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Autore: Trillo Sbadiglio    26/12/2012    0 recensioni
"«Dimmelo un'altra volta, ti prego» gli chiese con le lacrime agli occhi. «Non è affatto divertente Scorp. Ed è già abbastanza umiliante senza che ti ci metta anche tu» rispose l'altro con voce seccata, ma con gli angoli della bocca impercettibilmente sollevati. «Certo che è divertente, non dire scemenze. Dovevi vedere la tua faccia, quando ti sei accorto di essere vestito da coniglio pasquale»
[...]
Arrivata al suo palazzo si promise che la casa dove sarebbe andata a vivere con sua sorella non sarebbe stata quella. Sicuramente non sarebbe stata al quarto piano senza ascensore. 'Fossi atletica, almeno'. Al primo piano si ritrovò sbuffante per il disappunto; al quarto ansimante per la fatica. Si trascinò fino alla porta, maledicendo tutti quelli che avevano contribuito alla costruzione di un edificio con più di due piani senza nemmeno uno straccio di montacarichi. 'La cosa più triste è che anche quell'obeso di Anacleto è più veloce di me'."
 
Una nuova generazione alle prese con amicizie e avventure. Una ragazza dal passato misterioso. Potter, Weasley e Malfoy ancora una volta alle prese con un pericolo sconosciuto. Mescolate il tutto e aggiungete cantanti stonati, amiche curiose e gatti davvero antipatici: "Dietro lo specchio" è servito!
Sbadiglio
Genere: Avventura, Commedia, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Disclaimer: questa storia ha preso ispirazione dal mondo di Harry Potter, proprietà di J.K. Rowling, ed è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell’autrice (TrilloSbadiglio). Non ne è ammessa altrove la citazione totale né parziale, a meno che non sia stata autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


 

Dietro lo specchio

Oh pensa a come sarebbe bello se potessimo passare attraverso lo specchio!
Sono sicura che ci sono delle cose bellissime là dentro!
Facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso,
facciamo che sia diventato tutto come un leggero velo di nebbia...ma guarda...si trasforma!
Sarà facile passare adesso!

Lewis Carroll Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò

 


 

Capitolo 1

In mezzo agli altri si consiglia di sorridere


C'è troppa pioggia e sto perdendo quota
attraversando vuoti d'aria tra le nuvole.
Se piango in acqua non si nota
e in mezzo agli altri si consiglia di sorridere

