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Autore: ripple    26/12/2012    11 recensioni
Avete presente il mondo di Percy Jackson? Ok, certo che si.
Ora, vi ricordate come finisce la prima serie? Si? Bene, perché è da lì che tutto parte, per la precisione due anni dopo.
Immaginate che Percy abbia una sorella con una storia un po' strana e misteriosa. Sorella da parte di padre, ovviamente.
Vi potrebbe interessare? Dai, allora: leggete, leggete, e fatemi sentire la vostra voce! (vale a dire, recensite)
NON TENGO IN CONSIDERAZIONE LA SECONDA SERIE, E NON PROVATE A SPOILERARMI NIENTE, VISTO CHE ANCORA NON L'HO LETTA!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Figlia di Poseidone ψ

 
Capitolo 1
Rick.


 

Il semaforo diventò verde, e scattai in avanti, senza neanche controllare se le macchine si fossero fermate. Sono sicura che se ci fosse stato un pirata della strada, sarei già stata spiaccicata sul suo parabrezza. Una cosa è certa, è sicuramente meglio essere aggrediti da una macchina che dalla mia insegnante di fisica. La Calzari.
Non so se avete presente il tipo. Occhi da falco, orecchie da pipistrello, voce da cornacchia e una reazione da leonessa, se non peggio, nei confronti dei ritardatari. Ed io non ci tenevo ad essere tra quest’ultimi.
Saettai tra i passanti, cercando di non investire nessuno, e visto che io riesco sempre nel mio intento, presi in pieno un povero ragazzo innocente che si stava facendo una tranquilla passeggiatina di prima mattina.
– Oddio, scusami! Non volevo andarti addosso, è solo che… –
– Lo spero bene. – m'interruppe.
– Come, scusa? – Alzai lo sguardo per guardarlo in faccia e rimasi letteralmente a bocca aperta. Capelli lunghi fino alle spalle e biondi come il sole, e occhi grigi come una tempesta. Sembrava di guardare l’impersonificazione del cielo. So cosa state pensando. Sole e tempesta insieme non si vedono tutti i giorni, ed è proprio per questo che quel ragazzo era così impressionante. Impersonificava due possibili stati in cui il cielo si poteva presentare. O sole, o pioggia. E lui era tutti e due.
– Dico, lo spero bene che non volevi andarmi addosso.
Mi ripresi abbastanza da poter rispondere come faccio di solito. – Ah, ma tu guarda. Proprio il simpaticone mi doveva capitare, oggi.
Il Simpaticone mi porse la mano, che strinsi, confusa. Appena venni a contatto con lui, sentii un lieve pizzicore alla mano, come se mi avesse dato la scossa.
– Piacere, Rick.
– Piacere, Circe. Adesso fammi passare se non vuoi che ti trasformi in un maiale. – sbottai. E funzionò abbastanza bene, perché si fece subito da parte. Però non sembrò molto infastidito dalla mia risposta, e questo mi dava sui nervi. Tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un sorriso.
Gli rivolsi un ultima occhiata e mi rimisi a correre, più spedita che mai. Non ho tempo da perdere, io, con questi tizi.

 

***

 
Bussai alla porta della mia classe esattamente alle 8.05, il limite di entrata, ed ero decisamente a corto di ossigeno. Peccato solo che nei dintorni non ci fossero stati dei rifornimenti appositi.
La voce di una donna che aveva decisamente bisogno di mangiare un po’ di miele mi invitò ad entrare. E così feci, ma con molto cautela.
– Gray! – gracchiò la mia prof. – Sempre in ritardo, lei, eh? – Sempre per lei equivale ad una sola volta, ma abbastanza per punirti.
– Mi scusi prof, ma stamattina ho avuto un contrattempo, e non…
– Non mi interessa! – Non so perché, ma nessuno mi lasciava finire nemmeno una frase quel giorno. – Per punizione non ti farò entrare nella mia ora, dovrai aspettare la prossima.
Stava scherzando? Dopo tutta la corsa che mi ero fatta, era questo il modo di ringraziarmi? Farmi aspettare fuori dall'aula per un’ora? Neanche per sogno. Gli avrei fatto vedere io con chi si stava mettendo contro.
– Sì, prof – E uscii dall'aula.
Quello sì che era il modo di farle vedere chi ero. Proprio da alunna liceale coraggiosa e ribelle.
Decisi di uscire dalla scuola per prendere una boccata d’aria. Giusto due minuti. Si, due minuti, che si sarebbero poi prolungati in molto, molto più tempo.
Appena misi un piede fuori dal cancello della scuola, una figura mi passò davanti alla velocità della luce.
Passato lo stupore momentaneo, guardai verso sinistra, cioè nella direzione in cui correva, e lo riconobbi. Rick. Chi altri poteva avere quei capelli?
Feci un calcolo veloce, e se due più due fa quattro, nessuno avrebbe rubato uno zaino pieno di libri scolastici. Lo feci cadere a terra e mi lancia all'inseguimento di Rick. Non so nemmeno adesso perché lo feci. Chiamatelo istinto.
Ad educazione fisica sono sempre stata la più veloce, anche tra i maschi, e quindi non ci misi molto a raggiungerlo. Gli arrivai accanto, e lui mi notò subito. Per un attimo intravidi un velo di stupore nei suoi occhi, non tanto perché fossi lì, accanto a lui, ma molto più probabilmente perché aveva notato che ero molto veloce. Comunque svanì subito.
– Oh, ciao Circe. Ci si rivede. Che stai facendo di preciso?
– Stavo per farti la stessa domanda.
Lui che fece? Sorrise.
– Gioco ad acchiapparello con dei miei amici.
Mi girai a controllare e per poco non tirai un urlo. Dietro di noi, in lontananza, riuscii a scorgere cinque o sei figure che correvano nella nostra direzione. Ad occhio e croce, saranno stati alti tre metri e non avevano per niente un aspetto amichevole. Mi volta di scatto verso Rick, che continuava a correre come se tutto quello che stava succedendo fosse perfettamente normale.
– Tutti i tuoi amici sono alti tre metri ed hanno dei gonfiabili ricoperti di tatuaggi al posto delle braccia?!
A questo punto fece un’espressione tra il sorpreso, per la prima volta, e il preoccupato. Sgranò gli occhi e guardò dritto nei miei.
– Tu… Tu li vedi? – balbettò, rallentando. – Nel senso… Li vedi nella loro vera forma?
– Se nella loro vera forma appaiono giganti, fin troppo muscolosi e pieni di tatuaggi… Sì, li vedo nella loro vera forma. – Ripresi fiato. – Ma chi sono?
Distolse lo sguardo e ricominciò a correre come prima. – Lestrigoni.

 







Notes;

Ehm... Salve? Salve.
Allora. Questa è la mia prima storia in assoluto che pubblico su EFP (un sogno divenuto realtà), e sono così eccitata!! Fra qualche secondo cliccherò 'pubblica storia'! E se state leggendo questo credo proprio che io lo abbia già fatto.
Calmandoci, spero che vi piaccia, perché quest'idea di fare una storia sulla figlia di Poseidone... beh...  è stato solo un piccolo colpo di genio (o forse un colpo alla testa).
So che non ho detto praticamente nulla in questo 'capitolo', che è più un'introduzione, ma appena ho scritto 'Lestrigoni' mi sono detta "Ehi, posso sempre far finire il capitolo qui".
Ok, adesso che mi avete ben inquadrata come la matta, potete ritornare alla vostra vita normale.
Bye bye blackbirds. (chi ha visto Nemico Pubblico può capire)
Angie.
   
 
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