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Autore: pollama    23/12/2012    2 recensioni
Jade Arc, una ragazza di 22 anni come tante, sogna di divenire una musicista di successo e proprio per questa sua passione si trasferisce a Parigi per incominciare la sua carriera in un piccolo bistrot nel centro della città. Per lei sembra tutto così nuovo, così magnifico e ad aumentare questa sua convinzione c'è Frederic Suén, un ragazzo dall' aspetto ammaliante che nasconde un inaspettato segreto.
Buona lettura :D
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-9-
 

Una grossa luna sovrastava la città. La torre Eiffel illuminata, appariva sullo sfondo nero del cielo notturno.
Per un istante, sembrava che la luce della luna piena non avesse effetti su di lui. Abbracciò forte Jade e le sussurrò che l’amava. Le baciò la bocca e si perse per un istante negli occhi di lei.
Era bellissima, nel suo abito color lavanda e i suoi capelli, che morbidi scendevano sulle spalle e che incorniciavano il viso sorridente.
La musica di un violino iniziò a far loro compagnia; incrociarono le loro dita e, appoggiandosi al davanzale di una terrazza, continuavano a guardarsi.
Un calore improvviso percorse la sua pelle e sentì il sangue bollire al di sotto della carne.
Il petto si gonfiò e la vista gli si annebbiò.
Dopo un secondo, o forse due, si ritrovò con le braccia di Jade nelle fauci e non era capace di fermare i suoi denti che continuavano a sgranocchiare.

