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Autore: Valsi_inkheart    26/12/2012    4 recensioni
- Oh, salve, ho chiamato per l’annuncio apposto al McKinley, io avrei_
- Bisogno di ripetizioni? Piuttosto ovvio.
Kurt ebbe un moto d’irritazione verso quella voce, come se la conoscesse. Scacciò quella sensazione, trasse un respiro e rispose, cercando di risultare il più cortese possibile.
- Sì, esatto. – Okay, tentativo fallito. – Mi chiamo Kurt Hummel, e vorrei_
- Kurt Hummel? –
Kurbastian, prima long di sempre!
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre:
“Proteggimi dal mostro”

 
L’unica reazione che Kurt ottenne, dopo aver parlato a Blaine dei suoi sospetti riguardo Sebastian e quello che nella sua testa era diventato il suo malefico piano per far bocciare Kurt e avvicinarsi - e non in senso figurato – al più piccolo, fu un’occhiata scettica di quest’ultimo, all’unisono con uno sguardo praticamente identico da parte di Rachel.

- Bene, allora, - disse Kurt, assolutamente certo di avere ragione – tu verrai con me.

Blaine fissò il dito che l’altro gli puntava al petto. Scacciando l’immagine di suo fratello e la parola che gli si formò nella mente – INTENSITà – , guardò negli occhi Kurt e sorrise.

- Per proteggerti?

Kurt si sentì arrossire, ma annuì deciso, cercando di sembrare ironico. 

- Certo. Chi se non tu, contro il malvagio Sebastian Smythe?

Quando la campanella delle cinque suonò, Kurt Hummel trasse un respiro e chiuse l’armadietto, dopo aver depositato gli ultimi libri utilizzati per la lezione precedente, quella di storia del costume.

Lì una F non l’aveva mai presa.

Ormai dando per scontato che in aula studio avrebbe trovato l’antipatico francese, si diresse verso l’aula studio. Fuori dalla porta trovò il suo ex fidanzato ad aspettarlo.

Bello come al solito.

- Pronto? – sorrise, non appena vide Kurt avvicinarsi.
 
- Sono nato pronto – sorrise a Blaine. Okay, non era vero, però non voleva che Blaine si preoccupasse e che lo credesse preoccupato, a sua volta, per una cavolo di sessione di ripetizioni di francese.
 
- Allora entriamo… - il tono di Blaine era pieno di comprensione (o compassione?) per Kurt. Lui a sua volta non voleva sembrare ossessionato ma, a onor del vero, non era riuscito a trattenersi.
 
L’immagine di Blaine vestito da supereroe che lo salva dalle grinfie di Sebastian il-mostruoso-chipmunk era ancorata alla sua mente e minacciava di non lasciarlo presto.
 
Kurt lo oltrepassò, sorridendogli mentre l’altro gli teneva aperta la porta. Rimasero qualche secondo a guardarsi, e nessuno dei due riuscì a parlare.
 
Kurt non sapeva quali erano al momento i sentimenti di Blaine per lui, però guardare nei suoi occhi era tutto quello che desiderava in quel momento. E tutto ciò lo riportò a tutti quei momenti passati insieme, a tutti i baci, al calore nel suo petto quando sentiva quegli occhi amorevoli addosso…
 
- Pensavo vi foste lasciati, vedo che inizi a raccontare le bugie, Lady Hummel.
 
Kurt sospirò, guardando davanti a sé. Su di un divanetto, con la solita divisa dei Warblers, le gambe incrociate e un sorriso irritante sul volto, c’era lui.
 
Come temevano.
 
Sebastian Smythe.
 
-Avevi ragione… - ammise Blaine, quasi shockato, non riuscendo a staccare gli occhi dal ragazzo, che sembrava fastidiosamente a suo agio, nonostante non fosse assolutamente nel suo ambiente.
 
Kurt non sembrò sorpreso, perché in effetti non lo era. Ci avrebbe scommesso le Manolo Blahnik che si era fatto promettere da suo padre dopo gli esami finali, che era lui. Stupido Sebastian. Lui voleva solo passare il suo dannato esame di francese, non certo cacciarsi in questo guaio!
 
