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Autore: phoenix_esmeralda    24/12/2012    1 recensioni
Amore e Morte vagano per la città compiendo il loro dovere, mentre Giada, diciottenne vanitosa e viziata, si illude di poter godere delle vacanze estive appena iniziate. Ma strane cose iniziano ad accadere e bene presto la sua vita prenderà una piega completamente diversa...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Giada! Forza Giada! È ora di alzarsi!
- Pff..! – rotolò su se stessa, sprofondando negli abissi del sacco a pelo.
- Insomma, è tardi! – protestò Raf, saltandole a cavalcioni sulla pancia.
- Ma che ore sono? – biascicò lei, in modo quasi incomprensibile.
- Le quattro e mezza!
Le quattro..?!?
- Col cavolo! – esclamò, disarcionando Raf con uno strattone.
Lui le fu di nuovo subito addosso e iniziò a farle il solletico.
 La mossa ebbe l’effetto desiderato, perché in breve, Giada si trovò perfettamente sveglia.
- Sei impossibile! – mugugnò, sbucando dal sacco a pelo – Si può sapere che cosa ci facciamo, svegli alle quattro e mezzo di mattina?
Lui le stava già porgendo i vestiti.
- Camminiamo finché fa abbastanza fresco. Kirk dice che incamminandoci subito, arriveremo all’oasi verso le dieci e mezza e potremo trascorrere lì, le ore più calde della giornata.
La prospettiva dell’oasi la rese  improvvisamente vivace. Con un gesto fluido, Giada si sfilò la camicia da notte, restando in slip e reggiseno. Infilò con riluttanza gli stessi abiti del giorno prima. Ma era inutile cambiarli quel mattino. Lo avrebbe fatto all’oasi.
Raf la stava osservando in silenzio.
- Dovresti smetterla di cambiarti davanti a me con tanta disinvoltura!  - l’ammonì, con un sorrisetto.
- Oh, andiamo! – Scherzò Giada – È una delle poche soddisfazioni che mi prendo con te! Vedere nei tuoi occhi quell’avida luce arrapata…
- Adesso non esagerare! – Rise lui, schiaffandole in testa il sacco a pelo.
Giada ribatté a colpi violenti, roteando la camicia da notte.
- Ok…ok, basta! – esclamò Raf, dopo un po’ – Dobbiamo ancora sistemare una faccenda!
Dalla tasca estrasse un tubetto di crema solare.
- Kirk ha detto di usarla, perché il sole del mattino sarà impietoso! Porgimi mani, caviglie e faccia!
Giada si lasciò impiastricciare il collo e in quel momento le tornarono alla mente i fatti della sera precedente.
Alla luce del giorno, assumevano un aspetto ancora più straordinario.
- Senti Raf… tu non hai mai pensato che a Kirk piacesse Ross?
- Kirk con Ross? – fece, sorpreso, prendendo tra le mani i polsi di Giada, armato di crema – No… non mi è mai balenata l’idea! Perché…gli piace?
- No… - parlarne le riusciva faticoso – È innamorato di me…
Raf fischiettò, palesando stupore.
- Ti ha fatto una dichiarazione in piena regola?
- No…Non proprio…Ha dato per scontato che già lo sapessi. Perché una volta…quando ci siamo incontrati trecento anni fa…beh…io…
- Lo ricambiavi?
Giada annuì  mestamente.
- Chi l’avrebbe mai detto… - meditò Raf, soprappensiero – Tutta la tensione del vostro rapporto, derivava da una passione non consumata…
Giada restò stupefatta.
 – Stai con i piedi per terra! – lo riprese – Tra noi non c’è nulla del genere! Io stessa devo ancora capacitarmi di … di quello che mi ha detto!
Raf si pulì le mani sporche di crema in  un fazzoletto, poi diede un colpetto in testa a Giada.
- Sono curioso di vedere come si evolverà questa storia…
Giada rifiutò di restare a sentirlo e sgattaiolò fuori dalla tenda.
Il cielo stava poco a poco schiarendo e il paesaggio, dal colore azzurrino livido, le gettò addosso una strana inquietudine.
