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Autore: LetsDream    23/12/2012    1 recensioni
Ciao sono Giulia, una ragazza di 15 anni che vive in Italia e ho un sogno: incontrare i miei idoli. Da alcuni mesi condivido questa passione con la mia migliore amica, Camilla. Ho i capelli castani mossi che mi arrivano sotto le spalle e gli occhi marroni. Non sono molto alta e sono abbastanza magra, mi piace la pallavolo e adoro la musica. Sono una ragazza molto timida, forse troppo!
Io sono Camilla, ho 15 anni e vivo vicino a Giulia, la mia migliore amica. Condividiamo la passione per quei 5 ragazzi da circa 8 mesi. È grazie a loro se adesso siamo così vicine. È grazie agli One Direction se ci vogliamo così bene. Bhe, abbiamo anche un sogno in comune ovviamente: incontrarli. Penso che ci cambierebbe la vita. Oltre a questo gioco a pallavolo e vivo per la musica. Sono abbastanza alta, ho i capelli castani mossi e molto lunghi. Non sono perfetta, nessuno lo è. Ma io provo a piacermi comunque.
Questa è la nostra storia, il nostro sogno.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 32: Your heart’s against my chest, your lips pressed to my neck.
CAMILLA STORY
Dopo circa dieci minuti di cammino arrivammo al negozio.
-Be noi entriamo, voi che fate? Chiesi restando appesa alla mano di Niall come avevo fatto per tutto il tragitto.
-Be, direi che andiamo a casa, ci vediamo per cena? Ci chiese Zayn
-Perfetto! 
Giulia salutò Harry ed io mi spupazzai Niall per qualche minuto fino a quando Giù non mi prese per la felpa e mi trascinò verso l’entrata.
-Ehi! Stavo salutandolo per bene!
-Sisi ok ma è tardi Cam! Andiamo! 
Entrammo insieme nel negozio e cercammo dietro al lungo bancone la ragazza della chiamata ma non la trovammo. 
Un’altra ragazza con i capelli biondi ci venne incontro e ci disse: 
-voi siete quelle nuove?
-ehm..si!
rispondemmo in coro io e Giulia.
-Bene, seguitemi. Ci fece un sorriso enorme e ci portò in una stanza dietro al bancone.
Li ci spiegò quello che dovevamo fare: girare per il negozio, chiedere alla gente se aveva bisogno di aiuto e ci mostrò un foglietto con stampati i turni che avremmo dovuto seguire nei giorni successivi. 
Camerini, cassa, reparto 1..sembrava divertente! 
Io passai due ore alla cassa insieme a Clare, una ragazza di qualche anno più grande di me che mi spiegò bene come funzionava il tutto mentre Giulia aveva il turno ai camerini.
Il negozio chiudeva alle sei, ma dato che era il nostro primo giorno ci lasciarono libere per le cinque.
Io e Giulia decidemmo di tornare a casa, farci una doccia e poi raggiungere i ragazzi a casa loro.
Nel tragitto di ritorno verso casa dello zio parlammo un po’ del nuovo lavoro.
-Be, come ti sembra Cam?
-Bhe, a me sembra un bel posto, le altre ragazze che lavorano li sono simpatiche..come primo giorno mi ha convinta! 
-Anche a me dai! 
Arrivammo a casa e Giù s’infilò subito sotto la doccia. Io intanto sistemai un po’ i miei vestiti che erano sparsi per la camera.
La maglietta che avevo il primo giorno, la felpa dei ragazzi, i jeans che avevo quando io e Niall avevamo scavalcato il cancello del parco..
Stavo mettendo tutto nell’enorme armadio bianco quando da una tasca di un paio di jeans cadde un bigliettino.
Non mi ricordavo di aver messo in tasca niente. Lo raccolsi da terra e quando lo vidi da vicino lo riconobbi.
Me lo aveva dato Niall prima che io e Giù partissimo per l’aeroporto.
Come avevo fatto a dimenticarmelo? 
Mi sedetti sul letto col biglietto in mano e le mani che tremavano un pochino.
Lo aprì e la prima cosa che notai fu la calligrafia. Niall scriveva in modo strano, le ‘a’ erano un po’ schiacciate e le ‘i’ avevano una specie di codina che si collegava al puntino sopra.
Inizia a leggere.
“Mi mancherai Camilla, davvero. 
Non mi affeziono facilmente alle persone, non capita praticamente mai, ma con te è successo e non  posso farci niente.
E’ che ci sono troppo dentro a ‘sta storia per lasciarti andare. Non posso lasciarti andare via. Per questo ti prometto che resteremo in contatto. Ti chiamerò. Tutti i giorni se è necessario. La nostra amicizia non finirà Cam, non può finire.
‘In time I’ll find the words to say before you leave me today..’ eccole le mie parole prima che tu te ne vada:
ti voglio bene Cam, per davvero.
Un bacio,
Nialler.”

