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Autore: Clahp    16/10/2011    3 recensioni
Ma il Commissario batté sonoramente un pugno sul rozzo tavolino su cui era poggiata l’abat-jour e per la prima volta da parecchi giorni perse la pazienza.
«Mi state dicendo» urlò «che voi tre non conoscete Temari Sabaku No?!»
Calò il silenzio. E poi…
«Mai sentita» rispose il primo.
«Confermo» replicò il secondo.
«Non ho minimamente idea di chi sia ‘sta qui, ma sarà una grossa seccatura» finì l’ultimo, sbadigliando ancora.

[ShikaTema, in onore dello ShikaTemaDay]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 2

Capitolo 2

Baby, I just wanna dance, I don’t really care…

 

Back on the dancefloor better not to take me home
Bass kicking so hot blazing through my beating heart
French kissing on the floor, heart is beating hardcore
Heard everybody is getting a little sexy on the crazy juice
This will end up in the news

Baby, I just wanna dance, I don’t really care

I just wanna dance
I don’t really care… care… care

 feel it in the air… yeah

[Rihanna feat David GuettaWho’s that chick]



 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Cinque settimane prima, ancora]

 

 

 

Quel ritmo assordante stava andando avanti da un’ora; e, diamine, lui si stava divertendo davvero da morire. Il dj ci sapeva evidentemente fare: frapponeva brani recenti a vecchi classici da discoteca, il tutto senza annoiare mai; c’era almeno una sessantina di persone che stava ballando… fra cui lui, i due sposini, e lei. Era difficile dire chi si divertisse di più ballare: lei aveva lanciato le scarpe con i tacchi fuori dalla pista da ballo e ora sorrideva e si scatenava, e d’altra parte Naruto aveva già lasciato giacca e cravatta su una qualche sedia, e si era arrotolato le maniche della camicia. Ma anche gli altri ragazzi intorno a lui sembravano godersela; e lei, lei, quello splendore, gli sorrideva, gli lanciava occhiate penetranti con quei suoi occhi chiari… Naruto era totalmente intontito, inebetito, fulminato… e madido di sudore, tanto che dovette fermarsi (lui, l’uragano umano) per riprendere fiato. E colse al volo l’occasione.

«Ehi, ti va un drink?», le chiese, sorridendo e grattandosi la zazzera.

Lei si fermò un solo secondo, giusto il tempo di dire:

«Oh, no, grazie, voglio solo ballare.»

Uzumaki la guardò ancora, totalmente rapito; ma d’altra parte aveva sete… cercò così di uscire dalla piccola folla che si era creata e si sedette a uno sgabello dell’open bar, a un angolo del salone. Si girò intorno, contento, cercando i suoi amici; ma dove diavolo erano andate a finire quelle mummie…?! Non erano da nessuna parte… probabilmente si stavano godendo la cena con le solite vecchiette intente a sparlare del velo bianco della sposa; il ragazzo sghignazzò. Oh, non sapevano proprio che cosa si stavano perdendo…

Si rizzò in piedi, si stiracchiò sbadigliando a bocca aperta e si ributtò nella mischia, felicissimo; e, per tutta l’ora successiva, non fece che scatenarsi a ritmo di musica (sempre con la biondina accanto, ovviamente). Fu solo quando il dj, esausto, annunciò che era troppo esausto per continuare che tutti i ragazzi lì riuniti si fermarono, chi ridendo, chi battendo le mani, chi sprofondando su un divano; cogliendo il momento –mentre un gruppo di ragazze invocava il milionesimo pallosissimo bacio fra i due sposini- Naruto avanzò nella maniera più disinvolta possibile verso la solita ragazza, le passò un braccio intorno alle spalle e disse:

«Be’, prendiamo una boccata d’aria fuori?»

Lei, con tutta calma, prese il braccio di lui e lo tolse da sé, sibilando:

«No, so prenderla da sola, grazie.»

E in effetti, dopo aver indossato una giacchetta, filò al balcone antistante al salone degnando il ragazzo di un unico sguardo sprezzante.

