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Autore: VallyBeffy    11/07/2007    3 recensioni
HP6 spoiler - "Non sono un assassino". Allora come poteva spiegare la morte di Silente, le sue mani sporche di sangue innocente. Da che era stato costretto a scappare, non riusciva a pensare ad altro. E come se non bastasse doveva trascinarsi dietro il rampollo di casa Malfoy, troppo spaventato per potersela cavare da solo. E poi il Voto Infrangibile gli aveva legato le mani. Mentre Severus Snape si nasconde da tutti coloro che lo vogliono morto, scoprirà che essere babbani non significa necessariamente essere deboli. ---->CAPITOLO 26<----- Severus si voltò e guardò Eve dubbioso per qualche istante. Una sola persona aveva il permesso di chiamarlo Sev e non rispondeva certo al nome di “Eveleen Vane”. Lei sorrise ampiamente ed allungando la mano verso la sua maschera d’argento sussurrò alcune parole. -Questa non ti serve più.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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VallyBeffy risponde:

X PICCOLA VERO: Remus non è un pervertito... ogni uomo sotto sotto lo è! Remus il quel momento ha parlato in quel modo solo perchè era sotto effetto del veritaseum, altrimenti non avrebbe mai fatto un commento del genere! Lui è un lupacchiotto troppo tenero e dolce per certe cose! XD
X
LCasssieP: Oh bè, non saprei *cerca di far finta di nulla*, tu con chi preferiresti vedere Eve, con Severus o con Remus?
X SNAPPINA: eh, purtroppo Pitty sarà molto presente da adesso in poi. Dico purtroppo perchè dovrà affrontare un bel po' di guai.
X MIXKY: Eh anche Remus è umano XD

Qualche info in più...
Urca... ancora una volta in ritardo mostruoso...
Anche questo capitolo non è stato molto semplice da scrivere, più volte mi sono bloccata, però ora spero di essere uscita da questo tunnel tortuoso e di riuscire a postare i capitoli più velocemente. Mille scuse!


Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano! =)

VallyBeffy

Non sono un assassino

Chapter 20 – Severus’ plan

Una leggera patina di sudore apparve sulla sua fronte: l’opprimente caldo aveva intenzione di continuare a far parlare di sì, nonostante di lì a breve Settembre lo avrebbe spodestato. La ghiaiosa spiaggia di Brighton pullulava di babbani in costume. In un qualche strano e altrettanto fastidioso modo, agli occhi di Severus Piton i volti di quei babbani erano familiari. Se ne stava indisparte, facendo scorrere lo sguardo sulla folla, controllando che non vi fossero movimenti anomali: ormai fin troppi maghi lo volevano morto per non essere perennemente all’erta. Per certi aspetti i luoghi affollati erano i migliori: nessun membro dell’ordine o mago del ministero avrebbe agito d’azzardo in mezzo a tutti quei babbani. Il vero problema riguardava i mangiamorte: ormai il loro potere era vasto, non era del tutto sicuro che si sarebbero astenuti dal provocare una strage di babbani nel qual caso lo avessero individuato. Aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare e per decidere quale sarebbe stata la prossima strategia da portare a termine. Senza dubbio non sarebbe rimasto con le mani in mano: nascondersi in mezzo ai babbani non era la fine che desiderava. Doveva trovare un modo per opporsi efficacemente all’Oscuro: ma come?
Severus Piton si massaggiò il braccio nervosamente. Il Machio Nero sembrava non avere la benché minima intenzione di smettere di bruciare. Fu allora che ricordò il Voto Infrangibile e si maledisse per essere stato così avventato. In un modo o nell’altro doveva recuperare Draco e tenerlo assolutamente fuori dai guai o sarebbe morto rendendo così vano il sacrificio di Silente. Era terribilmente irritante come il defunto preside riuscisse ad essere così intollerabile anche nella morte: Severus si sentiva letteralmente beffato. Pareva tutto predisposto e creato per lui, appositamente per farlo impazzire. Un sadico gioco, ecco cosa sembrava!
L’ex professore si passò una mano fra i capelli accaldato, poi si chinò e si sedette sui ciottoli. Pensò a lungo ad un modo non troppo mortale di avvicinare Draco, ma l’unica possibilità che gli venne in mente era a dir poco pericolosa. In fondo, cosa gli restava? Tentare o non tentare non cambiava nulla, la sua dipartita sembrava molto probabile in entrambi i casi.
Non si era pentito di aver ridato la libertà ad Eve: non poteva fare a meno di pensare che far saltare la propria copertura fosse la cosa migliore. Ora le carte erano in tavola, non doveva più ubbidire agli sporchi ordini dell’Oscuro né la sua bacchetta avrebbe più sprigionato un lampo di luce verde.

