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Autore: Rozzana    25/12/2012    0 recensioni
Miriam, una ragazza spagnola, si trasferisce a Londra con sua madre. Lì inizia una nuova vita, ma dovrà stare attenta, perché le apparenze ingannano.
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il risveglio seguente dall’incontro con Rose fu meno pesante per sua fortuna. Miriam andò a scuola allegra dopo tanto tempo. Aveva voglia di affrontare la giornata al meglio, o almeno ci voleva provare.  Le battute di Lorraine quel giorno sembravano meno cattive, lei in generale sembrava meno cattiva. Adam sembrava quasi un bravo ragazzo, vederli insieme quel giorno era meno fastidioso del solito. Miriam aveva capito che le soluzioni a tutto erano l’ottimismo e la pazienza.
Le prime ore passarono in fretta, persino matematica sembrava meno complicata.
Durante l’intervallo optò per fare una camminata per il corridoio accanto alla sua classe insieme a Rose.
La sua compagna di classe sembrava più raggiante e felice del solito, ma nei suoi occhi c’era un’ombra di impazienza. Aveva capito che voleva dirle qualcosa, che riguardasse forse il cameriere?

<< Devo dirti una cosa! >> Si mise in bocca il resto della brioche e si girò verso Miriam, camminando al suo fianco. << Riguarda.. >>
<< Il cameriere? >>
<< No no, lui non centra. >> Sospirò lei, arrossendo di poco. << Anche se mi farebbe molto piacere. >> Scrollò le spalle.
<< Allora…? >>
<< Riguarda il progetto di Astronomia! Ti hanno avvisata? A me lo ha detto Erin ieri sera. >>
<< Che progetto? >>
<< La prof ci dividerà le parti che dovremmo esporre. Saremo divisi a gruppi da due. E spero di lavorare con te! >>
Miriam la guardò un po’ incerta, poi le sorrise annuendo. Stava per dirle ‘’Lo spero anch’io’’, quando Lorraine la urtò facendola cadere a terra. Miriam si girò di poco per vedere se si fosse fermata per chiederle scusa o almeno per guardarla, ma lei aveva già ripreso a camminare velocemente, con i capelli rossi che le balzavano da un lato all’altro. Quella maledetta...

<< Stai bene? >> Rose le porse la mano, sbuffando esasperata. << Ma dove ha la testa quella?! >>
<< Non voglio saperlo. >> Disse confusa, alzandosi in piedi grazie all’aiuto della sua compagna. In quel momento la campanella suonò, infastidendo alcuni alunni che evidentemente non ne avevano abbastanza dell’intervallo.
Dopo essere entrate in classe, videro con grande ‘’gioia’’ che la prof di Astronomia era già sulla cattedra con un foglio in mano. Rose diede una gomitata a Miriam, andando a sedersi accanto a lei impaziente.

<< Muovetevi, abbiamo solo un’ora per fare tutto! Devo stabilire i gruppi, darvi le parti e finire la lezione precedente! >> La professoressa, una delle più giovani e una delle più desiderate dai maschietti, aveva messo una matita in bocca, osservando i suoi alunni. La prima su cui puntò lo sguardo era Rose, la seconda Miriam. Quest’ultima sospirò sollevata. ''Almeno starò con lei!''
Dopo circa dieci minuti la professoressa si alzò in piedi, con la lista ormai pronta.

<<  Rose starà con Erin. >>
<<  Ashley con Mark. >>
<< Sarah con Daniel. Poi Lorraine con Miriam, Molly con… >> Le orecchie di Miriam si tapparono improvvisamente, come se qualcuno avesse abbassato il volume. Lei con Lorraine? Era la fine.

Rose, come se avesse appena intuito la sua disperazione ben nascosta, le sussurrò un ‘’Non ti preoccupare!’’ che purtroppo non servì a farla calmare. Aveva quasi paura di girarsi e guardare la sua compagna di gruppo. La sua mente vagava a vuoto, priva di senso come non mai. L’ottimismo e la pazienza non le erano serviti affatto.  
E come ciliegina sulla torta, la professoressa assegnò loro la parte sulla rotazione di tutti i pianeti, cosa che Miriam conosceva molto bene ma che odiava.

