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Autore: Bruli    23/12/2012    2 recensioni
Mia prima fanfiction, in cui troviamo una Nami alle prese coi fantasmi del passato. Riuscirà a ritrovare la fiducia in se stessa o avrà bisogno di una piccola spinta? Spero vi piaccia e che attraverso le vostre opinioni mi aiuterete a migliorare =)
Dal cap 2 :
"Piangeva, Nami piangeva.
Per l’ennesima litigata con lo spadaccino. Per le parole del nemico che le rimbombavano insistentemente nella testa. Per quello che avevano fatto a Bellemere, per quello che avevano fatto a lei. Per la sua debolezza e il suo orgoglio, che non le permettevano di aprirsi con gli amici. Per la consapevolezza dell’ingratitudine nei loro confronti.
Piangeva, scossa dai singhiozzi, incurante del dolore che le straziava il petto, dando finalmente sfogo a tutta la frustrazione e il dolore accumulati, all’angoscia che le opprimeva il cuore. Cacciando insieme alle lacrime tutto ciò che aveva in corpo.
Piangeva, perché non riusciva a non piangere.
Perché quando si comincia a piangere, si piange per tutto e si piange a lungo."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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STO IMPAZZENDO?


<< Ascoltatemi bene >>,  cominciò la navigatrice trattenendo per la maglia quello svampito del capitano che già si stava catapultando oltre il bordo della nave, <>, fece una pausa. << Quindi, nessuna rissa, nessuna discussione, nessun comportamento strambo. Non vi ubriacate, non rubate il cibo, non date confidenza agli sconosciuti. Anzi, non parlate proprio con anima viva – né morta, in ogni caso -  perché conoscendovi andreste a raccontare tutti i fatti nostri al primo capitato. Anche se gli isolani non hanno problemi con noi, gli altri pirati potrebbero crearci scocciature a causa delle taglie che pendono sulle nostre teste. Dunque, >> altra pausa effetto << fatemi il SACROSANTO piacere di non combinare pasticci! Sono stata chiara? >> .
<< Sissignora! >> esclamarono i ragazzi all’unisono.
 Guardò minacciosa la ciurma di scapestrati di cui faceva parte. Aprì il borsellino e affidò un piccolo mucchio di monete ad ogni compagno.
<< Siamo un po’ a corto di berry ,>> continuò, << quindi fatevi bastare quelli che vi sto dando e non spendeteli in sciocchezze >>
I ragazzi osservarono gli spiccioli che la navigatrice aveva posto nelle loro mani come se fossero delle ricchezze immense, pensando a cosa potevano regalarsi con quei soldi.
<< … qualche libro di medicina… >>
<< … una nuova fionda… >>
<< … degli utensili decenti… >>
<<… TANTA CARNE !!! >>
<< Ecco! >> esclamò la navigatrice portandosi una mano alla fronte.
<< Io ancora non ho capito perché devi essere tu il tesoriere e dirci quanto e come spendere i nostri soldi! >> esclamò Usop.
<< Perché altrimenti li spendereste tutti in idiozie come Rufy… >> rispose Nami acida << e qui in mezzo sono l’unica con un po’ di coscienza del danaro >>.
<< Vorrai dire incondizionato amore per il danaro >>.
Nami fulminò con lo sguardo il cecchino, che subito si nascose timoroso dietro Chopper.
<< E voi come spenderete i vostri soldi? >> chiese la piccola renna rivolgendosi all’archeologa e allo spadaccino.
<< Mmh  … >> fece Nico Robin pensierosa << Credo che andrò in libreria a cercare qualche libro di storia antica  oppure mi comprerò un bel romanzo >> .
<< E tu? >>
<< Ancora non lo so >> rispose secco lo spadaccino << Forse comprerò qualcosa da bere. Magari ti accompagno e mi verrà in mente strada facendo >>
In una situazione normale Nami gli avrebbe urlato contro definendolo un “ubriacone” e uno “spendaccione”, ma la ragazza portava ancora dentro di sé il peso della sera precedente e da come lo spadaccino aveva evitato di guardarla per tutta la mattinata intuì che probabilmente era ancora irritato per le parole che gli aveva rivolto.
