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Autore: NotFreddie    25/12/2012    3 recensioni
Questa è una Larry, la mia prima Larry (e forse anche l'ultima)
Dal testo: "Circondò quel corpo sottile con le braccia, stringendolo ancora di più a sé, dandogli poi un bacio sulla fronte. “Povero piccolo Harry che ha paura della solitudine” cantilenò, a mezza voce, cullandolo lentamente. “Scemo” commentò l’altro, addormentandosi quasi subito, cullato dalle braccia e dal battito del cuore di Louis. [...] L’unica certezza era che amava i momenti di tenerezza fra lui e Louis, il fatto che lui lo coccolasse come un cucciolo indifeso solo perché era più piccolo. E magari sarebbe anche stato in grado di amare Louis, chissà. “E, tanto per chiarire, il tuo piccolo povero Harry non ha paura della solitudine, ma di una vita senza di te, Boo” disse "
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Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You light up my world like nobody else

 
Dedicata a Mary e a Lù, che mi hanno fatto scoprire per prime i One Direction, anche se non amano tutti questi fandom.
 



“Boo?” Il silenzio lo opprimeva, quella notte, aveva bisogno di parole. “Boo? Stai dormendo?” Non aveva nemmeno la forza di alzarsi dal letto, il sogno era stato troppo spaventoso. Harry tremava ancora, nonostante il suo corpo fosse caldo. “B-b-boo!” La sua voce era disperata, in quel momento, le lacrime già premevano per uscire. “Hazza?!” Louis si mise a sedere di scatto, pronunciando il suo nome con voce assonnata. “Boo…” il sussurro era più una supplica che altro, e Louis si costrinse ad aprire gli occhi. “Che c’è?” Silenzio di tomba. “Harry, che hai? Vuoi venire qui, a parlarmene?” Il riccio si asciugò una lacrima con la mano, tirando su col naso. “Vieni tu qui, ti prego…” e in un attimo Louis fu lì.
 
Il letto di Harry era abbastanza grande per due persone, ma loro dovevano starsene abbracciati stretti stretti comunque. Louis se ne stava seduto guardando il soffitto con la schiena appoggiata alla parete in uno stato semi-comatoso, mentre sulle sue ginocchia c’era seduto Harry che piangeva come una fontana aggrappato al suo petto, alle sue spalle, indeciso se parlare o no.
“Mi vuoi dire perché stai piangendo così? E perché non ti vesti, visto che stai tremando?” Si avvertiva una leggerissima nota di impazienza nella voce del maggiore, ma niente di così grave, insomma. “Dov’è finita la tua dolcezza, Boo? Se volevo essere trattato così mi rivolgevo a qualcun altro, mica disturbavo te! Anzi, scusa, facciamo che tu te ne torni a dormire e io chiamo Liam, eh?” E fece per scendere dal letto, quando due braccia lo bloccarono prendendolo per i fianchi. “Ok, ho esagerato, Haz, scusami. Ma vorrei almeno sapere perchè piangi, no?” Harry si rannicchiò di nuovo sul suo petto. E le lacrime scorsero insieme alle parole, quella notte.
 
“… E tu tornavi insieme a quella, Eleanor o come cavolo si chiamava, ma il punto è che mi lasciavi solo, e non eri più il mio Boo, e non mi volevi più bene, e io… non lo so, Louis, ma… ecco, io mi sentivo perso… vuoto, senza di te.” Louis gli passò una mano tra i capelli, mettendo su un sorriso un po’ malinconico. Aveva già abbandonato Harry una volta, non voleva certo che succedesse ancora. “Hazza, devi capire che non ti lascerei di nuovo” meglio mettere in chiaro le cose per un probabile futuro, si disse “Questo te lo posso anche giurare se vuoi, anche se sono le tre del mattino, io muoio di sonno e tu muori dal freddo. A proposito, una maglia la vuoi?” Harry lo guardò da sotto in su, con due occhioni lucidi e dolcissimi e a Louis venne quasi un colpo. “Sembri Liam, per la miseria! Ti ho detto che non ho freddo, forse è la paura, a farmi tremare, che cazzo ne so.” Circondò quel corpo sottile con le braccia, stringendolo ancora di più a sé, dandogli poi un bacio sulla fronte. “Povero piccolo Harry che ha paura della solitudine” cantilenò, a mezza voce, cullandolo lentamente. “Scemo” commentò l’altro, addormentandosi quasi subito, cullato dalle braccia e dal battito del cuore di Louis.
 
