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Autore: Margaret24    24/12/2012    3 recensioni
Harry, dopo essere tornato a Hogwarts per sbrigare alcune faccende alla fine della Seconda Guerra, si reca nell’ufficio del preside e, incapace di trattenersi, guarda nel Pensatoio, dove sono conservati i ricordi di Lupin.
ATTENZIONE! Se salta subito al capitolo "La Prima Guerra è finita", sappiate che non è il primo, ma non so come aggiustarlo!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Ordine della Fenice, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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Questa volta la scena si svolse in un piccolo pub. Era un luogo abbastanza angusto, dal pavimento polveroso, pochi tavoli in legno scuro e illuminato dalla fioca luce che entrava dalle finestre sudicie. Era decisamente immerso nel mondo babbano: nessuno dei presenti indossava vesti da mago, e il barista stava pulendo il bancone a mano.
Seduto a un tavolo in un angolo c'era ancora un Lupin ventenne, la barba leggermente incolta, i capelli castani corti e spettinati, che osservava la bottiglia di whisky quasi vuota tra le mani con aria lugubre. A giudicare dallo sguardo offuscato, era un po' ubriaco. Si grattò stancamente gli occhi e scosse rapidamente il capo, come a cercare di svegliarsi. Harry trasalì un poco quando udì delle risate sguaiate provenienti dal tavolo accanto, dove cinque uomini sui trent'anni stavano chiacchierando allegramente.
"Ehi, ehi! Guarda un po' quello" disse all'improvviso uno di loro indicando Lupin.
"È ubriaco fradicio!"
Risate.
"Ehi, barbone!" lo chiamò un altro.
Lupin si voltò lentamente, sbattendo le palpebre per mettere a fuoco. Poi voltò loro di nuovo le spalle con aria cupa, scosse il capo e tracannò un altro sorso di whisky.
"Ragazzi, lasciatelo in pace" disse il barista con un moto di compassione, intento ad asciugare un boccale.
Gli uomini non gli diedero retta, e continuarono a deridere Lupin, che continuava a far finta di niente, osservando la sua bottiglia di whisky mezza vuota. Poi, uno di loro lo colpì con un tovagliolo. Lupin si alzò di scatto, barcollando, e i cinque uomini si zittirono. Lupin si voltò di nuovo, questa volta livido di rabbia, e avanzò lentamente verso il gruppo. Si reggeva a malapena in piedi e gli uomini risero della sua andatura incerta.
"Ehi amico, cerchi rogne?" disse quello che sembrava il capo della banda, alzandosi e squadrando Lupin da capo a piedi a pochi centimetri dal suo viso sfregiato. Lupin tacque, respirando rapidamente. Ad un tratto, senza preavviso, sferrò all'uomo di fronte a lui un pugno, facendolo cadere a terra. Due uomini del gruppetto si precipitarono ad aiutarlo, mentre altri due guardavano Lupin con odio.
"Ora te la sei proprio cercata" disse uno di loro dai capelli rossi, e diede a Lupin un pugno nello stomaco, facendolo piegare in due con il fiato mozzo. Lui perse l'equilibrio e cadde a terra. Un altro lo prese per il cappotto, tirandolo su. Tutto il pub ora stava guardando la scena col fiato sospeso, ma nessuno sembrava osare intervenire.
"Ehi ehi ehi!" urlò all'improvviso il barista posando il boccale con un tonfo sordo. "Non voglio danni qui dentro!"
"Bene!" urlò l'uomo a cui Lupin aveva dato un pugno, che si stava ancora massaggiando la mandibola, e prese il giovane per i capelli, spingendolo verso l'uscita. I compagni ed Harry lo seguirono a ruota, mentre lui strattonava Lupin e lo gettava fuori a terra, nella strada fredda e innevata.
Lupin tentò di rialzarsi, ma l'uomo dai capelli rossi gli sferrò un calcio tra le costole. Un altro gli diede un pugno in faccia. E poi un altro e un altro ancora, finché non gli furono tutti addosso. Lupin non sembrava avere la forza di reagire, ed Harry si sentiva impotente di fronte a quel massacro. A un tratto si fermarono, vedendo un'ombra gigante che andava ingrandendosi sulla parete opposta. Si voltarono, Harry compreso, e videro la sagoma di un omone dalla barba e i capelli folti e neri, che li squadrava con lo sguardo minaccioso.