Kirk e Rossella, seduti sulla sabbia, si stavano dividendo un pacchetto di biscotti.
Chiacchieravano tra loro e sembravano ben affiatati.
Lei e Kirk invece…cosa c’entravano l’un con l’altra?
- Venite a fare colazione!  - Li chiamò Ross.
Raf si mosse verso di loro e Giada lo seguì meccanicamente.
 
 
 
Si rimisero in moto attorno alle cinque e un quarto.
Il fermo proposito di Giada, per l’intera giornata, si riassumeva nel motto “Neppure un lamento!”.
Sapeva che ben presto il sole si sarebbe fatto cocente e che per cinque ore non avrebbe bevuto neppure una goccia d’acqua.
S’impegnò a camminare di buon passo, e quando iniziò a trovare il calore insopportabile, si focalizzò sulla schiena di Kirk.
La F bruciava sotto quella maglia, sotto allo zaino, sotto al sole.
Poteva quasi avvertirne il dolore.
E per questo non aveva diritto di lamentarsi.
- Questo sì che è un buon metodo per dimagrire, vero? – le disse a un certo punto Ross, affiancandola – Meglio di sauna e ginnastica messe assieme!
Le gote erano di un colore rosso vivo, e dalla fronte le colavano rivoli di sudore.
- Sono certa che sia depurativo per il nostro corpo – convenne Giada, consapevole di riflettere le stesse condizioni fisiche di Ross.
Concentrandosi, poteva anche trovare il lato positivo di tutta quella vicenda.
Una forte liberazione di tossine, per esempio.
- Ho visto Brian stanotte – annunciò a Ross – Mi ha fatto capire che sta bene…
In quel momento ricordò anche qualcos’altro.
La se stessa-Amore, che segnava la se stessa-Giada.
Aggrottò la fronte, cercando di intuire il significato del gesto compiuto.
Era stato un comando automatico, venuto dall’Alto. Era passato attraverso Amore, scendendo fino a sfiorare il cuore fisico di Giada.
Ma non ha importanza! – Si disse.
Verso le dieci del mattino, il sudore che le colava dalla fronte, era tale da renderle acquosa la vista. Le girava la testa e a ogni passo le ginocchia minacciavano di cederle.
La gola poi, era una fornace riarsa.
Proprio nel momento in cui pensava che non sarebbe più riuscita  a proseguire, Kirk indicò un puntino avanti a loro.
- Quella è l’oasi!
Il cuore di Giada diede un tuffo di felicità.
Gli ultimi cento metri vennero percorsi ad una velocità che, tutti e quattro, fino a un attimo prima, avrebbero creduto impensabile.
Per un istante, Giada contemplò l’erba, l’ombra, le foglie, l’acqua… Acqua a volontà!
- È…è potabile, vero? – domandò, titubante.
- La è! – Confermò Kirk.
Gli altri tre, diedero in grida di giubilo, poi tutti e quattro si sfilarono scarpe, zaini e cappelli e corsero a piedi nudi sulla sabbia infuocata, fino all’acqua.
Ci si tuffarono a capofitto, esplodendo in grida selvagge.
Bevvero avidamente, si schizzarono vicendevolmente d’acqua, spingendosi l’un l’altro in apnea.
Rossella tornò allo zaino a prendere una saponetta e iniziò ad insaponare il corpo insieme ai vestiti.
- Inquinatrice, vatti a insaponare fuori dall’acqua!! – la riprese Raf.
I ragazzi si sfilarono maglia e pantaloni, restando  a sguazzare in boxer. Ross e Giada si guardarono in faccia, maledicendosi per non aver portato un costume da bagno.
- Ma va bene anche così  – disse Giada, arrotolando la maglia e legandola sotto il seno.
Quel luogo era  un Paradiso!
- Mi hai stupita Giada  - disse Ross, arrotolando la maglia a sua volta – Stamattina non ti sei lamentata neppure una volta!
- È stupido lamentarsi per cose che non si possono cambiare! – ribatté lei, con noncuranza.
Ma gettò un’occhiata in tralice a Kirk, che, piuttosto distante, non poteva averla sentita.