«No!» gridò Frederic, sedendosi repentinamente sul letto, il sudore gli imperlava la fronte e le braccia gli tremavano.
Il giorno dell’imminente trasformazione era giunto, e gli effetti del plenilunio cominciavano a farsi sentire, anche se era pieno giorno.
Si passò il palmo della mano tra i capelli, cercando di calmare il respiro corto.
“E’ stato un sogno orribile”, pensava chiudendo gli occhi e facendo ricadere pesantemente la testa sul cuscino.
Il giorno della trasformazione, iniziava sempre con gli incubi.
Anche in pieno giorno la luna faceva sentire il suo richiamo, facendo offuscare appena possibile i suoi pensieri positivi.
«Devo andare da Jade. Forse mi può aiutare a non pensare a questa sera» si disse Frederic e, mentre si infilava le pantofole, sentì la porta chiudersi violentemente; uscendo dalla camera, intravide Logan che giocherellava con un qualcosa di stranamente brillante.
«Torni ora?» chiese, ma il ragazzo rispose solo con un mugolio.
«E quello?» chiese Frederic incuriosito dall’oggetto che Logan aveva tra le mani.
«Questo? Questo è ciò che ci salverà stanotte»
Frederic assunse un espressione canzonatoria. Fino ad allora non c’era nulla che avesse potuto liberarli dalla luna piena.
«Non guardarmi così! Funziona per davvero»
A quel punto, il ragazzo lanciò a Frederic l’oggetto.
Era una strana pietra con un liquido perlaceo all’interno.
«Cos’è?»
«Aconito, o come si dice volgarmente: strozzalupo»
Frederic lasciò cadere appositamente la pietra dalle sue mani, spaventato da ciò che poteva fargli quella pianta.
La pietra finì con un tonfo sul pavimento e Logan, istintivamente, guardò Frederic facendo virare il colore dei suoi occhi, che divennero di ocra brillante.
«Spera di non averla rotta»
Il ragazzo moro si inginocchiò e, dopo aver raccolto la pietra, fece un grosso sospiro.
«Non si è rotta… Frederic, secondo te, se era aconito puro come facevamo a tenerlo tra le mani?»
«Ecco…» Frederic rifletté, capendo di aver agito istintivamente e senza pensare.
«Questo è aconito racchiuso da una specie d’ambra. Ed è il nostro biglietto per la non trasformazione»
«Come l’hai avuto?»
Logan si rigirò tra le dita la pietra e guardando Frederic rispose: «Questo non ha importanza»
«L’hai rubato»
«No, l’ho preso in prestito. Lo ridarò! Non so quando, ma lo farò»
Frederic si avvicinò all’amico e, guardandolo fisso negli occhi, disse: «La persona a cui l’hai rubato è un Licantropo?»
Logan non rispose e abbassando lo sguardo annuì.
«Sei pazzo? Capirà che sei stato tu!»
«Frederic! Questa non è questione di cortesia o roba del genere… Qui si parla di sopravvivenza e poi… non credo che ci farà del male. Io potrò cavarmela con qualche graffietto e, senza alcun dubbio, a te non ti toccherà nemmeno con un dito»
Frederic lo guardò torvo e chiese, soppesando attentamente le parole: «Chi è il Licantropo?»
«E’ inutile sapere il nome»
«Chi è?» ringhiò.
Logan guardò l’amico e inarcando le sopracciglia rispose: «E’ una donna»
«Non dirmi che è…» Frederic sembrò incollerirsi parecchio e, prendendo Logan per il colletto della giacca, disse: «Il suo nome»
«Vivienne»
Quel nome fece cambiare repentinamente l’umore di Frederic. Non era più arrabbiato, ma spaventato.
«Tu non… non sai cosa hai combinato» si passò le mani sul volto e continuò pronunciando le parole di fretta.
«Lascia stare. Vado da Jade… Ci vediamo tra poco»
Frederic lasciò Logan in silenzio nel salone e che continuava a guardare la pietra che aveva in mano.
“E’ stato uno stupido! Ma non mi ha ascoltato quando gli dissi che non volevo più vedere quella donna?”, pensava mentre faceva suonare il campanello della porta.
«Ciao»
Jade, aperta la porta, lo salutò con un po’ di freddezza che a Frederic non sfuggì.
«Scusami per ieri, ma… i miei cugini mi hanno trattenuto fino a tardi e…»
«Non importa» tagliò corto lei, era evidentemente nervosa e Frederic provò a chiederle scusa di nuovo.
«Jade, sono desolato… Davvero» disse e lentamente si avvicinò, facendo posare delicatamente le labbra sulla bocca di lei.
Jade chiuse gli occhi e pensò che non poteva essere arrabbiata con lui a lungo.
Pose le mani sul suo collo e sentiva sotto i polpastrelli la pelle calda e il pulsare delle arterie.
«Penso… penso di provare qualcosa per te» bisbigliò lui senza allontanarsi troppo dal viso della ragazza.
«Mi prenderai per pazzo, ma… credo di non poter fare a meno di te»
Jade, a quelle parole, sentì il cuore perdere un colpo. Lo guardò frastornata, non sapendo bene cosa rispondere.
«Vuoi entrare?»
Lui annuì e disse: «Ho bisogno di stare un po’ lontano dal mio mondo»
Jade ridacchiò.
«Il tuo mondo? Non credo che il mio sia migliore»
«Lo è… Fidati»
Frederic rispose a quella domanda con un leggero sarcasmo. Aveva voglia di fuggire dalla sua storia, dalla sua quotidianità. Avrebbe voluto far parte dello stesso mondo di Jade: semplice e senza quei problemi sovrannaturali.
Si sedettero sul divano e si guardarono vogliosi di poter assaggiare nuovamente le loro labbra.
Jade lo accarezzò e senza indugi lo abbracciò forte, respirando a pieni polmoni il suo profumo. Posò la testa sulla sua spalla e lo sentì sospirare.
«C’è qualcosa che non va?»
«Mi fai rilassare… Mi fai sentire bene»
La ragazza arrossì leggermente sulle guance; non era abituata a sentirsi dire quelle parole dolci, ma le piaceva molto e non si sarebbe mai stancata di sentirsele dire da Frederic.
Guardò gli occhi azzurri di lui e lo baciò, facendo giocare le sue labbra e la sua lingua con quelle di lui.

§§§

Logan sentì bussare la porta di casa e, messa la pietra nella tasca dei jeans, andò ad aprire.
Appena si avvicinò all’ingresso, i peli sulle braccia e sul petto si drizzarono vibrando. Al di là di quella porta c’era un altro Licantropo e non era uno qualunque… Era Vivienne.
“Devo dire a Frederic di non allontanarsi più da casa… Ogni volta devo accogliere gente non raccomandabile!, pensò e, poggiando l’orecchio alla porta, cercò di udire ogni singolo rumore.
«Logan Lobe, so che hai la mia pietra»
Il ragazzo non rispose, cercò solo di far rallentare il più possibile il suo respiro.
«Visto che non vuoi aprire… Aprirò io» la donna disse quelle parole con estrema convinzione e poco dopo, la maniglia della porta saltò via.
«Salve Logan»
«Vivienne»
Il ragazzo ringhiò il suo nome e i suoi occhi divennero gialli come quelli di un gatto nero. Era pronto a far di tutto pur di non rinunciare alla pietra di aconito.

  
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