Guardò il viso abbronzato del ragazzo con velata malinconia, pensando a quanto doveva odiarla in quel momento per ignorarla addirittura. Poi raccolse le forze ed esclamò : << Forza ragazzi! Ci vediamo alla Going Merry alle dodici e mezza! >> . Quindi guardò il capitano che aveva assunto un’espressione interrogativa << Ovvero quando senti il tuo stomaco che non riesce a smettere di brontolare , Rufy >>.
<< Ma il mio stomaco brontola ora, Nami! >> si lamentò il capitano.
<< Allora diciamo quando non riesci a reggerti più in piedi per la fame>>
<< Un momento, Nami >>  si intromise il cecchino.
<< Cosa? >>
<< Chi rimarrà a fare da guardia alla nave? >>
<< Ah >>. Nami rifletté qualche secondo.<< Puoi rimanere tu? >> , chiese infine con aria civettuola.
<< Ma voglio scendere anche io! >> protestò il ragazzo con fervore.
<< Per favore, Usop! Dammi massimo un’ora e ti do io il cambio! Ho bisogno di procurarmi una cartina e non posso mandare nessuno, poi torno immediatamente alla nave! >>
La guardò prima un po’ incerto, ma poi si decise ad acconsentire anche se non particolarmente entusiasta.
Il porto era gremito di navigatori di ogni etnia e di ogni lingua, e le strade erano completamente occupate dai banchi del mercato tra i quali si affaccendavano uomini e donne con addosso tuniche elaborate, mentre diversi bambini rincorrevano un pallone destando le lamentele dei passanti.
Sanji si dedicò immediatamente alla spesa accompagnato da un irrequieto Rufy, ma non dopo averlo riempito di raccomandazioni.
<< Spero tu abbia capito, Rufy >>, aveva detto ostentando una calma che non aveva, mentre tratteneva il capitato per la camicia , << Il cibo che compriamo lo dobbiamo portare sulla nave, quindi NON è da mangiare seduta stante! E ricordati quello che ha detto la mia dolce Nami : non rubare niente! >>
<< Chi è che sta seduto? >> aveva allora chiesto ingenuamente il capitano.
Sanji l’aveva guardato furioso.
<< AAAAAAAAAAH! >> aveva urlato << Seguimi e basta! E non ti allontanare da me! >> , e lo aveva trascinato tra la folla.
Mentre Chopper e Zoro andavano ad acquistare dei medicinali e Nico Robin si recava in libreria, Nami trovò un negozio che vendeva attrezzatura per la cartografia.
Si avvicinò agli scaffali polverosi e si mise ad esaminare della carta pregiata, cercando di scegliere quella più idonea al suo lavoro. Stava valutando la qualità di alcuni fogli quando la sua attenzione fu catturata dal parlottio di tre uomini che discutevano concitatamente a bassa voce, cercando di non farsi sentire dagli altri acquirenti.
Incuriosita, si avvicinò al gruppetto di soppiatto, nella speranza di riuscire a captare qualche informazione su chissà quale grande tesoro.
<< … per questo io non credo affatto sia tutto una legenda >> stava dicendo uno << I presupposti per pensare che ci sia un fondo di verità non mancano, come potete vedere, però bisogna capire in che misura prendere alla lettera le informazioni del testo … >>
<< Abbassa la voce! >> lo rimproverò interrompendolo quello più alto dei tre, indicando con un movimento lieve del capo la ragazza in ascolto.
Nami, come se nulla fosse, continuò a dedicare – apparentemente - la sua completa attenzione al pezzo di carta che aveva in mano, ma le orecchie tese a non lasciarsi sfuggire nemmeno una sillaba.
