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Autore: _DNA    30/01/2013    2 recensioni
Altra RanTaku creata dalla mia mente malata! (?)
La dedico alla mia dolce micchan, che oggi compie gli anni. Tanti auguri mich!!!! ^O^ Questa fic è il suo regalo di compleanno (anche se l'ho pubblicata un po' in ritardo...), quindi spero proprio che piaccia sia a lei che a voi!^^
Scusate il titolo, ci ho pensato per un sacco di tempo, ma alla fine ho optato per questo!
Allora...sarà composta da due capitoli, perchè se avessi continuato a scrivere in un solo capitolo, sarebbe diventata una roba interminabile!
Spero che entrerete a leggere e che mi darete il vostro parere recensendo! Detto questo io vi lascio alla lettura! Ciao!
#Elly-chan#
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Ehi, Takuto? Apri gli occhi, dai: è da un sacco di tempo che dormi!- Kirino mi chiama mentre gioca dolcemente con una mia ciocca di capelli.

-Mmmh…- mugolo girandomi dall’altra parte e facendolo arrabbiare.

-Shindou Takuto, scendi subito da questo dannato letto!-

-Ho mal di testa…-non è vero, in realtà ho solo sonno...

-Il mal di testa ti verrà se rimani a poltrire qui! Ti alzi da solo o mi costringi ad usare le maniere forti?!- in risposta io mugolo di nuovo rannicchiandomi.

-Ho capito.- Kirino cammina verso la sponda sinistra del letto, sale in ginocchio sul materasso e inizia a spingermi per farmi cadere giù dal letto. Io, però, faccio resistenza e presto lui si arrende.

-In un modo o nell’altro ti farò alzare, parola di Ranmaru!- grida alzando un braccio mentre corre di nuovo in bagno.

Mi giro a pancia in giù sorridendo per la vittoria. Dopo qualche secondo però, sono così stanco che non mi accorgo di Kirino che si avvicina a  me il più silenziosamente possibile. Mi abbassa  velocemente i pantaloni, mi gira a pancia in su e, prima che io possa difendermi o effettuare qualsiasi mossa, mi versa un bicchiere d’acqua sui boxer, proprio lì davanti! Scatto a sedere con la bocca spalancata.

-Ma sei impazzito?!-

-Te l’avevo detto che in un modo o nell’altro ti avrei fatto alzare!- lui mi sorride angelico.

-Al massimo avresti potuto tirarmi dell’acqua in faccia, non sui boxer! Per colpa tua ora sono tutto bagnato!- mi alzo in piedi e inizio a scuotere il bacino: sentire il cambio di temperatura da “caldo” a “ghiacciato” in…ehm…QUEL punto, non è affatto gradevole...

-Ma che esagerato! Ti sei solo bagnato i boxer!- dice il mio migliore amico mentre si sdraia sul letto perché sta morendo dal ridere.

-Questa me la paghi cara, sappilo!- protesto io girandomi verso di lui; mentre compio questo movimento, però, mi inciampo nei pantaloni arrotolati attorno alle mie caviglie e cado esattamente (ma che precisione!) sopra a Kirino. Arrossisco in una maniera vergognosa…

-Takuto…sei diventato così maldestro…- ridacchia lui facendomi un sorriso malizioso.

-S-scusa, colpa mia!- mi alzo velocemente e mi ritiro su i pantaloni. Anche Ranmaru si alza e mi sorride come sempre.

-Facciamo un giro della nave?- mi chiede con l’espressione dolce di un bimbo implorante.

-Ma non l’hai già fatto per conto tuo?-

-Sì, ma…senza di te non è la stessa cosa…- mormora soffocando sempre più la sua voce, fino a far diventare quasi un soffio l’ultima parola.

-C-cosa?- sento il cuore che smette di battere. Mi volto lentamente verso di lui.

