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Autore: kenia    12/07/2007    0 recensioni
questa storia parla di due sorelle che capiranno troppo tardi che dietro tutti i loro litigi, c'era un amore represso...lo capiranno nelle lettere nascoste che si scrivevano,che scopriranno durante la guerra mentre.....non parlo più sennò vi roovino il finale! IMPORTANTE: è STATA SCRITTA IN DUE (autrici: kenia, _Hanna_)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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4.

Intanto, continuavo a perdermi negli occhi del ragazzo, ma ad un tratto mi disse….

-Beh,sembra che invece tu non possa fare a meno del mio aiuto...- con una risatina,indicando con un cenno la mia bicicletta...rotta.

 Mi voltai e per poco non caddi in lacrime quando la vidi ammaccata e il manubrio che pendeva da un lato.

-Oddio,come la riparo adesso..?- mormorai nervosa,dato che tenevo molto a quella bici.

Non era di gran valore commerciale,però ne aveva uno affettivo che andava ben oltre l'immaginabile...Mi ricordava mio padre...Con uno sbuffo indispettito,mi voltai furente verso il giovane,manco avesse rotto lui la bici o avesse provocato il piccolo incidente

-Ah si?E di grazia sentiamo,com'è che vorresti aiutarmi?- chiesi velenosa,le mani scattate sui fianchi.

Non era da me comportarmi in quel modo,il mio carattere era caratterizzato da ben altro..

Gentile,affabile,sempre col sorriso sulle labbra. Sorriso che puntualmente svaniva dal mio volto ogni volta che litigavo con Rosy.

Era mai possibile che diventassi così irascibile dopo un litigio?Vorrei vedere altri al mio posto:avere una sorella e non poterci parlare come fanno tutti quelli che hanno fratelli; anzi no, parlavamo eccome, solo che i nostri discorsi erano fatti di parole cariche d'odio, e questo non era poi molto positivo. La risata del ragazzo mi fece tornare a quello che stavo facendo.

-Ovvio,riaccompagnandoti a casa!E' il minimo che possa fare per quello che accidentalmente ho provocato alla tua povera bicicletta...-  disse in tono più serio,e sembrava sinceramente dispiaciuto per l'accaduto.

Avevo ragione a credere di averlo preso troppo duramente,in fondo era lui ad essere stato investito da me e non il contrario. Mi fermai ed emisi un sonoro sospiro,  prima di abbassare lo sguardo per rimettere in ordine la gonna sgualcita dopo la rovinosa caduta

-Ti prego di perdonarmi,ero io sovrappensiero e non ti ho visto arrivare...- farfugliai dispiaciuta,con fare timido,rialzando a fatica gli occhi chiari sul giovane,che però sorrideva cordiale.

-Oh non temere.. ti capisco. Piacere,mi chiamo Alexander..- fece avvicinandosi a dove ero ferma io e accennando un piccolo inchino.

Per un piccolissimo attimo i nostri sguardi si incrociarono e arrossii furiosamente; lui sembrò accorgersene e fece una risatina.

-Io sono Hanna...piacere mio...- sorrisi volgendo lo sguardo alla strada, che in quell'ora stava cominciando a trafficarsi.

-Bene Hanna...andiamo a casa..?-

-Oh no no,lascia stare,posso andare benissimo da sola...-

Non feci neanche in tempo a finire la frase o a farlo rispondere,che stavo già scappando via,diretta alla mia abitazione. Però non so come,dimenticai lì per il vialetto la mia bici e l'avrei rivista soltanto qualche giorno dopo..

Ma come facevo ad essere sempre tanto timida?Una mia conversazione non durava più di qualche minuto,poi riuscivo sempre a sprofondare in quell'abisso di insicurezza che mi contraddistingueva. Ecco,avrei potuto parlarne con mia sorella!Invece la conversazione sarebbe culminata in litigio,altro che timidezza...La rabbia mi ribolliva nelle vene solo se pensavo alla questione di stamattina a colazione.."insetto fastidioso" ha osato chiamarmi!

Camminavo ormai da qualche minuto, i passi divenivano via via più spediti.. volevo solo tornarmene a casa e chiudermi in camera mia a pensare, o magari a scrivere l'ennesima lettera,di cui ormai avrò perso il conto. Persa nel vasto labirinto della mia mente,in cui ancora sbattevano le parole"insetto fastidioso", arrivai di fronte all'entrata del Parco e vidi che Rosy vi stava entrando,su una spalla una borsa,i lunghi capelli biondi rilucevano alla luce del sole. Sicuramente stava andando lì a disegnare,o a scattare fotografie,le sue grandi passioni...

Dio solo sa quanto avrei voluto entrare lì insieme a lei,magari a chiacchierare o a scattare foto insieme,invece girai i tacchi e tornai sulla mia strada.

 

  
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