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Autore: Clahp    25/12/2012    2 recensioni
Ma il Commissario batté sonoramente un pugno sul rozzo tavolino su cui era poggiata l’abat-jour e per la prima volta da parecchi giorni perse la pazienza.
«Mi state dicendo» urlò «che voi tre non conoscete Temari Sabaku No?!»
Calò il silenzio. E poi…
«Mai sentita» rispose il primo.
«Confermo» replicò il secondo.
«Non ho minimamente idea di chi sia ‘sta qui, ma sarà una grossa seccatura» finì l’ultimo, sbadigliando ancora.

[ShikaTema, in onore dello ShikaTemaDay]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 3

 

 

Capitolo 3

My Waterloo

 

So how could I ever refuse?
I feel like I win when I lose…
Waterloo, finally facing my Waterloo.

[Abba, Waterloo]



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel solito luogo calò il silenzio; un silenzio carico di aspettative, di sospetti, di speranze…

«Che palle» borbottò Kankuro. «Tutta ’sta manfrina di questo esagitato per niente.»

«Ehi, musone!» protestò l’esagitato in questione, picchiando un piede per terra. «Sei stato tu a volerlo! La storia era lunga, io l’avevo detto!»

«Ed è stata utile, infatti» disse Gaara, ponendo una mano sulla spalla del fratello sbracato sulla sedia. Era piuttosto calmo. «Ora sappiamo almeno orientarci cronologicamente in questo caos… be’, dunque, grazie, signor Uzumaki, e… signor Uchiha, perché non ci espone un po’ la sua versione dei fatti?»

Il diretto interessato allargò le narici, sollevò un sopracciglio e si morse leggermente un lato del labbro; ma non protestò. I due si guardarono a lungo, impassibili.

Kankuro diede l’ennesimo sbuffo di noia; prima l’esagitato, ora la statua di marmo… ma chi gliel’aveva fatto fare… ma Temari, quando l’avrebbero ritrovata –perché l’avrebbero ritrovata, la verità si celava dietro uno di quei tre disgraziati, sì, lo sapeva– l’avrebbe pagata, lui stavolta si sarebbe fatto valere perfino con la sua terribile sorella…

«Volentieri.» disse solamente l’altro, non senza una lieve ironia.

«Bene!» esclamò il commissario, prendendo il suo solito taccuino e preparando la penna; si sedette, diede una fugace occhiata al fratello e guardò Sasuke.

Questi inspirò; era evidente che la situazione non gli piaceva, ma era altrettanto evidente che non poteva fare altrimenti. Fissò ancora Gaara con occhi impassibili; le sue labbra si assottigliarono ancora; ancora sbuffò.

Era un momento carico di aspettative, di sospetti, di speranze…

«Sì, confermo quello che ha detto il signor Uzumaki.» (alle parole signor e Uzumaki, dette da quella bocca, il biondino spalancò gli occhi e provò a dire qualcosa, ma Gaara lo fulminò con gli occhi) «Dopo che è iniziato quella musica assordante, me ne sono andato in un’altra sala, ho parlato un po’ con qualcuno, e poi la festa è finita e per l’una siamo andati via.»

…Evidentemente per lui questo doveva essere un gran pezzo di testimonianza e il parlare così tanto doveva rappresentare un enorme sforzo, perché il ragazzo sospirò e si stravaccò sulla sedia, distendendo il capo all’indietro; sembrava che avesse fatto un enorme fatica. Kankuro rise istericamente; Gaara sollevò un (inesistente) sopracciglio.

«Tutto qui? Non penserà di cavarsela con così poco, dopo il magnifico racconto del suo amico, vero?» disse solo.

Ma evidentemente Sasuke lo pensava, perché alzò di scatto la testa e lo guardò con occhi pieni di sincera curiosità.

«Che strano, è così loquace di solito…» commentò Naruto di sottofondo, ridacchiando.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*°*

[…Sempre cinque settimane prima]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che palle.

