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Autore: _DNA    27/12/2012    5 recensioni
Altra RanTaku creata dalla mia mente malata! (?)
La dedico alla mia dolce micchan, che oggi compie gli anni. Tanti auguri mich!!!! ^O^ Questa fic è il suo regalo di compleanno (anche se l'ho pubblicata un po' in ritardo...), quindi spero proprio che piaccia sia a lei che a voi!^^
Scusate il titolo, ci ho pensato per un sacco di tempo, ma alla fine ho optato per questo!
Allora...sarà composta da due capitoli, perchè se avessi continuato a scrivere in un solo capitolo, sarebbe diventata una roba interminabile!
Spero che entrerete a leggere e che mi darete il vostro parere recensendo! Detto questo io vi lascio alla lettura! Ciao!
#Elly-chan#
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Uffa, quant’è noiosa la lezione di geometria…la professoressa non smetterebbe di parlare neanche sotto tortura…”seguo” la lezione con la testa appoggiata sul dorso della mia mano, mentre scarabocchio qualcosa su un foglio bianco. Mi volto verso Kirino, sdraiato letteralmente sul banco, con la testa fra i libri aperti: sta dormendo tranquillamente. Ridacchio fra me e me.
-Kirino Ranmaru!!- l’insegnante si posiziona davanti a lui e gli urla contro. Ranmaru si sveglia subito e si rimette di scatto a sedere composto.
-D-dica…-
-Suppongo che lei abbia ascoltato tutta la mia lezione sul teorema di Pitagora!-
-C-certo!- vedo che sta sudando freddo. Si è cacciato in un bel guaio, questa volta!
-Allora, mi dica…come si calcola in un triangolo rettangolo la lunghezza di un cateto conoscendo l’ipotenusa e l’altro suo cateto?- Kirino mi guarda perplesso e io gli faccio spallucce sorridendogli. Per fortuna arriva in suo soccorso il suono della campanella, e il mio migliore amico tira un lungo sospiro di sollievo.
-Iniziano le vacanze estive!!!!- un nostro compagno di classe si alza in piedi e urla alzando le braccia.
-Come non detto…la interrogherò sul Teorema di Pitagora non appena la scuola sarà riniziata.- la professoressa si rivolge di nuovo a Kirino con uno sguardo agghiacciante, per poi dirigersi alla cattedra e  mettere a posto le sue cose. Nel frattempo una baraonda di ragazzi corre verso l’uscita della Raimon travolgendo chiunque sul suo cammino. Io e Ranmaru aspettiamo che torni la calma e poi ci decidiamo anche noi ad uscire dalla scuola.
-Ti sei preso una bella strigliata dalla prof, eh, Kirino?- lo prendo in giro io. In tutta risposta mi becco una sonora gomitata nel fianco che mi fa sobbalzare.
-Piantala, Takuto! Non è colpa mia se quella interroga anche l’ultimo giorno di scuola!-
-In verità ne ha tutto il diritto…-
-Vuoi un’altra gomitata?- mi chiede lui in tono provocatorio.
-No, grazie!-
-Ma ci pensi? Sono appena iniziate le vacanze!-
-Non ancora: lo sai che oggi abbiamo allenamento, vero?-
A quanto pare non lo sapeva, perché si ferma e mi guarda scioccato.
-Cosa?! Endou sa che iniziano le vacanze e ci fa allenare?!-
Alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso il club.
-Ciao a tutti!- saluto i miei compagni come al solito.
-Ciao, Shindou!- mi rispondono tutti in coro.
-Come sono andate le lezioni?- Tenma mi corre incontro con la sua solita esuberanza.
-Bene, bene.-
-Non vedo l’ora di iniziare gli allenamenti!- il capitano si mette a saltare allegramente per lo spogliatoio. “È sempre il solito…” penso sorridendo mentre mi metto la divisa della squadra.
-Forza, tutti ad allenarsi!- ci incita l’allenatore entrando nello spogliatoio.
Corriamo tutti in campo e iniziamo il riscaldamento. Poi ci dividiamo in due squadre da otto giocatori ciascuna e disputiamo un’amichevole.
Alla fine della partita, stremati, torniamo nello spogliatoio a cambiarci.
-Che programmi avete voi, per l’estate?- chiede Sangoku.
-Io andrò per un mese ad Okinawa dai miei genitori!- risponde Tenma raggiante.
-Io, per quel mese in cui Tenma andrà ad Okinawa, credo che aiuterò un po’ mia madre nel lavoro! Poi passeremo l’estate insieme!- continua Shinsuke.
-Io me ne vado al mare!- grida felice Hamano.