Samuele Bersani Psyco


Per chiunque si fosse ritrovato a dover passare per King 's Cross quell'ultimo, piovoso pomeriggio di giugno, la celebre stazione londinese si sarebbe rivelata assai fuori dal comune. Il parcheggio era invaso da un numero spropositato di automobili turchesi, quasi tutti vecchi modelli di Ford Anglia, caratterizzati ognuno dal proprio livello di ammaccatura. Come se possedere un' auto di quel colore implicasse o una grande sfortuna o un' altrettanto grande incapacità alla guida. Sembrava inoltre che qualche giorno prima ogni spazzino di Londra si fosse dato appuntamento proprio lì, e che, una volta andato via, avesse dimenticato di riprendersi la scopa, dopo averla accuratamente legata con grosse catene a uno dei tanti pali della luce disponibili. Se qualcuno infine si fosse avviato alle banchine dei treni, avrebbe sicuramente notato che quella posizionata tra i binari nove e dieci era piena zeppa di eccentrici individui. Tutti convinti, a quanto pareva, di trovarsi ad una divertente festa in maschera. In molti indossavano lunghe tuniche bordate d'oro, dai colori più sgargianti: verde smeraldo, rosso carminio e un improbabile violetto. Sul retro di esse, la maggior parte aveva cucito un grosso stemma dell'Inghilterra, e gli occhi di più di un passante sembravano quasi aver visto i tre leopardi rincorrersi su e giù per il blasone rosso. Tra i molti stravaganti, alcuni portavano sul capo appariscenti cappelli a punta; altri, sopra lunghi mantelli, avevano pensato bene di aggiungere orribili cravatte quadrettate giallo senape; un gruppo di signore di mezza età vestiva completi scozzesi dalle tinte fluorescenti, con tanto di cornamuse coordinate, cosa che fece rimanere non pochi viaggiatori a bocca spalancata. Ma quegli strani personaggi, che avevano deciso di riunirsi in un luogo così insolito, sembravano tutti, senza eccezione, in attesa di qualcosa. La tensione si percepiva dai continui sguardi che si lanciavano le signore, dalle frequenti sbirciatine agli orologi dei signori e dagli strilli eccitati dei bambini. Al margine della folla stava un quartetto di persone vestite in maniera totalmente anonima, legata però al resto della folla dai sorrisi e da due piccoli portachiavi, che uscivano dalla tasca dei due uomini della compagnia, con inciso lo stemma dell'Inghilterra. Di quel gruppetto così anonimo facevano parte alcuni degli uomini e delle donne più famosi della Gran Bretagna...beh, famosi tra la comunità magica della Gran Bretagna. Stavano avendo una piacevole conversazione, quando vennero bruscamente interrotti dall'inno nazionale, che sembrava provenisse da ogni singolo altoparlante della stazione. Una delle due donne, quella con una gran massa di capelli ricci e castani, borbottò, mentre la musica scemava e una voce maschile si scusava con i viaggiatori: «Anche i Babbani dall'altra parte del continente ci avranno riconosciuti a quest'ora. Tutti quegli enormi stemmi...l'interferenza con gli altoparlanti! Ma non capiscono che dobbiamo essere discreti?». Due delle persone intorno a lei fecero finta di non sentire, per non dover essere risucchiati nell'ennesima polemica sullo Statuto Internazionale di Segretezza. L'uomo dai capelli rosso fiamma accanto a lei, invece, le rispose con aria rilassata, senza smettere di sorridere: «Hermione, ti prego! Oggi non siamo neanche in servizio. E poi lo sai che, quando ci ritroviamo, non possiamo fare a meno di metterci in mostra. Soprattutto, non un mese dopo aver vinto la Coppa del Mondo di Quiddich, cosa che non accadeva da non si sa quanti decenni. Rilassati e pensa solo che tra poco avremo di nuovo quei due disordinati cronici dei nostri figli a casa». La replica arrivò immediata ma la donna non fece in tempo a concluderla: la coppia di amici accanto a lei avvistò i primi carrelli e i primi gufi ed esclamò in coro: «Arrivano!»