Raf comparve improvvisamente alle sue spalle, trascinandola sott’acqua.
Giada gridò, bevve, rise.
Si sentiva più leggera.
 
 
Quando si furono saziati d’acqua, rimontarono le tende e sedettero a pranzare.
Le scorte di cibo stavano diminuendo rapidamente e s’impegnarono a mangiare con moderazione. Poi entrarono nelle tende e crollarono sfiniti a riposare.
Kirk si addormentò come un sasso, non appena ebbe toccato il materassino.
Giada impiegò una mezzora in più, ma alla fine la stanchezza prevalse.
Si rianimarono verso le quattro del pomeriggio. Raccolsero i vestiti asciugati al sole, prepararono abbondanti scorte d’acqua, si cosparsero di crema solare, smontarono le tende.
Alle diciassette erano pronti per rimettersi in marcia.
Stavolta, Giada si guardò bene dall’intaccare la sua razione d’acqua. Aveva bevuto quanto più le era stato possibile, prima di partire, ed era intenzionata a non toccare la sua borraccia prima della cena.
E rimase sorpresa nel constatare come l’impresa le riuscisse semplice.
Era sufficiente catalizzare l’attenzione su qualcos’altro! E la sua attenzione, in effetti, era sintonizzata su altre stazioni.
Con sua grande sorpresa, Giada si ritrovò a fissare sempre più spesso Kirk.
Anche mentre si trovava soprappensiero, i suoi occhi restavano magnetizzati sulla figura snella che le camminava di fronte.
Adesso riusciva a trovare il suo aspetto quasi piacevole. La mascella dura, il viso dal taglio rigido…particolari che fino al giorno prima l’avevano indisposta, adesso le sembravano persino attraenti.
E la magrezza di lui, che spesso aveva trovato eccessiva, ora le sembrava conferire agilità ed armonia a quel corpo scattante. E non le sarebbe piaciuto se fosse stato più basso, si trovò a pensare.
E poi c’erano quegli occhi…Occhi grigi dalle profondità vertiginose, che tanto l’avevano attratta anche trecento anni prima.
Si domandò a cosa stesse pensando.
C’era lei nei suoi pensieri?
Se era vero che l’amava…quale opinione aveve ora di lei? Di lei che aveva ritrovato tanto più infantile, petulante ed egoista, rispetto ai loro primi incontri?
Le sarebbe piaciuto porgli quelle domande.
Ma non avrebbe mai osato farlo.
 
Poi di nuovo scese il crepuscolo.
Alle ventuno la sequenza venne ripetuta: zaini a terra, assemblaggio delle tende, distribuzione della cena.
Giada svitò il tappo della borraccia e bevve la sua prima sorsata d’acqua. Era orgogliosa di se stessa. E anche Raf si complimentò con lei  per il traguardo raggiunto.
- Un miglioramento strepitoso in meno di ventiquattrore, bionda! – La lodò – Ti meriti un bacio!
Giada gli porse la guancia, consapevole di aver fatto la ruota come un pavone. Non avrebbe dovuto gongolare a quel modo ai complimenti di Raf!
Anche Kirk le rivolse un sorriso gentile. Probabilmente era sollevato al pensiero di poter utilizzare per sé la propria acqua!
Terminata la cena a base di pane a cassetta, tonno, fagioli e mele, Kirk illustrò il percorso del giorno successivo.
- Partiremo ancora all’alba – disse – E a metà mattina usciremo dal deserto. Troveremo dapprima rocce, e poi prati. Riposeremo come oggi nelle ore più calde e riprenderemo il cammino verso le quattro del pomeriggio. A quel modo, saremo al palazzo di Calos attorno alle venti!
Per un fulmineo istante, Giada provò una fitta di malinconia. Stava quasi iniziando ad apprezzare quel viaggio.
Ma liberare Brian, era ora l’obiettivo più importante.
Ross si stiracchiò con veemenza.
- Sono stanchissima – spiegò, sbadigliando – Oggi pomeriggio non sono riuscita a dormire!
- Non era un buon motivo per tenere sveglio anche me – brontolò Raf, assonnato a sua volta.