La sveglia suonava con insistenza, ma entrambi i ragazzi non davano segni di vita. Avevano dormito tutta la notte abbracciati, Louis sotto e Harry steso addosso a lui, con la testa sul suo petto e le braccia abbandonate vicino ai suoi fianchi. La sveglia continuava a suonare, ma entrambi stavano troppo bene per potersi muovere da lì. Il maggiore tra i due alzò un braccio facendolo andare alla cieca sul comodino, finchè non trovò la sveglia, mettendola finalmente a tacere. Poi toccò una guancia di Harry, rigata ancora dalle lacrime. “Haz, svegliati, dai…” Senza nemmeno aprire gli occhi, quello gli rispose un “Lasciami dormire, Boo!” mezzo strascicato, riprendendo a dormire profondamente un attimo dopo. Louis si allontanò pian piano da lui, scendendo dal letto, poi lo prese in braccio e dolcemente lo depose nel suo letto, rimboccandogli le coperte e aggiustandogli i capelli scompigliati. Poi chiuse la porta silenzio e in punta di piedi si avviò verso la cucina. Non si era accorto che Harry stava sorridendo.
 
Era a metà tra il sonno e la veglia, quando sentì Louis prenderlo in braccio e metterlo nel suo letto. Erano quei piccoli gesti di Louis che lo rendevano felice, più di ogni altra cosa. Gli piaceva sentirsi coccolato e al sicuro, tra le braccia di una persona che lo amava. Una persona che, prima di rimboccarti le coperte, ti sistemava i capelli. Sorrise, pensando a questo fatto. Sorrise, pensando a Louis.
Harry fu svegliato dal profumo della cannella. Ancora con i soli boxer addosso, si diresse verso l’origine di quel delizioso odore. Nella cucina trovò Louis che lavava i piatti della sera prima, dandogli le spalle. Approfittando di quella situazione, il riccio si avvicinò all’altro con passo felpato, per poi abbracciarlo da dietro. Subito dopo gli sussurrò un ‘Buongiorno’ con una voce roca che risultò essere parecchio sexy; infatti Louis si schizzò con l’acqua dei piatti, per la sorpresa. Si girò di colpo, piantando quei due diamanti azzurri che aveva al posto degli occhi nei suoi, verde smeraldo. “Cazzo! Vuoi farmi morire, forse?” Domandò sbalordito. Lui gli sorrise mostrando le fossette e l’altro subito si addolcì. “Comunque buongiorno anche a te, ti ho preparato la colazione” e gli allungò un piatto di biscotti con un bicchiere di latte. “Boo, non dovevi!” gli rispose, fintamente sorpreso e lusingato, afferrando un biscotto dal piatto. “Cazzo, se sono buoni!” commentò, prendendo anche un sorso di latte. “Perché non prendi tutta questa roba e mangi su un tavolo, seduto su una sedia, come un essere normale?” “Perché voglio guardarti negli occhi, amore mio adorato.” Le fossette tornarono a farsi vedere e Louis stava quasi per morire. Harry… beh, Harry gli piaceva e… quel suo atteggiamento provocatorio non lo aiutava. Ma soprattutto non lo aiutava guardare il culo meraviglioso di Harry fasciato alla perfezione dai boxer che si allontanava da lui ancheggiando spudoratamente. Louis era sicuro: Harry sapeva, ma ci provava gusto a farlo soffrire così. Lui sapeva. Per forza.
Harry sospettava da un po’ di tempo che Louis provasse qualcosa per lui e quindi si divertiva a fare ogni cosa che lo potesse eccitare o spingere a confessargli la verità. Ancheggiando molto maliziosamente si sedette al tavolo, mangiando con gusto. Louis lo guardava con gli occhi spalancati, come se stesse cercando di riprendersi. “Che c’è, Boo?” chiese con aria innocente. “Niente, Haz. Niente.” Rispose quello, per poi riprendere a lavare i piatti da dove aveva lasciato. La mente del riccio cominciò a vagare. Se Louis gli avesse detto che provava qualcosa per lui, come avrebbe reagito? Insomma, su di loro erano già circolate delle voci, le fans avevano scritto numerose storie su di loro, avevano perfino dato un nome al loro rapporto e lui aveva letto tutte quelle storie, una per una. Voleva provare gli stessi sentimenti che provavano quelli che shippavano la loro coppia, perché non aveva mai provato niente, a parte l’amore fraterno per Louis. Mai avuto una storia seria, mai. Ma, era davvero solo fraterno l’amore che provava per Louis? E fino a che punto quelle voci, quelle storie erano finzione? Dove stava il limite tra realtà e fantasia? E c’era, soprattutto, questo limite? Harry non sapeva darsi una risposta. L’unica certezza era che amava i momenti di tenerezza fra lui e Louis, il fatto che lui lo coccolasse come un cucciolo indifeso solo perché era più piccolo. E magari sarebbe anche stato in grado di amare Louis, chissà. “E, tanto per chiarire, il tuo piccolo povero Harry non ha paura della solitudine, ma di una vita senza di te, Boo” disse, prima di ricominciare a mangiare con foga.
 