Più o meno era stato quello il suo pensiero per tutta la giornata; ma, grazie al cielo, aveva avuto abbastanza tempo per pensare agli affari suoi. Sasuke Uchiha era un avvocato molto promettente che si stava facendo rapidamente strada in quel mondo; alla cerimonia degli Hyuuga non sarebbero di certo mancate le personalità più importanti del momento (notai, banchieri, ministri e quant’altro) e lui si sarebbe fatto sicuramente notare. Perciò era ben deciso a mantenere il più assoluto decoro e a far finta di godersi la festa… la sua carriera sarebbe stata sicuramente avvantaggiata da quella serata; perciò non poteva perdersi un brindisi, una chiacchiera, uno sguardo d’intesa. Quella sera era la sua sera.

Era perciò immerso in un’amabile conversazione fra un ministro e un banchiere quando improvvisamente un enorme frastuono riempì la sala da loro occupata; Sasuke si girò… e il suo peggiore incubo prese vita. Alcuni camerieri stavano portando delle casse nere, mentre un tizio in jeans ascoltava qualcosa da un paio di enormi cuffie, tentando di far girare un disco… il tutto mentre ragazze urlanti si precipitavano al centro della sala.

Il ragazzo imprecò. Avrebbero attaccato della dannatissima musica.

Sbuffò, finì il suo ottimo champagne e si avvicinò ai due disgraziati con i quali si era recato in quel posto orrido.

«Naruto, per carità di chi ti pare, togliamoci da questo posto!» stava urlando Shikamaru, mentre si copriva le orecchie con le mani.

«Ma dove diavolo erano tutti ‘sti ragazzi, prima?!» urlò Naruto all’amico; i suoi occhi stavano ora splendendo alla vista di tanta gente e alla possibilità di fare baldoria.

Idiota, pensò Sasuke, avvicinandosi.

«Non avrai mica intenzione di…»

«Dai, mummia! Guarda quante ragazze ci sono…! Fallo almeno per il caro Neji, no?» continuò l’altro, tentando di spingere il primo verso la folla.

«Non ci penso minimamente! Ma non senti che casino, idiota?! E poi…»

Fu allora che Sasuke decise di intervenire, almeno per allontanarsi da quel rumore (chi aveva il coraggio di chiamarla musica?!).

«Andiamocene via da questo posto! Stavo parlando con ministri e notai e mi sento questo casino nelle orecchie…»

Ma Naruto non sentì storie; non mollò neanche quando Sasuke e Shikamaru tentarono di trascinarlo via a forza, ma ripeté qualcosa su una ragazza e fuggì via… il tutto mentre tre biondine passavano esattamente davanti al loro tavolo.

Fu allora che Sasuke vide la rovina di quella serata, che da quel momento in poi non sarebbe stata più propriamente sua –o perlomeno non nel senso che intendeva lui.

 

 

 

 

 

*°*

 

 

 

 

 

 

«Riecco le tre biondine» commentò Kankuro, caustico. Si teneva ancora la testa fra le mani e sembrava ancora avere un’enorme emicrania.

«Be’, una dunque è questa Sakura Haruno…» analizzò Gaara, guardando gli appunti presi poco prima (la storia di Uchiha non aveva ancora aggiunto nulla di nuovo). «Ma le altre due?»

Calò un secondo di silenzio, un solo secondo.

«…Temari?» mormorarono insieme i due Sabaku No, guardandosi.

«Ancora ‘sta tizia» parlottò Naruto. «Non abbiamo idea di chi sia! Sappiamo solo di Sakura… e… e, quell’altra, Sasuke, come si chiamava…? Quella tizia vestita di viola con cui hai parlato tu…»

Se degli occhi avessero potuto fulminare una persona, Naruto sarebbe stato cenere: nel racconto appena menzionato, non c’era nessuna traccia di nessuna ragazza. ( * )

«Quale ragazza, signor Uchiha? Lei ha semplicemente detto che, dopo che i camerieri hanno montato le casse, lei e il signor Nara ve ne siete andati, mentre Uzumaki è rimasto in quella sala a ballare, seguendo quelle tre ragazze…»

Ma il danno era fatto: il ragazzo impallidì, se possibile, ancora di più.

