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Autore: Greta_Unicorn    24/12/2012    1 recensioni
Lo incontrai un giorno,dopo la scuola,era un po' che non lo vedevo.Aveva la fama di essere un cattivo ragazzo,ma in spalla aveva una chitarra,quindi mi sarei fidata ciecamente di lui in ogni caso.
Kurt mio passò di fianco e io mi decisi finalmente a fermarlo,a parlargli.
Genere: Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“…Don't expect me to cry
for all the reasons you had to die.
Don't ever ask your love of me.
Don't expect me to cry.
Don't expect me to lie.
Don't expect me to die.
Don't expect me to cry
Don't expect me to lie.
Don't expect me to die for thee…”
L’ ultima volta che io e Kurt ci siamo visti sono tornata a casa sua e naturalmente c’era tutta la band.
Mi sento di poter dire che mi apprezzano anche loro…siamo rimasti delle ore a parlare tutti quanti e infine mi hanno dato una loro cassetta incisa da poco. Kurt era forse un po’ imbarazzato all’inizio, ma ci teneva a sapere cosa ne pensassi. La ascoltai per la prima volta da quando e la diedero lavando le finestre di un ufficio al sesto piano. Da quando iniziai a parlare con loro, non mi interessai più alla scuola e allo studio, l’unica cosa a cui volevo arrivare era una chitarra. Per questo mi aveva assunta un’azienda di pulizie, lavoravo in nero, ma mi pagavano in contanti. A me andava bene, era una buona sistemazione…mi pagavano poco meno di 4$per pulire le finestre, svuotare i cestini, lavare i bagni, passare la cera in corridoio o cose così…chiaramente avrei dovuto continuare a frequentare la scuola e a studiare, ma non riuscivo a rimanere concentrata sui libri: volvevo solo suonare, fare parte del gruppo, di quel giro di fantastici musicisti ispirati e illuminati…
Dopo qualche mese di duro lavoro, incontrai Kurt e gli chiesi di accompagnarmi, insieme alla band, in un buon negozio dove avrei potuto comprare la chitarra migliore.
Anche Christ e Chad lavoravano in un’impresa di pulizie ,così decidemmo di andare a prenderli alla fine del turno. Aspettammo molto fuori dagli uffici, ma non si fecero vedere ,così andammo alla casa che condividevano e trovammo Chris a fumare erba steso sul tavolo e una ragazza bionda sul divano. Ci avvicinammo per controllare che andasse tutto bene, quando sentimmo la voce di Chad provenire dalla sua camera da letto. Decidemmo di lasciarli in pace, uscimmo dall’appartamento e ci avviammo verso la strada che conduceva al piccolo centro di Aberdeen. Decisi di seguire ogni suo consiglio perché infondo io non avevo così tanta esperienza e mi feci guidare completamente nell’acquisto di quella Fender. Era abbastanza semplice ed essenziale, ma a suo parere adatta a me.
“Sei già abbastanza particolare nel tuo modo di fare, lascia che la tua chitarra faccia parte di questo…ormai tutti cercano la cosa più appariscente in commercio!”
Aprii la zip del mio marsupio e tirai fuori la busta gialla contenente tutti i miei rispiarmi.
Alla fine di tutti di conti venne a costare più del previsto e anche più di tutto ciò che possedevo…
Per Kurt non sembrò un problema: infilò la mano nella tasca sinistra dei suo jeans scoloriti e prese un portafogli di pelle marrone, scolorito e consunto a sua volta. Sorrise semplicemente e aggiunse i soldi mancanti, poi prese la chitarra e mi invitò a uscire dal negozio, salutando gentilmente il personale.
Non fu un sorriso qualsiasi, quello che mi fece quando appoggiò i soldi sul bancone per aiutarmi nel pagamento. Le sue sottili labbra si assottigliarono e tirò su solo l’angolo sinistro della bocca. Fu così magico che quasi mi dimenticai di ringraziarlo dell’aiuto. Ma era un momento troppo surreale e speciale per ringraziarlo e basta, mi sembrava quasi…quasi poco. Non volevo che tutto quello si spegnesse poco dopo…l’incontro, la richiesta di accompagnarmi, la ricerca di Chris e Chad, la decisione di andare da soli in centro, la scelta di quella Fender, quelle frasi dolci e gentili, il sorriso e i soldi…
Sulla strada del ritorno si mise a dire che sarei DOVUTA andare alle prove della band con la mia nuova chitarra in modo che loro avessero un pubblico e che poi mi potessero insegnare qualcosa.
Tra una cosa e l’altra arrivammo a casa sua e mi invitò a salire per controllare la situazione dei ragazzi.
