Capitolo secondo V Moskve
*(*)
Piazzale antistante allhotel, ore 23:31
Laria gelida di Mosca la colpì sferzante e intensa. Nina si
strinse in quella pelliccia e iniziò a camminare verso lentrata dellhotel.
Trovò i documenti nella tasca interna, proprio come le aveva detto lufficiale.
Il passaporto un capolavoro di falsificazione era di nazionalità Britannica.
Nina guardò il nome: Sybil Swanson, di anni 25, nata il 5 Novembre. Memorizzò
bene quei dati, che sarebbero stati la sua nuova identità, ed entrò nella luce
invitante e calda della hall dellalbergo.
Alla reception cera un ragazzo biondo intento a parlare al
telefono, che vide arrivare con passo aggraziato una giovane donna avvolta in
uno stretto cappotto nero. Abbassata la cornetta, rivolse un saluto educato alla
ragazza. Nina non ebbe problemi a parlare, perché il giovane capiva
perfettamente linglese.
Buonasera. Sono Sybil Swanson, ho una prenotazione esordì sicura
fissandolo negli occhi.
Swansonun momento, controllo rispose con un marcato accento
russo. Eccola suite al primo piano. Mi serve un suo documento, per favore
continuò.
Nina gli consegnò il passaporto falso e lui effettuò la procedura
di registrazione. Quando finì di battere i dati sulla tastiera del computer lì a
fianco, poggiò il documento sul bancone e le consegnò la tessera magnetica che
apriva la porta della suite.
Numero 106. Le auguro buona permanenza disse gentile il ragazzo.
Grazie. Nina prese la tessera e il passaporto e si diresse subito
verso le grandi scale che portavano al primo piano.
Signorina
Sentì la voce del portiere che la chiamava e si girò, con
espressione evidentemente contrariata. Il ragazzo la notò, perché si rivolse con
tono più rispettoso possibile.
I suoi bagagli..?
Sono già arrivati rispose lei risoluta ed enigmatica, prima di
girarsi e continuare a salire le scale con passo elegante.
Lui rimase perplesso, e continuò ad osservarla salire le scale.
Quella straniera sapeva il fatto suo. Nello stesso momento il direttore
dellalbergo usciva dal suo ufficio per chiedergli informazioni sul quella nuova
cliente. Il giovane gli mostrò i dati salvati sul computer, e lespressione del
principale cambiò all'istante.
Dimitrij esordì serio rivolgendosi al suo dipendente questa non
è una cliente qualsiasi. Trattala con il massimo rispetto e soprattutto non
farle domande. È molto importante per il nostro albergo. Daccordo?
Il ragazzo lo guardò e fece un silenzioso cenno dassenso. Era
abituato a non fare troppe domande, se voleva continuare a lavorare.
Quando aprì la porta della sua suite, Nina non si aspettava certo
di trovare una reggia al suo interno. Tutto era stato preparato per il suo
arrivo.
Il lussuoso arredamento in stile Impero contrastava con la
modernità di alcune casse dacciaio poggiate a terra (dove si trovava il suo
arsenale) e di un computer portatile poggiato sullo scrittoio. La prima cosa che
Nina fece fu aprire quelle casse.
Come si aspettava, vi trovò larma che doveva usare un fucile ad
altissima precisione che poteva essere smontato e trasportato in una normale
ventiquattrore , le munizioni, il silenziatore e, cosa strana, una boccetta
che Nina riconobbe come il più potente veleno esistente al mondo. Un nuovo tipo
che oltre ad essere mortale era anche inodore e insapore. Lei laveva usato
qualche tempo prima e aveva visto come agiva. Dopo tre minuti esatti faceva
effetto, provocando un arresto cardiaco irreversibile senza lasciare traccia in
eventuali autopsie. Era stato creato apposta.
Avranno pensato che se fallisco dovrò avvelenarmi pensò Nina
mentre un sorriso le si dipingeva sulle labbra a che mi serve...
Si tolse il cappotto e lo poggiò sullalto baldacchino matrimoniale
lì vicino, le cui lenzuola candide emanavano un fresco profumo di lavanda,
quindi accese il computer e iniziò a esaminare i dati salvati lì sopra.
Solo il bussare alla porta, dopo qualche tempo, la distolse dallo
schermo. In fretta richiuse le casse e spense il computer.
Chi è? il tono della sua voce era leggermente nervoso.
Misssono Mikhail Barannikov, il direttore dellalbergo rispose
luomo con un marcato accento sovietico.
Nina aprì la porta, e lo vide. Un uomo alto e robusto, con i pochi
capelli biondi tirati indietro e un completo gessato perfettamente stirato.
Buonasera Missso chi è lei esordì immediato ma non si deve
preoccupare, il suo segreto è al sicuro con meho preso proprio io la
prenotazione di questa suite da parte dei servizi giapponesi aggiunse in fretta
vedendo lespressione cupa della donna.
