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Autore: LaurenSmith    10/07/2007    6 recensioni
La guerra è finita e quello che resta non è un bello spettacolo. Ma due persone vogliono ricostruire sulle macerie partendo da un presupposto: il loro amore. Però, la vita si sa, non sempre va come ci si aspetta e a volte, la sola cosa che resta di un grande amore è una foto sbiadita. Ma la forza di un sentimento può rimettere le cose a posto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, ritirare fuori Lavanda per Ron è stato un colpo basso, ma ero talmente furiosa con Hermione che ho pensato che le sarebbe stato proprio bene. E devo dire che anche in questa storia, come in parte nel libro, mi dispiace per Lavanda. Ma si sà, people that are ment to be together always find their way in the end...

Penultimo capitolo.

7

 

Hermione camminava nervosamente avanti e indietro. Lei ed Etienne erano arrivati con qualche minuto di anticipo.

Lui le si avvicinò e tentò di abbracciarla, ma lei si scostò bruscamente e gli diede le spalle.

“Ehi!” protestò lui.

“Scusa, è che sono nervosa…” disse torcendosi le mani. Lui si avvicinò di nuovo e questa volta lei si fece abbracciare. Aveva bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi in quei momenti di attesa. Etienne poteva servire allo scopo.

“Mi dispiace, non dovrei essere così tesa. E’ che non li vedo da tanto, sai…”

“Su, dai. Non sarà niente di traumatico”

In quel momento arrivarono Harry e Ron. E Lavanda.

Si ritrovarono in cinque nel parchetto dove anni prima, solo in tre, avevano speso giornate intere a fare congetture, speculazioni, ipotesi…

Hermione fu la prima a muoversi, abbracciò Harry.

“Harry”

“Ehi…” le disse lui abbracciandola a sua volta, tenendola stretta e chiudendo gli occhi. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che l’aveva fatto che ora voleva sentire il calore di quel contatto invadergli il corpo. Gli era mancata, non si era mai accorto veramente di quanto fino a quel momento.

Si staccarono. Hermione fece un passo verso Ron, Ron uno verso di lei. Allungò una mano e le carezzò una guancia, sempre guardandola negli occhi.

“Ron…” disse incerta.

Lavanda, che era rimasta alle sue spalle, si portò le mani alla bocca.

La mano di Ron scese sul collo di Hermione, le spostò i riccioli delicatamente e poi scivolò ancora oltre a circondarle le spalle, tirandola a sé. Immediatamente le braccia di lei volarono a stringersi intorno alla sua vita ed entrambi rimasero paralizzati dalla sensazione.

Lavanda si lasciò sfuggire un singhiozzo e girò le spalle alla scena, ma nessuno dei due se ne accorse.

Si stringevano. L’uno all’altra, e basta.

Dopo parecchi secondi, Harry notò che all’espressione stupita di Etienne se ne era sostituita una alquanto seccata.

Passarono ancora almeno cinque minuti e loro continuavano a rimanere allacciati. Harry cominciava a essere parecchio imbarazzato perchè Etienne aveva iniziato a lanciargli sguardi interrogativi e guardava torvo Ron.

Ma per loro due il mondo si era fermato e non esisteva più nessun altro. Sembravano non rendersi conto del tempo che passava e della loro immobilità. E nessuno dei due aveva la minima intenzione di lasciare andare l’altro.

Ron si sentì improvvisamente come se tutto quel tempo in cui era stato lontano da lei non fosse mai passato, ricordò perfettamente le sue emozioni, ricordò come lei lo faceva sentire. E un qualcosa dentro si sciolse nel suo petto. Come se un blocco di ghiaccio che non sapeva di portarsi dentro si stesse squagliando lentamente.

Hermione non poteva impedire al suo cuore di martellarle nel petto come non le accadeva da tempo. Non poteva non crogiolarsi nel calore delle sue braccia, nella forza della sua stretta. Non era più consapevole di niente, se non del fatto di trovarsi, di nuovo, tra le sue braccia. E questo, per il momento, era tutto ciò che le interessava.

 

Erano passati altri minuti.

Ora Harry era realmente imbarazzato. Etienne gli lanciava occhiate assassine, mentre Ron e Hermione sembravano ignari di tutto. Suo malgrado, decise che doveva in qualche modo intervenire…

“Ehm…” fece, sperando che fosse sufficiente. Sfortunatamente il suo sguardo incrociò quello di Etienne, che sembrava sul punto di esplodere. Distolse in fretta gli occhi, sentendosi sempre più a disagio.

Finalmente, dopo quello che era parso un tempo interminabile i due si staccarono.

Continuarono a guardarsi intensamente negli occhi, ma il momento fu interrotto da Etienne che allungò bruscamente una mano verso Ron e disse, ironico: “Io sono Etienne. Sai, quello che sposerà Heather domani”.

Il rosso si incupì, prese la mano dell’altro e disse semplicemente “Ron”. Dopodichè se la ficcò in tasca. Si girò verso Harry che gli fece un sorriso di comprensione. Poi si ricordò che non era venuto solo, ma quando si guardò alle spalle, Lavanda non c’era più.

