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Autore: RadientWings    26/12/2012    6 recensioni
Caroline Forbes era nata e cresciuta per servire gli Originali, ma quando viene messa al servizio di Klaus, le cose andranno come programmate?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note della traduttrice: vi attendono a fine capitolo ;)

Note dell’autrice:

Finalmente il capitolo due!

In questo capitolo c’è molto più Klaus, yay! Non ho molto da dire se non che spero che il capitolo 3 sia online entro la fine della settimana.

Vorrei anche ringraziare tutti quelli che hanno recensito.

E anche quelli che hanno aggiunto la storia fra le preferite e le seguite.

Disclaimer: No, I don't own TVD, much to my disappointment.

Capitolo 2

Changing Winds

South of England, 1550

Klaus stava decisamente avendo una brutta settimana. Dopo anni di attesa, gli era finalmente giunta voce sulla posizione di Katerina. Naturalmente, aveva lasciato la sua confortevole dimora a Praga e le era corso dietro attraverso quasi tutta l’Europa nord-occidentale, ahimè inutilmente. Era arrivato così vicino ma Katerina, essendo la persona che era, era riuscita a scivolargli tra le dita. Di nuovo.

Senza contare che Elijah aveva menzionato la possibilità di risvegliare Finn, come faceva ogni qualche decina d’anni. Klaus aveva, ovviamente, bloccato la possibilità sul momento. Dopotutto, non avevano già abbastanza problemi ad occupare il loro tempo che preoccuparsi del sempre malinconico traditore che era suo fratello Finn?

Onestamente, era come se Klaus fosse l’unico a pensare a lungo termine. Suo fratello sembrava aver dimenticato che Mikael li stava ancora cacciando.

Sommando tutto ciò si otteneva un Originale molto insoddisfatto.

L’inutile viaggio in carrozza inoltre non stava sicuramente migliorando il suo umore.

Klaus, Elijah e Rebekah erano in quel momento sulla strada per la loro tenuta di Londra o, come Klaus amava chiamarla, Mikaelson Manor. Era una delle case preferite di Klaus, e se avesse dovuto decidere dove stabilirsi definitivamente, sarebbe stato lì… o forse in quella in Toscana; l’Italia aveva un clima più mite dell’Inghilterra, fu costretto ad ammettere.

Naturalmente, essendo Klaus molto impaziente come sempre, avrebbe voluto raggiungere la tenuta correndo non appena sceso da quella maledetta nave e, ovviamente, Elijah aveva insistito affinché andassero in carrozza.

“Non abbiamo bisogno di attirare attenzione,” Aveva detto lui. “Tu sai che gli umani parlano, presto Mikael sentirebbe parlare di creature che si muovono alla velocità della luce nella foresta… Cosa pensi che farebbe poi? Siamo già abbastanza fortunati che non abbia scoperto la posizione delle nostre proprietà…” Aveva continuato Elijah, ma Klaus non aveva prestato attenzione, troppo impegnato a ribollire di rabbia tra sé.

Non mostrò la sua rabbia, naturalmente. Aveva da molto tempo imparato a mascherare le sue emozioni, nonostante ciò, dopo ben cinquecento anni, aveva ancora difficoltà a contenere la sua irascibilità.

Fortunatamente, sebbene ci fosse Elijah, c’era sempre Rebekah lì con lui, e Rebekah era esattamente sorella di Klaus. Aveva quasi lo stesso carattere, cosa che rendeva i loro… dissapori molto più drammatici, ma che li rendeva anche molto più vicini; la maggior parte del tempo andavano molto d’accordo. E se Klaus sapeva una cosa, era che Rebekah odiava avere delle restrizioni tanto quanto lui.

Ella sedeva accanto a Klaus, di fronte al fratello maggiore, guardando attentamente dei disegni per nuovi vestiti, quando, semplicemente portando gli occhi al cielo, lanciò un’occhiataccia ad Elijah.