Naruto la osservò andare via; la musica era assente adesso, ma le luci da discoteca erano ancora accese e i colori erano piuttosto sfalsati: non riusciva ancora a distinguere per bene il colore del vestito di lei… o quello dei suoi occhi… ma era comunque così bella… e, a quanto pareva, dotata anche di un certo caratterino… Oh, be’, sarebbe dovuto essere solo un po’ più… più figo, insomma… e l’avrebbe conquistata sicuramente senza problemi… e Shikamaru e Sasuke –soprattutto quest’ultimo, data la sua popolarità fra il gentil sesso- sarebbero veramente rimasti a bocca aperta non appena avessero visto quello splendore che aveva conquistato con così tanta facilità… Sasuke avrebbe mangiato la polvere, stavolta…

Prese dunque due cocktail all’open bar, si riaggiustò un po’, si spettinò i capelli, si alzò il colletto della camicia (aveva letto da una qualche parte che alle ragazze piaceva) e iniziò a camminare con l’aria più disinvolta e risoluta possibile, avviandosi verso le grandi finestre del salone che lo collegavano con i balconi. Il ragazzo si guardò dunque intorno –anche se al buio non era propriamente facile- e individuò la ragazza; le si avvicinò di nuovo, mormorando:

«Ehi, ti rinnovo l’offerta di prima: ti va un drink, bellezza?»

Lei gli rivolse un’occhiata tanto gelida che lui si dovette fermare, spiazzato; ma così facendo inevitabilmente inciampò nella giacca del vestito che teneva sottobraccio, e rovinò subito a terra con bicchieri e cocktail sparsi sulla camicia e sul pavimento. E, tanto per finire il quadretto, imprecò piuttosto rudemente.

Si rialzò, zuppo di alcool e di sciroppo alla frutta; ma quanto diavolo era idiota, davanti a quella ragazza sublime fare quella grandissima figura di m–

«Ti sei tagliato.»

Prima che potesse accorgersene, la ragazza gli si era avvicinata e gli aveva preso una mano fra le sue: la stava ispezionando da vicino con occhio attento.

«Oh, figurati, è un taglietto da nien–» iniziò lui, ridacchiando.

«Se permetti» lo interruppe l’altra, lanciandogli un’altra occhiataccia «questo lo giudico io

Lui non osò fiatare; la osservò pulire la sua ferita dalle schegge di vetro, lanciare occhiatacce alle invitate che borbottavano contro di lei o di lui o di loro, aprire la sua borsetta, prendere della garza e fasciargli la mano.

«Ecco fatto, fenomeno» disse infine la ragazza, rimettendo il tutto a posto con un sorrisetto.                                       

Lui la guardò. Sorrise.

«Be’, come tentativo di approccio non era il massimo, eh?» mormorò, grattandosi di nuovo la zazzera con la mano sana.

Lei gli gettò un’occhiata… apprezzante?

«No, era veramente pessimo.» ammise.

 

 

 

 

 

*°*

 

 

 

 

Il primo era così evidentemente spazientito che Naruto si bloccò –ma che diamine, gli avevano chiesto loro di parlare e di confessare e di iniziare quella inutile tiritera, e ora si lamentavano pur–

«Insomma, l’hai conquistata» sentenziò Kankuro, con gli occhi chiusi e la testa fra le mani. Sembrava pronto ad esplodere. «E poi

Il diretto interessato pestò un piede per terra: se solo avesse potuto alzarsi e tirare uno schiaffo a quello lì…

«Oh, ma che diavolo vuoi?! Ve l’ho detto che era una storia lunga, e che –»

«Ma voi due» lo interruppe la voce calma e pacata di Gaara, che evidentemente non lo stava sentendo minimamente «dove eravate nel frattempo?»

Era diretto a Sasuke e Shikamaru. Entrambi, stizziti, guardarono altrove.