"Vi consiglio di lasciare stare quel poveretto, o ve la vedete con me" disse con voce grossa.
I cinque uomini si guardarono l'un l'altro, uno deglutì rumorosamente. Lentamente si allontanarono, mentre l'uomo dai capelli rossi sputò per terra, e sparirono dietro l'angolo.
Lupin era rimasto a terra, boccheggiante. Era in uno stato pietoso, con un occhio nero, il naso e uno zigomo sanguinanti, un labbro gonfio, ed era ancora ubriaco.
"Hagrid..." esordì, tossendo, senza fiato.
"Remus!" disse Hagrid, aiutandolo ad alzarsi. "Ma cosa combini?! Che volevano quelli da te?"
"Niente..." disse Lupin, lo sguardo ancora fosco. "Lascia stare, ce la faccio da solo..." ma barcollò e ricadde a terra con un gemito. Hagrid lo tirò su di peso come un sacco e lo fece appoggiare alla sua vita. Lupin si divincolò dalla stretta, si mise un dito sul labbro superiore e quando vide il sangue su di esso, scosse il capo con espressione di stizza, alzando gli occhi al cielo. Tossì di nuovo.
"Remus..." cominciò Hagrid.
"Tu che ci fai qui comunque?" lo interruppe Lupin, come a voler evitare un argomento.
"Io? Io, ehm... stavo..." Hagrid sembrava a disagio, mentre si massaggiava la nuca distrattamente.
"Lascia perdere" disse Lupin amaramente, rabbrividendo nel lungo cappotto nero. "Puoi anche dire a Silente che non ho bisogno di aiuto. Che può anche smetterla di pedinarmi"
Hagrid lasciò andare le braccia lungo i fianchi.
"È che... è preoccupato per te, Remus. Siamo tutti preoccupati per te...“
„Non ce n'è bisogno. Sto bene“ disse Lupin secco. Si appoggiò al muro e si tastò le costole, respirando a fondo, il viso contratto in una smorfia di dolore.
“Remus... So quello che provi...”
Lupin scoppiò a ridere. Una risata strana, quasi isterica.
“Ho visto il dito del mio migliore amico in una scatola“ disse. „Non credo che tu sappia cosa provo...”
„Non rovinare la tua vita, Remus...“
Lupin esplose.
“Ma tu che ne sai, eh?! Che ne sai della mia vita, tu!” urlò. Cominciò a prendere a pugni il corpo massiccio di Hagrid, che non fece niente per fermarlo, paziente.
“Sono morti! Sono morti e non torneranno! Mi hanno lasciato qui, da solo, quando avevano promesso di non farlo! Perché non hanno ucciso anche me?! Perché mi hanno lasciato qui?! Maledetto traditore!! Li hai uccisi! Li hai uccisi tutti! Li hai uccisi tutti...”
Lupin barcollò ancora, mentre dava gli ultimi pugni ad Hagrid, senza energie. Poi si accasciò su di lui, in preda alla disperazione e ai singhiozzi. Hagrid lo abbracciò il più delicatamente possibile, battendogli la manona sulla schiena.
“Shhh...Non fare così, Remus...” lo consolò con voce dolce, asciugandosi le lacrime, mentre queste cadevano sulla barba ispida. “Calmo...Stai calmo...”
“Voglio morire, Hagrid...Voglio essere morto io al posto loro...” disse la voce di Lupin soffocata dal pastrano del gigante.
“Non dire così...”
La strada era silenziosa e aveva preso a nevicare. E la neve prese a vorticare attorno ad Harry, sempre più veloce, come un turbine, annebbiandogli la vista...

 

 

 Angolo autrice:

Ciao, gente! Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto ^^ Lo so, ancora pianti amari, ma avevo in mente questa scena da troppo tempo, e volevo scriverla. E poi non avevo ancora scritto della reazione di Remus alla morte di Peter.
È passato un mesetto dalla sconfitta di Lord Voldemort, e il povero Remus sta cadendo in degrado, se è arrivato a tracannarsi bottiglie di whisky... Se ben ricordate, in „Da mi basia mille“ Tonks dice che l'ultima volta in cui Remus ha picchiato qualcuno è stato Hagrid... Ecco, questo capitolo spiega la situazione.
Credo che non ci siano altre perplessità... Se avete de i dubbi, fatemi sapere =)
Grazie mille a chi recensirà e a chi continua a seguire la storia! ^^ Merry Christmas and a happy new year!
Meg
 

  
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