“Elijah, siamo già in questa dannata carrozza, quindi chiudi quella bocca prima che ti privi della tua virilità.”

Ci fu un momento di silenzio.

Improvvisamente Klaus scoppiò in una rumorosa risata e sebbene Elijah sedesse sembrando stoico e controllato come sempre, anche lui sorrise debolmente.

“Bene, bene, Elijah, sembra che la nostra sorellina abbia un bel caratterino, non vorremo alterare la sua testolina, no?” Disse lui, sorprendendo entrambi i suoi fratelli con l’improvviso cambio d’umore.

“Immagino di no.” Confermò Elijah, riflettendo il sorriso di Klaus.

Rebekah lanciò uno sguardo truce ad entrambi, prima di sbuffare e tornare a osservare i disegni. Entrambi i fratelli risero sommessamente, prima di piombare in un inatteso ma confortevole silenzio.


Qualche ora più tardi, e ancora nella carrozza, il piacevole umore si era da lungo dissipato. Persino Elijah, che di solito era difficilmente irritabile, stava cominciando a innervosirsi. Rimanere bloccato in uno spazio ridotto con altri due vampiri, no, due fratelli non era un’idea brillante.

Elijah sarebbe felicemente rimasto in silenzio mentre Rebekah e Klaus si punzecchiavano, ma aveva qualcosa da dire a suo fratello e non poteva rimandare più a lungo. Elijah era conscio che sarebbe stato meglio discutere le novità con un Klaus emotivamente stabile, e anche allora, sarebbe comunque potuto essere facilmente irritabile, essendo così il suo carattere. In quel momento, Klaus non era sicuramente del migliore degli umori, perciò Elijah era comprensibilmente esitante. Tuttavia, doveva essere fatto.

“Hai mandato avanti il tuo servitore fratello?” La voce di Rebekah interruppe il suo dibattito mentale. Combatté il bisogno di esprimere la sua irritazione. Era abbastanza chiaro che Rebekah desiderasse avere Robb come distrazione, non era mai molto discreta riguardo ai suoi interessi. Questo era piuttosto irritante per Elijah, dopotutto Robb era il suo servitore, e come se non bastasse, era il suo servitore Forbes e non voleva che sua sorella commettesse qualche sciocchezza. Dopotutto, non tutti i servitori erano così ben preparati e se ne poteva ottenere uno nuovo solo ogni dieci anni.

“Sì, Robb è andato a far preparare la tenuta e a prendere sua sorella.”

“Perché mai avrebbe avuto bisogno di prendere sua sorella?” Chiese Rebekah, mentre Klaus sedeva disinteressato.

“Ha raggiunto l’età e comincerà i suoi dieci anni di servizio per Niklaus.” Alla menzione Klaus sollevò lo sguardo. L’altra ragazza aveva già completato i suoi dieci anni? Beh, tutto ciò che Klaus poteva dire era che sperava che la nuova ragazza non fosse tediosa come l’ultima. Aveva a malapena avuto bisogno di posare i suoi occhi su Mary che lei era a sua completa disposizione. Che sempliciotta.

Stava diventando un gioco noioso affascinare le sue servitrici al punto che avrebbero dato la vita per lui, e tutti sapevano che un Klaus annoiato era un Klaus davvero pericoloso.

“Se tutto va bene questa sarà migliore dell’ultima.” Fu tutto ciò che Klaus disse, decidendo di non lasciare che proprio degli umani occupassero i suoi pensieri.


London, England 1550

La carrozza aveva finalmente raggiunto la loro tenuta, passando per il nero cancello di metallo e aventi tortuoso sentiero acciottolato. Klaus si rilassò sulla sua seduta, quasi sospirando per il sollievo. Passare del tempo con Elijah ultimamente era diventato piuttosto noioso. Sin da quando quella maledetta Katerina era fuggita suo fratello maggiore aveva smesso di comportarsi come prima.