Volevo solo augurarle una buona permanenza nel mio albergo, e
dirle che qui da noi è al sicuro disse poi pronunciando questultima parola con
enfasi. Dopo aver ottemperato al suo compito qualsiasi esso sia
potrà tornare da noi senza preoccuparsi delle conseguenze. Sa, nel caso qualcosa
non dovesse andare come dovrebbe, alcune mie conoscenze importanti mi consentono
di far sì che lei sia sempre una facoltosa turista in visita nella capitale
della grande Russia. Barannikov parlava senza dire esplicitamente nulla,
tuttavia il suo discorso criptico fu subito afferrato da Nina.
La ringrazio iniziò ma sono dellidea di ripartire abbastanza
presto concluse semplicemente.
Oh, suvvianon sia così scrupolosa rispose luomo dopo un
incarico abbastanza importante, come mi è sembrato di capire, credo che dovrebbe
lasciare un podi tempo allo svago concluse con aria complice.
Nina lo guardò seria. Forse quelluomo sapeva troppo.
Tra due sere si terrà una serata di gala, qui nel mio albergo
spiegò sarei felice se decidesse di prendervi parte
Non amo le feste. Vedrò cosa potrò fare per allora lo liquidò.
Ora, se non le dispiace, vorrei cambiarmi. Il viaggio è stato lungo.
Comprendo. Le auguro una buona serata, e spero di vederla al galà
salutò il direttore sorridendole.
Arrivederci a lei. rispose Nina chiudendo la porta.
Quanto poteva fidarsi di Barannikov? Come faceva a sapere così
tanto? Tutti questi interrogativi la tormentavano...avrebbe tenuto gli occhi
bene aperti, ne era certa.
Ad ogni modo, decise di prepararsi al meglio per ciò che
laspettava lindomani. Alle nove del mattino si sarebbe dovuta trovare al
quinto piano in un edificio nel centro di Mosca situato a sinistra del palazzo
della Lubjanka, la sede storica del KGB ubicata nella piazza omonima.
Nonostante avesse cessato ufficialmente di esistere nel 1991,
questente continuava la sua attività sotto il nome di FSB, alla lettera
Federalnaja Sluba Bezopasnosti (Servizi federali per la sicurezza). La
direzione dello SPETSNAZ, il reparto per cui lavorava Sergei Dragunov, era
affidata proprio a questa organizzazione. Il giorno dopo Dragunov avrebbe
ricevuto lordine ufficiale di avvio della missione, quindi doveva recarsi alla
sede.
L assassina sarebbe stata lì ad attendere il momento giusto e
sparare un unico, silenzioso colpo che avrebbe messo fine alla sua vita.
Nina si rese conto della stanchezza che aveva addosso solo quando
si sedette sul grande baldacchino, dopo un lungo bagno che laveva rigenerata.
La soffice trapunta di piuma doca la accolse in un morbido abbraccio, e lei si
distese chiudendo gli occhi. Si addormentò in pochi minuti, cullata dal tepore
di quella coperta. Un sonno profondo e senza sogni, come le capitava sempre
prima di compiere un incarico importante.
Qualche ora dopo fu svegliata dai primi raggi di sole che entravano
dalla finestra. Subito si alzò, controllando lorario.
Impiegò un po a lavarsi e vestirsi, quindi tirò fuori dalla cassa
dacciaio più grande il fucile da cecchino che avrebbe dovuto usare di lì a
poco. Un modello avanzato, che garantiva la massima precisione e silenziosità.
Nina sapeva esattamente come prepararlo: dopo averlo pulito per bene, caricò i
colpi e inserì la sicura al grilletto. Quindi lo ripose smontato in una valigia
più piccola e nera, che sarebbe servita a trasportarlo fino al luogo del
delitto.
Preparata larma, prese il palmare, nel caso di comunicazioni di
emergenza con il comando giapponese.
Ora si poteva dire veramente pronta. Erano le 8.17, quindi aveva
tutto il tempo di arrivare alla postazione da cui avrebbe dovuto sparare.
Indossò il cappotto, che era rimasto abbandonato sul fondo del letto, e uscì.
Quando passò sicura davanti alla reception, diretta verso il
portone principale, notò con la coda dellocchio lo sguardo del giovane portiere
che la seguiva rapito. Un sorriso compiaciuto si dipinse sul suo volto mentre
usciva nella fredda mattina moscovita.
Fece un profondo respiro, e si incamminò verso la sua meta. In quel
momento si sentiva perfettamente sicura e padrona di sé.
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(*) letteralmente "a
Mosca"
A fatica, ma ecco il secondo. Il personaggio di Dragunov mi ispira molto, come Nina...spero di riuscire a ispirarmi anche nei prossimi capitoli^^
Grazie a Silver Princess, Softman993 e annasukasuperfan per le loro recensioni!
Alla prossima!
Miss Trent
Nota del 23/09/09: il titolo del capitolo è stato cambiato, per una maggiore correttezza grammaticale...grazie a Caterina per la sua consulenza! :)