Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: SamanthaMcQueen    24/12/2012    13 recensioni
La mia prima storia Larry.
Spero vi piaccia. :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 15.

It’s okay not to be okay.

 

Non mi era totalmente chiaro perché ero caduto in questa situazione. Ero passato da sex simbol a.. non sapevo nemmeno come classificarlo con esattezza. Ero abituato ad avere molte ragazze dietro, e lo sapevo benissimo, ma non avevo molta pratica con i ragazzi. Specialmente se facciamo caso che uno è, o era il mio migliore amico, e l’altro non era un semplice ragazzo, era IL ragazzo.
Tutto era più confuso che mai, e a quanto pare Zayn aveva dato una data di scadenza ai miei sentimenti come uno yogurt del supermercato, il che faceva il tutto ancora più complicato, più incerto.
Cosa avrei dovuto fare? Dovevo scegliere? E cosa di preciso?
Sapevo di provare qualcosa per Louis, anche se i miei sentimenti erano cambiati, il suo comportamento non faceva altro che allontanarmi da lui, ma c’era qualcosa che.. Dio, avrei pregato di sapere cosa fosse che mi faceva restare così legato a lui, che mi faceva vedere qualcosa al di là della sua espressione strafottente che non mancava occasione di pavoneggiare ovunque. E poi c’era Zayn. Era il mio migliore amico, non avevo mai immaginato che potesse piacermi, mai lo avevo considerato davvero.. e ora stavo davvero immaginandomi una relazione assieme a lui.
Come sarebbe stata? Forse, stupenda. Facendoci caso, eravamo sempre stati nella più totale sintonia, andavamo sempre d’accordo, e quando litigavamo ci veniva naturale scusarci subito. Poi lui era così protettivo nei miei confronti, così dolce, e..
-Harry!-
Sentii una voce familiare dietro di me, e scocciato, mi voltai per appurare la mia deduzione.
-Raquel.- Dissi sfoggiando uno dei miei più falsi sorrisi. Ne mancava un’altra, per peggiorarmi la settimana disastrosa..
-E’ tantissimo che non ci sentiamo..- disse lei avvicinandosi a me con andamento che io avrei definito con un nome ben preciso, ma che forse era meglio non dire ad alta voce, e nemmeno pensarlo. Era una strega quella ragazza. –perché non facciamo qualcosa oggi? Insomma, ecco… Steven Devlin organizza una specie di festa, una cosa intima, saremo in pochi.. e così, ho pensato sarebbe stato belli invitarti. Ci divertiremo un sacco, Steve ha sempre molti giochi divertenti da proporre. – concluse lei con aria maliziosa.
Portai gli occhi al cielo, e mi grattai il capo con energia, pensando a come declinare per l’ennesima volta il suo invito. Ormai era chiaro che non mi importasse niente di lei, più o meno a tutti… tranne lei. Non la consideravo, non rispondevo ai suoi messaggi, ma continuava ad insistere. Avrei voluto urlarle che la sporgenza che aveva lì sotto non rientrava esattamente tra i miei interessi, ma oltre a scioccarla sicuramente, avrei anche subito conseguenze poco..divertenti, diciamo, alle mie parole.
Però poi ripensai alla sera della settimana precedente. Nonostante non avessi parlato con nessuno dei due d’allora, continuavo a pensare e ripensare a questa situazione, e mi sentivo così male, così debole ed indifeso, che non mi riconoscevo nemmeno più. Dov’era l’Harry Styles di un tempo?
Forte, bello, rubacuori che poteva fare tutto ciò che voleva, desiderava. Avevo tutto, e non volevo rinunciarci a causa di due ragazzi.
-Ci sto. ‘Sta sera? A che ora?- intimai curioso, sorridendole.
-A…alle 10. Passa a prendermi alle 10!- saltellò soddisfatta su se stessa, per poi saltarmi addosso come una piovra e lasciarmi un bacio a stampo, e correndo via verso il gruppetto delle oche, quale lei presidentessa da quando è entrata nella scuola.
Bene, avevo fatto la più grossa sciocchezza della mia vita. O forse, quella era stata incontrare un certo imbecille senza cuore..
Senza dar conto a nessuno, uscii da scuola e salii in macchina, guidando fino ad un piccolo pub piuttosto lontano da Londra. Mi feci una bella guidata, in effetti.
Avevo voglia di staccare un attimo, e poi non mi andava di vedere Zayn, o di sorbirmi gli strani sguardi di Liam, che ultimamente era diventato piuttosto cupo.
Rimasi lì per qualche ora, noncurante di nulla, a bere cioccolata calda mentre guardavo fissavo fuori dalla finestra un punto non ben definito, in attesa di una qualche illuminazione che da giorni non arrivava.
 
