma puntualmente la sua
voce veniva soffocata da altre risate.
“Si può sapere cosa state combinando? Avete
organizzato un cabaret e non mi avete invitato?”, esclamò allora l’agente
raggiungendoci in salotto, questa volta con indosso una maglia bianca a maniche
corte.
Come se
fosse cambiato molto da prima! Quella maglietta di cotone non sarebbe stata di
certo utile per riscaldarsi!
“Lei!”, iniziò mio fratello indicandomi,
cosicché l’attenzione si spostasse sulla sottoscritta.
“Io.”, gli feci eco, ormai davvero
spazientita.
“Lei!”, replicò ancora Louis, indicandomi con
l’indice destro.
L’agente si voltò in mia direzione ed i suoi
occhi verdi e scettici penetrarono nei miei.
“Cos’ha fatto tua sorella, Lou?”, gli chiese
allora, mantenendo però il suo sguardo fisso nel mio.
Quasi mi infastidiva quel contatto visivo.
Sembrava mi stesse scrutando, guardando dentro, cercando di comprendere
qualcosa che andava oltre il mio visino angelico e la calma apparente.
Era inquietante, sublime.
I miei pensieri furono riscossi dalle parole
sconnesse di mio fratello.
“Lei! La ragazza di ieri! Lei!”, affermò
ancora ridendo, con una mando davanti alla bocca.
Vidi le labbra dell’agente aprirsi in un ampio
sorriso.
“Sì, l’avevo capito anche io.”, confermò lui,
mordicchiandosi il labbro inferiore, mentre sulle sue guance comparvero due
piccole fossette.
Era forse
una congiura contro di me, quella?
“Di grazia, potreste spiegare anche a me?”,
chiesi simulando calma apparente.
In realtà avrei voluto dirgliene quattro, a
quel perfetto sconosciuto che ora si prendeva gioco di me con l’ausilio di mio
fratello.
L’agente sogghignò.
“Sono Harry Edward Styles e l’unico legame che
ho con il college sono le ragazze. Non lavoro affatto come vigilante, ma tu eri
troppo buffa ed ingenua che non ho saputo resistere! Piacere, comunque!”,
esordì tendendomi la mano, mentre con poche falcate si posizionò esattamente di
fronte a me.
Spalancai gli occhi, poi sbattei più volte le
palpebre, come per convincermi che fosse tutto reale e non frutto della mia
immaginazione.
“Tu cosa?”, chiesi per ricevere conferma, non
accennando minimamente a voler stingere al sua mano.
“Andiamo Lizzie, ti ha fatto uno scherzo e tu
ci sei cascata in pieno! Ma non sapeva fossi mia sorella, non fin quando ha
aperto la porta e ha trovato te!”, chiarì allora Louis che finalmente aveva
smesso di ridere.
“Ma bene!”, sbottai allora, alzandomi di
scatto in piedi, per poi ritrovarmi a pochi centimetri da quel ragazzo riccio
che si era finto un agente.
“Ecco a voi il nuovo candidato all’Oscar!”,
ironizzai facendo roteare gli occhi, poggiando le mani sui fianchi.
“Non volevo spaventarti, l’altra sera. Insomma,
stavo tornando da una serata e ti ho vista: sembravi così intimorita e
spaesata! Del resto non pensavo mi avresti preso sul serio, era evidente che
stessi scherzando!”, si giustificò con un sorrisetto accennato sulle labbra,
incorniciato da quelle due fossette, mentre con gli occhi verdi guardava dritto
nei miei.
Patetica, ecco come mi sentivo in quel
momento, come un pesce che con estrema facilità aveva abboccato all’amo.
Il cuore batteva forte, quasi volesse
esplodere per l’imbarazzo, ma mi imposi di non peggiorare ulteriormente
l’umiliante situazione in cui mi trovavo.
“Non
vorrà certo discolparsi adducendo strane scuse, vero?”, lo provocai con le
stesse parole che aveva utilizzato lui qualche sera prima.
Mi sentii stranamente orgogliosa di me stessa
per quella inaspettata sicurezza che ostentavo in quel momento, con quello
sconosciuto e che ero riuscita a recuperare nel giro di pochi attimi.
Lui sogghignò, poi mi fissò ancora per qualche
attimo prima di riprendere parola.
“Questa volta potresti essere tu a far finta
di crederci.”, propose con voce più bassa.
I suoi occhi mi stavano penetrando, li sentivo
scavare sempre più a fondo nei miei.
“Harry, smettila di fare il cascamorto con mia
sorella!”, s’intromise prontamente Louis, dando una pacca sulla spalla destra
del suo amico, cosicché il nostro contatto visivo venisse interrotto.
“Piuttosto, non avevi detto che dovevi andare
da Caroline?”, riprese ancora, trascinando il riccio verso il centro della sala.
“E poi avevi anche promesso che mi avresti
lasciato la casa tutta per me e per la mia adorabile sorellina che non vedo da
tempo!”, aggiunse poi, spingendolo sempre più lontano.
“Va bene, va bene.”, si lamentò Harry. “Ho
capito, ora me ne vado!”, concesse allora, avviandosi verso l’ingresso.