“Ma… Harry, per caso sai dov’è andata?...” e indicò il punto in cui prima si trovava la ragazza bionda.

Harry scosse la testa e tornarono a guardare entrambi la coppia di promessi sposi. Ora, Etienne teneva un braccio intorno alla vita di Hermione possessivamente. Quella vista annebbiò leggermente il cervello di Ron che decise che era giunto il momento di tagliare la corda.

 

Dunque, non avrebbe avuto occasione di parlare con lei prima del suo matrimonio… Cosa si era aspettato da questo incontro, in fondo? Nulla.

Ed era esattamente quello che era accaduto.

Certo, stringerla a sé ancora una volta era stato indescrivibile, ma lei domani si sarebbe sposata con quel cretino. Quindi, discorso chiuso.

“Io… io penso che tornerò a casa…” disse.

“Sì, anche noi dobbiamo andare a finire i preparativi” disse Etienne risoluto, iniziando a trascinare Hermione lontano da quel luogo.

“Ragazzi..” disse lei mentre seguiva il suo fidanzato. “Mi dispiace… avrei voluto avere più tempo per parlare con voi…” disse salutandoli.

“A domani” disse Harry.

Mentre si allontanavano in direzioni opposte, sia Ron sia Hermione si voltarono e si scambiarono un ultimo sguardo.

 

********

 

Ron arrivò a casa dopo parecchio tempo. Aveva vagato e pensato.

Appena accese la luce, vide un foglio di pergamena posato sul tavolino. Lo prese in mano e lo lesse.

 

“Non voglio iniziare dicendo “te l’avevo detto” ma, io te l’avevo detto. Ho preso tutte le mie cose, penso di non aver lasciato nulla fuori posto. E’ stato davvero bello Ron. Non ho rimpianti, ho fatto quello che ho potuto, per te, ma anche per me stessa.

Non ti dirò che ti amo, perché fa troppo male. Ma tu lo sai.

Addio

Lavanda”

 

Ecco. Ora sì che aveva bisogno di una bella camminata per schiarirsi le idee.

Aveva perso tutto, allora? Evidentemente sì.

Ripercorse i suoi passi fino a trovarsi nuovamente nel parchetto che qualche ora prima era stato teatro della sua riunione con Hermione e Harry. Si sedette su una panchina e si prese la testa tra le mani, riflettendo.

 

La amava ancora? Sì.

Su questo non aveva dubbi, e nemmeno sul fatto di averla perdonata molto tempo prima per quello che gli aveva fatto.

Se ci fosse stata anche solo una misera possibilità di riaverla, ci avrebbe provato?

Dannazione, sì! Avrebbe anche spaccato la faccia a quel suo presuntuoso pseudo-fidanzato francese, se fosse servito a qualcosa.

C’era realmente qualche possibilità di riaverla?

No. Nessuna.

 

Lei si sarebbe sposata l’indomani e lui non era nemmeno riuscito a dirle due parole. Però gli rimaneva dentro la sensazione che aveva provato quando si erano abbracciati…

L’aveva provato anche lei? Aveva significato qualcosa?

Estrasse dalla tasca un brandello di fotografia ormai molto consunto. I colori originali erano completamente scomparsi e la Hermione del suo passato gli sorrideva ora in bianco e nero. La guardò dolcemente per un istante e poi la ripose nel portafoglio sospirando.

 

*********

 

“Ma insomma, si può sapere che ti prende?” sbottò Etienne. “Da quando hai rivisto i tuoi amici sei diventata un’altra. Non mi hai detto una sola parola, non mangi, non ti prepari per il grande giorno. Che cos’hai?”

“Scusa… è che io non… non lo so, ho bisogno di pensare ad alcune cose…”

“Pensare a cosa? Spero che tu non abbia intenzione di mandare tutto a monte, perché io…”

“No, no. Non penso…”

“Non pensi?!?!” disse lui incredulo. “Andiamo Heather, a me puoi dire cosa c’è…”

“Senti… è che io… ho bisogno di schiarirmi le idee… vado a fare due passi” disse lei dirigendosi verso la porta.

“D’accordo, allora” rispose lui prendendo la giacca. “Andiamo”

“Oh… va bene…” disse lei abbassando le spalle. Ma poi ci ripensò. “Anzi no, non va bene per niente. Io ho bisogno di stare sola. A pensare. Quindi ora mi fai il favore di startene qui e lasciarmi in pace. Non so quanto mi ci vorrà, perciò non venire a cercarmi. Sono stata chiara?” e uscì sbattendo l’uscio.

 

Ma era veramente così pedante il suo promesso sposo? E lei non se ne era mai accorta? Scosse la testa allibita da questa realizzazione. Come aveva potuto lei, che era sempre stata una leader,  diventare un agnellino indifeso? Era veramente stata capace di farsi mettere i piedi in testa da un idiota per tutto questo tempo? Mentre camminava le tornavano in mente le parole di Danielle Non è troppo tardi…E se fosse stato vero? Dopotutto, non aveva ancora pronunciato il fatidico sì…

  
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