<< Devi stare più attento! >> esclamò il terzo, un piccoletto con scuri capelli scompigliati . << Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto ci manca solo che qualcuno ci rubi le informazioni! >>
<< S- scusate >> fece il primo. << In ogni caso >> continuò abbassando il tono della voce, costringendo Nami ad avvicinarsi ancora di più al gruppetto con la scusa di esaminare delle matite poste nelle loro vicinanze, << l’altra sera ho trovato questo manuale, e credo possa essere in qualche modo collegato con la legenda … >> . Cacciò dalla borsa che portava a tracollo un libro polveroso dall’aria molto vecchia e lo mostrò ai compagni << Guardate qua >>.
Esaminarono per qualche minuto con molta attenzione la pagina indicata riprendendo a parlottare sussurrando tra di loro.
<< … dicevano che … >>
<< …  come affermato anche nel Codice …>>
<<… no, non credo fosse per orgoglio …>>
La ragazza si sporse nella loro direzione cercando di reperire qualche informazione utile.
<< … il terribile … pare che tutti avessero paura di lui … terrore… >>
<< … ancora non si sa molto … Arlong … >>
Il mondo improvvisamente smise di esistere. Arlong. Ogni fibra del suo corpo rabbrividì a quel nome. Arlong. Ancora lui… possibile fosse una coincidenza? ARLONG .
Improvvisamente le si rabbuiò la vista e si accasciò contro uno scaffale, catturando l’attenzione dei tre uomini che si volsero a guardarla sorpresi, per poi di correre immediatamente in suo aiuto.
<< Ragazzina! >> esclamò quello più basso sorreggendola per un braccio << Che hai? Stai bene? >>
Nami non rispose. Quel nome le rimbombava in testa non permettendole di articolare alcun suono. La fecero sedere e le portarono un bicchiere d’acqua con un po’ di zucchero.
<< Va meglio? >> chiese sempre quello basso.
<< S-si, grazie >> rispose lei, << N- non voglio intromettermi nella vostra discussione ,>> disse prendendo coraggio << ma prima avete fatto il nome di Arlong? >>
I tre la guardarono sorpresi.
<< Arlong? >> chiese il più alto.
Quello che Nami aveva sentito parlare per primo assunse un’aria pensierosa, grattandosi il mento con una mano .
<< Arlong non è forse il nome di un pirata? >> chiese poi. Gli amici lo guardarono cercando di chiarirsi le idee.
<< Ma si! >> esclamò uno dei due, << Il terribile pirata Arlong! Quello che aveva assoggettato Coco Village! >>
<< Ecco perché il nome mi era familiare! Ha fatto parlare a lungo di sè! Ora che ci penso, chissà che fine avrà fatto, è un po’ che sui giornali non si legge di lui … >>
<< Pare sia stato sconfitto, sapete? Da una bizzarra, quanto improbabile, ciurma di pirati! Aspettate, come si chiamava il capitano… qualcosa che ha a che fare  con la paglia … >>
<< Un momento >> li interruppe Nami, un po’ per paura che potessero ricollegarla alla ciurma di Cappello di Paglia, un po’ perché stava andando ancor di più in confusione. << Ma quindi non stavate palando di … di …. di lui? >> chiese tutto d’un fiato, non riuscendo a pronunciare quel nome.
<< No, assolutamente! >> rispose quello basso << Forse hai capito “Arlong” quando il mio amico ha pronunciato il nome di Canargong, il famoso studioso di storia antica >>
<< Ah! >>. La ragazza sembrò svegliarsi da un sogno profondo. << S- scusate, io devo andare! >> esclamò alzandosi di scatto dalla sedia sotto gli occhi sbalorditi dei tre uomini, e si catapultò al di fuori del negozio.
Respirò a pieni polmoni l’aria impregnata di salsedine, cercando di riprendere il controllo e calmare il cuore che le batteva a mille per lo spavento.