-V-volevo dire che la nave è così grande che non sono riuscita a visitarla tutta!- mentre parla mi sembra un tantino…teso…

Nella stanza piomba un silenzio imbarazzante ed evitiamo entrambi di posare lo sguardo sull’altro.

-E-ehm…mi dici che ore sono?- non posso credere di avergli fatto sul serio questa domanda!

-C-certo…sono le…7 di sera?!- sgrana gli occhi quando legge l’orario sul suo orologio da polso.

-Di già?! I miei mi staranno cercando! E poi…ho fame.-

-Ah, adesso il mal di testa ti è passato, vero?- Kirino mi guarda con una finta aria arrabbiata. Io gli sorrido innocente mentre apro la porta della nostra cabina. Corriamo a perdifiato per i lunghi corridoi della nave e, salite le due rampe di scale, ci ritroviamo un’altra volta sulla parte superiore della nave, questa volta però c’è meno gente…

È buio fuori, ma riusciamo ad orientarci (anche se un po’ a fatica) grazie alle luci attaccate alle varie pareti. Continuiamo a correre guardandoci intorno e facciamo un paio di volte il giro del ponte di coperta della crociera, quando mi fermo di scatto e comincio a riflettere.

-Che cos’hai, Shindou?- mi chiede Kirino fermandosi vicino a me.

-Non abbiamo considerato un piccolo particolare…-

-E cioè?-

-Se non fossero su questo piano della nave? Se fossero nella loro cabina?-

-Ah…hai ragione…-

-Provo con il cellulare.- prendo subito il mio telefono e compongo il numero di mia madre. Due squilli, poi tre, quattro, cinque…al sesto squillo metto giù e inizio ad agitarmi. Quando mi preoccupo, il mio cervello si annebbia e non riesco a ragionare lucidamente. E, purtroppo, io mi agito molto facilmente.

-Non rispondono, eh?- Kirino mi appoggia una mano sulla spalla. Sento le lacrime iniziare ad uscire e lo abbraccio forte singhiozzando. Non è da me piangere per queste cose, ma l’idea di aver perso di vista i miei genitori mi ha spaventato un sacco.

-No, Shindou, non piangere! Calmati!- lui ricambia il mio abbraccio e mi accarezza la testa.

-Sai…questa situazione mi ricorda quella volta, tanto tempo fa…vero?- mi stacco ancora con le lacrime agli occhi e lo vedo sorridermi dolcemente. Annuisco mentre mi asciugo con il dorso della mano.

-Tua madre doveva andare a fare spese e siccome noi due in casa ci stavamo annoiando, le abbiamo chiesto di andare con lei. Era molto felice di farci uscire un po’ di casa, quindi ha accettato, a patto che noi le saremmo stati sempre vicini. Non avevamo mai girato la città e, piccoli come eravamo, non avevamo nemmeno mai visto così tanta gente. Mi ricordo che hai adocchiato un bellissimo trenino in una vetrina di un negozio, mi hai preso la mano e mi hai trascinato per farmelo vedere. In effetti avevi ragione, era un trenino veramente magnifico, ma presto ci siamo resi conto che tua madre non si era accorta della nostra “sparizione”. Ci siamo guardati attorno, ma c’erano tantissime persone e noi eravamo troppo bassi…poi tu hai iniziato a piangere, aggrappandoti al mio braccio, ed io ho provato a calmarti come sto facendo ora. Ti ho preso per mano e ci siamo inoltrati fra la folla, quando, da un piccolo spiraglio fra due persone, sono riuscito a vedere tua madre che ci cercava preoccupatissima. Siamo subito corsi da lei che, dopo averci rimproverato, ha deciso di tenerci per mano per tutto il tempo.-  Kirino sorride e alza la testa al cielo.

-Sì, me lo ricordo…- mormoro io.

-Ora fammi un bel sorriso.-

-Va bene…- e sfodero un sorriso smagliante. Lui ricambia e mi stringe di nuovo.

-Ora però dobbiamo pensare a dove potrebbero essere i nostri genitori…- riprendo il discorso staccandomi dal mio amico.