Giada sorrise soddisfatta. Lei e Kirk avevano dormito come sassi!
- Penso che mi ritirerò – annunciò Rossella – Altrimenti non sopravvivrò alla giornata di domani!
Quando si alzò, Raf la imitò automaticamente.
- Buona notte, bionda! – disse, dandole un bacio in fronte – Sarò a saltare sulla tua pancia, domattina all’alba!
- Non provarci neppure!
Raf  afferrò una delle due torce e scomparve nella tenda con Rossella.
Kirk non si vedeva da un po’. Giada prese l’altra torcia e ruotò attorno a sé il fascio di luce.
Vide la sagoma di Kirk, delineata di fronte alla loro tenda.
Era seduto a terra, a dorso nudo, e stava rigirando sotto e sopra le sue braccia, valutandole con sguardo accigliato.
Incuriosita, Giada gli si avvicinò tenendo puntata la torcia verso l’alto.
Solo quando gli fu appresso illuminò improvvisamente le sue braccia.
Kirk sussultò sorpreso e si girò verso di lei, coprendosi gli occhi con il dorso della mano.
Giada vide chiaramente l’ustione che dalle dita si allungava fino a metà dell’avambraccio.
- È stato il sole? – Domandò colpita, indicando la scottatura.
Kirk annuì, a disagio.
- I vestiti di Brian mi sono corti. Le maniche  mi arrivano a tre quarti del braccio.
Giada s’inginocchiò accanto a lui.
- Ma la crema…non ti ha fatto nulla?
- Non l’ ho messa.
- E perché mai? – Aveva insistito tutto il giorno, perché loro la usassero!
- Ecco… - il disagio di Kirk aumentò – Non ce n’era molta e siamo in quattro…Ho pensato che se l’avessi usata anch’io, non ci sarebbe bastata fino a domani…
Giada rimase sbigottita.
Che accidenti voleva fare, Kirk?
Il martire?
Era un masochista?
O in quei giorni operava semplicemente con l’obiettivo di farla sentire in colpa?
- Fa vedere – disse bruscamente, prendendogli i polsi.
Riconosceva le scottature di quel tipo. Una volta le era capitato di bruciarsi a quel modo, in campeggio con Raf e Ross. Avevano camminato alle una del pomeriggio, lungo un sentiero roccioso, senza trovare  per un’ora di seguito, un filo d’ombra. Erano a quasi duemila metri di altitudine e, quella volta, non avevano protezione solare.
Le sue braccia erano diventate infuocate, come lo erano adesso quelle di Kirk. Per quattro giorni a fila, a tavola con gli altri, si era versata acqua fresca sulle braccia, facendola poi scorrere nel piatto. Ricordava le facce disgustate degli altri commensali, ma non aveva trovato altro modo per provare sollievo.
Memore dell’esperienza fatta, prese d’impulso una decisione.
Gattonò fino al suo zaino ed estrasse la sua borraccia, ancora colma d’acqua per quasi tre quarti.
Stava per compiere il gesto più altruistico di tutta la sua esistenza!
Svitò il tappo e prese un braccio di Kirk.
- Adesso andrà meglio!
Fece scivolare l’acqua fresca sul suo avambraccio, confidando che iniziativa portasse sollievo a lui, quanto aveva fatto con lei un paio d’anni prima.
Kirk, realizzando il gesto, cercò di ritrarre la mano.
- Sei impazzita? – Esclamò.
Giada, impassibile,  afferrò il secondo braccio, ripetendo l’operazione.
- Ci vuole almeno un po’ d’acqua – disse.
- L’acqua è per bere!
Lei gli lanciò un’occhiata in tralice.
- Non ti preoccupare. Non verrò a bere la tua, dopo!
Terminata l’operazione, riavvitò il tappo della borraccia provando un’intima soddisfazione.
- Va meglio?
- Molto meglio… - ammise lui - …Grazie…
- Domani, mettiti la crema solare al mio posto. È tutta estate  che prendo il sole, ho molte meno probabilità di scottarmi di te!
Sapeva che stava prendendo Kirk in contropiede. Non si aspettava un atteggiamento simile da lei. Lo stava confondendo!