*

Proprio in quel momento, dall'altra parte della barriera che divideva i binari nove e dieci, un ragazzo e una ragazza, circondati dai loro compagni di scuola, scendevano dall' Espresso di Hogwarts. Ciascuno si trascinava dietro un enorme baule e una gabbia dove si trovavano, loro malgrado, un gatto e una civetta soggetti a violenti scossoni. Avanzavano lentamente, salutando ogni tanto gli amici che scorgevano tra la folla e discutendo su quanti GUFO li aspettassero, una volta a casa. «... e Rose, tu di sicuro ne avrà più di me. Voglio dire: l'esaminatrice di Incantesimi è quasi svenuta dopo la tua prova “stupefacente”. A proposito hai visto Scorpius? L’ho salutato quando siete andati nella carrozza dei Prefetti ed è scomparso. Deve venire a stare da me per le prossime settimane…non penso che suo padre mi perdonerà se lo perdo ancor prima di averlo fatto entrare in casa». Rose ridacchiò, scuotendo la disordinata massa di capelli rossicci. Poi indicando qualcosa vicino la coda del treno disse divertita: «Guarda è lì. E sembra anche in buona compagnia…non so come faccia a farsi sempre incastrare da quei due nanerottoli». Nel frattempo Scorpius Malfoy cercava di districarsi tra la folla agitata, spingendo il carrello che conteneva tre bauli e tre gabbie per uccelli. Il suo barbagianni stridette, disturbato dalla grande confusione. «Abbi un po’ di pazienza, Galatea» sussurrò affettuoso il ragazzo. Lo seguivano due bambini che ciarlavano ininterrottamente. Dove cavolo si sono cacciati Albus e Rose? pensò scocciato, non vedendo da nessuna parte i suoi due migliori amici. Infine, dopo parecchi sguardi infruttuosi alla calca, decise sbuffando di mettersi da un lato in compagnia dei due piccolini, e aspettare che passassero. «Scorpius, quando vedremo mamma e papà?» chiese Ethan Nott, spostando il peso da un piede all’altro, in una buffa danza. Prima di rispondere con un sorriso, Scorpius si chiese se anche lui fosse stato così super eccitato a undici anni. «Non preoccuparti tra poco arriveranno. Potrebbero già essere qui…se vuoi possiamo andare a controllare oltre la barriera». Sicuramente ci sarà qualche Potter lì fuori. A quel punto intervenne Agatha, la sorella gemella di Ethan, con aria sognante: «Albus Potter non ti aveva detto di aspettarlo qui?». Il ragazzo più grande la guardò stupito: quella bambina aveva l’inquietante abilità di venire a conoscenza praticamente di tutto. «Come fai a saperlo?». Proprio in quel momento si accorse che una Rose piuttosto saltellante cercava di attirare la sua attenzione. Scorpius scosse la testa. Ho fatto bene a non mangiare nulla per colazione: è evidente che era tutto contaminato da Pozione Saltellante. Li raggiunse, con i due Nott alle calcagna. «Finalmente vi ho trovati. Beh, in realtà speravo vi avessero rapiti… » disse ghignando e mettendo la sua gabbia e il suo baule su un carrello che si era appena liberato. Lasciò l’altro a Ethan e iniziò a camminare. «Ehi Rose, mi devi tre falci: papà ha detto che non potrà venire alla tua festa di compleanno». La ragazza gli si affiancò contrariata, lasciando un imbarazzato Albus a vedersela con i due gemelli. «Cavolo! Beh, almeno non dovrò ricordare il mio sedicesimo compleanno per l’omicidio di massa commesso da mia madre perché tutti non smettevano di litigare» disse porgendogli la vincita mentre suo cugino, in mancanza di conversazione, si specchiava in un finestrino della grande locomotiva rossa ferma in stazione. Cercava, inutilmente, di dare un senso alla sua indomabile chioma nera . «Alcune cose non cambiano mai» asserì Scorpius. Poi, notando il tentativo di Albus di pettinarsi i capelli proseguì: «Sai che è una battaglia persa in anticipo, Al. Forse se ti esplodesse in testa uno dei fuochi d'artificio di tuo zio George...» e lo guardò come se dovesse prendere sul serio la proposta. «Dovrei provare, in effetti, visto che non funziona nient'altro...Ehi, guarda. Tocca a noi» disse quello e si affrettò a passare oltre la barriera che li divideva dal mondo non magico, seguito a ruota dagli altri quattro. I Nott, avvistati i propri genitori, si lanciarono di corsa verso di loro, rischiando di travolgere metà dei presenti. Appena uscito dall'altra parte, Scorpius invece intravide tra la folla la chioma lunga e bionda che, insieme alle sua proprietaria, lo ammaliava e tormentava da qualche mese. Quindi si bloccò tanto rapidamente che dietro di lui una ragazzina di Tassorosso del secondo anno dovette sterzare violentemente due volte con il suo carrello: una per evitare di investirlo, l'altra per non finire nel binario dieci. Nel frattempo Albus e Rose avevano fatto qualche metro prima di accorgersi di essere soli. Poi anche loro avvistarono la figura alta e slanciata della loro cugina Dominique. Si guardarono e si ripromisero che avrebbero parlato a breve con Scorpius. Dovevano assolutamente fare qualcosa. Quindi si voltarono con aria rassegnata verso il loro migliore amico e lo raggiunsero. «Andiamo Scorp. Raggiungiamo gli altri, ci staranno aspettando».

