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Autore: Miss Trent    10/07/2007    5 recensioni
"Mi chiamo Nina Williams, e sono una cacciatrice. Il termine esatto in realtà sarebbe "assassina a pagamento", dato che uccido persone dietro compenso, ma preferisco di gran lunga definirmi una cacciatrice..."
Nina Williams ha ricevuto un altro incarico di morte: il suo obiettivo è Sergei Dragunov, un glaciale militare russo impegnato in una missione scomoda. Sullo sfondo della neve di Mosca prima e dei monti siberiani poi, questa missione sembra non avere fine. E Dragunov sembra avere più di un lato nascosto.
__EPILOGO__
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nina Williams, Sergei Dragunov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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V Moskve

Capitolo secondo  V Moskve *(*)
 


Piazzale antistante allhotel, ore 23:31

   Laria gelida di Mosca la colpì sferzante e intensa. Nina si strinse in quella pelliccia e iniziò a camminare verso lentrata dellhotel. Trovò i documenti nella tasca interna, proprio come le aveva detto lufficiale. Il passaporto un capolavoro di falsificazione era di nazionalità Britannica. Nina guardò il nome: Sybil Swanson, di anni 25, nata il 5 Novembre. Memorizzò bene quei dati, che sarebbero stati la sua nuova identità, ed entrò nella luce invitante e calda della hall dellalbergo.

   Alla reception cera un ragazzo biondo intento a parlare al telefono, che vide arrivare con passo aggraziato una giovane donna avvolta in uno stretto cappotto nero. Abbassata la cornetta, rivolse un saluto educato alla ragazza. Nina non ebbe problemi a parlare, perché il giovane capiva perfettamente linglese.
   Buonasera. Sono Sybil Swanson, ho una prenotazione esordì sicura fissandolo negli occhi.
   Swansonun momento, controllo rispose con un marcato accento russo. Eccola suite al primo piano. Mi serve un suo documento, per favore continuò.
   Nina gli consegnò il passaporto falso e lui effettuò la procedura di registrazione. Quando finì di battere i dati sulla tastiera del computer lì a fianco, poggiò il documento sul bancone e le consegnò la tessera magnetica che apriva la porta della suite.
   Numero 106. Le auguro buona permanenza disse gentile il ragazzo.
   Grazie. Nina prese la tessera e il passaporto e si diresse subito verso le grandi scale che portavano al primo piano.
Signorina
   Sentì la voce del portiere che la chiamava e si girò, con espressione evidentemente contrariata. Il ragazzo la notò, perché si rivolse con tono più rispettoso possibile.
   I suoi bagagli..?
   Sono già arrivati rispose lei risoluta ed enigmatica, prima di girarsi e continuare a salire le scale con passo elegante.
   Lui rimase perplesso, e continuò ad osservarla salire le scale. Quella straniera sapeva il fatto suo. Nello stesso momento il direttore dellalbergo usciva dal suo ufficio per chiedergli informazioni sul quella nuova cliente. Il giovane gli mostrò i dati salvati sul computer, e lespressione del principale cambiò all'istante.
   Dimitrij esordì serio rivolgendosi al suo dipendente questa non è una cliente qualsiasi. Trattala con il massimo rispetto e soprattutto non farle domande. È molto importante per il nostro albergo. Daccordo?
   Il ragazzo lo guardò e fece un silenzioso cenno dassenso. Era abituato a non fare troppe domande, se voleva continuare a lavorare.