Poi ricordò qualcosa che aveva infilato  nello zaino proprio all’ultimo momento. Sentiva che le sarebbe servito!
- Aspettami qui!
Corse a controllare e in effetti lo trovò. Tornò soddisfatta verso Kirk, con un barattolino di crema in mano.
- Cos’è? – Domandò lui, diffidente.
- È una crema per irritazioni e scottature. La porto sempre con me in campeggio!
Prese fra le mani il polso di Kirk e iniziò a spalmare la crema, con un senso di evidente soddisfazione.
Una brezza fresca le scompigliava i capelli. Una sensazione che trovava piacevole.
Come la sabbia fredda sotto le ginocchia e come la vista di quello sterminato cielo.
- Sai… - ammise, con una certa riluttanza – Da quando ho smesso di lamentarmi, quest’avventura ha quasi iniziato a piacermi.
Chiuse il barattolo di crema, sentendo su di sé il sorriso di Kirk.
Da quando aveva smesso di lamentarsi, Kirk aveva anche sorriso più spesso.
Lui sollevò lo sguardo al cielo stellato e Giada lo sollevò verso di lui.
Per un momento, quel profilo forte, stagliato nell’oscurità, si sovrappose al volto tormentato di trecento anni prima.
Giada provò un tuffo al cuore.
Desiderò che lui le parlasse nuovamente di quello che provava per lei. Forse i sentimenti di lui la lusingavano, forse…forse essere l’oggetto di un amore così duraturo la faceva sentire diversa.  Più matura.
Più…
- Senti, Kirk… - domandò, con una certa tensione nella voce – Cos’è…l’amore vero?
Lui le lanciò un’occhiata neutra, poi tornò a fissare il deserto di fronte a sé.
- Dovresti saperlo…se sei innamorata di Brian.
Giada abbassò lo sguardo. Iniziò a pasticciare con le dita nella sabbia.
- No, io parlo…Parlo di qualcos’altro. Come si fa a conoscere una persona e a continuare ad amarla per centinaia d’anni…senza mai vederla?
Kirk trasalì. Si mosse nervosamente sulla sabbia, come se cercando una migliore posizione fisica, potesse trovare una collocazione più adeguata anche alle sue parole.
- Non lo so… - disse, e Giada si accorse di quanto disagio provasse a parlarne – Non so come sia possibile…Anche perché all’inizio, quando ti ho rivista, non mi sembravi più tu.
- Infatti non sono più io – rispose lei. Neanche lontanamente avrebbe potuto paragonarsi alla Giada di trecento anni prima. Nessuno avrebbe potuto tracciare un collegamento tra loro.
Kirk alzò le spalle e non la guardò. Forse sperava che considerasse chiuso l’argomento. Ma Giada continuò ad aspettare in silenzio.
Lui se ne accorse. Sorrise.
- Vuoi una  confessione in piena regola? – Ironizzò.
Giada continuò a guardarlo fisso, in attesa.
- Oh…va bene! – si arrese lui, simulando noncuranza. Ma non riuscì subito a parlare. Con un dito, disegnò un cerchio nella sabbia. Stava pensando.
- Kirk..? – lo sollecitò Giada.
Lui si riscosse.
– Non sono rimasto tutto il tempo ad aspettare il nostro incontro – disse -  Trecento anni sono lunghi…non puoi capire quanto.
Giada annuì. Lo stava ascoltando.
- Però, quando sei controllore, non hai assolutamente nulla. - proseguì lui - E viene spontaneo ricordare…o pensare a un futuro in cui si potrà tornare ad essere qualcosa. In un certo senso, tu, in questi secoli, sei rimasta il mio unico punto di riferimento. E man mano che il mio incontro con te si avvicinava, ho iniziato ad avere sempre più aspettative su…sul momento in cui ci saremmo rivisti.
- Aspettative? – Domandò lei, senza capire.
Kirk scrollò la testa.
- Non puoi capire cosa passa nella mente di qualcuno che…che vive come un fantasma per così tanto tempo!
- Ok…-  concesse Giada – Non posso capirlo…Spiegamelo.