Tutto ciò infastidiva Klaus.

La vettura si fermò e la porta si aprì. Rebekah fu la prima a scendere, con il paggio che le porgeva la mano, l’elaborato vestito che frusciava mentre usciva. Elijah la seguì e Klaus fu l’ultimo a scendere aggraziatamente la piccola gabbia che l’aveva trattenuto per la mezza giornata appena trascorsa.

Si raddrizzò, i suoi occhi colpirono immediatamente i tre umani che erano fuori per accoglierli. Erano due donne e un uomo e tutti e tre attendevano in piedi in tranquillità. Riconobbe due di loro, Mary, la sua servitrice, e il ragazzo che era al servizio di Elijah. La terza persona non gli era tuttavia familiare.

Era bionda, non di un biondo color paglia, ma più luminoso, molto più luminoso. Era come se il sole le brillasse fra i capelli. Come cercò di gettare uno sguardo al suo volto, notò che lei aveva distolto lo sguardo e attendeva con contegno.

Questa, pensò lui, è preparata.

Una volta che lui e i suoi fratelli si furono avvicinati, i tre si inchinarono immediatamente.

“Ah, Mary, presumo che tu abbia preparato tutto?” Si rivolse lui alla donna, non appena si ricompose dalla riverenza.

“Sì, mio signore.” Rispose lei prontamente.

“Bene.” Poi si voltò verso la misteriosa ragazza bionda, che stava ancora guardando a terra. “E questa elegante giovane donna sarebbe?”

 “Questa è mia cugina, mio signore, lei sarà-”

“La tua sostituta.” Interruppe lui, comprendendo perché la ragazza fosse lì. Fece qualche passo verso di lei, finché non le si trovò esattamente davanti. Lei teneva ancora lo sguardo basso e questo irritò Klaus; non sapeva nemmeno che aspetto avesse la ragazza. Meglio porre fine a ciò. Portò due dita al mento di lei, costringendola a sollevare il suo sguardo su di lui, incontrando gli occhi di Klaus, che immediatamente rimase colpito dal fatto che la ragazza era davvero… meravigliosa.

La seconda cosa che lo colpì fu la sorprendente risolutezza nello sguardo di lei. I suoi occhi sembravano mostrare un’innata intelligenza e gentilezza che non si vedevano spesso.

“Qual è il tuo nome?” Chiese lui, rendendosi conto all’improvviso che non aveva assolutamente idea di come la ragazza si chiamasse.

“Caroline Forbes, mio signore.” Rispose lei con una voce dolce come il miele. Lui fece cadere la propria mano dal suo mento per poi prendere quella di lei e inchinarsi un poco per posare un leggero bacio sulla sua pelle morbida.

“E’ un piacere. Il mio nome è Niklaus Mikaelson. Ma tu, mia cara, puoi chiamarmi Klaus.” Disse lui, sorridendo alla sua nuova servitrice.

Questo sarà interessante.


Oh Signore!

Caroline sapeva che avrebbe dovuto distogliere gli occhi. Era ciò che ci si aspettava, le era stato ripetuto più e più volte eppure non poteva. Era come se tutto il suo addestramento fosse svanito fuori dalla finestra l’attimo in cui Lord Niklaus l’aveva guardata. C’era qualcosa in lui… e il fatto che Caroline fosse perfettamente conscia che lui le stesse ancora tenendo la mano non aiutava la situazione.

Come se lui avesse letto i suoi pensieri, lasciò andare la mano di lei e arretrò un poco.

“Confido che mi servirai bene, Caroline.” Affermò lui, e la guardò, un poco minaccioso. Nonostante questo, lei non poté evitare il piccolo brivido quando lui disse il suo nome.

“Sì, mio signore.” Replicò velocemente, prima che i suoi pensieri si allontanassero troppo. Strappò il proprio sguardo dal suo, e si profuse in un’altra reverenza. Quando si risollevò, notò il suo piccolo assenso.