Harry sembrava assorto nei suoi pensieri. Chissà quali pensieri, si chiedeva Louis. Forse pensieri su una bella ragazza che aveva notato in giro per Londra, magari con Zayn, o con Liam, o con Niall. Certamente non con lui, con lui Harry non le notava nemmeno, le ragazze. Quando loro due camminavano insieme tutto quello che c’era intorno spariva. Spariva anche St. James’ Park, con tutte le sue voci e i suoi colori. Spariva perfino Piccadilly Circus, con tutte le persone che passavano di là. Spariva perfino il pubblico dei loro concerti, quando lui ed Harry cantavano guardandosi negli occhi. Esistevano solo loro due. E, Louis si chiedeva, se questo fosse durato per sempre? Se lui ed Harry si fossero messi insieme, cosa sarebbe successo? Addirittura alcune fan avevano scritto delle storie su di loro, e lui le aveva lette tutte, di nascosto agli altri. Si sentiva una stupida ragazzina alla sua prima cotta, ma questo fatto di Harry lo aveva spiazzato letteralmente, e aveva bisogno di capire. Ma poi arrivò quella frase che mandò in frantumi tutti i suoi pensieri, tutto il suo mondo. “E, tanto per chiarire, il tuo piccolo povero Harry non ha paura della solitudine, ma di una vita senza di te, Boo” A Louis vennero quasi le lacrime agli occhi.
***
Harry cinse le spalle di Louis con un braccio, sorridendogli. Erano ospiti in uno show televisivo e il presentatore li stava tempestando di domande sul fandom ‘Larry Stylinson’, come le fans avevano chiamato il loro rapporto. Il presentatore non si perdeva nemmeno un loro gesto e, ovviamente, non perse nemmeno quell’abbraccio. “Allora state insieme, voi due, o è solo qualcosa che esiste nella fantasia delle fans?” chiese, malizioso. Louis stava per dire qualcosa, ma Harry fu più veloce. Guardò negli occhi prima Louis, stringendolo ancora di più a sé, e poi il presentatore. E sorridendo candidamente, mostrando le fossette per bene, disse lentamente: “Io amo Louis con tutto il mio cuore.” Poi tolse il braccio dalle spalle di Louis e, ancheggiando per bene nella sua direzione, lasciò lo studio con tutta la calma del mondo.
 
Louis sentiva che stava per andare in pezzi. Lo sentiva, era inutile. Sorrise, imbambolato, poi senza nemmeno scusarsi, si alzò dal divanetto e seguì Harry dietro le quinte. Il presentatore allibito, fissò gli altri tre ragazzi ammutoliti e stupiti, chiedendo con voce sommessa: “Ma voi lo sapevate?” Liam, Niall e Zayn si fissarono prima tra di loro, poi fissarono l’uomo seduto al centro dello studio, scuotendo la testa contemporaneamente. E fu così che quello, con espressione sciocca sul volto, annunciò la pubblicità.
 