- Volevo rivederti – disse – Volevo parlare con l’ultima persona che mi aveva visto come un essere umano…l’ultima persona che avesse fatto qualcosa per me! Nello stesso tempo però, sapevo di non dovermi fare illusioni. Sapevo che non ti saresti ricordata di me, che saresti stata una persona completamente diversa…che avresti avuto paura e che te la saresti presa con me, come tante altre persone avevano già fatto. Continuavo a ripetermi che sarei rimasto deluso, se avessi creduto di ritrovarti così come ti avevo lasciata…
- E infatti sei rimasto deluso – concluse Giada. Non poteva dimenticare il modo in cui l’aveva guardata Kirk i primi giorni.
- Non ti ho lasciato il tempo per farlo – ammise lui – Questi trecento anni, mi hanno reso una persona più dura…più aggressiva. E di fronte alla possibilità di …di rimanere deluso ho iniziato a comportarmi a quel modo con te. Come…  - s’interruppe.
- …come una difesa?
Kirk la guardò un momento in silenzio. Annuì lentamente, tornando a fissare la sabbia sotto di sé. Rimase zitto.
Fa fatica ad ammettere le sue debolezze!
E per chi non era così?
Ma Giada voleva sapere. Improvvisamente voleva sapere tutto quello che era passato nella testa di Kirk. Perché lei, in tutto quel mese passato insieme, di lui non aveva capito assolutamente nulla.
Kirk era stato un enigma, sempre. Quando non le rispondeva, quando le rispondeva bene e quando le rispondeva male. Quando l’aveva aggredita, e quando poi si era fatto trovare così pentito in cantina…
Non aveva mai capito nulla di lui, dei suoi comportamenti…delle sue motivazioni.
- Vai avanti, ti prego.
- Non c’è molto da dire – fece lui, alzando le spalle – Vedendoti così capricciosa, ho pensato che tu fossi cambiata troppo. Credevo di non provare più nulla. L’ ho creduto almeno nei primi giorni. Però…però quando ti vedevo ricordare il passato, riuscivo a cogliere la tua fragilità. Mi sembrava che tu avessi bisogno di…di protezione. E provavo l’istinto di offrirtela.
- Ma non facevi altro che insultarmi! – Protestò lei.
- Sì, è vero. Non sapevo cosa fosse meglio per te. Aiutarti o evitarti di lasciarti cadere nel vittimismo. Così, quando cercavi consolazione, ti trattavo male. Sapevo che volevi conforto… ma non lo volevi da me, comunque. Lo cercavi da Raf…o da Brian.
L’avrei accettato anche da te! – Pensò lei – L’avrei accettato da chiunque, in quei momenti.
- La sera in cui abbiamo dormito da Brian e ti ho vista ricordare il passato, sei stata così male…ho rivisto le stesse scene di trecento anni prima. Ho sovrapposto la tua immagine a quella di allora, quando eri stata chiusa in cantina per colpa mia. Quando ti ero venuto a liberare e avevi un aspetto così…devastato. È stato come…tornare indietro di secoli. Poi ti sei svegliata e mi sei saltata al collo…e io sono rimasto tutta la notte sveglio a pensare. E ho capito…
Giada avvertì un silenzio pesante fra di loro.
- Hai capito..?
- Che non era cambiato niente. Che provavo le stesse cose di trecento anni prima.
Giada sospirò, sotto la magia di quella rivelazione. Stava iniziando a identificarsi con la protagonista di un film. No, neppure. Nemmeno nei  film aveva trovato emozioni così intense!
Era piuttosto una favola. Lei era la principessa dallo sguardo ammaliatore. Chiunque avesse fermato anche solo per un momento lo sguardo su di lei, sarebbe caduto inevitabilmente prigioniero dei suoi occhi.
Kirk teneva la testa bassa, non parlava più.
Giada si chiese se si stesse vergognando di tutto quello che le aveva detto. O forse si stava chiedendo, perché alla fine fosse ancora innamorato di una persona tanto immatura.
È un  nodo.
Le parole di Rossella  le tornarono alla mente. Un nodo…un nodo senza spiegazioni.