“Mary,” chiamò lui, senza preoccuparsi di guardare indietro, “Vieni, abbiamo dei doveri cui attendere.” Mary si affrettò dietro al suo signore. Nemmeno un minuto dopo, egli scomparve nella casa.

Caroline lasciò andare un sospiro che nemmeno sapeva di star trattenendo. Cosa le stava succedendo? Aveva davvero intenzione di essere una di quelle ragazze che andavano in delirio e abbandonavano la propria morale e i propri principi dopo un solo sguardo da parte di un uomo… beh, un uomo di bell’aspetto, davvero di bell’aspetto… No! Non penserò in questo modo. Lord Niklaus è pericoloso ed è il peggiore di tutti gli Originali. Solo perché lui è diverso da come te lo immaginavi non significa che è meno vampiro rispetto a quando ti sia stato insegnato, si rimproverò Caroline, non credendo ai propri pensieri.

“Beh, non è andata così male.” Robb interrompendo la sua auto-ramanzina. Caroline quasi saltò al suono della voce di lui, per un momento si era persino dimenticata che fosse lì, che lui esistesse. Ma qual era il suo problema? “Si è comportato sorprendentemente bene, devo dire. Eppure, sono un po’ preoccupato… è sembrato troppo gentile…” continuò Robb, la preoccupazione nei suoi occhi,

“Non ti agitare, caro fratello.” Disse Caroline, non mancando l’ironia della situazione, essendo lei la prima ad essere preoccupata. “E’ tutto a posto.”

Robb sembrava poco convinto, ma lasciò cadere l’argomento, cosa per la quale lei era grata. Non avrebbe saputo cosa rispondere se lui le avesse chiesto cosa c’era che non andava; lei per prima non era sicura.


All’incirca tre ore erano trascorse dall’arrivo dei Mikaelsons, ma Caroline non aveva ancora ricevuto istruzioni da Lord Niklaus. Ella aveva visto Lady Rebekah ordinare ai servitori di trasferire gli innumerevoli bauli che erano giunti con loro, così tanti che una seconda carrozza era giunta in seguito. La vettura in questione aveva trasportato anche suo zio, Richard, il servitore di Lady Rebekah. Era riuscita a malapena a salutarlo prima che lui fosse impegnato a eseguire le richieste della propria Lady. Tuttavia, fu piacevole rivedere il fratello più giovane di suo padre, anche se solo per un momento.

Lord Elijah aveva richiesto Robb un’ora prima e Mary era ancora con Lord Niklaus, ovunque lui fosse, lasciando Caroline alle proprie distrazioni. Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare; gli ultimi giorni erano stati piedi di lavoro e non aveva fatto molto altro, quindi ora che non c’erano ulteriori preparativi da fare, o registri che necessitavano di essere aggiornati, e il lavoro per quel giorno era stato già completato, ella era in difficoltà.

Caroline si aggirò per il piano terra, guardando nelle varie stanze. Nonostante le fosse già stato dato un tour, non era stata davvero in grado di esplorare nessun posto. Vagava praticamente senza direzione, finché non capitò nella biblioteca.

Questa era una delle stanze preferite di Caroline nella tenuta. Era probabilmente la stanza più grande dell’intera casa, ampia e dal soffitto alto. Vi erano bellissime librerie in mogano che formavano delle file ordinate, ognuna riempita con ogni genere di romanzi e opere scritte. La parte migliore comunque era il muro con finestre ad arco in fondo alla biblioteca, che lasciava penetrare una grande quantità di luce. Immergeva la biblioteca in una confortevole luminosità che si rifletteva sul legno del pavimento.

Caroline si trovò a camminare verso una delle finestre più lontane dall’ingresso della biblioteca. Si trattava di una delle poche finestre che non raggiungevano il pavimento, diversamente, infatti, ospitava una confortevole seduta. Si sedette esitante, non totalmente certa se lei avesse il permesso di trovarsi lì se non per discutere di affari.