Non c’erano più. Chris e Chad se n’erano andati lasciando un caos infernale e una gran puzza di erba e alcool. Decisi di rimanere con Kurt per aiutarlo a sistemare l’appartamento, infondo più tempo fossi rimasta fuori di casa, meglio sarebbe stato…
Finito di raccogliere i vetri di un paio di bottiglie di birra rotte probabilmente contro il tavolo della cucina, notai che era molto tardi e mi ricordai che la mattina dopo avrei avuto un turno di pulizie molto presto, così Kurt si offrì di accompagnarmi a casa.
Non parlammo più di tanto, non avevamo più molto da dirci dopo aver passato un pomeriggio e una sera da soli insieme, in più eravamo stanchi a causa della pulizia dell’appartamento…
Quando arrivammo da me lo invitai a salire. All’inizio era titubante, ma lo convinsi con la promessa di una birra e qualche stupido canale via cavo che amavamo.
Mio padre era via con una delle sue donne che sembrava essere “quella giusta”, quindi sapevo di avere la casa libera. Così rimanemmo a lungo a guardare  MTV stesi sul divano in salotto con qualche bottiglia di birra ormai vuota in giro.
A notte fonda lui si alzò, si stiracchiò e mi disse “Forse è il caso che ora io vada, visto che domani attacchi presto…” Rimasi qualche istante inebetita: non mi aspettavo che se ne volesse andare, ma lo accompagnai comunque alla porta.
“Buonanotte, ci vediamo presto, eh! E mi raccomando, vai a dormire che è tardi e devi lavorare!”
“…hei, senti, non c’è bisogno che te ne vai subito…insomma, se vuoi puoi rimanere ancora…”
“Greta, sul serio, non voglio disturbarti…ci possiamo vedere domani mattina, magari vengo a prenderti in ufficio, ok?”
Cavolo, non pensavo di essere così poco esplicita!! A questo punto avrebbe dovuto capire, così mi decisi a fare una mossa piuttosto audace.
Gli presi il braccio e lo accompagnai allo stipite della porta, poi mi avvicinai a lui e lo baciai profondamente.
Lui aveva la schiena appoggiata alla porta e io avevo le braccia intorno al suo collo, mentre lui mi stringeva i fianchi.
Tutto era romantico in modo così surreale!!
Durante il bacio non riuscivo a non pensare a come sarebbe stato il nostro futuro, cosa ne avrebbe pensato la band e se sarei stata la sua fonte d’ispirazione, se lui sarebbe riuscito a lasciare l’appartamento e a trasferirsi da me o se sarei riuscita ad andare da loro…
Poi lentamente ci staccammo l’una dall’altro.
Tornai in salotto, mi sedetti sul divano e Kurt mi seguì ,ma quando mi girai e lo vidi seduto all’altro capo del divano, con lo sguardo torvo e la testa china, gli chiesi cosa non andasse.
“Greta, non fraintendermi ,tu mi piaci. Parecchio. Ma io…bhè, io ora ti dico tutta la verità perché bisogna sempre mettere le proprie carte in tavola e tra di noi è sempre stato così da quando ci siamo parlati per la prima volta in quel bar.”
Mi faceva realmente paura, cosa poteva turbarlo in quel modo?? Ci eravamo baciati appassionatamente ,a lungo e mi aveva detto che gli piacevo…era tutto perfetto, quale poteva essere il problema?
“Non preoccuparti, dimmi tutto. Quello che turba te, fa stare male anche me.” Sorrisi.
Ci fu una lunga pausa di silenzio tra la mia frase e la sua risposta, l’ansia stava crescendo in me.
Si alzò, si avvicino alla porta e disse :“Io ho la ragazza.”
La rabbia mi accecò, mi alzai e cominciai a urlargli contro, spingendolo verso la porta.
Come si era permesso di entrare nella mia vita e prendermi in giro in quel modo?!?!
Non era giusto!! Stavamo sempre insieme da mesi ormai, e lui non si era degnato nemmeno di accennarmelo!! Parlavamo di tutto, TUTTO!! Dai risultati sportivi alle chitarre, dalla pizza alle festività, dalle scarpe al golf e non gli era passato per la mente di dirmi che aveva la ragazza?!?!
Non potevo realmente crederci, era davvero troppo.
“…E SE PROVI ANCHE SOLO A FARTI RIVEDERE, IO TI IMPICCO CON LE CORDE DI QUELLA CAZZO DI CHITARRA, HAI CAPITO?!” Ero letteralmente fuori di me.
Mentre scendeva le scale, sempre guardandomi mentre gli urlavo contro, tentava di dirmi qualcosa ,strascicava qualche parola di scusa, ma io ero totalmente accecata dall’odio per non accorgermi che prima aveva detto che gli piacevo.
 

 
[Questo secondo capitolo è un po’ strano perché scritto durante le mie vacanze natalizie dai parenti, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate!! Spero vi piaccia anche se c’è un po’ di suspance, ma aggiornerò prestissimo!! Perdonatemi i possibili errori, vi prego, anche il io cervello è in vacanza. G.<3]
  
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