«Be’, sì, ho scambiato due parole con una ragazza… ma nulla di che, ve lo potranno confermare le persone con cui ero a cena quella sera e –»

«Zitto. Descrivicela. Che capelli aveva?» chiese Kankuro, ora seriamente interessato.

Un angolo della bocca di Uchiha si contorse: non tollerava gli ordini, non da uno che aveva solo qualche anno più di lui.

«Biondi, come ho già detto. Molto lunghi. Aveva occhi azzurri.» rispose, a denti stretti. Ma i due non lo stavano più sentendo; Kankuro aveva battuto un pugno sulla scrivania.

«Non è lei… Come si chiama? Magari, come Haruno, è una sua amica…»

Calò un cupo silenzio su di loro. Un cupo e imbarazzato silenzio.

«…Pronto? Come si chiama, quella ragazza, signor Uchiha?» ripeté Kankuro, lentamente.

Gaara lo guardò: non era da lui perdere così tanto la pazienza… Nel suo lavoro era sempre calmo e molto preciso, ma era di modi rozzi se qualcosa sfuggiva al suo controllo; e, soprattutto, non tollerava che in un afosissimo giorno di giugno un ragazzino che si dava così tante arie non collaborasse alle loro maledette indagini… stupida Temari, che fine aveva fatto…?

«Io, be’… non lo so.»

«Come, non lo sa? Non ci stava parlando?» disse Gaara, visto che Kankuro sembrava sul punto di esplodere.

«Be’, sì. Ma non mi ha detto come si chiamava. Non mi sembra una cosa difficile da capire… oltretutto abbiamo parlato così poco che era inutile fare presentazioni.»

Era una testimonianza plausibile; Gaara annuì. Quel tizio non sembrava il tipo di ragazzo desse confidenza a una ragazza appena conosciuta; anzi, non sembrava proprio il tipo che desse confidenza a chiunque… Che strano però, il solito cretino biondo si stava mordendo un labbro, e guardava da un’altra parte, come se stesse cercando di non ridere; che questo volesse dire qualcosa…?

«Gaara, Temari deve essere la terza ragazza…» borbottò Kankuro al suo orecchio. Lui annuì; perciò, disse:

«Va bene, ok… finiamo questa diamine di testimonianza. Uchiha, continui.»

«L’avevo detto, io, che sarebbe stato inutile» sospirò saccentemente Sasuke.

 

 

 

 

 

 

*°*

 

[Ancora quel giorno]

 

 

 

 

La cena era stata di sicuro pensata per i vecchi, visto che nell’altra sala si erano riversati i ragazzi non appena avevano sentito la musica; ma i geniali organizzatori del ricevimento non avevano evidentemente pensato al fatto che ci fosse qualcuno non ancora decrepito che non avesse voglia di uccidersi i timpani mentre si dimenava come un demente. Perciò, sebbene fosse solo mezzanotte, la cena era finita da un pezzo e la maggior parte degli ospiti era già andata via; nella sala grande e vuota rimanevano solamente i più giovani fra quelli che avevano consumato quel pasto… ovvero, qualche cinquantenne, qualche sessantenne, due settantenni e pochi altri, fra cui c’erano appunto lui, Shikamaru, una tizia non identificata e lei.

«Stupidi idioti, fare cinque torte una più bella dell’altra proprio nella settimana in cui ho deciso di mettermi a dieta…» stava brontolando, mentre si ravviva i lunghi capelli biondi e controllava sul retro di un cucchiaino che il suo perfetto trucco non si fosse sbavato.