«Io ero a mangiare. Ero al tavolo con altre persone, avvocati, giudici, notai: potranno testimoniare loro, se proprio non mi credete» disse il primo interrogato, con un’evidente ironia nella voce. «Abbiamo finito di mangiare sul tardi, per le ventitré… e–»

«E tu?» continuò Gaara, rivolto al secondo interrogato adesso. Sasuke, per niente abituato ad essere azzittito, schioccò pesantemente la lingua.

Ancora una volta –e in maniera piuttosto ironica- tutte e quattro le teste si voltarono verso Shikamaru. Che sbuffò.

«Io pure stavo mangiando» disse, sempre con aria annoiata «ma ero solo al tavolo. Ho finito per le undici e un quarto… poi… be’, poi sono stato un po’ a chiacchierare con altri, e basta. Ma in quelle due ore in cui Naruto ballava io ero a mangiare.»

Gaara appuntò quest’ultimo dato su un taccuino davanti a sé.

«Quindi, signor Uzumaki» parlò, dimostrando una strana gentilezza (per quel che si ricordava, Naruto non aveva mai sentito il suo cognome preceduto dall’appellativo “signore”) «voi avete ballato dalle venti fino alle ventidue del ventuno maggio, no?»

L’interrogato annuì.

«E voi fino alle ventitrè avete mangiato.»

Gli altri due interrogati annuirono.

«E a che ora ve ne siete andati?»

I tre poveretti si guardarono.

«Be’… per l’una…» mormorò Shikamaru, col suo solito tono piatto. Naruto rimase un attimo interdetto; ma deglutì, sorrise e mormorò:

«Sì, sì, l’una, l’una e dieci… circa…»

Gaara si girò (il suo prezioso bloc-notes gli era caduto dalle gambe), raccolse l’oggetto e scrisse anche questo.

Calò un silenzio piuttosto imbarazzante mentre lui scribacchiava; Kankuro sembrava ancora in una profonda crisi esistenziale.

«Ma che cazzo ci fa una ragazza con delle garze nella borsetta a un matrimonio?!» sbottò infine, battendo un pugno sul tavolino (e facendo sobbalzare Shikamaru) come se la colpa di tutto quel casino fosse in quel particolare.

«E’ un medico.» obiettò semplicemente l’altro, alzando le spalle.

Evidentemente Gaara ritenne anche questo un particolare importante, perché lo aggiunse al papiro che stava scrivendo.

«Kankuro, andremo a capo di questa situazione, ne sono sicuro…» disse poi.

I due fratelli annuirono all’unisono. E all’unisono, con uno sguardo identico e speculare, guardarono Naruto.

«Signor Uzumaki, può…?» mormorò il minore, poggiato il foglio.

«Sì,  non vi lamentate se è noioso, però, eh?» mugugnò l’altro, mettendosi a sedere nella maniera più comoda possibile, tuttavia provando veramente gusto ad essere chiamato in quel modo.

 

 

 

 

 

*°*

 

[Sempre cinque settimane prima]

 

 

 

 

La serata era calda: non tirava un filo di vento. I due erano adesso comodamente seduti in balcone, a sorseggiare un drink, appoggiati all’enorme ringhiera di marmo del balcone; sotto di loro si apriva il parco che parecchie ore prima li aveva accolti in quella suntuosa villa. Era buio: quella notte la luna illuminava ben poco il cielo e i due erano lontani dagli alti ed enormi lampadari del salone; il parlottio degli invitati era molto attutito da questa grande distanza. Si stava così bene…

I due ragazzi erano lì a parlare, parlare, parlare da qualcosa come due ore; e, con tutta probabilità, quello era solo un meraviglioso sogno… perché tale doveva essere per Naruto avere quella bellezza accanto. Dopo parecchie suppliche, lei aveva acconsentito a farsi offrire quel famigerato cocktail, che adesso stava sorseggiando fra una risata e l’altra; parlavano e parlavano, scambiandosi battute o occhiate... Il ragazzo era palesemente cotto di lei. Non appena la ragazza aveva lamentato un certo dolore ai piedi dovuti al troppo ballare, lui era corso dentro a prendere due suntuose sedie; ma non aveva fatto in tempo a tornare che era rientrato, poiché –alla milionesima richiesta di lui- lei aveva accettato di buon grado il cocktail; e adesso, che aveva appena mormorato qualcosa a proposito della fame che le era venuta, lui era di nuovo schizzato dentro a prendere qualcosa da mangiare.