“Harry! Hazza, fermati, cazzo!” Il riccio stava correndo a tutta velocità verso l’uscita degli studios, senza voltarsi indietro. “Harry! Harry!” Quello uscì fuori nella notte fredda senza curarsi del suo Boo. Louis uscì dallo studio e si guardò intorno, disorientato. Harry non c’era più. “Harry! Harry, dove sei? HARRY!” Udì dapprima dei singhiozzi sommessi, poi sempre più forti. Si diresse verso la loro origine e trovò il ragazzo seduto a terra, con le ginocchia tirate verso il petto che piangeva nascondendosi la faccia con le mani. “Haz…” si sedette anche lui sull’asfalto gelato, cercando di abbracciare l’altro. “Haz… vieni qui, dai, non fare lo scemo.” “N-no. L-lo s-so che sei a-arrabbiato.” Louis gli passò una mano tra i capelli. “Non sono arrabbiato, Harry. Voglio solo capire.” Gli smeraldi riemersero dal buio, poi il ragazzo distese le gambe e si lasciò abbracciare. “Perché l’hai fatto?” “P-perché lo s-so che t-ti p-piaccio, Louis. M-ma non ti a-arrabbiare, m-mi dispiace d-di aver f-fatto questo c-casino.” Le lacrime continuavano a bagnargli il bel volto, e a Louis parve di vederlo per la prima volta. Gli asciugò una prima lacrima con un bacio, poi una seconda e una terza, avvicinandosi sempre di più alla sua bocca, finchè non si buttò, baciando teneramente quelle labbra che tanto aveva desiderato. La giusta ricompensa per aver sofferto tutto quel tempo. Harry allacciò le braccia dietro al suo collo, spingendo oltre quel bacio tanto atteso.
“Che ne dici di ritornare dentro, eh, Principe Azzurro?” sussurrò Louis; Harry si alzò e, solo dopo aver stretto saldamente la mano dell’altro nella sua, si avviò con passo sicuro verso lo studio. Adesso non era più solo.
Il presentatore li fece riaccomodare ai loro posti. “E dopo la rivelazione shock di Harry Styles, possiamo ancora affermare che la storia tra voi due è pura finzione?” chiese, rivolto a Louis. Lui fece un sorriso bellissimo, poi si girò verso Harry e lo guardò negli occhi. “A questo punto, direi proprio di no.” E baciò il ragazzo sulla fronte, stringendolo poi a sé. “E’ tutto per questa sera, grazie e buonanotte!” annunciò il presentatore con voce stridula, ritirandosi poi nel suo camerino. I cinque ragazzi se ne andarono in fretta, avevano molte cose da dirsi.
 
 
Harry si buttò letteralmente addosso a Louis. “Sono stanco morto” annunciò, con uno sbadiglio. “Ho bisogno di tante coccole e di tanto amore, Boo” e si strinse ancora di più addosso all’altro. “I ragazzi non la finivano più di farci domande, eh, Haz?” domandò il maggiore. “Già” convenne l’altro. “Ma ora posso baciarti tutte le volte che voglio. E tu puoi guardarmi il culo ogni volta che vuoi, senza doverti preoccupare dei paparazzi o delle fans impazzite.” Si baciarono teneramente, approfondendo un po’ quel contatto tecnicamente nuovo per loro, ma che sentivano già proprio. Poi Louis strinse tra le sue braccia quel ragazzo che gli aveva fatto perdere la testa, cullandolo dolcemente. “E ai concerti potremo cantare guardandoci negli occhi per tutto il tempo che vogliamo.” Un altro bacio. “E potremo tenerci per mano.” Un altro bacio. Harry crollò per primo, come sempre tra le braccia di Louis, che cominciava a pensare che ormai due letti separati fossero inutili.
 
 

Angolino!
Allooooora, rieccomi con un genere totalmente nuovo per me, visto che non sono una Larry – shipper e praticamente non sono nemmeno una fan dei One Direction. Insomma, un giorno non avevo niente da fare e mi sono chiesta cosa ci trovasse di tanto speciale la gente nel rapporto tra questi due, ehm… tizi, e ho deciso di guardare un paio di video. Risultato? Ora so quasi tutto di loro! (inspiegabilmente) Ecco, nient’altro, spero solo che vi piaccia e di non aver stravolto i personaggi J
PS: So che solo Liam può chiamare ‘Hazza’ Harry (si, so anche questo!), ma avevo bisogno di un paio di nomi per personaggio, quindi calcolate questa cosa come un’esigenza ‘di copione’!
Un bacio a tutti,
F. 
  
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