Lo intravidi prendere un cappotto
dall’appendiabiti posizionato nei pressi della porta, poi si avvicinò al
tavolino del salotto e prese le chiavi che erano appoggiate su di esso.
“Io vado, allora.”, salutò guardando mio
fratello. “Ciao adorabile sorellina di Louis!”, aggiunse poi con le labbra
incurvate in un sorrisetto, guardando me.
“Ciao.”, risposi soltanto, in modo freddo, ma
educato.
Pochi istanti dopo sentimmo il portone
chiudersi alle sue spalle, segno inconfondibile del fatto che fosse andato via.
“Così è con lui che vivi.”, constatai
lasciandomi cadere nuovamente sul comodo divano.
Louis annuì, affiancandomi subito.
“Sembra un presuntuoso, ma in fin dei conti è
un bravo ragazzo.”, commentò quasi come se stesse cercando di difenderlo.
“E con Eleanor come va?”, domandai allora.
Eleanor era praticamente l’unica cosa stabile
e duratura della vita di Louis. Erano inseparabili, ormai.
“Meglio! Da quando si è trasferita a Londra
anche lei viene sempre più spesso a trovarmi, anzi! Si può dire che quasi viva
qui anche lei!”, confessò.
E solo allora capii perché la casa era in
ordine, perché tutto sembrava essere al posto giusto, persino gli arredi più
strambi come quel quadro raffigurante una lattina di Coca Cola.
“Tu che mi dici del college? Ti manca casa?”,
mi domandò, facendosi di poco più vicino.
Mi rannicchiai meglio sul divano, incrociando
le gambe esattamente come facevo quando ero piccola ed avevo un problema.
“Sarei falsa se ti dicessi che non mi manca,
ma sto cercando di abituarmi all’idea di dover fare tutto da sola.”, quasi
sussurrai con la testa china.
Subito le braccia di mio fratello mi avvolsero
in un caldo abbraccio.
“So cosa vuol dire doversi abituare ad
affrontare la realtà, a vivere.”, mormorò con voce comprensiva e calma tra i
miei capelli.
“Ci sono passato anche io.”, nella sua voce
colsi un accenno di rammarico.
“Ma tu non sei affatto sola! Ci sono io con
te!”, aggiunse per rincuorarmi.
Sapevo quanto le sue parole fossero sincere e
veritiere, ma sapevo anche che la sua presenza non sarebbe bastata.
Ero io a dover cambiare, ero io a dover
distruggere quella bolla di vetro nella quale avevo vissuto per tutti quegli
anni.
“Non è la stessa cosa.”, bofonchiai a voce
talmente bassa che dubitai mi avesse sentito.
“Ce la farai, lo so. Devi solo prenderci la
mano.”, affermò deciso, prima di stringermi tra le sue braccia, quelle stesse
braccia che mi davano la sensazione di trovarmi a casa.
“Ed ora basta con queste scene
melodrammatiche!”, sbottò tutto d’un tratto, svicolando la presa.
“Voglio proprio vedere se sei migliorata alla
play-station in tutto questo tempo!”, dichiarò alzandosi, per poi muovere
qualche passo in direzione del televisore.
“Non vorrai mica sfidarmi?”, gli domandai, con
una palese espressione scandalizzata dipinta sul viso.
“L’ho appena fatto, babe!”, disse, facendomi
l’occhiolino. “Fammi vedere di che pasta sei fatta, Tomlinson!”, mi sfidò.
Buon pomeriggio a tutti!!:D
Allora, lo so... ce ne ho messo di tempo, ma vi assicuro che non è affatto colpa mia!
Insomma, il capitolo era pronto ma ho avuto un piccolo impresvisto:
sarei dovuta tornare a casa mercoledì sera,
ma alla fine mi non mi hanno più mandata e sono tornata solo ieri!-.-"
Comunque sia, in questo capitolo finalmente appare Louis!!:D
Il fratellone della nostra protagonista è decisamente molto protettivo nei suoi confronti,
ma tra loro c'è un rapporti stupendo.
Con lui Lizzie sembra quasi una persona normale!xD
Inoltre si è finalmente fatta chiarezza sulla reale identità dell'agente riccio:
che era Harry ormai era ben chiaro,
ma ora abbiamo anche scoperto che non è un vigilante!
E allora cosa diamine ci faceva a quell'ora negli alloggi??? Bah...xD
Ok, non mi dilungo, tanto in questi giorni ci sentiremo molto più spesso!;)
Volevo ringraziare quelle meravigliose persone che hanno inserito la storia
tra le seguite, le ricordate e le preferite...
SIETE MERAVIGLIOSE!!!*.*
E ringrazio anche quelle anime pie che hanno lasciato una recensione,
rendendomi supermegaiperfelice!!!*.*
VI ADORO!!!!!<3
Ne approfitto per fare gli auguri a tutti voi!:D
Tra poco è Natale, quindi...
Merry Chirstmas to everybody!!!:D
Se vi va lasciate una recensione, sarebbe un fantastico regalo di Natale!!xD
Alla prossima!!!:*
Astrea_