Tuttavia, la vista dalla finestra era così bella che si permise di rilassarsi e appoggiare la schiena contro i cuscini. Sfilò le scarpe dai piedi e li infilò sotto di sé, nascondendoli con il vestito verde.

Da lì poteva osservare a fondo i terreni della proprietà, che non aveva ancora esplorato. Sulla destra si allungavano i campi, verdi, punteggiati da fiori di tutti i colori. Sulla sinistra vi erano delle aiuole ben tenute e oltre quelle una foresta. La vista più piacevole, tuttavia, era il laghetto, nonostante potesse intravederlo appena; era molto lontano. Un salice piangente proiettava le sue fronde su di esso e lei riusciva a vedere le fatture di un piccolo ponte.

Sembrava completamente in pace, una pace che lei non aveva mai conosciuto.

“Meraviglioso, non trovi?” A Caroline per poco non venne un infarto quando si voltò troppo in fretta e sarebbe caduta dall’alto della sua seduta se non fosse stato per un paio di mani forti che afferrarono il suo braccio. Si sentì arrossire per l’imbarazzo, e quando alzò lo sguardo per ringraziare il proprio salvatore…

… vide che si trattava di Lord Niklaus,

Immediatamente saltò in piedi, scostando la mano di lui dalla propria nel mentre. Arrossendo, si profuse in un’impacciata reverenza.

“P-Perdonatemi, mio signore. Non vi avevo visto.” Disse lei con voce tremante rialzandosi. Ella si mosse sotto lo sguardo di lui, ancora una volta non volendo incontrare i suoi occhi.

“Me n’ero accorto.” Affermò lui, una nota divertita nel tono. Caroline lanciò uno sguardo a lui, sorpresa di vedere allegria nei suoi occhi. Era sicura che lui si sarebbe arrabbiato con lei, primo per aver avuto la presunzione di usare la sua biblioteca e poi per essergli finita addosso… “Se posso chiedere, cosa stavi facendo?” Chiese lui. Caroline cominciò immediatamente a scusarsi.

“Mi perdoni, mio signore, non avrei dovuto presumere di poter sedere qui, io-”

“Non c’è bisogno di scusarsi.” Interruppe lui. Lei lo guardò di nuovo, momentaneamente in difficoltà, sorpresa dalla sua apparente calma. “Non sono arrabbiato, solo curioso.” Spiegò lui, fissando di nuovo il suo sguardo ipnotico su di lei. Caroline era ancora confusa, aprì la bocca per chiedergli come mai era curiosa, ma poi si rese conto che probabilmente non avrebbe dovuto attirare ulteriore attenzione su di lei e la chiuse. Lord Niklaus tuttavia, era molto attento – avrebbe avuto moto di imparare, e vide il suo momento di debolezza.

“Chiedi pure.” Disse lui semplicemente.

“Mio signore, non sono certa che dovrei…”

“Chiedi.” Disse, no, commando lui, la pazienza che lo abbandonava.

“Mi stavo domandando… perché siete curioso, mio signore?” Chiese lei, guardando lontano da lui. E fu di nuovo sorpresa quando udì una bassa risata.

“Tutto qui?” All’esitante annuire di lei, gli sfuggì un’altra risata. “Bene, Caroline, mi stavo semplicemente chiedendo cosa ti interessava così tanto da non farti nemmeno accorgere dei miei passi. Non vedo qualcuno così perso nei propri pensieri da molto, molto tempo.” Spiegò lui beffardamente, guardandola come se lei avesse dovuto rispondere alla sua indiretta domanda.