<< Me la pagherà. >> Mormorò a bassa voce Lorraine, facendosi sentire di proposito da Miriam. ''Che ha contro di me adesso?''
<< Non darle retta, ok? >> Le sorrise Rose, cercando di rassicurarla invano.
<< Non voglio sentire storie! >> Disse la professoressa. << Avete una settimana di tempo. Vi trovate un pomeriggio, una sera o quando diavolo volete e studiate insieme. Chi non presenterà il lavoro terminato avrà un bel calcio nel fondoschiena, se sarà il vostro giorno fortunato ovviamente. >>

La lezione finì, anche se a Miriam pareva fosse durata per ore ed ore. Sentì Lorraine alzarsi con rabbia, spingendo la sedia. Appoggiò velocemente un biglietto sul banco di Miriam guardandola negli occhi.
<< Sono libera soltanto stasera. O vieni alle otto o ti farai tutto il lavoro da sola. Chiaro? >>
Miriam, confusa, annuì. Prese il biglietto tra le mani e lesse il suo indirizzo. Lorraine abitava a due isolati da lei e non se n’era mai accorta.
Una volta tornata a casa, scrisse un post-it vagamente in anticipo per sua madre con scritto ‘’Torno tardi, sono da una compagna’’. Non pranzò neanche, mise velocemente nella borsa due block notes, un astuccio colmo di penne e colori, tutti i libri di astronomia che possedeva in casa e alcune riviste per completare il loro lavoro. Voleva che fosse tutto perfetto, se avessero finito prima avrebbero avuto il tempo di parlare di quel malinteso di cui non sapeva nemmeno l'origine. Ne aveva l’assoluto bisogno.
La giornata trascorse lentamente, come se il tempo si fosse bloccato di punto in bianco per farle un dispetto. Verso le sei, nel panico totale, decise di rendersi presentabile. Aprì l’armadio cercando un vestito carino o qualcosa che sarebbe piaciuto a Lorraine. Per sua fortuna trovò un vestito rosso che sua madre le aveva comprato per qualche occasione speciale, che non aveva mai pensato di indossare perché era troppo… femminile. Scelse un paio di calze trasparenti e le ballerine. Mise a riscaldare la piastra per capelli e preparò i trucchi sul comodino. C’era tanto, tanto lavoro da fare.
Dopo essersi vestita, si guardò come minimo venti volte allo specchio, sperando di non sembrare oscena. Ma doveva provarci, per lei ne valeva la pena.
Si truccò, struccò, e nuovamente truccò per almeno dieci volte. Non si sentiva a suo agio con nessun colore. Così alla fine mise soltanto un po’ di matita, mascara e un filo di lucidalabbra.
Per i capelli invece aveva cambiato totalmente look. All’inizio voleva farsi i capelli lisci, e si era ritrovata con i boccoli.
<< C’è qualcosa che andrà per il verso giusto stasera?!? >> Disse innervosita. Mezz’ora prima delle otto si ritrovò in cucina, seduta con la borsa tra le braccia, guardando le lancette dell’orologio. I rintocchi dei secondi le rimbombavano nella testa come se si fosse svegliata dopo una notte di festa e alcolici. Tutto sembrava dirle di rimanere a casa e mandare tutto al diavolo, forse doveva fare lei il lavoro  e dire a Lorraine di stare tranquilla e di proseguire da sola la sua serata. Ma quella piccolissima parte di lei che aveva voglia di passare qualche ora con la rossa era più forte di qualsiasi dubbio o indecisione.

Con dieci minuti in anticipo si presentò alla porta della sua compagna, suonando il campanello. Lorraine ci mise un po’ ad aprire, ma quando aprì, Miriam capì cosa provano le persone prima di avere un infarto. 
   
 
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