Tutto questo la ragazza l’aveva capito benissimo. Ma non pareva dispiacersene poi troppo.

«Ecco, guarda» disse il ragazzo, con tre piatti in mano ricolmi di dolci, fritti o stuzzichini vari «questo ho pensato potesse piacerti, questo piace particolarmente a me, e prendi quest’altro piatto prima che la mia agilità lo faccia cadere…»

Ma lei inaspettatamente s’alzò, prese un dolcetto a caso fra quelli ed esclamò:

«Sì, guarda, grazie mille, ma è tardissimo e io devo proprio andarmene, non mi ero proprio resa conto di che ora fosse… sai…» si riaggiustò un attimo il vestito e si rimise bene le scarpe «parlando con te… insomma, il tempo è volato» concluse infine, sorridendo un po’.

Naruto la guardò. Aveva lo stessi sguardo sconsolato di un bambino che avesse appena saputo che il Natale quell’anno non ci sarebbe stato.

«Vai via?» disse solamente.

«Devo» disse velocemente l’altra, aprendo la borsetta per controllare che ci fosse tutto, e parlando velocemente «Devo studiare, sai, faccio l’università e non posso permettermi di fare troppo tardi…»

L’altro non disse niente. Aspettò in piedi –per cinque minuti buoni- che la ragazza finisse di controllare la borsetta, i vestiti e il cappotto, il tutto con tre piatti in una mano e un altro cocktail in un’altra.

«Be’, allora ciao» disse infine lei, alzando lo sguardo e trovandolo ancora lì ad aspettare. «Ci si vede al prossimo matrimonio.»

Il suo tono era piuttosto sbrigativo e seccato; ma alla vista del ragazzo e dei suoi occhi non poté che sorridere un po’. Si portò una ciocca di capelli chiari dietro l’orecchio; sembrava nervosa.

«Oh, già. Ci vediamo…» disse l’altro, sorridendo e facendo per grattarsi la zazzera (per poi ricordarsi di avere una decina di chili di cibo fra le braccia). «         Magari qualcun altro si sposa…»

Lei sorrise ancora e lo oltrepassò brevemente; lui non si voltò. Ma diamine, diamine… che cosa doveva fare? L’avrebbe lasciata andare così…? Non avrebbe fatto davvero niente per fermarla…? Ma che possibilità aveva lui, Naruto Uzumaki, cretino e ingenuo com’era, con una così…? Però…

«Aspetta!»

Lei si fermò di colpo e si girò. Alzò un sopracciglio. Aspettò.

«Qual è il tuo nome?»

Lei lo guardò. Quegli occhi chiari così belli…

«Sakura Haruno.»

«Naruto Uzumaki

Di rado Sakura aveva potuto osservare un sorriso così sincero e bello; era così splendente che avrebbe fatto felice chiunque. E così lei gli sorrise a sua volta, e se ne andò che sorrideva ancora.

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

[Il giorno dopo di cinque settimane prima]

 

 

«Tu sei un totale idiota» borbottò Shikamaru, sbadigliando. «Un. Totale. Idiota. Perché ciiiii» e qui fu interrotto da un altro sbadiglio «hai fatto venire in questa topaia dopo l’ora che abbiamo fatto ieri notte –anzi, stamattina?! Io devo lavorare domani, e comunque –»

«Era questione di vita o di morte.»

Shikamaru bloccò la sua filippica per lo strano tono serio del ragazzo (o più probabilmente per un altro sbadiglio); Sasuke fissò il biondino con fare tetro, ma non disse niente, limitandosi a sorseggiare il suo caffè doppio.

Calò il silenzio. E poi…

«Ieri sera ho incontrato la donna della mia vita. E voi mi dovete aiutare a ritrovarla.»