Forse anche Kirk stava ripensando a quella teoria.
- Kirk…
Lui non si mosse. Non diede segno di averla sentita.
Forse è a disagio…Non è abituato a parlare di queste cose!
E poi ancora l’eco della voce di Rossella.
C’è mai qualcuno che domandi a lui come si sente? C’è qualcuno con cui Kirk possa parlare?.
- Senti Kirk…- domandò – Ma in tutti questi anni…non ti sei mai innamorato di nessuna donna?
Lui alzò il capo e le rivolse uno sguardo indecifrabile.
- E a cosa sarebbe servito? – disse.
Lei abbassò gli occhi, imbarazzata.
Kirk non invecchiava, Kirk era sbalzato continuamente da un luogo all’altro…Kirk non esisteva.
Domanda stupida.
Non si sarebbe fatto altro che del male.
Alla fine, lui si scosse.
- Giada… - parlò senza alzare il capo – Io ti devo chiedere perdono.
- Perdono? – fece lei sorpresa -  A me?
Lui annuì.
- Sono stato crudele con te in questo mese. I miei modi sono stati…brutali.
- Non ci pensare! Non è stato poi così terribile.
Davvero, Giada?
- No – replicò lui, scuotendo la testa – Ho esagerato. Ho sconvolto la tua vita di punto in bianco,  dalla sera al mattino. Era normale che ti sentissi smarrita … spaventata. E che te la prendessi con me. Non ho fatto nulla per migliorare la situazione.
Giada non seppe come reagire. D’un tratto, la situazione si era ribaltata.
Avevano trascorso un mese attaccandosi vicendevolmente, e ora, di punto in bianco, ciascuno dei due era disposto a riconoscere le proprie colpe.
- Mi comportavo come se fosse sempre colpa tua – disse Kirk – Ma in realtà ero io. Ero io che ero geloso e triste…e arrabbiato. Ero arrabbiato perché non mi credevi e triste perché mi odiavi e…geloso del tuo rapporto con Raf. E di quello con Brian.
Giada sussultò, sorpresa.
- Devo chiederti perdono per la volta in cui ti ho aggredita – continuò lui – Non so cosa mi fosse preso…Non mi ero mai comportato a quel modo…non avevo mai fatto nulla di simile!
Giada chiuse gli occhi. Ricordò le parole che gli aveva rivolto quel giorno. Le accuse.
Tu non hai emozioni!
Non sai cosa vuol dire, soffrire per qualcuno!
Non sai cosa significa avere di fronte a te la persona che ami e non poterla toccare!
Si sentì male.
Come potevo immaginare che dentro di lui…ci fosse tutto questo?
Lo fissò sbigottita.
- Sai – disse lui – L’altra sera, quando abbiamo dormito da te e tu e Ross giocavate con il cuscino…ho visto come eravate serene. Ho capito come doveva essere stata la tua vita, prima del mio arrivo. Ed era logico…è logico che tu non volessi perderla. Ho capito perché tu rifiutassi così ciecamente tutto quello che poteva sconvolgerla!
No! – pensò Giada – Non posso più sopportare tutto questo!
Abbassò il capo fra le gambe, appoggiando una mano alla fronte.
- Io…di tutto quello che provavi, non avevo capito niente! – disse.
- Non potevi capirlo.
- Ma io…Io non l’ho capito neanche dopo aver ricordato ogni cosa!
Si alzò in piedi, provando in sé un’emozione sconosciuta, devastante.
- Avrei  dovuto per lo meno rifletterci! – Eclamò – Ma non mi sono mai chiesta che cosa provassi tu. Credevo semplicemente che tu avessi un carattere orribile!
Kirk sorrise.
Giada si torse le mani nervosamente. Toccava a lei. Doveva essere lei a confessarsi adesso.
- In realtà avevi ragione a trattarmi a quel modo – disse, piano - A dirmi che ero petulante ed egoista…facevi bene a sgridarmi. So che Raf e Ross sono sempre troppo indulgenti con me! E poi… - si volse, dandogli la schiena. Quella era  la parte più difficile – E poi hai ragione per quanto riguarda…il mio rapporto con Raf. Ultimamente ci ho pensato a lungo…so di essere dipendente da lui…di comportarmi da sanguisuga! Ma on posso farne a meno!