Ella si schiarì nervosamente la voce. “A essere sincera, mio signore, non sono mai stata così lontana dall’operosità della città e i campi sono così ampi e così verdi che non posso fare a meno di chiedermi come sarebbe crescere in un posto con un tale scenario. Io, per esempio, uscirei per una passeggiata ogni giorno, fino a perdermi…” Caroline si rese conto improvvisamente che stava farfugliando, con Lord Niklaus tra tutte le persone! Chiaramente doveva avere un desiderio di morte di qualche sorta, sconosciuto fino a quel momento. Chiuse la bocca di scatto di nuovo, e puntò lo sguardo sui propri piedi.

“Suppongo sia facile abituarsi alla bellezza quando hai vissuto per cinquecento anni.” Affermò lui pensosamente mentre i suoi occhi spaziavano sul giardino. Caroline alzò lo sguardo e lo vide lì, le braccia incrociate al petto, la testa inclinata da un lato come se lui potesse scoprire il significato della vita o, nel suo caso, nonvita, osservando il mondo da quella prospettiva.

Improvvisamente abbassò lo sguardo su di lei, gli occhi che incontravano quelli di lei. Nuovamente ella si sentì risucchiata dal suo sguardo…

Lo schiarirsi di una gola la fece voltare e guardare oltre Lord Niklaus, salvandola dagli occhi di lui. Vide Mary, che aveva uno strano sguardo sul volto, ma lei si inchinò prima che Caroline potesse adeguatamente analizzarlo.

“Tutto è pronto, mio signore.” Annunciò lei.

“Bene, vai avanti e preparati per il rituale, cominceremo tra dieci minuti.” Comandò lui bruscamente, il tono divertito ormai scomparso. Mary se ne andò prontamente, ma non senza aver prima lanciato uno sguardo alla cugina, una strana luce negli occhi.

Una volta che se ne fu andata, Lord Niklaus si rivolse a Caroline, “Come.” Disse unicamente.

Egli cominciò ad allontanarsi e Caroline si sbrigò a seguirlo. Pochi secondi momenti dopo Lord Niklaus si fermò improvvisamente e lei quasi gli finì addosso. Lui si voltò e lentamente abbassò il suo sguardo su i piedi di lei per poi guardare il suo viso, un sorriso canzonatorio sul proprio volto.

“Non stai dimenticando qualcosa?” Sorrise lui. Caroline guardò a terra per vedere i propri piedi scalzi.

Nella fretta, si era dimenticata delle scarpe.

Caroline si sarebbe volentieri schiaffeggiata.


Dopo tutto l’imbarazzo e l’arrossire, Caroline recuperò le sue scarpe e seguì il proprio padrone nel seminterrato. Per un momento considerò che stava seguendo uno dei più antichi e pericolosi vampiri al mondo in un seminterrato… Chiaramente, il suo buonsenso scarseggiava di recente. Tuttavia, lui era il suo padrone, e lei una mera servitrice, chi era lei per rifiutarsi? Per non menzionare il fatto che questo antico, pericoloso vampiro probabilmente avrebbe potuto strapparle il cuore fuori dal petto le era più che sufficiente come incentivo a seguirlo.

Scendendo lungo gli oscuri corridoi del seminterrato, si rese conto che si stava dirigendo lontano dalle cucine. Ella non era mai stata in quella zona del seminterrato prima di allora, Robb l’aveva avvisata di evitarla. Deglutì, il corridoio diventava sempre più scuro, illuminato soltanto da delle torce appese alle pareti.

Svoltarono un angolo e Caroline si rese conto di trovarsi in una cella sotterranea. Questo posto aveva una cella sotterranea. Rabbrividì e desiderò di aver portato con sé il mantello che sua madre le aveva dato, sebbene sapesse che non era il freddo a colpirla. Cominciò a sentirsi un poco spaventata, cosa ci facevano lì?

Infine raggiunsero una pesante porta di legno e lui la condusse dentro. La stanza era un ampio ambiente simile a una caverna e al centro vi erano due linee circolari tracciate con la cenere. In mezzo ai due cerchi vi era una sorta di pedana e due torce ancora spente erano piantate nel terreno ai lati di essa. Non erano gli unici due nella stanza, si rese conto lei, anche Robb era lì, come anche Mary e un’altra donna che Caroline non riconobbe.