- Perché lo fai, Sebastian? Voglio solo un voto decente in una materia sconosciuta, ed ho capito che il tuo piano è farmi bocciare ma cosa può port_
 
- Sinceramente, mia adorabile fatina, oltre che a verificare che il fatto di vestire come un transessuale portoricano non sia riservato solo ai giorni in cui sai che dovrai incontrarmi e mettermi in crisi sul fatto di essere davvero omosessuale, la mia presenza qui è finalizzata solo ad insegnarti come parlare una lingua che conosco come le mie tasche –non so se hai presente, sono più francese del tuo profumo di Yves Saint Laurent-. Piuttosto, non pensavo che avresti portato i rinforzi… non che me ne lamenti.- , disse con un tono inequivocabile, sorridendo a Blaine, che ricambiò il sorriso, e distolse subito lo sguardo.
 
- Lui… Blaine, non è necessario che resti, - mormorò Kurt, che iniziava ad essere preoccupato. Le parole che Sebastian gli aveva detto il giorno prima risuonarono nella sua testa.
 
Ora che ti sei finalmente tolto di mezzo, posso procedere senza impedimenti.
 
- Beh, se restassi io non mi lamenterei…
 
- Sta’ zitto, Smythe. Grazie di avermi accompagnato, davvero.
 
Blaine salutò Sebastian, promettendogli che l’avrebbe chiamato presto. Questo non fece che accrescere l’irritazione di Kurt: non solo Sebastian aveva volutamente evitato di rivelare a Kurt che fosse sua quella irritante (ora si spiegava perché la trovata così fastidiosa) voce, che avrebbe dovuto pagare per farsi insegnare qualcosa da quel mostro, ma ora pretendeva anche che Blaine – il suo supereroe- lo telefonasse, così da poterci provare con lui senza nessunissimo impedimento.
 
Quando Blaine fu andato, Kurt si lasciò cadere sulla poltroncina più lontana dall’altro. Era strano vederlo lì, al McKinley High, perché era come guardare un panda alle Hawaii. Fuori dal suo habitat.
 
Non riusciva a mettere in ordine le idee. Avrebbe dovuto prenderlo sul serio o mettersi  al lavoro per cercare un altro tutor?
 
- Vuoi iniziare subito?
 
Kurt sussultò. Iniziare cosa, precisamente?
 
Evidentemente Sebastian comprese la confusione che trapelava dagli occhi di Kurt, perché subito aggiunse:
 
- Le ripetizioni.
 
- Fai sul serio, Sebastian? Cosa diavolo vuoi da me?
 
- Hummel, ho attaccato, o megliofatto attaccare, quel volantino e avrebbe potuto prenderlo chiunque. Cosa ti fa pensare che sia un diabolico piano contro di te?
 
Silenzio. A Kurt mancavano almeno un paio di pezzi a quel puzzle e non riusciva a trovarli da nessuna parte.
 
- Senti… ho bisogno che tu mi dica subito se questa situazione ti sta bene o no. Devo dare queste maledette ripetizioni, e se non vuoi che sia io ad aiutarti va bene, però sappi che non è uno scherzo. Questo è un affare serio.
 
Sebastian sembrò talmente…vero, mentre pronunciava quelle parole.
 
Kurt lo fissò negli occhi. C’era qualcosa.
 
Sapendo che molto presto se ne sarebbe pentito, molto piano, disse:
 
- Va bene, andiamo avanti.
 
Sembrò un sorriso quello che attraversò il volto di Sebastian, ma non aveva traccia di scherno, o divertimento. Era un sorriso sollevato, più che altro.
 
Kurt scosse la testa. Non poteva essere vero.
 

 
 
 

Note!
Chiedo umilmente perdono per questo enorme ritardo ma, lo giuro, ho iniziato questo capitolo almeno dieci volte e stressato la mia Pizza (che ringrazio, è stata preziosissima <33) come poche cose al mondo perché l’incontro di queste due meraviglie è troppo importante… spero possiate perdonarvi!
Ne approfitto per farvi tanti auguri di Buon Natale anche se è già passato, spero l’abbiate passato nel migliore dei modi.
Risponderò prestissimo alle recensioni, grazie a tutti, mi date tanta felicità :3
Un bacio,
Vals
  
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