Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Themotivation    25/12/2012    1 recensioni
Siete mai capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bruciava.
Bruciava forte. Era un misto di tante sensazioni mischiate al piacere e allo stesso tempo al disgusto. Un intocco di colori, una miscela di emozioni, la salita era troppo alta, sentivo le vene arrivare al cuore, come se dicessero “in fretta”, il sangue che mi scorreva molto più veloce, e il mio cuore che per poco riceveva un infarto per il troppo rimbombar. Tutto sembrava essere svelto, un qualcosa che pian pian faceva spietare l’intero corpo, moltiplicarsi e dividersi, spargersi, simile a un taglio, sentivo penetrare qualcosa dentro di me, qualcosa di forte, non riuscivo a riconoscere il sapore, ma l’immagine era chiara qualcosa di molto delicato e  di fine, ma così forte da render tutto più eclettico. Aveva l’idea di un misto tra bene e male.
 
Aprii gli occhi.
 
-Do.. dove mi trovo?
 
La mia voce era cupa e limpida, non si poteva definire, quasi come se ci fosse un pizzico di paura tra quelle labbra.
Salii gli occhi al cielo, celeste, un intero soffitto celeste,  con qualche macchia di liscio sul marrone.
Spostai gli occhi in basso.
 
-Che..che cosa stai facendo?
 
In una frazione di secondo mi scostai tutta, e tutto ritornò come prima, avevo riacquistato presenza.
 
-Sta buona. Calmati, ti sto medicando!
-Perché? Cosa, cosa..
Prese a guardarmi alla sprovvista. Alzò i suoi occhi e li fece combaciare ai miei. Non si poteva esprimere tanta bellezza in solo povere parole. Erano castani tendenti al verde con al suo interno piccoli cerchietti gialli.
 
-Mi stai ascoltando?  Ci seei?
Ti prego non mi svenire di nuovo.

-Svenire? Come svenire?
-Ti ricordi di me? Sono il ragazzo di prima, cioè meglio dire quello con cui ti sei scontrata ieri sera.
Non lo ricordavo bene, forse per la scarsa luce che parcheggiava in quel posto, o forse per la mia mente non completamente lucida. Ma ricordavo la sua voce, i suoi movimenti.  
-Sì, sì. Ora ricordo. Ma che è successo?
-Quando ti sei rialzata e stavi per prendere conoscenza, i tuoi occhi han fatto un balzo all’ incontrario, ti ho vista svenire all’improvviso, hai sbattuto per terra di nuovo, così io ti ho presa e ti ho portata fin qui.
-Oh, cavalo! Io non ricordo…
Ma cos’è? Oddio che mi è successo?
La mia espressione non recava buone prospettive, ero intorpidita un’immagine simile allo spavento. Inarcai le sopracciglia.
-Quando sei caduta dalla giostra il tuo ginocchio ha iniziato a sanguinare, però ti prego ora sta ferma, devo finire la medicazione.
-Merda questa non ci voleva proprio.
Ok senti adesso devo andare.
-No aspetta ti accompagno, non vorrei che ti capitasse ancora qualcosa di spiacevole.
 
Lasciò su un tavolo pezzi di carta igienica insieme a una bottiglietta di spirito.
Mi aiutò ad alzarmi, e in meno di due secondi eravamo sgattaiolati  fuori.
 
-Allora non ricordi proprio nulla dell’altra sera?
Lo guardai stupita, e del perché che neanche io sapevo cosa stessi facendo, cercai di ricordar qualcosa, ma proprio non mi veniva in mente nessuna scena.
-Si, forse cioè, non ricordo bene.
Mi passai una mano fra i capelli.
-Dai tranquilla, e solo che mi è parso strano, io ho visto tutta la scena, eri fiondata su per una giostra e tutta la potenza che avevi l’hai scaricata su per giù, non riuscivo nemmeno a controllare ciò che stavo vedendo, andavi a una velocità sbalorditiva, come una fiat che va a 200 allora, poi ti sei alzata e ti sei scaraventata addosso cadendo giù, mi sono avvicinato e del sangue ti scorreva, era a palate, e si allungava fin giù alla caviglia. Ma forse in quel momento la botta forte che avevi preso e il vento gelido che tirava, non ti ha fatto accorger di nulla.
 
Lo guardai ancora più stupita di prima, aveva lo sguardo fisso in giù e non pareva alzar nemmeno un’occhio.
 
-Per ora ricordo solo che stavo passeggiando, e che dovevo arrivar a destinazione in un posto.
 
Tra una traversa e un’altra il silenzio suonante che ci circondava e le macchine che ci sorpassavano ci prese alla sprovvista un’odore abbagliante di fumo di castagne.
Mi fermai, iniziai a riconoscere quell’odore, quell’odore fiondato dentro il mio stomaco e che avevo rigettato tutto sopra la giostra.
 
-Ehi, stai bene?
-Si, è solo quest’odore.
-Oh, hai fame? Dai vieni te ne offro qualcuna.
C’era una specie di baracca, si avvicinò e spuntarono fuori due signori, dall’età anziana, una signora vecchia minuta con un foulard avvolto in testa, e un signore da un buffo berretto nero.
 
-2 bustine di castagne, per favore.
Gliele porse in mano, tirando fuori 2 banconote.
 
-Ecco tieni.
Mi porse una delle due bustine che occupavan le sue mani, facendo un sorriso.
-Grazie, ma davvero, non serve, sto bene.
-Dai avanti accetta, so che stai morendo dalla fame.
 
Proprio difronte a noi c’era una panchina, si sedette, e io lo seguii. Presi la busta e cominciai a tirar fuori una due tre castagne, sbucciandole a una a una, senza rendermi conto che eran già finite.
 
-Ahaha lo sapevo io, te le sei divorate in men che non si dica.
-Ti ringrazio.
-Ah, non ringraziarmi, non ho fatto nulla.
Gli sorrisi.
 
Mi alzai e lui fece lo stesso e iniziammo a percorrer la strada da dove ci eravamo fermati mezz’ora prima.
 
-Scusa, per caso sai dirmi che ore sono?
Estrasse dalla sua tasca sinistra del jins un cellulare lo accese e l’orologio segnavan le 10:15.
 
-Oddio è tardi! Devo andarmene!
-Aspetta dove abiti?
-E’ molto lontano da qui, non so bene ora dove ci troviamo.
-Qui siamo in piena periferia.
-Che cosa?
Lo guardai con un’espressione non tanto rassicurante, spalancando gli occhi.
-Sì ecco qu…
 
-Tu signorinella! Finalmente ti ho trovata, dove ti eri cacciata eh?
-Oh no.
E’ Tina la mia tutrice.
 
Il suo sguardo mi impietriva terrore e amarezza, abbassai gli occhi.
 
-Ma chi è quella strana signora?
 
-Oh è sol..
 
-Dai muoviti vieni quì.
 
Si avvicinò come un lampo a me, mi prese per un braccio e mi trascinò via da lì, con voce stridula e soffocante, mentre mi allontanavo sempre di più.
 
-Ti prego, scusami, non lo faccio più.
-Eh no signorinella adesso non la passerai più liscia. Vedrai ora che succederà.
-No ti prego.
 
Ormai ero già troppo lontana da quel ragazzo, lo guardai e il suo sguardo era stampato su di noi, aveva un espressione incredula, sconcertante, una di quelle espressioni deluse, che non si riescono a capire, piene di mistero.
 E mentre mi percorrevo per un veicolo stretto, gli comunicai senza neanche un filo di voce un semplice “grazie”, sperando che lui leggesse il mio labiale.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Themotivation