-Aspetta…ehi, anche io ho il cellulare!- porto la mia mano sulla fronte e scosso la testa scandalizzato.

-Scusami se ero impegnato a tirar su di morale un ragazzo piagnucolone!- mi prende in giro scherzosamente.

-Vuoi ripetere?- ridacchio io. Kirino prende il cellulare e chiama il numero di suo padre.

< Pronto? Papà, sono io! …Sì, lo so che è tardi…Takuto si era addormentato…come sarebbe: “Non scaricare la colpa sugli altri”?! Vabbè, lasciamo perdere...dove siete tu e la mamma? …Mmh, ho capito…Sì, arriviamo. Ah, e i genitori di Shindou? …Ok, va bene! Ciao ciao.- e mette giù.

-Cosa ti ha detto?- gli chiedo curioso.

-Mi ha detto che lui, mia madre e i tuoi genitori sono al ristorante al piano di sotto ad aspettarci.-

-Sono arrabbiati?-

-Non lo so…non me l’ha detto…-

-Speriamo di no…-

-Ehi, non ti preoccupare! Ci sono io, che gli impedirò di farti male!-

-Posso sempre contare su di te, Kirino. Grazie.- lo guardo e lui, come al solito, mi dedica uno di quei dolcissimi sorrisi, uno di quelli che mi fanno sciogliere.

Riiniziamo a correre, attraversiamo la porta sontuosa (la famosa porta sontuosa) e scendiamo la rampa di scale poco più distante. Un corridoio color rosso si presenta davanti a noi appena scendiamo l’ultimo gradino.

-Destra o sinistra?- chiede lui.

-Oh, ma perché in questa nave deve essere tutto così stramaledettamente complicato?!- grido io agitando le braccia. Kirino inizia a ridere: è raro vedermi arrabbiato.

-Io direi di andare a sinistra…- mi propone lui.

-Boh, se lo dici tu.- e riprendiamo a correre girando verso il corridoio di sinistra. Passiamo di fronte ad un sacco di negozietti di souvenir e finalmente arriviamo davanti ad un grande cartello bordeaux con su scritto, a caratteri cubitali: < Oggi, prezzo speciale sulle bistecche!>

-Qualcosa mi dice che l’abbiamo trovato…- dice Ranmaru.

-O questo è il ristorante, o abbiamo trovato una macelleria…- Kirino ride un’altra volta: devo ammettere che dopo quella dormita sono diventato anche più simpatico!

Attraversiamo la porta di fianco al cartello e ci ritroviamo in una sala piena di persone sedute a tavola, intente a mangiare e a chiaccherare animatamente. Io e Kirino ci guardiamo e ci diamo il cinque euforici,  poi ci facciamo strada fra i tavoli, cercando di intravedere quello al quale sono seduti i miei genitori.

-Eccolo là, mi sembra che sia quello!- afferma il mio migliore amico indicando il tavolo che ha adocchiato. Io non lo vedo, perciò lo faccio passare avanti e lo seguo.

-Eccovi, finalmente!- grida il padre di Kirino vedendoci arrivare.

-Scusate il ritardo!- diciamo in contemporanea, ci guardiamo di nuovo e scoppiamo a ridere.

-Dai, sedetevi.- mia madre sorride e ci fa cenno di accomodarci sulle due sedie che hanno tenuto libere apposta per noi. Ci sediamo e, quando decidiamo cosa ordinare, lo diciamo al cameriere.

-Perché avete tardato così tanto?- chiede ad un certo punto mio padre curioso.

-Takuto si è addormentato…- risponde il mio migliore amico sorridendogli. Io lo ringrazio mentalmente per non avergli detto che avevo preso un’insolazione: i miei sarebbero capaci di far invertire la rotta alla nave, farla tornare al porto di Tokyo e portarmi subito in ospedale!

