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Autore: sinestesia    10/07/2007    10 recensioni
Ma un giorno moriremo tutti, Remus. Tanto vale farle prima, le cose importanti.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma un giorno tutti moriremo, Remus. Tanto vale farle prima, le cose importanti.”

“Avanti, Lunastorta, non farai mica sul serio? Nemmeno Mocciosus uscirebbe di casa bardato con quell’affare.”

“E’ un abito da cerimonia.”

“Un sudario, vorrai dire. Remus, qualsiasi cosa popoli le maniche di quello scherzo che ti sei drappeggiato addosso, è vivo e in ottima salute, e di certo sta progettando un colpo di stato ai danni del tuo fondoschiena, amico.”

“Sirius, è un abito da cermonia.”

“Quando hai cominciato a rubare vestiti ai morti? Dico davvero, il proprietario di quel coso probabilmente era il compagno di banco di Salazar Serpeverde, e di certo aveva il suo stesso gusto in fatto di abiti.”

“Sirius, pensi che potremmo uscire di casa o preferisci intavolare una lunga e senz’altro fruttuosa conversazione a proposito della storia del costume?”

“Potresti presentarti solo con la sottoveste. O magari con una camicia da notte. Senza dubbio tutti resterebbero meno stupiti di vederti.”

“Potrei non venire affatto.”

“Avanti, è l’addio al celibato di James. Domani andrà al gabbio. Se tu non venissi, rischieremmo di ritrovarci su una spiaggia illibata circondati da Snorcoli Cornuti. Considerato che non esistono, sarebbe piuttosto grave, e poi chi la sentirebbe Lily domattina?”

“Va bene, va bene, vengo. Ma con l’abito da cerimonia.”

“Come vuoi, vecchia camola da naftalina, ma non dire che non ti avevo avvisato quando Peter ti salterà addosso.”

“Sirius, vorresti essere così gentile da utilizzare un linguaggio più adatto ad un gentiluomo?”

“Di certo tu non hai bisogno di consigli per utilizzare un abbigliamento più adatto ad una signora.”

“Ok. Ci rinuncio.”

Svariate ore e svariate burrobirre dopo, i quattro si trovavano sdraiati su di un prato, immersi nella contemplazione e nei fumi dell’alcool.

“Sono felice.” ammise James dopo un lungo periodo di silenzio.

“E chi non lo sarebbe?” intervenne allora Sirius. “Qualcuno che ti sgrida per aver lasciato i calzini fuori posto, per avere lasciato il bicchiere sul tavolo, qualcuno che pretenderà di controllare dove vai, come ti vesti, cosa fai… ti invidio da morire, James.”

“Avanti, sii serio per una volta.” fece allora Remus.

“Lily è molto bella.” commentò Peter del tutto a sproposito.

“Lily è meravigliosa. E’ bella, intelligente e spiritosa. E mi ama. Sono l’uomo più fortunato del mondo, e spero di poter festeggiare presto per tutti voi la stessa fortuna.”

“Per quanto mi riguarda, non credo che sarà tanto presto. Nessuna è alla mia altezza. Remus, piuttosto, lui sì che è un tipo da famiglia, figli ed un lavoro noioso vicino a casa.”

“Non ritengo di essere sufficientemente maturo per il matrimonio.”

“Se si sposa James…”

“Sirius, chiudi il becco.”

“Seriamente, il matrimonio è qualcosa di importante, non si può prendere a cuor leggero. E’ per sempre, fino allo morte.”

“Se volevi tranquillizzarmi, credimi, non ci sei riuscito.”

“Non parlavo di te, James. E’ un discorso più ampio.”

“Messa così, visto che potremmo anche morire tutti domani, tanto vale divertirsi e non complicarsi la vita con le responsabilità.” intervenne Sirius.

“Forse è così.” mormorò Remus.

“Lo so che sembra una cosa più grande di noi, e che fa paura.” disse allora James “Ma un giorno moriremo tutti, Remus. Tanto vale farle prima, le cose importanti.”

Tanto vale farle prima, le cose importanti, perché un giorno moriremo tutti. Ma tu, James, allora non sapevi che quel giorno per te sarebbe arrivato tanto presto.

Remus fece del suo meglio per distogliere sé stesso dai ricordi. I ricordi non portano nulla di buono, sono solo ferite che non smettono di sanguinare. E Dio sapeva se lui non avesse già perso abbastanza.

Facendosi coraggio, prese il biglietto di Tonks e lo stracciò. Non sarebbe andato all’appuntamento, anche se l’avrebbe fatta soffrire. La sua vita era nel passato, ormai, per il presente non c’era più spazio.

Eravamo tanto giovani, credevamo di avere il mondo in mano, avremmo dovuto scorgere la fine dietro l’angolo.

Tanto vale farle prima, le cose importanti. Ormai il tempo è passato.

Ormai è troppo tardi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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