Quando mi risvegliai dalla mia trance, però, mi accorsi che la scuola era finita da un pezzo, cominciava a venire buio, e dovevo fare un sacco di strana in macchina, prepararmi e poi uscire con… Raquel.
Mi ero davvero perso nei miei pensieri, ed il tempo era letteralmente volato.
Mi ci volle non poca fatica a scrostarmi dalla sedia attaccata a quel piccolo termos caldissimo, andare a pagare ed andarmene, con grande felicità del proprietario che non vedeva l’ora sloggiassi, dopo aver passato il pomeriggio a fare il nulla più assoluto, dopo avergli ordinato una misera tazza di cioccolata.
Accesi la radio, e partì una delle mie canzoni preferite, ‘’Who you are’’ di Jessie J. Non l’avevo mai amata molto come artista, ma quella canzone mi lasciava davvero pensare, anche la melodia era perfetta.
Mi lasciai cullare dalle note di quella dolce melodia, mentre l’auto iniziava a scaldarsi, così come le mie povere ossa dal vento freddo londinese, e iniziai a guidare più veloce, accelerare.. mi sentivo più libero, così. Io, la mia auto, i miei pensieri e la mia musica. Infondo non mi serviva nient’altro, me ne sarei potuto andare per sempre, avrei risparmiato molti problemi ad un sacco di persone, me stesso prima di chiunque altro.
Ma forse scappare non era la giusta scelta da seguire. Se c’era una cosa che mi aveva insegnato mia madre, era di prendere di petto i problemi, affrontarli con dignità e determinazione, proprio come lei ha sempre fatto. E se l’è sempre cavata magnificamente, devo aggiungere.
 