-Beh, siamo in vacanza, un po’ di sonno te lo concedo!- ride mio padre.

Poco dopo arriva la nostra cena e quando finiamo di mangiare, tra chiacchere e risate, usciamo dal ristorante e torniamo alla parte superiore della nave.

I miei genitori e quelli di Ranmaru iniziano a giocare a carte, mentre io mi dirigo verso una sponda della nave e, appoggiandomici con le braccia, osservo il cielo. È molto scuro, ma la luna emana un bagliore che illumina una piccola area attorno a lei. Ci sono moltissime stelle che affollano il cielo e  rendono questo buio, altrimenti soffocante, quasi…magico. Rimango incantato davanti a quello spettacolo, quando sento qualcuno avvicinarsi. Mi volto di scatto dall’altra parte e sorrido.

-Bello, vero?- mi chiede Kirino fissandomi negli occhi.

-Sì, non ho mai visto una cosa simile…- mi giro per non sciogliermi davanti a quello sguardo, e torno ad ammirare il cielo.

-E con te, è ancora più magnifico.- lui mi abbraccia da dietro e appoggia la testa sulla mia spalla. I battiti del mio cuore accelerano, ma cerco di rimanere calmo.

-Vale anche per me, Ranmaru.-

Restiamo così, abbracciati, senza dire una parola, per un bel po’ di tempo, finchè non sentiamo la madre di Kirino che ci urla di andare in camera nostra. Ci stacchiamo ed arrossiamo tutti e due, poi andiamo dai nostri genitori e diamo loro la buonanotte.

-Domani mattina ci ritroveremo verso le 9.00 al ristorante, d’accordo? Cercate però di essere puntuali!- afferma mio padre scompigliandomi i capelli.

-Tranquillo, papà...- lo rassicuro io. Ci salutiamo un’ultima volta e poi andiamo in camera.

-Oh, finalmente! Io, a differenza di te, non ho dormito e sto crollando dal sonno! In più oggi ti ho preso in braccio, e questo mi ha tolto quasi metà delle mie energie…- mormora Kirino sdraiandosi sul letto.

-E allora dormi, chi te lo impedisce?- lo provoco iniziando a svestirmi.

-Hai ragione…però sono così stremato che non riesco neanche a muovermi…non è che mi svestiresti tu?- il suo tono di voce è fin troppo sensuale. Lo guardo perplesso e lui mugola sorridendomi con aria sorniona. Scuoto la testa, poi mi avvicino a lui. Gli alzo la maglietta, gli sbottono i jeans e glieli sfilo lasciandolo in boxer. Poi gli afferro un braccio, lo tiro su e gli tolgo anche la maglietta. Rimango ipnotizzato dalla bellezza del suo petto scoperto, poi lui ridacchia e mi fa tornare alla realtà.

-Sei contento ora?- gli domando io imbarazzatissimo.

-Molto.- sta usando ancora quel suo tono sensuale! “Calmati, Takuto, calmati…”mi ripeto chiudendo gli occhi.

-Bene. Allora dormi, ora che sei svestito.- rispondo io.

-Non finché non vieni anche tu.- ho capito, vuole farmi impazzire!

Sospiro, mi levo la maglietta e mi sdraio di fianco a lui.

-Notte, Shindou.- mi sussurra girandosi su un fianco.

-Notte, Kirino.- dico mentre gli accarezzo dolcemente un codino, poi spengo la luce dall’interruttore vicino al letto.

La mattina dopo mi sveglio perché sto morendo dal caldo. Apro gli occhi e capisco subito perché: Kirino è avvinghiato a me, ha la testa appoggiata sul mio petto nudo e mi cinge i fianchi. Sorrido e mi alzo lentamente per non farlo svegliare. Lui però non vuole lasciarmi andare e mi stringe sempre di più lamentandosi. Lo scuoto delicatamente e lui apre i suoi bellissimi occhi guardandomi assonnato.

-Buongiorno.- mi dice sorridendomi con gli occhi a mezz’asta.

