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Autore: Free air    11/07/2007    2 recensioni
Un insieme di storie, piccoli momenti importanti della vita di tutti i personaggi, in passato, presente, e ipotetico futuro. Spero di divertirvi, almeno un pò!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, eccomi di nuovo

Ciao, eccomi di nuovo!

Questa volta la fic non è per niente allegra, ma racconta del ritrovamento dei corpi di Lily e James da parte di Sirius. Non so se è completamente attinente a quella che dovrebbe essere. Spero che riuscirà ad emozionarvi. Leggete e commentate, se vi va! Kisses

 

 

Godric’s Hollow

 

Per la prima volta nella sua vita, guidare la moto gli sembrava quasi impossibile.

Il cielo scuro pareva limpido in confronto a come si sentiva lui.

Sperava, continuava a dirsi che non era ancora detta l’ultima parola, ma Peter non era nel suo nascondiglio, e questo poteva solo essere un brutto segno.

La rabbia iniziava ad offuscargli i sensi, rabbia mista a rassegnazione, e dolore, forte, come di qualcosa che lo attanagliava pian piano e gli impediva di respirare.

Poi la vide.

Neanche per un momento aveva creduto che potesse essere stata diversa la vista che gli si sarebbe presentata, ma averla realmente davanti, era qualcosa a cui non si era preparato.

Scese bruscamente dalla moto, abbandonandola in un angolo, e corse verso la casa.

O meglio, corse verso quello che ne restava.

Si avvicinò piano, tremando di più ad ogni passo.

Si dava dello stupido, e sentiva le gambe cedere.

Un omone grosso gli si avvicinò. Riconobbe Hagrid, e vide che aveva qualcosa di infagottato tra le braccia, ma senza realmente notarlo, perché era accecato da sentimenti troppo intensi.

Il corpo di James si era improvvisamente stagliato nella sua mente tra tutti i detriti impolverati.

Gli occhi spalancati, non aveva avuto paura. La sua espressione era quasi una muta rassegnazione all’inevitabile, ma Sirius riusciva a leggerci anche un immenso dispiacere. Cadde a terra, troppo esausto, straziato dalla ferita che gli lacerava l’anima.

Si disperò, e pianse, pianse come non aveva mai fatto prima.

Subito dopo si accorse delle ciocche di lucenti capelli rossi che spuntavano da sotto altre macerie.

Si alzò, arrabbiato, e liberò il corpo di Lily, graffiandosi, con le mani che sanguinavano e la polvere dappertutto.

La prese in braccio, esaminò il suo viso.

Neanche sul volto della giovane donna c’erano segni di paura.

Notò con sgomento che, forse in ultimo gesto di disperazione, con le unghie si era ferita in più punti. Respirò a fondo, ancora piangendo, e la stese accanto a james. Intrecciò le loro mani, sembrava un pazzo, ma ne aveva bisogno. Aveva bisogno di credere che tutto era ancora normale, che si trattava solo di un brutto incubo.

Si rese conto che, nella sua vita, non aveva mai preso sul serio la realtà. Era stato tutto, sempre, uno stupido gioco.

Ricadde sui corpi dei suoi amici, e per la prima volta nella sua esistenza tutto quello che voleva fare, l’unica cosa che poteva farlo sentire meglio, era uccidere.

Uccidere chi aveva provocato quella strage, farlo a pezzi, per cercare di infliggergli almeno un terzo del dolore che stava provando.

Poi si ricordò di Harry.

Si sentì in colpa per non averci pensato prima, e prese a guardarsi freneticamente intorno.

Certo, sarebbe stato difficile trovare il corpo di un neonato in tutto quel disordine.

Bastò questo pensiero a procurargli una crescente nausea. Appoggiò il viso tra l mani, cercando di stare calmo.

In quel momento rivide Hagrid, vicino a lui.

-Sirius, forse è meglio che ti allontani, eh?-

La voce del guardiacaccia voleva sembrare sicura, ma non riuscì a nascondere una nota di disperazione.

-Non doveva andare così.-

-Lo, Sirius, sicuro che lo so, ma ora vieni via...-

-Loro... LORO NON LO MERITAVANO! COME E’ POTUTO ACCADERE?-

Sapeva tutte le risposte, ma gridare lo faceva sentire meglio, come se stesso realmente facendo qualcosa, come se non fosse morto anche lui insieme al suo migliore amico.

-Non lo so, Sirius...ma...-

-NO! COSA FARO’, ADESSO? E’ TUTTA COLPA MIA! HO UCCISO LE UNICHE DUE PERSONE CHE MI ABBIANO MAI AMATO!-

-Ma certo che no, non dire sciocchezze...-

-E HARRY? SOLO IL PENSIERO DI DOVERLO CERCARE TRA LE MACERIE MI UCCIDE!-

-Oh no, non devi cercarlo...Sirius, Harry è ancora vivo.-

-Che vuol dire che è ancora vivo? Hagrid, spero che tu non mi stia prendendo in giro.-

Ma in quel momento Hagrid scostò appena il fagotto che aveva tra le braccia, e lo avvicinò a Sirius.

Lui si sentì impazzire, un dolore misto a muta rassegnazione, e qualcosa di lontanamente simile alla gioia si affacciavano ai suoi sensi, Guardò il bambino. Non si fece domande, né pensò affatto.

Semplicemente, la voce roca dal pianto, il volto ancora bagnato di lacrime, disse piano:

-Dammelo, Hagrid. Sono il suo padrino. Deve stare con me.-

Hagrid sembrò essere un po’ a disagio, e scosse la testa.

Sirius ricadde a terra, continuando a piangere silenziosamente.

-Silente mi ha detto di portarlo da lui. E io faccio quello che mi dice. Dopo decide, Sir. Magari Lo puoi tenere tu, dopo.-

Non rispose. Semplicemente, fissava il suolo, ancora stranamente incredulo di quanto fosse accaduto quella notte.

Non riusciva a ricordare quali erano state le ultime parole che aveva detto al suo migliore amico, né se aveva salutato Lily l’ultima voltaiche era stato da loro.

Non riusciva più neanche a piangere, dava pugni a terra, impazzito, si era scordato di Harry, di Hagrid, del dolore fisico. Si stava scordando di esistere.

Improvvisamente, Hagrid lo afferrò e lo sollevò.

Lo abbracciò, mentre Sirius era scosso da grandi tremiti.

-Io... io non me lo perdonerò mai, Hagrid. Prendi pure la mia moto se... se devi andare da Silente. A me non serve più. Lasciami però salutare Har...Harry.- E così dicendo accarezzò il bambino.

Tornò dai corpi dei suoi amici. Non vide e non sentì Hagrid andare via, semplicemente rimase fisso a guardare James, e poi Lily, finchè i suoi occhi non si persero completamente, e non vide più nulla se non un muto vuoto, e qualche ricordo che passava qua e là per la sua testa, frammentato delle immagini di quello che restava dei suoi amici.

Esausto, capì che anche lui era morto quella notte, o almeno una parte di lui loera.

E decise che c’era una sola cosa possibile da fare.

Vendicarsi.

 

 

Me lo lasciate un commentino? (sguardo supplicante...) Kisses

 

  
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