*
 
Tempo di infilarmi la prima t-shirt attillata che trovai, cambiarmi i pantaloni della divisa scolastica con un paio di jeans a sigaretta, ed ero pronto.
Non avevo nemmeno voglia di pettinarmi, il che non mi si addiceva affatto. Nonostante questo, giusto per non far brutta figura, mi diedi una sistematina, mi spruzzai la mia solita acqua di colonia, e mi fiondai di casa buttando lì un ‘’esco’’ prima di varcare l’uscita.
In una decina di minuti, le 10.05 esatte, ero già sotto casa di Raquel, che si presentò con un ritardo di circa 20 minuti fuori di casa.
Si era messa uno straccetto che le copriva a malapena seno e parti intime, con tacchi forse un po’ troppo alti data l’occasione, e i capelli liscissimi che le ricadevano sulle spalle, ornati da un cerchietto rosa shocking che brillava come un lampione.
Insomma, per indossare quei quattro straccetti aveva dovuto metterci così tanto?
Sospirai, cercando di non darci peso, e dandomi nuovamente del ‘povero coglione imbecille’ per aver accettato seriamente ad uscire questa sera. Probabilmente, ora eravamo già una coppia ufficiale a scuola, chissà che aveva raccontato Raquel.
Non appena uscì dal piccolo cancelletto di ferro arrugginito, mi salutò sbracciandosi come un’isterica, e zompettò barcollando appena con quei trampoli, fino alla macchina.
-Scusami se ti ho fatto aspettare.-
-Oh, non preoccuparti dolcezza.- Eccomi che ero tornato come un tempo. Devo ammettere che non mi era per niente mancato, il vecchio me. –Allora, andiamo?-
-Certo!- mi incitò lei entusiasta.
E quando non lo era.
Sorbirmi tutti i suoi monologhi su quanto aveva faticato per la stiratura dei capelli quella sera, o di quanto era stato cafone Richard Bellyston a non farle copiare i compiti di matematica, era assai difficile, ma sopportare che sfregasse in continuazione la mano sulla mia povera gamba, era quasi un affronto.
Per fortuna non c’era molto traffico quella sera, e guidai a manetta, non vedevo l’ora di arrivare e levarmela di torno.
-Potresti anche andare un po’ più piano, sai.- commentò Raquel un po’ stizzita dopo una curva un po’ troppo tirata.
-Scusami, ma è tanto che non vedo i ragazzi, e poi.. non sarai mica una fifona.- la stuzzicai, sperando che stupida com’era abboccasse all’istante.
E così fece, in effetti, perché mi guardò con aria prima scioccata, per poi ricomporla e far finta di niente, mettendosi a guardare fuori.
Fu un viaggio veramente pesante, nemmeno Gemma era così logorroica, così quando arrivammo, fu quasi una liberazione. Quasi, perché tempo lampo me la ritrovai attaccata, che mi stritolata il braccio sinistro mentre si faceva largo in casa senza nemmeno chiedere ‘permesso’.
Non appena vide la sua migliore amica, Lucy Malbourne, le corse incontro, e si fiondò in un’altra stanza, probabilmente per raccontarle ciò che avevamo fatto/non fatto in macchina. Chissà che si stava inventando ora.
Eravamo davvero in pochi. Una quindicina oserei dire, forse nemmeno, e c’erano solo i più popolari della scuola. Vedendomi lì, con loro, non potei che pensare che forse era quello il mio posto, e forse era meglio così.
Quando scorso Steven uscire da quello che mi sembrava un salottino, gli corsi incontro per salutarlo. Lui mi diede una forte stretta di mano, per poi darmi una pacca sulla spalla.
Rimanemmo un po’ a chiacchierare, per lo più di calcio, l’avevo abbandonato dallo scorso anno, ma prima giocavamo nella stessa squadra, e non me la cavavo nemmeno così male. Anzi, ero quasi diventato capitano, ma poi gli impegni e tutto il resto mi hanno fatto perdere interesse, così lasciai la squadra. Steven era l’unico con cui ero rimasto in buoni rapporti, gli altri se l’erano presa a morte con me, e non gli era ancora passata.
Stando con lui, almeno potevo stare alla larga da Raquel, il che era già qualcosa. In più mi fece conoscere metà degli invitati, persone che conoscevo solo di vista ma con cui non avevo mai parlato. Feci amicizia quasi subito, e cominciai a sentirmi stranamente meglio, rispetto al mio solito.
Ero veramente di buon umore quella sera, mi stavo divertendo ed era una cosa veramente inaspettata. Inaspettata ed anche piuttosto strana, ma piacevole.
Senza nemmeno rendermene conto, partì la musica, le luci si abbassarono appena, ed iniziò la festa vera e propria.
Decisi bene di smetterla di preoccuparmi di ogni cosa, ed iniziai a scatenarmi davvero. Era la mia serata questa, non una delle tante che mi facevano passare insonni Zayn e Louis, no. Era mia e mi sarei divertito.
Anche io me lo meritavo, dopo tutto il dolore che avevo provato.
La nota negativa della serata, è che cominciai a bere non appena arrivò Trevor McKinney con i cassoni di birra, e dovevo sapere che quando inizio, non smetto più.
E poi, dopo la festa di Zayn prima dell’inizio della scuola, non avevo più toccato nemmeno un alcolico leggero quanto potesse essere una birra, quindi iniziai a vedere storto dopo la 3/4, e non mi ci volle molto a capire che stavo esagerando.
Raquel non si faceva più vedere da un po’, dopo quei due o tre balli da poco di buono in cui mi si era strusciata addosso per tutto il tempo, notando che non facevo una piega se n’era andata scocciata, e chi l’aveva più vista? Così strisciai fino ad un divanetto in una piccola stanzetta appartata in cui non c’era nessuno, e non si sentiva molto nemmeno la musica. Mi girava la testa, stare un attimo da solo e tranquillo mi avrebbe fatto bene per smaltire un po’.
Ma non feci quasi tempo a sedermi sul divano, che qualcosa, o meglio qualcuno, mi prese da dietro le spalle. La risata era inconfondibile.
-Che ci fai qui tutto solo soletto?- Poveretta, stupida e pure ubriaca, accoppiata perfetta.
-Raquel, puzzi di alcool, sparisci.- Dissi io secco, non avevo voglia di sentirla con il mal di testa imminente, volevo solo stare tranquillo dieci minuti, e poi andarmene a casa.
-Cos’è questo tono scocciato?- trillò lei come se si fosse appena risvegliata. Poi tornò a ridere, segno che non mi stava seriamente ascoltando.
Perfetto.
Ignorandola, andai a sdraiarmi sul divano, e portai un braccio a coprirmi il volto, in modo da non vedere la luce che mi infastidiva.
Non le ci volle molto a saltarmi sopra, però.
-Raquel…- cominciai io alzando il capo, ma non feci nemmeno in tempo a parlare che mi ficcò qualcosa in bocca, per poi darmi un bacio, e senza farlo apposta, cercando di scansarla la mandai giù.
Lei iniziò a ridere mentre cadeva sul pavimento dopo lo spintone che le avevo dato, ubriaca persa, mentre io sentivo una terribile sensazione.
-Che diavoleria era quella?- le urlai contro scocciato, alzandomi dal divano per andarle incontro.
Lei continuava a ridere, anche mentre si rialzava, e mi venne incontro cingendomi i fianchi, mentre mi guardava con quello che doveva essere uno sguardo ‘sensuale’.
Feci per dirle qualcosa, ero arrabbiato, ma d’improvviso la testa iniziò a girarmi, a girarmi davvero, dieci volte più intensamente di come non facesse già prima. –Ma che..?-
In un attimo mi ritrovai catapultato sul divano, e qualcosa, o meglio qualcuno, iniziò a fare pressione sopra di me, sfregandomi il petto sopra la t-shirt.
Tentai di guardare che cosa stesse combinando, ma la vista mi dava problemi, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, mi sentivo spaesato.
Sentii qualcosa di freddo toccare la mia pelle infuocata sul petto, e delle labbra umide sulle mie.
Fu in quel momento che non capii veramente più niente. Intravedevo una figura davanti a me, sopra di me, per la precisione, sentivo le sue mani, ma non erano morbide come le sue.
Cosa stava succedendo?
-…Louis.- Cercai di chiamarlo, sapevo che era lì. O forse no?
Dove mi trovavo io?
In un attimo tutto si rabbuiò di colpo, e non sentii più niente.
 


