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Autore: _Havoc_    23/12/2012    1 recensioni
Questa Ballata è in realtà la storia di come una coppia ha trasformato il suo sogno d'amore impossibile in una realtà tangibile.
«What would you say if I told you that I'm to blame?
And what would you do if I had to deny your name?
Where would you go if I told you I loved you and then walked away?»
Prostitute, Guns n' Roses.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dj Ashba , Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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THE BALLAD OF TEMPERANCE AND DJ
Capitolo diciassettesimo
Where would you go if I told you ‘I love you’ and then walked away?

 

Temp era a scuola come tutte le mattine quando la custode super svogliata entrò in classe per avvisare che c’era un suo parente che la attendeva all’entrata principale. Sorpresa e incuriosita, la ragazza si catapultò all’ingresso e ci mancò poco che urlasse:

«DJ che ci fai qui?!»

«Sono venuto a trovarti!» disse lui facendo spallucce «E dovevo portarti una cosa…» proseguì alzando la mano e facendo notare un pacchetto.

«Cosa è?» chiese curiosa.

«La merenda… sono andato dal McDonald’s a prenderti qualcosa!»

La biondina sgranò gli occhi:

«Sei venuto fin qui per portarmi la merenda?»

«Beh sì, ma c’è dell’altro…» disse rufolando nelle tasche alla ricerca di qualcosa. «Eccolo!» esclamò infine dopo minuti interminabili di ricerca. Estrasse dal giacchetto un I-phone 5 e glielo porse. Temp sembrava non capire così DJ si affrettò a spiegare: «Beh, tua sorella se ne andrà nel giro di poco e ho pensato che per rimanere in contatto tu avessi assolutamente bisogno di un telefono, visto che l’altro te l’hanno requisito! Ti ho comprato questo perché così ce l’abbiamo uguale!»

«DJ ma quanto cazzo hai speso?! Non posso accettare!» disse rimettendoglielo in tasca.

«Con un telefono dell’uno ci possiamo al massimo chiamare! Qui invece c’è anche Skype e così ci possiamo vedere più spesso!» spiegò, mettendolo nella sua tasca.

Temp sospirò incrociando le braccia e mettendo il muso. Il chitarrista si abbassò per entrere nel campo visivo della bionda e disse:

«Sei tanto arrabbiata?» chiese, come per voler ricordare la volta che lei lo chiese a lui.

«Un pochino…»

«Mettiamola così: adesso siamo pari!» disse baciandola.

«Ok… Via ora vado o mi daranno per dispersa! Ci sentiamo!» disse la ragazza voltandogli le spalle.

DJ l’afferrò per il polso costringendola a voltarsi nuovamente e la serrò nel suo abbraccio.

«Non sono arrabbiata!» cercò di convincerlo Temp.

«Ti amo» disse il moro guardandola negli occhi.

La bionda smise di respirare, le guance avvamparono e una lacrima scese inaspettata.

«Anche io» rispose con voce tremolante.

DJ la baciò con foga tanto che si schiantarono, senza volerlo, contro la reception ma non si accorsero di niente, e furono costretti a interrompersi quando qualcuno, dopo essersi schiarito la voce, disse:

«Non mi pare il luogo più adatto per questo genere di cose.»

‘Stupida vecchia!’ pensò acidamente Temp ‘Rovinare il momento più bello della mia vita per dire questa cazzata!’

«Ci scusi tanto,» disse DJ «ma noi giovani non riusciamo proprio a contenerci!»

La donna gli tirò un’occhiataccia e se si allontanò, voltandosi di tanto in tanto per vedere se il tipo se ne fosse andato.

«Arrivederci!» urlò il chitarrista rivolgendosi alla donna che stava svoltando l’angolo. La campanella suonò «Ci sentiamo!» disse a Temp con tanto di occhiolino.

«Non posso… ho musica!»

«Interessante… se mi vedi comparire come professore di musica sappi che l’altro è sempre vivo, l’ho solo rinchiuso nello sgabuzzino!»

 

 

 

Quel pomeriggio a Chicago…

 

Izzy era andato a prendere Penny all’aeroporto, da bravo chitarrista tassista quale era, per poi accompagnarla all’ospedale, dove la futura dottoressa aveva appuntamento per portare dei documenti relativi alla sua futura e prossima assunzione. Stradlin, come tutti gli uomini, era rimasto in macchina ad aspettare e, per ammazzare il tempo, fumava una sigaretta dietro l’altra. Quando Penny fece ritorno l’uomo si sentì riavere: stava morendo di noia e in linea genereale stava fumando un po’ troppo.

«Scusami, ti ho fatto aspettare un bel po’…» esordì lei.

«Ho ammazzato il tempo come meglio potevo» rispose Izzy spengendo l’ultima sigaretta e salendo in auto.

Una volta arrivati a casa del chitarrista, Penny iniziò ad essere nervosa.

«Non avrei voluto scomodarti così tanto!»

«Se vuoi farti una doccia il bagno è in fondo a destra, abbiamo un’ora prima di andare a cena.»

Non era certo la risposta che Penny si aspettava, dubitò perfino che l’avesse sentita ma non disse altro e si rinchiuse nel bagno. Fece velocemente, si sistemò come meglio poteva e raggiunse il moro che era spaparacchiato sul divano a guardare la tv con il cane addormentato sulle gambe.

«Già fatto?» chiese stupito. Lei fece cenno di sì con la testa e si accomodò accanto a lui. «Il tuo fidanzato super geloso sa che sei qui?» domandò.

«Sa che sono a Chicago, ma non che sono qui da te, e comunque mi sono lasciata…»

Izzy non rispose, cosa che dopotutto rientrava nella normalità, e i due rimasero a guardare la tv per un altro po’. Infine andarono al ristorante.

«Non avresti dovuto prenotare, avrei cucinato io!»

«Vuoi continuare a elencare le cose che non avrei dovuto fare?» chiese divertito.

«Se sarà necessario per farmi sentire meglio sì.»

Il ristorante aveva una vista spettacolare che dava sul lago illuminato. Il panorama era talmente bello che Penny aveva intenzione di fare una passeggiata dopo cena per fare anche qualche foto.

«È proprio bello... con tutte queste luci!» disse la ragazza.

«Sì, molto romantico.» disse il moro accorciando le distanze. Penny sentiva qualcosa agitarsi nello stomaco, ma era sicura che non fosse il pasto che aveva appena consumato. Inoltre iniziò a pensare che essere seduti vicino e non uno di fronte all’altro non fosse stata un’idea geniale «Quando ti laurei?» chiese l’uomo.

«Tra una settimana esatta.»

«Nervosa?»

«In questo momento sì, ma non credo dipenda dalla laurea…»

Il chitarrista la guardò negli occhi.

«E da cosa?»

«Indovina…»

Izzy finalmente si decise e la baciò. La situazione degenerò forse anche troppo in fretta, o almeno questo è ciò che sicuramente accadde nei pantaloni di Stradlin, che chiese:

«Andiamo a casa?»

Penny rise e poi rispose:

«Volevo prendere il caffè, l’ammazzacaffè, tanto paghi tu, e volevo anche fare una passeggiata sulle sponde del lago… puoi andare in bagno!»

«Sarebbe sospetto se sparissimo tutti e due quando dobbiamo pagare il conto.»

«E va bene, se proprio non riesci a resistere!» disse la mora con aria suadente e gli fece l’occhiolino.

 

   
 
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