Lei era molto alta, molto bionda, molto snella e molto formosa; indossava un vestito viola piuttosto aderente e lungo fino al ginocchio che aveva attirato molti sguardi quella serata… compreso il suo. Sasuke Uchiha non l’avrebbe mai ammesso, ma lei era una vera e propria meraviglia… e, oltre a tutto il resto (oltre alla pelle pallida, oltre agli occhi chiarissimi, oltre a quel vestito viola che era un vero e proprio peccato non ammirare per quanto bene le stava) emanava un lieve profumo di fiori che lo faceva impazzire.

Erano stati vicini tutta la serata, fin dall’attimo in cui lei lo aveva notato e gli si era seduta accanto; a quanto pareva, una sua amica (una di quelle tre che Naruto aveva seguito prima) si era lanciata nelle danze e l’aveva lasciata sola. Perciò si era trasferita nell’altra sala –la sala che lei aveva definito “dei vecchi”– e aveva intercettato lo sguardo di lui; evidentemente decisa a non farselo scappare, aveva spostato senza problemi la borsa e lo scialle di un’altra signora e gli si era imposta accanto.

Non che all’inizio fosse stata gradevole da sopportare… non faceva che lanciargli occhiate e borbottare su quanto fossero grassi i cibi che servivano, ma aveva un qualcosa di interessante. Sembrava vanesia e infantile, ma era molto più di questo: aveva passato un intero quarto d’ora a parlare di quanto male avessero coltivato i fiori di quella sala, a lodare invece quelli del grande parco (a quanto aveva capito lui, era una botanica con un’enorme passione per i fiori) e ad apprezzare la rosa rossa che indossava lui all’occhiello; aveva parlato degli sposi, del ricevimento, di quanto odiasse quella dannata musica sparata a tutto volume… aveva un’opinione su tutto, era molto sicura di sé e non si faceva problemi a mostrarlo. Dopo quattro lunghe ore passate gomito a gomito, lui aveva perfino dimenticato i banchieri (complice quel magnifico vino che sembravano apprezzare entrambi e che lei reggeva bene quanto lui) e poteva perfino dire che –

«E tu, insomma? Che fai nella vita?»

Per i suoi gusti, Sasuke in quelle quattro ore aveva parlato fin troppo; era arrivato addirittura a fare un intero discorso che durasse più di due o tre minuti. Si versò dunque un altro bicchiere di vino, ma lei lo notò e avvicinò il suo calice, che Sasuke riempì esattamente quanto aveva riempito il suo. Fatto ciò, la ragazza gli scoccò l’ennesima occhiata provocante, fece tintinnare i due contenitori in un lieve cin-cin e sorseggiò il vino come se fosse il primo bicchiere che condividevano. Lui avvertì una vampata di caldo; allentò il colletto della camicia e slacciò leggermente la cravatta.

«Sono un avvocato. Penalista.» disse, con un sorriso di soddisfazione.

Lei aveva sorseggiato il vino con gusto, con un lieve rossore che le decorava le guance.

«Ottimo partito, eh?» aveva commentato, guardandolo.

 

 

 

 

 

 

*°*

 

[Tre settimane e un giorno dopo di svariate settimane prima]

 

 

 

 

 

 

Non le aveva chiesto il nome.

…O meglio, lei gliel’aveva chiesto, quando (verso le quattro o le cinque del mattino, non ricordava tanto bene) se ne era dovuta andare, e lui aveva anche risposto; perciò, lei, tutta contenta, aveva raccolto la borsetta, ravvivato i capelli e aveva fatto per andarsene. Dal modo con cui lo guardava, con cui gli lanciava quelle occhiatine, con cui lo aveva puntato fin dall’inizio della serata, era evidente che la biondina era pazza per lui, e Sasuke Uchiha naturalmente lo sapeva benissimo. Aveva molta fama con le ragazze, la aveva sempre avuta, ma non aveva mai ricambiato; anche questa volta, sicuramente, sarebbe stato così… Si ritrovò a sorridere. Tuttavia, proprio mentre lei stava varcando il portone di uscita della sala in cui avevano trascorso così tante ore a parlare, un qualcosa dentro il suo cervello era andato in tilt.