   Quando aprì la porta della sua suite, Nina non si aspettava certo di trovare una reggia al suo interno. Tutto era stato preparato per il suo arrivo.
   Il lussuoso arredamento in stile Impero contrastava con la modernità di alcune casse dacciaio poggiate a terra (dove si trovava il suo arsenale) e di un computer portatile poggiato sullo scrittoio. La prima cosa che Nina fece fu aprire quelle casse.
   Come si aspettava, vi trovò larma che doveva usare un fucile ad altissima precisione che poteva essere smontato e trasportato in una normale ventiquattrore , le munizioni, il silenziatore e, cosa strana, una boccetta che Nina riconobbe come il più potente veleno esistente al mondo. Un nuovo tipo che oltre ad essere mortale era anche inodore e insapore. Lei laveva usato qualche tempo prima e aveva visto come agiva. Dopo tre minuti esatti faceva effetto, provocando un arresto cardiaco irreversibile senza lasciare traccia in eventuali autopsie. Era stato creato apposta.
   Avranno pensato che se fallisco dovrò avvelenarmi pensò Nina mentre un sorriso le si dipingeva sulle labbra a che mi serve...
   Si tolse il cappotto e lo poggiò sullalto baldacchino matrimoniale lì vicino, le cui lenzuola candide emanavano un fresco profumo di lavanda, quindi accese il computer e iniziò a esaminare i dati salvati lì sopra.
   Solo il bussare alla porta, dopo qualche tempo, la distolse dallo schermo. In fretta richiuse le casse e spense il computer.
   Chi è? il tono della sua voce era leggermente nervoso.
   Misssono Mikhail Barannikov, il direttore dellalbergo rispose luomo con un marcato accento sovietico.
   Nina aprì la porta, e lo vide. Un uomo alto e robusto, con i pochi capelli biondi tirati indietro e un completo gessato perfettamente stirato.
   Buonasera Missso chi è lei esordì immediato ma non si deve preoccupare, il suo segreto è al sicuro con meho preso proprio io la prenotazione di questa suite da parte dei servizi giapponesi aggiunse in fretta vedendo lespressione cupa della donna.
   Volevo solo augurarle una buona permanenza nel mio albergo, e dirle che qui da noi è al sicuro disse poi pronunciando questultima parola con enfasi.    Dopo aver ottemperato al suo compito qualsiasi esso sia potrà tornare da noi senza preoccuparsi delle conseguenze. Sa, nel caso qualcosa non dovesse andare come dovrebbe, alcune mie conoscenze importanti mi consentono di far sì che lei sia sempre una facoltosa turista in visita nella capitale della grande Russia. Barannikov parlava senza dire esplicitamente nulla, tuttavia il suo discorso criptico fu subito afferrato da Nina.
   La ringrazio iniziò ma sono dellidea di ripartire abbastanza presto concluse semplicemente.
   Oh, suvvianon sia così scrupolosa rispose luomo dopo un incarico abbastanza importante, come mi è sembrato di capire, credo che dovrebbe lasciare un podi tempo allo svago concluse con aria complice.
   Nina lo guardò seria. Forse quelluomo sapeva troppo.
   Tra due sere si terrà una serata di gala, qui nel mio albergo spiegò sarei felice se decidesse di prendervi parte
   Non amo le feste. Vedrò cosa potrò fare per allora lo liquidò. Ora, se non le dispiace, vorrei cambiarmi. Il viaggio è stato lungo.
   Comprendo. Le auguro una buona serata, e spero di vederla al galà salutò il direttore sorridendole.
   Arrivederci a lei. rispose Nina chiudendo la porta.
   Quanto poteva fidarsi di Barannikov? Come faceva a sapere così tanto? Tutti questi interrogativi la tormentavano...avrebbe tenuto gli occhi bene aperti, ne era certa.

   Ad ogni modo, decise di prepararsi al meglio per ciò che laspettava lindomani. Alle nove del mattino si sarebbe dovuta trovare al quinto piano in un edificio nel centro di Mosca situato a sinistra del palazzo della Lubjanka, la sede storica del KGB ubicata nella piazza omonima.
   Nonostante avesse cessato ufficialmente di esistere nel 1991, questente continuava la sua attività sotto il nome di FSB, alla lettera Federalnaja Sluba Bezopasnosti (Servizi federali per la sicurezza). La direzione dello SPETSNAZ, il reparto per cui lavorava Sergei Dragunov, era affidata proprio a questa organizzazione. Il giorno dopo Dragunov avrebbe ricevuto lordine ufficiale di avvio della missione, quindi doveva recarsi alla sede.
   L assassina sarebbe stata lì ad attendere il momento giusto e sparare un unico, silenzioso colpo che avrebbe messo fine alla sua vita.

   Nina si rese conto della stanchezza che aveva addosso solo quando si sedette sul grande baldacchino, dopo un lungo bagno che laveva rigenerata. La soffice trapunta di piuma doca la accolse in un morbido abbraccio, e lei si distese chiudendo gli occhi. Si addormentò in pochi minuti, cullata dal tepore di quella coperta. Un sonno profondo e senza sogni, come le capitava sempre prima di compiere un incarico importante.
   Qualche ora dopo fu svegliata dai primi raggi di sole che entravano dalla finestra. Subito si alzò, controllando lorario.
   Impiegò un po a lavarsi e vestirsi, quindi tirò fuori dalla cassa dacciaio più grande il fucile da cecchino che avrebbe dovuto usare di lì a poco. Un modello avanzato, che garantiva la massima precisione e silenziosità. Nina sapeva esattamente come prepararlo: dopo averlo pulito per bene, caricò i colpi e inserì la sicura al grilletto. Quindi lo ripose smontato in una valigia più piccola e nera, che sarebbe servita a trasportarlo fino al luogo del delitto.
   Preparata larma, prese il palmare, nel caso di comunicazioni di emergenza con il comando giapponese.
   Ora si poteva dire veramente pronta. Erano le 8.17, quindi aveva tutto il tempo di arrivare alla postazione da cui avrebbe dovuto sparare. Indossò il cappotto, che era rimasto abbandonato sul fondo del letto, e uscì.
   Quando passò sicura davanti alla reception, diretta verso il portone principale, notò con la coda dellocchio lo sguardo del giovane portiere che la seguiva rapito. Un sorriso compiaciuto si dipinse sul suo volto mentre usciva nella fredda mattina moscovita.
   Fece un profondo respiro, e si incamminò verso la sua meta. In quel momento si sentiva perfettamente sicura e padrona di sé.
 

____________________

(*) letteralmente "a Mosca"
 

A fatica, ma ecco il secondo. Il personaggio di Dragunov mi ispira molto, come Nina...spero di riuscire a ispirarmi anche nei prossimi capitoli^^
Grazie a Silver Princess, Softman993 e annasukasuperfan per le loro recensioni!
Alla prossima!

Miss Trent



Nota del 23/09/09: il titolo del capitolo è stato cambiato, per una maggiore correttezza grammaticale...grazie a Caterina per la sua consulenza! :)
  
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