Lord Niklaus la lasciò senza ulteriori parole, dirigendosi verso la donna sconosciuta. Non appena si allontanò, Mary e Robb si avvicinarono.

“Cosa sta succedendo?” Chiese lei, appena i due la raggiunsero.

“Mi spiace, Care, ci siamo dimenticati di dirti che il rituale sarebbe avvenuto così presto, eravamo così occupati a preparare tutto.” Spiegò Robb, dispiaciuto.

“Il rituale… aspetta, il rituale vincolante?” Sussurrò Caroline furiosamente. “Perché non me l’avete detto prima? Avrei potuto ripassare le parole!” Dire che Caroline era semplicemente arrabbiata sarebbe stato un eufemismo.

Una delle prime cose che si imparano come Forbes destinato ai dieci anni di servizio era il rituale vincolante. Si trattava di un incantesimo praticato da una strega che legava l’umano al vampiro. Non era un legame pericoloso. Non avrebbe condizionato Caroline in alcun modo, a meno che avesse provato a sfuggire ai suoi dieci anni di servizio.

Caroline avesse provato a fuggire o andare in qualunque posto senza il permesso del proprio padrone, Niklaus avrebbe saputo dove si trovava. Ovviamente, lui non aveva bisogno di conoscere ogni suo spostamento, fintanto che lei non si allontanava troppo non necessitava di avere il suo permesso. Tuttavia se, per ipotesi, avesse lasciato la città, o il paese, nel tentativo di scappare, l’incantesimo di rintracciamento si sarebbe attivato.

Era un ingegnoso piccolo incantesimo, magia antica, e funzionava solo con un umano e un vampiro.

E ora, Caroline stava per essere vincolata a Lord Niklaus.

Per la miseria!

Ecco! Lo so, è molto più corto del capitolo uno, ma non ho trovato un punto migliore in cui concludere il capitolo, perciò… Ma non preoccupatevi, il capitolo tre molto probabilmente sarà lungo quanto il capitolo uno :D

L’incantesimo vincolante è qualcosa che mi è venuto in mente, spero non sembri troppo casuale… E spero che i personaggi non fossero troppo OOC…

Inoltre, il POV di Klaus all’inizio è qualcosa che ho fatto solo perché poteste avere una maggiore comprensione delle storylines degli Originali, perciò non ci sarà molto di questo genere, sebbene potranno esserci momenti del genere più avanti.

Anyways, I hope you liked it! Let me know what you thought!

In ogni caso, spero vi sia piaciuto! Fatemi sapere che ne pensate!

RW

Note della traduttrice:

Non so se è l’aria natalizia che ancora mi circonda, ma mi sono svegliata oggi con una mezza idea di aggiornare, dato che la traduzione sta procedendo senza particolari intoppi. Quindi, come regalo di Natale leggermente in ritardo, ecco un aggiornamento!

Ah, so che può sembrare strana come richiesta, ma non è che qualcuno sarebbe disposto a betare i capitoli tradotti? Ho notato che faccio una fatica assurda con i soggetti e gli aggettivi possessivi e talvolta mi pare che la narrazione non scorre bene come in inglese. Il parere di qualcuno che non sa com’è scritta in inglese e quindi possa valutare semplicemente la forma italiana sarebbe molto apprezzato. Non è che non sappia scrivere in italiano, semplicemente avendo costantemente sottomano il testo in inglese mi sento quasi obbligata verso di esso.

Perché lo sappiate, questa fan fiction in inglese è già stata completata, quindi non preoccupatevi. Inoltre sequel, “The Scars Not Seen” è in corso di pubblicazione, mentre una raccolta di missing moments, “The Stories of Old” è stata completata.

Al prossimo aggiornamento.

  
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