Lo so, ritirare fuori Lavanda per Ron è stato un colpo basso, ma ero talmente furiosa con Hermione che ho pensato che le sarebbe stato proprio bene. E devo dire che anche in questa storia, come in parte nel libro, mi dispiace per Lavanda. Ma si sà, people that are ment to be together always find their way in the end...
Penultimo capitolo.
7
Hermione
camminava nervosamente avanti e indietro. Lei ed Etienne erano arrivati
con
qualche minuto di anticipo.
Lui
le si avvicinò e tentò di abbracciarla, ma lei si
scostò bruscamente e gli
diede le spalle.
“Ehi!”
protestò lui.
“Scusa,
è che sono nervosa…” disse torcendosi
le mani. Lui si avvicinò di nuovo e
questa volta lei si fece abbracciare. Aveva bisogno di qualcosa a cui
aggrapparsi in quei momenti di attesa. Etienne poteva servire allo
scopo.
“Mi
dispiace, non dovrei essere così tesa. E’ che non
li vedo da tanto, sai…”
“Su,
dai. Non sarà niente di traumatico”
In
quel momento arrivarono Harry e Ron. E Lavanda.
Si
ritrovarono in cinque nel parchetto dove anni prima, solo in tre,
avevano speso
giornate intere a fare congetture, speculazioni, ipotesi…
Hermione
fu la prima a muoversi, abbracciò Harry.
“Harry”
“Ehi…”
le disse lui abbracciandola a sua volta, tenendola stretta e chiudendo
gli
occhi. Era passato così tanto tempo dall’ultima
volta che l’aveva fatto che ora
voleva sentire il calore di quel contatto invadergli il corpo. Gli era
mancata,
non si era mai accorto veramente di quanto fino a quel momento.
Si
staccarono. Hermione fece un passo verso Ron, Ron uno verso di lei.
Allungò una
mano e le carezzò una guancia, sempre guardandola negli
occhi.
“Ron…”
disse incerta.
Lavanda,
che era rimasta alle sue spalle, si portò le mani alla bocca.
La
mano di Ron scese sul collo di Hermione, le spostò i
riccioli delicatamente e
poi scivolò ancora oltre a circondarle le spalle, tirandola
a sé.
Immediatamente le braccia di lei volarono a stringersi intorno alla sua
vita ed
entrambi rimasero paralizzati dalla sensazione.
Lavanda
si lasciò sfuggire un singhiozzo e girò le spalle
alla scena, ma nessuno dei
due se ne accorse.
Si
stringevano. L’uno all’altra, e basta.
Dopo
parecchi secondi, Harry notò che all’espressione
stupita di Etienne se ne era
sostituita una alquanto seccata.
Passarono
ancora almeno cinque minuti e loro continuavano a rimanere allacciati.
Harry
cominciava a essere parecchio imbarazzato perchè Etienne
aveva iniziato a
lanciargli sguardi interrogativi e guardava torvo Ron.
Ma
per loro due il mondo si era fermato e non esisteva più
nessun altro.
Sembravano non rendersi conto del tempo che passava e della loro
immobilità. E
nessuno dei due aveva la minima intenzione di lasciare andare
l’altro.
Ron
si sentì improvvisamente come se tutto quel tempo in cui era
stato lontano da
lei non fosse mai passato, ricordò perfettamente le sue
emozioni, ricordò come
lei lo faceva sentire. E un qualcosa dentro si sciolse nel suo petto.
Come se
un blocco di ghiaccio che non sapeva di portarsi dentro si stesse
squagliando
lentamente.
Hermione
non poteva impedire al suo cuore di martellarle nel petto come non le
accadeva
da tempo. Non poteva non crogiolarsi nel calore delle sue braccia,
nella forza
della sua stretta. Non era più consapevole di niente, se non
del fatto di
trovarsi, di nuovo, tra le sue braccia. E questo, per il momento, era
tutto ciò
che le interessava.
Erano
passati altri minuti.
Ora
Harry era realmente imbarazzato. Etienne gli lanciava occhiate
assassine,
mentre Ron e Hermione sembravano ignari di tutto. Suo malgrado, decise
che
doveva in qualche modo intervenire…
“Ehm…”
fece, sperando che fosse sufficiente. Sfortunatamente il suo sguardo
incrociò
quello di Etienne, che sembrava sul punto di esplodere. Distolse in
fretta gli
occhi, sentendosi sempre più a disagio.
Finalmente,
dopo quello che era parso un tempo interminabile i due si staccarono.
Continuarono
a guardarsi intensamente negli occhi, ma il momento fu interrotto da
Etienne
che allungò bruscamente una mano verso Ron e disse, ironico:
“Io sono Etienne.
Sai, quello che sposerà Heather domani”.
Il
rosso si incupì, prese la mano dell’altro e disse
semplicemente “Ron”.
Dopodichè se la ficcò in tasca. Si
girò verso Harry che gli fece un sorriso di
comprensione. Poi si ricordò che non era venuto solo, ma
quando si guardò alle
spalle, Lavanda non c’era più.