-B-buongiorno…- io avvampo, come se non avessi già abbastanza caldo.

-Oh, scusami, ti davo fastidio?- chiede scollandosi da me.

-No, figurati, volevo solo alzarmi.- rispondo riuscendo finalmente a mettermi seduto. Alzo le braccia per stirarmi e guardo la sveglia sul comodino di mogano lì vicino. Sono le 8.30, siamo in perfetto orario. Mi metto i pantaloni e la maglietta e vado in bagno a sciacquarmi il viso. Quando esco, Kirino mi sta aspettando davanti alla porta.

-Devi andare in bagno?- gli domando io.

-Se il signore qui presente me lo permette.- risponde lui falsamente offeso. Rido e vado a sedermi sul letto mentre Kirino entra in bagno. Intanto osservo la stanza, perché quando stavo male per colpa dell’insolazione non ho dato un gran peso al suo arredamento: è più lussuosa di quel che immaginavo…

-Eccomi, Shindou! Sono pronto!- grida Ranmaru euforico sbattendo la porta del bagno e facendomi prendere un colpo.

-Accidenti, Kirino! Vuoi farmi morire d’infarto?!-

-Scusami…- ridacchia divertito. Io gli sorrido: ha un’aria così innocente…

-Ehm…ora andiamo.- mi alzo dal letto, usciamo dalla camera e ci rechiamo al ristorante. Una volta entrati andiamo a sederci allo stesso tavolo di ieri sera. A quest’ora c’è veramente poca gente a fare colazione.

-Sono quasi le 9, i nostri genitori arriveranno fra poco.- mi dice guardando il suo orologio. Annuisco e mi accascio sulla sedia, Kirino mi stava così attaccato che non sono riuscito a dormire proprio benissimo…

Il mio migliore amico sospira e inizia a picchiettare le dita sul legno del tavolo. Si sente solo il rumore delle posate e delle voci delle altre persone.

-Ehi, eccoli!- Kirino si alza in piedi e indica i nostri genitori che ci stanno raggiungendo.

-Buongiorno, ragazzi!- ci saluta il padre del mio migliore amico.

-Ciao, papà!- risponde lui allegro.

-Avete dormito bene?- ci chiede mia madre.

-Benissimo!-

-Sì, non mi lamento…- le sorrido io.

-Mi fa piacere!- sembra molto di buon umore, oggi.

Facciamo colazione e poi gli adulti vanno a prendere una boccata d’aria. Sto per aggiungermi a loro, quando mi ricordo di una cosa.

-Ehi, Kirino! Che ne dici se oggi andiamo ad esplorare un po’ la nave come mi avevi chiesto?-

-Alla fine ti sei deciso!- Ranmaru mi prende per un braccio e mi trascina correndo verso il piano ancora più sotto di quello sul quale si trova la nostra camera. Ad un certo punto non mi va più bene di essere trascinato, con la mano libera mi passo una mano tra i capelli e faccio uno scatto in avanti, superando Ranmaru e invertendo i ruoli. Kirino inizia a ridere e continuiamo a correre felici, io che tengo il suo braccio e lui che mi sta dietro e mi segue.

Percorriamo un lungo corridoio ed arriviamo davanti ad una porta immensa color oro. La apro lentamente ed entriamo. Davanti ai nostri occhi, il paradiso: una piscina al coperto gigantesca con tanto di scivoli d’acqua! Ecco dove erano finite tutte le persone…

Ci scambiamo un’occhiata e pensiamo tutti e due la stessa cosa. Usciamo di corsa e ci precipitiamo in camera. Prendo il mio costume e faccio per andare a cambiarmi in bagno, quando Kirino si sfila in fretta pantaloncini e boxer, restando nudo.  Lo guardo scioccato, con il viso completamente rosso. Sto per cadere all’indietro, ma mi reggo alla parete e rimango miracolosamente in piedi.

