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Autore: DimaC    23/12/2012    0 recensioni
Ludovica nascondeva il suo dolore in un’espressione impassibile, come se la cosa non la toccasse minimamente. Mentre faceva finta di leggere l’ennesima pagina del libro di storia, sentiva la testa pulsare e il cuore scoppiare. Lui la stava baciando si vedeva da un miglio che era felice con lei. Quanto avrebbe dato Ludovica per essere tra le sue braccia al posto di quell’altra ragazza …
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero seduta sulla sedia ascoltando un po’di musica, quella canzone che piaceva tanto anche a lui.
Li osservavo con la coda dell’occhio mentre si aggrovigliavano fastidiosamente e pensavo che dovevo liberarmene al più presto. 
Intanto Clara arrivò con una busta bianca che emanava  un odore invitante.
“Ti ho portato la colazione baby!” mi diede un bacio e si sedette accanto a me, le sorrisi per un attimo
“Grazie “ inarcò il sopracciglio destro e mi scrutò per bene.
“Che c’è da guardare?” 
“Che hai? C’è qualcosa di triste in te!”
“Oh come ti sentiresti tu se la persona che ami stesse limonando davanti ai tuoi occhi con un’altra?”
“Devi dimenticarlo Ludo!” disse addentando il cornetto.
“Una parola…” ed anche io mordicchiai il cornetto  offertomi. Arrivata alla parte più buona, quella dove la crema di cioccolato si fa sentire, mi cominciai a chiedere come potermi liberare di Nicola pur restando amici. 
“Dovresti dirglielo “ sbottò con la bocca piena.
“Ma cosa?” 
“Che ti piace! Glielo dici e finalmente ti togli il peso… che ne sai che lui non ti ricambia segretamente?!”
“Si, figurarsi!” esclamai sputacchiando qui e là
“Non lo sai? Nei film è sempre così” 
“Nei film non ti dicono mai com’è difficile e soprattutto là c’è sempre un lieto fine!”
“Io continuo a pensare che dovresti dirglielo, altrimenti avrai il dubbio per sempre!”
“Ci penserò…” 
Suonò la campanella che segnava la fine della ricreazione e ricominciammo a studiare. Passavano i giorni e si avvicinavano le vacanze di natale, ormai l’idea di dichiararmi era un chiodo fisso. Ne valutavo pro e contro da troppo tempo, mi ero finalmente decisa a parlagliene.
Un giorno eravamo tutti alla fermata e lui stava aspettando in piedi con le sue solite cuffie. Mi sorrideva come faceva sempre, così naturale….
Mi alzai di scatto,lo raggiunsi e gli strappai gli auricolari dalle orecchie
“Tu mi piaci”  Lui spalancò gli occhi e non disse niente,  il mio povero cuore cominciò a sbattere all’impazzata e vidi tutto sbiadirsi nello sfondo,durò un secondo ma per me fu infinito.
Arrivò il mio autobus e salì senza fiatare, Clara aveva osservato la scena a bocca aperta ma anch’ella non disse una parola e mi seguì sull’autobus.
Nei giorni successivi evitai di parlare con Nicola anche se lui cercava di attaccare bottone. Così un pomeriggio al telefono la mia migliore amica mi illuminò.
“Ludo non ti sei dichiarata per non sentire la sua risposta,devi ascoltarlo!” mi sgridò Clara.
“Lo so,ma è troppo imbarazzante!” risposi imbronciata. Lei mi guardò severa.
“Va bene,gli parlerò!” mi convinsi in fine.
Non appena suonata la ricreazione dell’indomani, Nicola si avvicinò per parlarmi e Clara alla sua vista prese una scusa effimera e se la svignò lasciandoci soli.
“Dobbiamo fare una chiacchierata noi due.” Tutto ad un tratto si fece serio come non l’avevo mai visto prima. Deglutì e guardai altrove per paura di reggere lo sguardo.
“Ti ascolto.” Risposi secca evitando il contatto visivo.
“C’ho pensato. C’ho pensato così tanto che non sono riuscito a dormire sai?”
Non fiatai perché sapevo come sarebbe finita.
“Ma sono arrivato alla conclusione che io non riesco a considerarti come una fidanzata o simili …” 
Ecco, l’aveva detto. Infondo lo sapevo come sarebbe andata.  Passò un po’ di tempo e noi stavamo ancora in silenzio, lui cercò di guardarmi, ma io non ne avevo il coraggio.
“Perciò devo dirti che mi disp-“ non lo lasciai terminare.
“Non voglio sentirlo” chiusi gli occhi e mi tappai le orecchie. Lui mi guardava e dai suoi occhi si capiva benissimo quanto fosse dispiaciuto.
“Non voglio sentirlo … “ sussurrai 
“Lo so…” mi tolse le mani dalle orecchie e finalmente ci guardammo negli occhi. 
“Starò bene” dissi convinta, anche se non lo era per davvero.
“So anche questo, ma non voglio perderti.” 
“Non mi perderai”
Ah,non ero sicura nemmeno di questo, ma per diamine nonostante tutto non mi ero pentita di averlo confessato! Infondo adesso che sapevo la verità potevo anche smettere di ricamarci sopra e di nutrire stupide speranze . Lo so, sembrerebbe un quadretto triste, ma è quello che succede agli adolescenti, è la vita! Mi rimaneva dimenticare, ritornare a com’ero prima di innamorarmi di lui ma continuare a volergli bene ugualmente. Dovevo stare sola, perché si sa che le cose belle accadono quando non le cerchi, quando meno te lo aspetti. 
Così fu , nei mesi seguenti fu abbastanza difficile dimenticarlo standogli accanto, ma con l’aiuto di Clara e del  tempo, risultò fattibile. 
E’ buffo come la stessa persona che tanto adori sia la stessa che ti ferisce di più. A volte però non puoi farci proprio niente, devi solo aspettare che arrivi quella che in qualche modo “ti salvi”. Successe proprio così, avvenne nel modo più inaspettato e incredibile.
Ironia della sorte il mio salvatore si chiamava proprio “Salvatore” , era quello giusto solo che non lo capì subito.
  
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