“Ma…
Harry, per caso sai dov’è andata?...” e
indicò il punto in cui prima si trovava
la ragazza bionda.
Harry
scosse la testa e tornarono a guardare entrambi la coppia di promessi
sposi.
Ora, Etienne teneva un braccio intorno alla vita di Hermione
possessivamente.
Quella vista annebbiò leggermente il cervello di Ron che
decise che era giunto
il momento di tagliare la corda.
Dunque,
non avrebbe avuto occasione di parlare con lei prima del suo
matrimonio… Cosa
si era aspettato da questo incontro, in fondo? Nulla.
Ed
era esattamente quello che era accaduto.
Certo,
stringerla a sé ancora una volta era stato indescrivibile,
ma lei domani si
sarebbe sposata con quel cretino. Quindi, discorso chiuso.
“Io…
io penso che tornerò a casa…” disse.
“Sì,
anche noi dobbiamo andare a finire i preparativi” disse
Etienne risoluto,
iniziando a trascinare Hermione lontano da quel luogo.
“Ragazzi..”
disse lei mentre seguiva il suo fidanzato. “Mi
dispiace… avrei voluto avere più
tempo per parlare con voi…” disse salutandoli.
“A
domani” disse Harry.
Mentre
si allontanavano in direzioni opposte, sia Ron sia Hermione si
voltarono e si
scambiarono un ultimo sguardo.
********
Ron
arrivò a casa dopo parecchio tempo. Aveva vagato e pensato.
Appena
accese la luce, vide un foglio di pergamena posato sul tavolino. Lo
prese in
mano e lo lesse.
“Non
voglio iniziare dicendo “te l’avevo
detto” ma, io te l’avevo detto. Ho preso tutte le
mie cose, penso di non aver
lasciato nulla fuori posto. E’ stato davvero bello Ron. Non
ho rimpianti, ho
fatto quello che ho potuto, per te, ma anche per me stessa.
Non ti
dirò che ti amo, perché fa troppo
male. Ma tu lo sai.
Addio
Lavanda”
Ecco.
Ora sì che aveva bisogno di una bella camminata per
schiarirsi le idee.
Aveva
perso tutto, allora? Evidentemente sì.
Ripercorse
i suoi passi fino a trovarsi nuovamente nel parchetto che qualche ora
prima era
stato teatro della sua riunione con Hermione e Harry. Si sedette su una
panchina e si prese la testa tra le mani, riflettendo.
La
amava ancora? Sì.
Su
questo non aveva dubbi, e nemmeno sul fatto di averla perdonata molto
tempo
prima per quello che gli aveva fatto.
Se
ci fosse stata anche solo una misera possibilità di
riaverla, ci avrebbe
provato?
Dannazione,
sì! Avrebbe anche spaccato la faccia a quel suo presuntuoso
pseudo-fidanzato
francese, se fosse servito a qualcosa.
C’era
realmente qualche possibilità di riaverla?
No.
Nessuna.
Lei
si sarebbe sposata l’indomani e lui non era nemmeno riuscito
a dirle due
parole. Però gli rimaneva dentro la sensazione che aveva
provato quando si
erano abbracciati…
L’aveva
provato anche lei? Aveva significato qualcosa?
Estrasse
dalla tasca un brandello di fotografia ormai molto consunto. I colori
originali
erano completamente scomparsi e
*********
“Ma
insomma, si può sapere che ti prende?”
sbottò Etienne. “Da quando hai rivisto i
tuoi amici sei diventata un’altra. Non mi hai detto una sola
parola, non mangi,
non ti prepari per il grande giorno. Che cos’hai?”
“Scusa…
è che io non… non lo so, ho bisogno di pensare ad
alcune cose…”
“Pensare
a cosa? Spero che tu non abbia intenzione di mandare tutto a monte,
perché io…”
“No,
no. Non penso…”
“Non
pensi?!?!” disse lui incredulo. “Andiamo Heather, a
me puoi dire cosa c’è…”
“Senti…
è che io… ho bisogno di schiarirmi le
idee… vado a fare due passi” disse lei
dirigendosi verso la porta.
“D’accordo,
allora” rispose lui prendendo la giacca.
“Andiamo”
“Oh…
va bene…” disse lei abbassando le spalle. Ma poi
ci ripensò. “Anzi no, non va
bene per niente. Io ho bisogno di stare sola. A pensare. Quindi ora mi
fai il
favore di startene qui e lasciarmi in pace. Non so quanto mi ci
vorrà, perciò
non venire a cercarmi. Sono stata chiara?” e uscì
sbattendo l’uscio.
Ma
era veramente così pedante il suo promesso sposo? E lei non
se ne era mai
accorta? Scosse la testa allibita da questa realizzazione. Come aveva
potuto
lei, che era sempre stata una leader,
diventare un agnellino indifeso? Era veramente stata
capace di farsi
mettere i piedi in testa da un idiota per tutto questo tempo? Mentre
camminava
le tornavano in mente le parole di Danielle Non
è troppo tardi…E se fosse stato vero?
Dopotutto, non aveva ancora
pronunciato il fatidico sì…