-E tu che farai, Shindou?- mi chiede Kurama.
-Veramente io non ho nulla in programma…-
-Neanche io!- commenta Kirino mettendomi una mano sulla spalla.
-Beh, allora vuol dire che passerete l’estate insieme!- ridacchia Kurama.
-Cosa intendi dire, Kurama?- gli chiedo accigliato.
-Niente, niente…- lui si gira dall’altra parte sorridendo malizioso.
-Ad ogni modo non perdiamo i contatti, quest’estate: possiamo organizzarci per allenarci insieme, qualche volta!- afferma Tenma sorridente. Annuiamo tutti e poi usciamo insieme dallo spogliatoio.
-Ehi Shindou, facciamo la strada assieme?- mi chiede Kirino avvicinandosi a me.
-Certo!-
-Sul serio non hai programmi per l’estate?-
-Sì, non ci ho neanche pensato…-
-Beh, neanche io!- dice lui sorridendo. Sorride sempre. SEMPRE. In ogni situazione…a volte non riesco proprio a capirlo, anche se…devo dire che mi piace un sacco vederlo sorridere.
-Ehi, ci sei?- il mio migliore amico mi passa una mano davanti al viso e mi fa tornare alla realtà.
-Sì, scusami…-
-A cosa pensavi?-
-A niente…-
-Dai, dimmelo! Sono o non sono il tuo migliore amico?!-
-Questo non vuol dire che devi diventare uno stalker!- commento ridendo. Lui invece mette su il broncio: è davvero tenero quando fa così…
-Su, non te la prendere!- lo abbraccio e inizio ad accarezzargli la schiena.
-Per questa volta ti perdono…- lo sento ricambiare l’abbraccio, poi dopo qualche secondo ci stacchiamo e camminiamo fino a casa mia chiaccherando.
-Ci sentiamo domani?- mi chiede quando ci fermiamo davanti al cancello della mia abitazione.
-Ok, a domani!- gli sorrido, e poi lui se ne va felice.
Non appena metto piede in casa i miei genitori mi corrono incontro abbracciandomi.
-Come mai siete qui? Non dovevate essere in viaggio?- domando io abbastanza sorpreso.
-Quindi non sei felice di vederci?- scherza mio padre.
-Certo che sono felice!- mi lancio fra le loro braccia stringendoli un’altra volta.
-Siamo tornati a casa perché abbiamo una bellissima sorpresa per te, caro!- dice mia madre scompigliandomi dolcemente i capelli.
-Davvero? Dai, non tenetemi sulle spine, ditemela!- devo ammettere di essere molto curioso di sapere cos’hanno in serbo per me i miei…
-No, ti diremo tutto a tavola!- mio padre conclude il discorso e va a guardare la televisione, mentre mia madre si dirige in cucina e inizia a preparare la cena. Sorrido di nuovo e decido di andare a suonare. Dopo qualche minuto mi accorgo però che stranamente non riesco a concentrarmi…sono troppo impaziente di scoprire la sorpresa! Mi alzo dallo sgabello cigolante e inizio a camminare in cerchio pensando a degli oggetti che i miei potrebbero regalarmi…un nuovo sgabello, che in effetti mi servirebbe…oppure degli spartiti di Beethoven! O forse un altro pianoforte? No, non saprei proprio…quindi non mi resta altro che aspettare l’ora di cena. Provo a rimettermi al piano e noto che le mie esecuzioni vanno un po’ meglio. Suono per una mezz’ora e poi sento mia madre urlare dal piano di sotto: “A tavola!!”. Corro giù e, dopo essermi lavato le mani, mi siedo di fronte a mio padre. Quando anche mia madre ci raggiunge portando la cena, iniziamo a mangiare. Dopo qualche boccone io non mi trattengo più e ritiro fuori l’argomento di prima.
-Allora, volete spiegarmi qual' è questa sorpresa?-
-Oh, me ne ero completamente dimenticata! Scusami!- ridacchia mia madre, poi mi guarda sorridente-Allora…la tua sorpresa è…- mi ritrovo a stringere i pugni mentre aspetto la fine della frase.
-...domani andremo in crociera!- sgrano gli occhi e spalanco la bocca.
-Sul serio, mamma?!-
-No, abbiamo deciso di prenderti in giro…- commenta sempre ironicamente mio padre. Gli sorrido con una faccia da “ma come sei simpatico!” e poi mi rivolgo di nuovo a mia madre-È una sorpresa magnifica, io non sono mai stato in crociera! Non vedo l’ora di partire! Corro a dirlo a Kirino!- mi alzo in piedi e vado velocemente a prendere il mio telefono.