*

Nel frattempo, quello che solo pochi minuti prima era un agglomerato di quattro persone era divenuta una folla di più di venti, il cui buon settanta per cento composto da persone dai capelli rosso fuoco. Uno dei due uomini che faceva parte del quartetto iniziale, una volta tanto non un dei proprietari dei suddetti capelli, esclamò sollevato: «Ginny, ecco Rose, Albus e Scorpius! Ma dove si è cacciato James? Manca solo lui e poi finalmente potremmo andare a cena». Al posto della moglie, gli rispose la figlia: «In realtà, papà, possiamo andare via anche subito. Non l'hai sentito mentre diceva che ci avrebbe raggiunto stasera, sul tardi, con Fred?». A quel punto l'uomo, seriamente preoccupato per la salute del suo primogenito, sussurrò: «La mamma non lo sa ancora, vero Lily?». Ginny, che in quel momento stava salutando gli ultimi arrivati, domandò: «Che cos'è che non so ancora?». Intanto Harry abbracciò i tre. Ginny ripetè, questa volta sospettosa: «Tesoro, che cos'è che non so? E dov'è James?». Ma fu interrotta nuovamente. «Buon pomeriggio» disse una voce un po' altezzosa. Sentendola la maggior parte della famiglia Weasley si irrigidì. Poi, dopo un attimo di impaccio generale, Scorpius si pronunciò in un “Papà” piuttosto disinvolto, e gli andò incontro. Draco Malfoy strinse velocemente tra le braccia il figlio: «Ciao Scorpius. Come stai? Come è andato il viaggio?». Il resto della compagnia, dopo aver salutato imbarazzata il nuovo arrivato, si discostò per lasciare loro un po' di privacy. Rimasti soli, Scorpius si rivolse impaziente a suo padre: «Dov'è mamma? Nella sua lettera diceva che sarebbe venuta anche lei a salutarmi». Il volto di Draco si indurì. «Mi ha detto di porgerti le sue scuse, ma si è dimenticata di dirti che stasera è già impegnata con il suo caro maritino». Pronunciò con evidente disgusto l'ultima parola così concentrato su se stesso da non accorgersi della smorfia delusa che comparve sul volto di suo figlio. Sua madre aveva detto così la volta precedente. E la prima ancora. «Vorrà dire che la vedrò al mio ritorno da casa di Albus» concluse il ragazzo, sforzandosi di imprimere naturalezza alla propria voce. Dopo qualche minuto Draco si congedò e tutti iniziarono ad avviarsi verso le macchine, facendo voltare nella loro direzione la stazione intera, grazie all'enorme baccano dei carrelli, dei gufi e delle chiacchiere allegre. Qualche passo più indietro rispetto gli altri, Albus si avvicinò a uno Scorpius piuttosto cupo. «Tutto a posto con tuo padre?». «A meraviglia» disse quello senza guardarlo. Poi sospirò e scosse la testa come per scacciare un pensiero fastidioso. Notando che Albus continuava a fissarlo, cercò di scherzare. «Naturalmente mi ha fatto promettere di non accettare da voi alcun tipo di cibo e di non dormire sui vostri letti, altrimenti sarò diseredato». L'amico, nonostante non fosse convinto che non andasse tutto bene, stette al gioco. Scorpius gliene avrebbe parlato quando avesse voluto. «Potresti dormire nella cuccia di Cleo. Magari, se la spazzoli, non se la prenderà se le ruberai qualche croccantino» rispose ridacchiando e indicando la sua gatta. Arrivati alle macchine, le due figlie di Bill iniziarono a salutare tutti gli altri. Scorpius, incuriosito, si avvicinò a Rose e bisbigliò: «Perché ci salutano? Stasera non ceniamo tutti insieme da tua nonna?». «Victoire vuole presentare ai nonni Delacour il nostro Teddy, prima del matrimonio, e così partono per qualche giorno. Dominique ha deciso di accompagnarli, visto che sarà la damigella d'onore» gli rispose la ragazza. Quando le due se ne furono andate tutti iniziarono a salire rumorosamente nelle macchine. Ma ancora qualcuno mancava all’appello e tutti ne presero atto non appena un ruggito femminile sovrastò la cacofonia di suoni che era risuonata fino a quel momento: «JAMES SIRIUS POTTER!». Albus sorrise e in quel momento sentì di essere tornato a casa.

 

 

 

N.d.A.

Salve a tutte e a tutti,
come penso abbiate notato, questa fanfiction è solo di Sbadiglio, anche se Trillo è stata la prima (primissima) a leggere e commentare. Beh, io ce l'ho messa tutta a metter su qualcosa di decente...gradirei molto commenti e critiche! Grazie mille in anticipo anche per chi si fermerà solo a leggere.

A presto,

Sbadiglio


 

  
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