<< Aspetti, signorina! >>. Nami si voltò verso il commesso che l’aveva raggiunta di corsa.
<< S-si? >> chiese con voce ancora tremante per l’emozione.
<< Ha le mie matite! >>
La navigatrice, confusa, si guardò le mani e si accorse , effettivamente, di stare stringendo ancora le matite che prima aveva preso dallo scaffale. Gliele porse scusandosi, tutta rossa per la mortificazione.
 “ Un calmante”, pensò, “ci vuole un bel calmante. O forse un sonnifero”. Rifletté per qualche secondo. “Ok, forse ci vogliono entrambi”, e si incamminò alla ricerca di una erboristeria.
Ne trovò una poco avanti ed entrò tirando un sospiro di sollievo, avendo temuto di dover cercare più a lungo.
<< Nami! >> esclamò una voce a lei familiare.
E infatti alzando lo sguardo si trovò davanti un Chopper con le sembianze “da uomo” e uno Zoro dall’aria annoiata, che osservava con un timore quasi reverenziale le boccette di medicinale sistemate ordinatamente sugli scaffali.
<< Che ci fai qui anche tu? >>
<< C-che ci faccio io qui? >> ripeté la ragazza. “ Si, Nami! Diglielo che sei qui per comprare un calmante perché stai decisamente impazzendo e probabilmente hai pure bisogno di una visita dall’otorino!” . << Ehm… devo comprare … devo comprare della crema per le mani! >>
<< Della crema per le mani? >> chiese Zoro sospettoso, rivolgendole per la prima volta nella mattina la parola.
<< Si, vedi … il s-sole mi fa seccare le mani! E una bella ragazza come me mica può andare in giro con le mani tutte screpolate! >> esclamò con finta spavalderia.
<< Scusa, ma perché balbetti? >>
<< Io non balbetto! Non potrei mai rubarti il posto da buzzurro troglodita che non sa mettere una parola dopo l’altra!>> esclamò cercando di sviare il discorso. E infatti immediatamente lo spadaccino, da gran permaloso qual era nei confronti della rossa, si innervosì assumendo un colore tendente al rosso.
<< COSA SONO IO?!? >>
<< UN BUZZURRO TROGLODITA! E se fossi giunto un po’ più civilizzato, ne sapresti anche  il significato! >>
<< COSA?! CERTO CHE SO CHE COSA SIGNIFICA! >>
<< Strano, perché non si direbbe! >>
<< MA BRUTTA STREGA, TI FACCIO VEDERE IO … !!! >>
<< BASTA!!! >> ,esclamò Chopper, << Smettetela, stiamo dando spettacolo! >>
I due si guardarono attorno rendendosi conto che improvvisamente nel negozio era calato un silenzio soprannaturale e che tutti li stavano guardando sconvolti. Nami cercò di darsi un’aria più composta, mentre Zoro le rivolgeva uno sguardo astioso come volendo dire “ Contenta? È tutta colpa tua!”.
<< Hai ragione, Chopper caro >> disse la cartografa, fingendosi più dispiaciuta di quel che era in realtà, << Quando si ha a che fare con uno zoticone come lui non riesco a contenermi, ma è proprio inutile stare qui a discutere, tanto non comprende nemmeno il linguaggio parlato >>
<< MA COME CAVOLO TI PERMETTI, BRUTT … >>
<< HO DETTO BASTA! >> lo bloccò Chopper. << Siete incorreggibili! Non è possibile che stiate sempre a lanciarvi insulti, siete peggio di due bambini capricciosi! >>
<< Ehi, io che c’entro?! >> esclamò Zoro, << è stata lei a cominciare, io non ho fatto niente! >>
<< Come si vede che sei proprio uno zoticone… >> fece Nami scuotendo la testa.
Zoro da rosso divenne nero, e avrebbe ribattuto cose a dir poco spiacevoli se Chopper non lo avesse trascinato per una manica fuori dal negozio, scusandosi con la commessa mentre varcava la soglia.