«E tu, non ti presenti?» ricordò di aver biascicato.

Lei si era fermata e aveva sorriso davvero di gusto. Aveva sollevato un sopracciglio… Sasuke aveva mosso un passo incerto verso di lei, mentre notava quanto i suoi lunghi capelli biondi risplendessero, quanto i suoi occhi di ghiaccio fossero particolari, e quanto bene le stesse quel vestito che adesso aveva ripreso a frusciare… ma, intanto che lui era perso in quei pensieri, lei aveva mosso le labbra e aveva parlato. Per poi salutarlo con un caldo bacio sulla guancia, lanciargli l’ultima occhiatina e andarsene in un ondeggiamento di sete viola.

La porta si era richiusa.

 

Anche a un mese di distanza, Sasuke deglutì. Aveva fatto la figura del perfetto idiota… se Naruto lo avesse saputo, lo avrebbe deriso fino alla morte… cavolo!

Il suo cellulare squillò; ma lui era così furioso con se stesso, a ripensare a quell’episodio, che neanche sentì la vibrazione sul sedile della propria macchina. Accelerò di scatto e si lasciò quei pensieri indietro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(*) Nota: i fatti nei flashback sono fatti avvenuti “realmente”, invece quelli raccontati dei tre ragazzi a Kankuro e Gaara sono racconti indiretti di ciò che è avvenuto tempo prima: perciò posso essere modificati con opportune bugie o cambi di avvenimenti :) E’ per questo che (in questo punto) nel racconto di settimane addietro Sasuke nota subito *la* ragazza bionda, invece nel racconto indiretto non la cita minimamente (è per questo che Gaara si arrabbia: devono dire la verità!). Insomma, non è detto che ciò che accade nel passato sia riportato fedelmente nel presente, anzi.

 

 

 

 

 

 

 

 

********************

 

 

 

Della serie: a volte ritornano!

SSSSALVE! No, non sono morta, sono solo enormemente pigra (ma faccio anche una facoltà universitaria da psicopatici :) ) e finchè non mi si accende qualcosa nel cervello non riesco a scrivere decentemente.

Ma stasera, zamzam, ho rivisto la puntata di How I Met Your Mother che mi ispirò questa fanfic e così eccomi qui! Dopo un anno e passa, sì.

Comunque! Il quarto capitolo è scritto a metà, abbiate pietà ma è il 25 Dicembre e sono le 3:40 di notte; a conti fatti, la fanfic dovrebbe constatare di cinque massimo sei capitoli. Ce la farò, entro breve, ce la farò!! :)

 

Non c’è granchè da commentare; il capitolo è molto di passaggio. Ovviamente è un SasuIno, ma loro sono intesi come coppia molto marginale, perciò non mi sono soffermata molto su di loro (né so quanto potrebbe essere profondo il loro sentimento, anche se durante la serata parlano parecchio e Sasuke è molto preso da questo vestito viola, ah ehm.) In ogni caso il capitolo rappresenta una sorta di “sconfitta” di Sasuke da tenebroso e rigido com’era a interessarsi anche minimamente a qualcun’altra (tanto da fare la figuraccia di non cogliere come si chiama) XD perciò si chiama Waterloo, dalla canzone degli Abba.

 

Dal prossimo capitolo si fa sul serio! Arriverà LA coppia (if you know what I mean X°D)

 

 

 

Ah ehm, spero di essere degna di anche una recensione dopo 114134252 mesi che non ho aggiornato ^^”

 

E Buonissssimo Natale a tutti! ;)))))))))))))))))))

 

 

Clahp

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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