Ci volle qualche secondo perché le menti assonnate dei due recepissero quel che il ragazzo aveva appena detto.

«Eh?» dissero all’unisono.

«Oh, andiamo!» sbottò Naruto, picchiando il tavolino del bar con un pugno. «Vi sto chiedendo uno stupido favore, lo so che avete fatto tardi e che domani dovete lavorare, ma ho bisogno di rivedere quella ragazza!»

Shikamaru alzò gli occhi al cielo e sbuffò, lentamente, continuando a sbadigliare. Si scrocchiò un po’ le ossa del collo, sbracandosi (o praticamente distendendosi) sulla sedia.

«Chi è?» chiese.

Gli occhi di Naruto guizzarono: sapeva che poteva contare almeno su di lui, oh, sì, e anche Sasuke lo avrebbe aiutato prima o poi…

«Ma non te la ricordi…? Ve l’ho fatta vedere prima di andare a ballare… era quella che vi ho indicato… in quel gruppetto di ragazze, insomma.»

L’altro fece un enorme sforzo per ricordare.

«Era la più bella fra le tre. Ha gli occhi chiari, credo sul verde –non sono proprio riuscito a vederglieli bene visto che eravamo o a ballare o fuori al balcone-, e capelli chiari… biondi, sì, ma non proprio biondissimi…»

Lo sguardo dei due parlava da solo –no, non avevano minimamente idea.

«Oh, che palle!» proruppe ancora Naruto, sempre più nervoso. «Sasuke, tu ti eri appena avvicinato a noi due perché era appena partita la musica e non volevi stare a sentire, ma io volevo andare a ballare, così voi mi avete trascinato, o almeno ci avete provato insomma, e poi… sono apparse queste tre ragazze, erano tutte e tre bionde, insomma. Lei era la più formosa, la più bella, la più intelligente, simpatica e…»

Si fermò. Evidentemente aveva fatto colpo, perché i due avevano allargato le palpebre in maniera fin troppo evidente per non aver capito di chi Naruto avesse parlato; anzi, avevano lasciato le proprie espressioni annoiate e si erano drizzati a sedere. Calò uno strano silenzio.

«Come… come era fatta, insomma?» chiese Shikamaru, senza sbadigliare.

Naruto sospirò.

«Aveva un vestito chiaro, non so, non sono riuscito a distinguerlo al buio… e, te l’ho detto, ha gli occhi verdi, capelli biondi, è alta, magra, formosa… e, sai, abbiamo parlato tutta la serata, insomma, fino alle undici circa, perché poi lei è andata via...»

Ah! Shikamaru lo stava guardando con tanto d’occhi… evidentemente era incredulo del fatto che lui avesse parlato (e ballato, e offerto drink) tutta la serata a una bellezza così sensazionale… sì, era invidioso marcio, glielo si leggeva benissimo negli occhi stralunati… il ragazzo sghignazzò.

«Proprio così, abbiamo parlato e ballato tutta la serata» sottolineò ancora, ergendosi sopra i due. «E poi–»

«Sì, ma chi era fra le tre biondine?» andò al sodo Sasuke.

Naruto si zittì e li guardò. Entrambi si puntellavano con i gomiti sul tavolino (i due erano seduti dallo stesso lato, Naruto era di fronte a loro) ed entrambi erano seduti in maniera molto rigida, molto composta, e lo stavano fissando ora dal basso verso l’alto con le braccia incrociate.

«Era… be’…»

«E poi» continuò velocemente Sasuke «tu vorresti che noi la rintracciassimo?»

«…Appunto!» asserì Shikamaru, per una volta attivamente partecipe alla conversazione. «Potrebbe… be’, potrebbe essere chiunque fra quelle tre, io non me le ricordo molto bene. Nessuna delle tre, ecco.»

Naruto s’impuntò, testardo.

«Ti ho detto» sillabò «che è alta, bella, ha gli occhi verdi, è bionda… che diamine vuoi di più?»

Shikamaru non ribatté.