 

______________________________________________________
Buona sera.
Chi non muore si rivede,no? Chiedo scusa (io chiedo sempre scusa, lol) a tutte le ragazze che seguono, che recensiscono e che mettono tra le preferite la mia storia, sono davvero lusingata, e mi spiace di non aver aggiornato per così tanto tempo.
In verità, sapete che non mi piace come scrivere. Cioè, mi piace scrivere, ma non mi soddisfa il modo in cui lo faccio.(?) e mi butto giù facilmente. D:
quindi, sarò sincera, non avevo intenzione di portare avanti questa ff, però poi mi sono sentita in colpa per chi, non so per quale astrusa ragione, la seguisse davvero, e mi sono rimessa a scriverla.
Magari non interesserà a nessuno, però ci tenevo a ringraziare davvero chiunque l’abbia seguita, mi sento davvero lusingata da tutte le visualizzazioni che vedo e dalle belle recensioni che leggo a cui non so mai come rispondere!
Vedrò di aggiornare mo, perché ho anche chi mi scoccia su face book, lol.
Anyway, per il capitolo non è il massimo, dovevano parlare anche Louis e Zayn singolarmente, ma ahimè la cosa è venuta più lunga del previsto e non volevo annoiarvi, così li inserirò nel prossimo capitolo.
Spero qualcuno la legga ancora, non mi stupirei se così non fosse, ma spero che comunque qualcuno vi si appassioni.
Spero recensirete in tante, ci tengo seriamente, perché una recensione, corta o lunga che sia mi emoziona e mi fa sorridere sempre.
Al prossimo capitolo, allora!
Se mi volete su face book, mi trovate sulla pagina ‘’Larry Stylinson is the way’’.
°Sam.

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: SamanthaMcQueen