-E perché vuoi dirglielo? A quest’ora lo saprà anche lui!- la voce di mia madre mi ferma.
-Cosa?- a dire il vero non ho capito bene cosa intendesse dire…
-Anche la famiglia di Kirino verrà con noi in crociera! Abbiamo organizzato tutto alla perfezione!-
Perché mia madre non finisce mai di stupirmi? Mi sento scoppiare e inizio a saltare sul posto gridando: “Non ci posso credere!!" e facendo ridere i miei genitori. Prendo il mio cellulare e per poco non cado giù per le scale, inciampandomi nelle mie pantofole per quanto corro. Chiudo la porta della mia stanza e compongo il numero di Kirino, che mi risponde dopo qualche squillo. Non lo lascio neanche parlare.
-Kirino, hai saputo?!-
-Sì, non è fantastico?!-
-Sono contentissimo!-
-Sei contento di andare in crociera o di passare le vacanze con il sottoscritto?- sento che la sua voce ha assunto un tono malizioso.
-D-di andare in crociera, secondo te!- arrossisco fino alla punta delle orecchie e ringrazio che non mi possa vedere.
-Ma non sei contento anche di passare un po’ di tempo con me?- questa volta il suo tono è diventato offeso.
-Sì, ma adesso come adesso sono eccitato per la crociera!-
-Anche io! Ah, e poi sai cosa mi ha detto mia madre?!-
-Certo che no! Come faccio io a saperlo?-
-Giusto, scusa…beh, mi ha detto che noi due dormiremo nella stessa stanza!-
Non mi sento più il respiro, il mio cuore ha smesso di battere.
-Takuto, ci sei?-
-Eh?-
-Ci sei?! Sei vivo?!-
-S-sì, ci sono…-
-Che ti era successo?-
-Nulla! Comunque perché dobbiamo condividere una cabina?-
-Perché siamo migliori amici, no? Ci divertiremo un sacco!-
-C-certo…- ecco, sono diventato di nuovo rosso…
-Devo andare a preparare le valigie! Ci vediamo domani mattina al porto!-
-Va bene, a domani! Notte.-
-Notte!-
Chiudo la chiamata e prendo dal mio armadio una valigia capiente. Metto dentro qualche maglietta a maniche corte, una o due camicie, qualche paia di  pantaloncini corti e un libro (chi lo sa, magari mi verrà voglia di leggerlo!), poi la chiudo. Scendo di nuovo giù dai miei, che stanno sparecchiando.
-Domani a che ora dobbiamo prendere la crociera, papà?-
-A mezzogiorno, Takuto. Perché?-
-No, era giusto per sapere!-
Do un’occhiata all’orologio, sono le nove…Sono un po’ stanco, quindi mi preparo per andare a letto. Il giorno dopo mia madre mi sveglia alle otto per caricare le valigie in macchina. Mi alzo, faccio colazione velocemente, carico la mia valigia nel baule e, quando si sono fatte le nove e mezza, partiamo. Il tragitto da casa mia alla nave è molto lungo e mi annoio presto. Finalmente però alle undici e tre quarti arriviamo al porto, parcheggiamo la macchina e scendiamo.
-Ehi, Shindou, siamo qui!- Kirino e la sua famiglia mi salutano con la mano da poco più lontano. Corro da loro.
-Takuto, come ti sei fatto alto!- la madre di Kirino mi abbraccia facendomi tanti complimenti.
-Ma non è da tanto che non ci vediamo!- rido io.
-Lo so, ma crescete così in fretta…- Ranmaru scuote la testa, mi prende un braccio e mi trascina via.
-Lasciali perdere, non cambieranno mai!- mi dice.
-Non dire così: io li trovo simpatici, invece!-
Lui scossa di nuovo la testa e poi iniziamo a chiaccherare come sempre, finché le nostre madri non ci chiamano facendoci notare che la nave è arrivata. Due uomini portano una scala di legno appoggiata su una piattaforma a quattro ruote e la agganciano all’estremità superiore dell’imbarcazione. La gente inizia a salire e noi finiamo in fondo alla fila. Quando finalmente riusciamo a farci strada e mettere piede sulla nave, i miei genitori e quelli di Kirino si dirigono alla reception per fare vedere i biglietti e io e il mio migliore amico restiamo fermi a osservarci intorno emozionatissimi.
-È gigante! Secondo me per muoverci dobbiamo usare una mappa!- commenta Ranmaru.