La mia emotività mi aveva tradito e una lacrima stava già cadendo quando Giulia sbucò dal nulla e mi fece saltare in aria.
-La doccia e libera Cam! 
Tirai su col naso e mi asciugai una guancia.
-Ok, vado! Risposi sorridendo.
-Tu non me la racconti giusta baby, appena esci dalla doccia parliamo. 
-Tranquilla Giù, non ce ne bisogno.
Le sorrisi e le misi in mano il bigliettino di Niall.
Feci una doccia velocissima e mi vestii: jeans scuri, felpa rossa, vans rosse e sciarpa grigia.
A un quarto alle sette io e Giulia ci incamminammo verso casa dei ragazzi.
Davanti a quel portone blu sembrava sempre la prima volta.
Suonammo e ci aprò Zayn coi capelli bagnati. 
-Ehi Maliiik! 
-Ciao bellezze! La cena è già in tavola! Vado a asciugarmi i capelli e torno da voi!
Ci sorrise e salì le scale che portavano alle camere.
Sembrava più felice rispetto al pomeriggio, magari aveva parlato con Perrie..
Vidi il mio biondo sdraiato sul divano. Non ci pensai due volte e lo raggiunsi di corsa.
-Ehii Cam!
In meno di un secondo ero sopra di lui.
Lo guardai dritto negli occhi:
-Io ti voglio bene Horan, davvero davvero tanto! 
-Ok, la tua tenerezza mi piace sempre di più! 
Ci baciammo e dopo essere caduti dal divano ci avviammo verso la cucina ridendo e spingendoci l’un l’altro.
Di là ci aspettavano tutti gli altri davanti a una teglia gigante di pizza. Liam si era dato da fare!
Mangiammo tranquillamente e verso le otto ci spalmammo tutti insieme sul divano. Liam doveva uscire per parlare con Danielle. Non erano più usciti dalla sera dell’irish pub e dovevano chiarire le cose. 
Mentre gli altri discutevano su dove andare io seguì Niall fino in camera sua.
Chiuse la porta, con tutti i miei pensieri di fuori.
Eravamo io e lui. Soli.
Sdraiati sul letto, parole dolci, baci, morsi. 
Sentivo il suo cuore battere contro il mio.
Lui sapeva come farmi stare bene. Solo lui ci riusciva.
Mi alzai e mi avvicinai allo stereo di fronte al letto. Guardai un po’ i cd nel porta cd li di fianco e trovai ‘+’ di Ed Sheeran. 
Il mio amore per quel ragazzo era infinito, quindi infilai il cd nello stereo e andai direttamente a Kiss Me, la mia canzone preferita, poi tornai da Niall e mi misi tra le sue braccia.
Stretta a lui ero in paradiso. 
Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Mentre giocherellava con una ciocca dei miei capelli io avevo la mia mano infilata sotto la sua maglietta e gli accarezzavo la schiena. 
Gli vibrò il cellulare e lo tolse dalla tasca dei jeans pianissimo, come se avesse paura di farmi male se si fosse mosso troppo velocemente.
Rispose a un messaggio di Josh e poi, tanto per cambiare, ci scattò una foto.
Non capivo cosa ci trovava di interessante nelle nostre gambe attorcigliate ma si, era tenero.
Postò la foto su instagram poi tornò da me.
Questa volta fu la sua mano a infilarsi sotto la mia maglietta, ma lo lasciai fare.
Le sue dita sfioravano la mia pelle e io gli accarezzavo una guancia, arrossata come sempre.
Riusciva a rendere ogni singolo istante indimenticabile.
‘I’m in love now. Kiss me like you wanna be loved..’ canticchiai seguendo Sheeran.
Niall mi presa alla lettera e mi baciò interrompendomi mentre cercavo di cantare.
Ci stavamo ancora baciando quando Louis ci urlò da sotto di scendere.
-Noo, io non scendo. Disse Horan stringendomi più forte.
-Ok, se non scendi tu non scendo nemmeno io. Gli sorrisi.
-Salti tu, salto io! 
-Titanic? Seriamente Horan? Io odio quel film. Piango sempre quando lo guardo.
-Awwww, anche io.
Cercai di slegare le sue braccia dalla mia vita ma non ci riuscii e mi arresi, senza troppa disperazione.
Poi trovai una scusa. 
-Niall lasciami almeno andare a cambiare il cd! 
-Ook, questo te lo concedo.
 
Mi lasciò andare. Io raggiunsi lo stereo, poi mi girai e gli feci una linguaccia.
-Adesso non mi prendi piuuuu! Scappai di sotto correndo per le scale.
-Nooo! Il biondo mi rincorse disperato.
Sembravamo due bambini dell’asilo. 
Ma eravamo felici, felici per davvero.
  
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