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Autore: Beliel    11/07/2007    2 recensioni
Un ragazzo distrutto dall'alcol e dalla droga... ma giunge inattesa una possibilità di salvezza...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2: Valeria

2: Valeria

 

E lei mi mise una mano sulla fronte, sussurrandomi parole che m’indirizzavano verso la tranquillità e la quiete.

Seppur in delirio totale, sentii il calore della sua mano e mi girai supino, per poterla guardare in viso.

Malgrado tutto il mondo a me attorno fosse irrimediabilmente sfocato, miracolosamente il suo viso era limpido e netto.

Era una ragazza che sembrava emanare una luce dal suo viso, i suoi capelli scuri erano ondulati al vento e le ricadevano soffici sulle spalle.

Improvvisamente mi calmai, ma subito dopo fu solo il buio che vidi.

 

Un castello di colore rosa, un drago verde che vola verso di me, il re che grida contro il drago, il re che muore e cade dalla torre più alta, il suo corpo mutilato dalle rocce.

Il castello di cinque lati, e il drago s’infrange contro uno di questi che viene distrutto.

Fuoco e fiamme, il drago è morto, e io sono morto con il drago.

 

Mi risvegliai bruscamente dal mio sonno.

Un sogno stranissimo, di quelli che mi capitavano da un mese a questa parte.

Non ricordando niente del giorno precedente, trovandomi al buio, pensai di essere nella mia stanza.

Indirizzai la mano verso il comodino per accendere la luce, ma il mio arto incontro solo il vuoto, un vuoto dove l’aria era più densa, e la mano, non riconoscendo ciò che da una vita era al suo posto, mi si fece più pesante.

Quando i miei occhi si abituarono al buio, mi accorsi di non essere nella mia stanza.

Ero ancora intontito dall’alcol e dalla droga e non ricordavo niente del giorno precedente, per cui solo in un secondo momento capii dove fossi finito.

Mi alzai dal letto e lentamente mi diressi verso la porta.

Aprii la porta di scatto e una luce accecante m’invase il corpo e chiusi gli occhi di scatto.

Dopo pochi attimi riaprii gli occhi e mi accorsi di essere in una casa, ma non era la mia.

M’inoltrai lungo il corridoio, vuoto a parte uno scaffale pieno di cianfrusaglie sulla destra.

Una porta si aprì dall’altro lato del corridoio, restai immobilizzato.

-Ah eccoti, ti sei svegliato vedo!- era una voce di una ragazza, così dolce che mi fece rizzare i peli del corpo.

Una volta che misi a fuoco la ragazza, mi accorsi che era la stessa della sera precedente e capii: era stata lei ad aiutarmi in quel momento di crisi, ma abituato a frequentare spacciatori e gente interessata solo al guadagno, non sapendo più cos’era la bontà, mi chiesi il perché quella ragazza mi avesse aiutato, senza guadagno apparente.

Con in mente questi pensieri sospettosi, non potei fare a meno di squadrare la ragazza da cima a fondo: era alta circa 1,75m, poco meno di me, un fisico sinuoso e agile, capelli scuri, ben proporzionata e un viso dolcissimo, che rapì il mio cuore immediatamente.

Indossava solo una leggere camicia da notte che metteva in risalto tutte le sue forme.

Tutti i muscoli del corpo tremarono, uno più degli altri.

Solo allora mi accorsi di essere in mutande.

Tutti questo accadde in un paio di secondi, sufficienti a far si che la ragazza si avvicinò e mi prese per un braccio.

Io non proferii parola, ero troppo stanco per farlo, ma la ragazza dovette intuirlo, dato che non se la prese e mantenne il suo sorriso sincero mentre mi riportava in quella stanza dove poco prima mi risvegliai.

-Il mio nome è Valeria- mi disse dopo avermi adagiato sul letto.

Il sonno e la stanchezza mi colsero nuovamente, più di prima, ma ebbi la lucidità per capire gran parte delle parole o almeno il senso della frase che mi disse prima di andarsene:- Per ora riposa, poi parleremo quando non sarai più stanco. Ho già parlato con i tuoi genitori, non ti preoccupare-.

E sprofondai nelle tenebre di un nuovo sogno, più strano di quello precedente, di cui però non ricordo né il significato né gli avvenimenti.

  
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