-Guarda che bella vista da quassù!- e mi affaccio a guardare il mare: è meraviglioso…La nave parte e vedo formarsi i rivoli d’acqua. Intanto le nostre famiglie tornano e ci danno la chiave della nostra camera. “Non perdetela”, ci hanno detto: come se non fosse ovvio…
-La nostra cabina è la numero 590…-
-E da che parte sarebbe?- chiedo.
-Ah, non lo so.-
-Non ce la faremo mai…-
-Ho trovato! Guardiamo i cartelli che ci sono in giro per la nave!- e detto questo mi afferra di nuovo il braccio e mi trascina.
-Guarda che so camminare!-
-E allora muoviti, bradipo!- mi molla ridacchiando e continuando a camminare. Io lo seguo, anche se non so proprio dove voglia andare…
-Non è possibile, non ci sono cartelli o indicazioni!-
-Quanto sei cocciuto…-
-Almeno io non devo farmi trascinare!- dice ridacchiando di nuovo. Sospiro e continuo a seguirlo. Facciamo non so quante volte il giro della parte superiore della nave, e le persone che incontriamo sul nostro cammino per la seconda o terza volta ci guardano perplesse ma allo stesso tempo divertite…come se non bastasse il sole è fortissimo.
-Kirino, non ce la faccio più…- dico con un filo di voce appoggiandomi sulla sua spalla.
-Cosa?-
-Il sole…-
-Perché non ti sei preso anche un cappello?! Accidenti, Takuto…- mi rimprovera prendendomi in braccio. 
-Così va meglio?- mi chiede. Io annuisco debolmente e lui ricomincia a correre. Fra le sue braccia mi sento al sicuro. So che sta facendo un sacco di fatica in più per portarmi in fretta in stanza al fresco. È così premuroso con me…
-Oh, finalmente!- esulta Kirino fermandosi davanti a un cartello che prima non avevamo visto-La nostra stanza è due piani più in basso.-
-Peso?-
-Un bel po’, Shindou…però tranquillo, ce la faccio!- mi accarezza la schiena dolcemente e riprende a correre. Attraversiamo una porta sontuosa, che collega l’esterno della nave alla sua parte interna, con tutte le stanze, i ristoranti, i negozietti e tanto altro…
-Tieniti forte, adesso scendo le scale.- mi avvisa lui stringendomi. Ci mettiamo un po’ di tempo, perché non è facile scendere i gradini mentre si trasporta una persona. La stessa cosa accade alla seconda rampa di scale. Superati “gli ostacoli”, ci ritroviamo davanti una distesa di porte cobalto con inciso su ciascuna di esse il numero della stanza corrispondente.
-584, 585, 586, 587…ecco, 590!- Kirino prende la chiave dalla tasca dei suoi pantaloni e la inserisce nella serratura. Aperta la porta entriamo nella nostra camera e mi stende sul letto.
-Aspettami qui.- mi dice, per poi andare in bagno. Intanto esamino un po’ la nostra stanza: è davvero grande per essere una cabina. La parete è color del mare, il pavimento azzurro cielo. Un bel lampadario, qualche oblò che dà sulla distesa di acqua esterna, e…un momento, c’è solo un letto? In questo modo uno di noi rimarrà senza! Mi alzo leggermente per osservare il letto sul quale sono sdraiato. Cavolo, è un letto matrimoniale…mi risdraio imbarazzato, pensando al fatto che dovremo dormire insieme…
-Eccomi!- Kirino esce dal bagno e mi posiziona sulla fronte un fazzoletto di stoffa bagnato.
-Ti senti meglio?- mi prende una mano e inizia ad accarezzarmela.
-Molto. Grazie tante, Kirino.-
-Di niente! Lo sai che per te farei di tutto.- mi dà un leggero bacio sulla guancia e poi si alza-Adesso devi riposare. Io intanto vado ad esplorare un altro po’ questa nave, ma tornerò presto per controllarti! Mi raccomando, tu dormi!-
-Ok.- gli rispondo socchiudendo gli occhi. Sento la porta chiudersi e io cado in un sonno profondo: il sole mi aveva proprio dato alla testa! Eppure ho come il presentimento che questa crociera mi piacerà…


Angoletto dell'autrice da impiccare, o comunque da uccidere in qualche maniera ;)

Come vi è sembrata? Era del tutto illeggibile?
Mi dispiace per la mia dolce micchan, che ha ricevuto un regalo così orribile...e pure in ritardo...scusami, mich.. Sono un fallimento!!!! TOT
Comunque ditemi se vi è piaciuta o no, perchè mi serve per migliorare. Vi ringrazio tantissimo, con tutto il mio cuore.
Ci sentiamo al prossimo capitolo!! Ciao e grazie a chi leggerà e recensirà!^^
#Elly-chan#
  
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