*

Eve fece scorrere la zip dei jeans e si sistemò addosso la maglietta: sembrava incredibile come i vestiti di Ginevra, la figlia di Arthur, potessero stargli a pennello nonostante la magonò fosse discretamente più alta.
-Non vorrei approfittare troppo della tua gentilezza, ma potresti prestarmi anche un elastico?- domandò Eveleen iniziando a raccogliere i capelli in una coda –Questo caldo mi sta uccidendo.-
-Certamente.- rispose Ginny avvicinandosi al comodino e cominciando a cercare all’interno di uno dei cassetti –Fai come se fossi a casa tua. Dopotutto è il miniomo, dopo tutto quello che hai passato.-
Eve non rispose, ma accettò volentieri l’elastico color blu pervinca e si legò i lunghi capelli corvini in una coda alta. L’idea di essere di nuovo libera non la rendeva felice. Era strano... sapeva di doverlo essere, ma invece provava una insensata sensazione di vuoto. Sua sorella l’aveva tradita per una ragione a lei ignota e l’aveva consegnata a Lord Voldemort in persona. Perchè? Da cosa poteva scaturire tanto odio? Certo, crescendo i loro rapporti erano andati peggiorando, ma mai in qualcosa di seriamente preoccupante! Che cosa doveva fare? Raccontarlo ai suoi genitori sarebbe stato come strappar loro il cuore, legarlo ad una pietra e gettarlo nel Tamigi.
-Ho forse detto qualcosa di sbagliato?- domandò Ginny scorgendole in viso un’espressione triste.
-No... affatto.- rispose Eve cercando di sorridere –Semplicemente negli ultimi giorni mi sono successe tante di quelle cose che... non ti preoccupare, sto bene. Scendiamo?-

*

Mezzogiorno in punto, il sole d’Agosto batteva caldo sulle teste dei passanti e Severus Piton stava appostato in un vicolo nei pressi del Paiolo Magico, in silenziosa attesa. Il piano era semplice, ma non per questo poco pericoloso. Da quando l’Oscuro era tornato, il ministero della magia impediva a chiunque di materializzarsi a Diagon Alley o a Notturn Alley, costringendo maghi e streghe ad attraversare il Paiolo Magico. Severus non aveva dubbi sul fatto che all’interno dovessero trovarsi molti auror, ma non vi era altro modo per raggiungere Notturn Alley. Il suo obiettivo? Il caro vecchio Sinister ovviamente. Da quel che ricordava il mago era in ottimi rapporti, nonché socio in affari, con Lucius Malfoy: proprio ciò che gli serviva per portare a termine il suo piano.
L’ex professore si sistemò la maschera sul viso ed il cappuccio nero.
-Si va in scena.-

*

Arthur Weasley trovava dannatamente esilarante il modo in cui Remus tentava di rivolgersi ad Eve o anche solo di incrociarne lo sguardo: sicuramente il lupo mannaro non avrebbe dimenticato tanto presto la sua esperienza con il siero della verità. La figlia del ministro invece non sembrava avere problemi di sorta al riguardo, bensì il contrario. Arthur era certo che il suo continuo rivolgersi a Remus fosse solo per imbarazzarlo ulteriormente e divertirsi alle spalle del mago.
-Mezzogiorno è passato da tempo ormai, credo sia giunto il momento di riportarti da tuo padre.- disse il Signor Weasley alzandosi in piedi –Dammi solo un momento, Eveleen, devo solo prendere il cappello.-
Ora Eveleen e Remus erano rimasti soli nel salotto di casa Weasley, uno seduto su una sgangherata poltroncina e l’altra su un logoro divano. Eve non si sentiva del tutto pronto ad affrontare la sua famiglia, in particolar modo sua sorella. Non sapeva ancora cosa fare: l’idea di denunciare Sophie alle autorità la spaventava in quanto avrebbe spezzato il cuore ai suoi genitori. Conoscendo suo padre, Eve poteva prevedere la sua reazione e non prevedeva nulla di buono.
-Sembri preoccupata,- disse Remus –eppure dovresti essere felice, stai per tornare a casa.-
-Non è semplice come sembra...- rispose Eveleen scuotendo il capo –Sono successe troppe cose negli ultimi giorni.-
-Andrà tutto bene, vedrai.-
A quelle parole Eve alzò gli occhi ed i due si scambiarono un lungo ed intenso sguardo. Non sapeva spiegare il motivo, ma Remus riusciva a darle sicurezza.
-Eccomi, sono pronto!- esclamò Arthur Weasley tornando in scena con un cappello da mago blu notte in testa –Se per favore Eveleen vuoi seguirmi al camino...-
Remus e Eveleen si alzarono da dove erano seduti e seguirono il signor Weasley sino al camino, dove il mago aveva già preparato la polvere volante.
-Adremo al ministero, nonostante l’ora Theodore dovrebbe essere ancora in ufficio. Da quando sei sparita non è riuscito a darsi pace.-
Eve non rispose: il respiro le morì in gola per qualche secondo. La magonò voleva molto bene al padre e saperlo così in pena per lei le faceva tremare i polsi. L’ultima volta che lo aveva visto prima del rapimento avevano avuto un’accesa discussione riguardante la sicurezza. Suo padre voleva che lei accettasse una scorta di auror, ma lei si era opposta con tutte le sue forze.
-Sai come si usa la polvere volante, vero?- continuò Arthur.
-Sì, l’ho utilizzata molte volte.-
-Bene, non ti dispiace se ti precedo? Credo sia il caso di preparare i presenti al tuo arrivo, in fondo pensano che tu sia ancora in mano ai mangiamorte.-
-Prego, faccia pure.-
-Ottimo.- Arthur Weasley entrò nel grande camino di casa –Ministero della magia!-
Una vasta fiamma lo avvolse e l’uomo svanì nel nulla, lasciando Eve a fissare il vuoto.
-Remus?- balbettò la giovane.
-Sì?-
-Qual’è il tuo cognome?- domandò Eveleen entrando nel camino.
-Lupin. Perchè me lo hai chiesto?-
La magonò lasciò cadere la polvere volante pronunciando il nome della sua meta, poi sorridendo svanì tra le fiamme lasciando Remus Lupin solo e confuso.

  
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