Evitò di voltarsi verso di lui. Si aspettava un richiamo alla sua immaturità.
Invece da Kirk venne solo stupore.
- Sono sorpreso di sentirti parlare in questo modo – le disse.
Sapessi io, dopo quello che mi hai detto tu!
Giada si girò lentamente verso di lui.
- Ho finalmente deciso di affrontare questa situazione. Voglio liberare Brian e risolvere questa faccenda una volta per tutte.
Non gli disse però che buona parte di quella decisione era merito suo. Dell’influenza che lui aveva avuto su di lei in quei due giorni, quando con il suo altruismo e il suo coraggio l’aveva fatta sentire meschina e infantile.
- Questo non significa che io non abbia più paura – puntualizzò, per evitare che lui si facesse un’immagine troppo ardita della nuova Giada nascente.
- Non c’è coraggio senza paura.
Quando i suoi occhi la scrutarono, Giada provò un sussulto interiore.
Il modo in cui la stava guardando…Quei suoi occhi grigi che al bieco chiarore della torcia acquisivano una luce fosca…torbida…rivelavano apertamente i sentimenti che Kirk aveva nel cuore.
Lui dovette intuirlo, perché subito si mosse e scostò i lembi della tenda.
- Andiamo a dormire.
Giada si riscosse. Quando lo vide scomparire, meccanicamente si spogliò infilando la camicia da notte. Poi, con il cuore in gola, raggiunse Kirk nella tenda.
Lui era coricato su di un fianco e le aveva lasciato metà materassino. Giada si sdraiò con prudenza, ma non spense immediatamente la torcia.
Rimase immobile a fissare la schiena di Kirk rivolta verso di lei…la F in evidenza.
Provò un insolito desiderio di toccarlo.
Era talmente strano…Non aveva nulla  a che vedere con quello che aveva provato in passato per gli altri ragazzi.
Aveva desiderato toccare anche loro,  ma i sentimenti che l’avevano mossa erano stati totalmente differenti.  Curiosità, ricerca del divertimento, della novità, eccitazione, scoperta…
Con Brian invece, l’attrazione era stata viscerale. Un puro desiderio di fusione, un magnetismo irresistibile che li aveva richiamati l’uno verso l’altra, scavalcando ogni ragionevolezza.
Quello che provava per Kirk in quel momento, era qualcosa di completamente diverso.
Non aveva mai sperimentato prima quello struggimento interiore, come se cuore e stomaco si stessero liquefacendo.
E c’era poi una brama di scavare a fondo in Kirk, di conoscere, di indagare.
E, per la prima volta in vita sua, sperimentava il desiderio, non tanto di prendere, bensì di dare. Dare a Kirk, al suo animo tormentato, tutto quello che poteva.
Sollevò una mano e con un dito tracciò un cerchio intorno alla F.
Sentì Kirk trattenere il respiro e seppe che non era per il dolore.
Spense la luce, poi appoggiò la fronte alla schiena di lui. Provò  un conforto talmente immediato da sorprendersene.
Solo il calore di Raf, fino a quel momento, era riuscito a consolarla in modo così completo e naturale.
Chiuse gli occhi con un sospiro, e subito venne colta dal sonno.
 
 
 

7

 
 
 
L’incontro fra Amore e Morte fu fugace.
I sentimenti di Giada erano confusi al punto tale, da indurla a fuggire da Brian.
Aveva bisogno di spazio e di silenzio, per meditare e per comprendere.
L’unico messaggio che lasciò passare a Brian fu che sarebbero arrivati l’indomani. Lui colse il segnale con un gesto di trionfo.
E poi all’alba, Amore si trovò nuovamente di fronte al corpo di Giada.
Con un gesto meccanico, rafforzò l’ordine impartito la notte precedente.
Giada comprese appieno il significato di quel gesto, ma le fu impossibile fermarlo.
E, al punto in cui si trovava, non l’avrebbe neppure desiderato.
 

  
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