«I capelli… come ce li ha?» chiese di nuovo Sasuke. Ma che diavolo gli era preso? Naruto ci pensò un po’, e poi disse:

«Corti. Le arrivano alla base del collo, o un po’ più giù. Sono lisci.»

E, per qualche strana ragione, i margini della bocca dell’Uchiha si sollevarono leggermente (ovvero: sorrise) e i suoi gomiti lasciarono il tavolino; Shikamaru, invece, si grattò la fronte alta.

«Come diavolo si chiama?» chiese poi spazientito, guardando altrove.

«Sakura. Sakura Haruno. Non è un nome meraviglioso?» disse prontamente l’altro, sbracandosi sulla sua sedia.

Fu quello strano sorriso ebete sulla sua faccia che più di ogni altra cosa spinse gli altri due a non lagnarsi troppo.

E tuttavia quello strano silenzio scese parecchie volte prima che se ne andassero.

 

 

 

 

 

***

 

 

[Tre settimane dopo di quel giorno di cinque settimane prima]

 

 

Ma dove diavolo poteva essere? Aveva provato in tutte le facoltà di medicina della sua città, aveva provato in parecchi ospedali, cliniche, ambulatori… aveva cercato sull’elenco telefonico, sui social newtork in internet… ma niente. Forse se l’era sognata? Forse aveva immaginato che una tale meraviglia fosse davvero apparsa accanto a lui, e che –soprattutto– una tale ragazza avesse davvero parlato con lui per più di due ore, lui, così impacciato e maldestro e cretino e ingenuo? Era arduo pensarlo…

Quella sera studiò un po’ (non troppo, per carità), e quella notte dormì male.

Il suo cellulare aveva squillato.

Ma lui non aveva sentito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*************************

Sì, sono viva >___> Scusate l’enorme ritardo, ma ehm, a luglio ho avuto esami fino al 25 (IO ODIO LA SESSIONE ESTIVA *voce alla Quattrocchi*), ad agosto sono partita e a settembre pure ho avuto due esami -.- Quindi, insomma, eccomi qua, appena quattro mesi dopo >___>

Coooomunque! Spero vi sia piaciuto! Dopo tanta attesa ci stava un capitolo un po’ lunghetto. Credo abbiate capito dove io voglia andare a parare, ma non dirò niente. Oh, se mi divertirò 8DD

 

Un paio di note che la volta scorsa mi sono totalmente scordata di dire: la fanfic è ambientata negli Stati Uniti e lo so che sembra un pochetto ridicolo con tutti ‘sti nomi giapponesi, ma non avevo minimamente idea di come vadano in Giappone cose come l’università o gli interrogatori di commissariato, capite bene XD almeno per questi, sono informata da telefilm vari, ecco. Non volevo essere imprecisa, tutto qui. ^^

Altra cosa: scusate il bis della canzone tamarra di Rihanna ma secondo me ci sta benissimo XD e poi a me piace un sacco, cioè il genere musicale non è minimamente il mio e blabla, però è veramente carina *____* quindi l’ho messa un’altra volta, eh. u.u Ma dal prossimo capitolo si cambia! *anche se non ho idea di cosa mettere àabkjàjbasjèbjh*

Spero che l’IC vada bene. Non credo ci sia niente di male se Sakura balla, no? O_o Perché io stessa che sono molto tranquilla e poco “discotecara” l’altro giorno mi sono uccisa di balli a una festa, quindi >___> e ai matrimoni è così bello ballare! *O*

 

 

 Ringrazio veramente tanto chiunque abbia lasciato commenti e/o messa fra i preferiti (ma ringrazio più i primi, ecco u.u).

 

E per tutti colori che trovano interessante lo shikatema, visitate la Black Parade! <3 (moschenere.forumfree.it) <- pubblicità a caso, sì, chissenefrega. La parte ShikaTema arrivaaaa! Ma intanto sorbitevi la NaruSaku che fa sempre tanto piacere, no? 8D

 

Al prossimo capitolo, se l’università non mi uccide (visto che già ho ricominciato…).

Commenti? *____*

 

Clahp

 

  
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