Nami sospirò. Non avrebbe voluto ricominciare a litigare con lo spadaccino, ma si era sentita messa alle strette e, non sapendo cosa rispondere, aveva preferito insultarlo. E poi, le loro discussioni la facevano sempre divertire. Zoro era capace di farsi scivolare addosso insulti peggiori dei suoi, ma con lei non riusciva a trattenersi, e Nami trovava un vero e proprio diletto nel provocarlo ogni giorno.
<< Non si deve preoccupare, signorina. Anche io bisticcio spesso col mio ragazzo, ma poi alla fine facciamo sempre la pace >> disse la commessa con un sorriso divertito sulle labbra.
Nami la guardò stranita, ma poi, accorgendosi che la donna aveva scambiato il suo sospiro di sollievo per frustrazione, scoppiò a ridere.
<< Ma che dice! Non è certo il mio ragazzo! >> esclamò.
<< Ah, no? >> chiese l’altra sorpresa , << Da come vi guardavate mentre litigavate sembrava tutt’altro… >>
“ Perché, come ci guardavamo?” , si chiese sentendo improvvisamente il cuore batterle più velocemente, ma non pronunciò ad alta voce la domanda.
Dopo aver ascoltato assurde descrizioni di varie marche di creme per le mani, uscì dall’erboristeria con la testa pesante e un sacchetto tra le mani. Giunta al porto, scoprì che era già ora di pranzo, e si dispiacque per Usop che per colpa sua non aveva potuto dare un’occhiata in paese.
Alla nave, trovò il cecchino e il cuoco intenti ad osservare attentamente la Going Merry, e la ragazza sorrise divertita dalle espressioni concentrate dei due.
<< Perché guardate le nave? Che succede? >> chiese.
<< La Going Merry ha proprio bisogno di riparazioni >> , rispose Usop . << Ho mandato Zoro e Rufy a prendere della legna, così dopo pranzo vedo un po’ come posso fare per sistemarla al meglio. >>
E infatti, poco dopo spuntarono lo spadaccino e il ragazzo di gomma portando pericolosamente sulle spalle delle lunghe assi di legno. Giunti alla nave, le scaraventarono con molta “delicatezza” per terra, suscitando le grida di protesta del cecchino, occasionalmente carpentiere.
<< Ma insomma! Potevate fare del male a qualcuno! >>
<< Non rompere, Usop! Sono pesanti e noi siamo stanchi! >>, esclamò lo spadaccino.
<< Sanjiiii!! Ho fame! >> urlò, invece, il capitano.
<< E quando mai non hai fame, quando mai … >> borbottò Sanji di rimando. << Vabbè, io vado a cucinare. Tra mezz’ora è pronto! >>
Nami, allora,  decise di approfittarsi di quella mezz’oretta per riposarsi un po’, e così seguì il cuoco sulla nave. Mentre attraversava il ponte, però, un forte capogiro la colse e, come era accaduto poco prima al negozio, le si annebbiò  la vista. Cercò un appiglio con le mani, ma non trovandolo si sbilanciò ancora di più e si sentì cadere nel vuoto. Ed effettivamente sarebbe caduta se due forti braccia non l’avessero sorretta impedendoglielo.
<< Nami! >> esclamò Zoro con voce allarmata, tenendola saldamente.
<< Zoro … G-grazie, è stato solo un capogiro … pure prima, ma ora sto bene… ho comprato un calmante e … >>
Cercò di rimettersi in piedi, ma la testa prese nuovamente a girarle e si accasciò tra le braccia del ragazzo perdendo i sensi.



**********************************
 

Ecco il terzo capitolo! Scusate il ritardo, ma lo studio chiama purtroppo!
Nami sta impazzendo davvero? Penso che solo andando avanti lo scopriremo!
Grazie mille a chi mi segue e alle recensioni che mi lasciate, sono sempre ben gradite! E buon Natale a tutti! :D 

  
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