-Che c’è, ti vergogni di vedere il tuo migliore amico nudo?- mi chiede malizioso.

-N-no!-

-Allora spogliati anche tu davanti a me!- mi sta provocando o sbaglio? Deglutisco e mi abbasso di scatto i pantaloncini e i boxer.

-Bravo, Shindou!- mi fa un applauso sorridendo radioso. Mi infilo subito il costume per evitare di morire di vergogna. Si mette anche lui il costume, un costume verde con due strisce nere ai lati. Indossiamo l’accappatoio e le ciabatte e torniamo immediatamente in quel posto meraviglioso.

-Mi sa che mi tuffo subito in piscina!- esclama Kirino liberandosi dall’accappatoio e buttandomelo in faccia.

-Non ci pensare neanche! Abbiamo finito di fare colazione da poco!- lo rimprovero stendendo il suo indumento accanto al mio su un lettino a sdraio.

-Uffa, non essere noioso!-

-Non sono noioso, non vorrei che ti venissero dei crampi.-

-E allora aspetterò…- sbuffa scocciato sedendosi sul lettino. Io mi siedo vicino a lui e gli metto un braccio attorno alla schiena. Il suo broncio si trasforma in uno splendido sorriso e subito mi stringe ridendo. Non capisco cosa ci trovi di tanto divertente...ma in fondo è sempre il solito Kirino! Dopo qualche minuto si stacca e si sdraia sul lettino incrociando le braccia e mettendole dietro la testa.

-Sdraiati anche tu, è comodissimo!-

-No grazie, non vedi che tutti gli altri lettini a sdraio sono occupati?- rispondo io seccato.

-Guarda che io ti ho chiesto di sdraiarti vicino a me!- ma con quanta spontaneità parla questo ragazzo?! Arrossisco leggermente e mi giro dall’altra parte.

-Preferisco stare seduto…- lo sento ridacchiare e sbuffo.

-Non ti sarai mica offeso, Takuto…- mi chiede con un tono davvero troppo malizioso: è un esperto nel mettermi in imbarazzo o farmi impazzire! Come fa?!

-Ma scherzi?-

-So che sei molto permaloso…- dice utilizzando lo stesso tono di voce.

-E va bene, mi sdraierò vicino a te!- mi spazientisco e decido di ascoltarlo per mettere fine a tutte le sue provocazioni. Mi stendo di fianco a lui, purtroppo il lettino non è molto largo e quindi per poco non cado a terra. Parliamo un po’ e una mezz’ora passa velocemente. Ranmaru scatta improvvisamente in piedi.

-Ora posso buttarmi in piscina?!- mi chiede speranzoso.

-Certo…-

-Sììììì!!!- esulta lui.

-Ma ora arrivo anche io!- mi alzo anche io dal lettino e mi tuffo in piscina. Non appena entro in contatto con l’acqua mi irrigidisco: è ghiacciata!!

-Com’è l’acqua?- mi chiede Kirino dal bordo della piscina.

-Magnifica!- gli mento cercando di non tremare, voglio vendicarmi per la faccenda del lettino a sdraio! E soprattutto per i miei boxer…Ranmaru mi sorride e prende la rincorsa.

-Tuffo a bomba!!- grida mentre si butta in acqua. Quando spunta fuori con la bocca spalancata e con un’espressione indescrivibile in faccia, mi metto a ridere.

-Vieni qui che ti faccio male!- mi minaccia avvicinandosi a me.

-Neanche per sogno!- inizio a nuotare più veloce che posso, schivando le persone che stanno sguazzando allegramente, per allontanarmi da quel pericolo pubblico. Lui mi è col fiato sul collo e quando arrivo alla fine della piscina, mi prende le spalle e mi spinge sott’acqua. Dopo un po’ di secondi non ce la faccio più, gli prendo una gamba e inizio a scuotergliela. Lui capisce che non ho più fiato e mi ritira su.

-Non respiravo più…- riesco a dire col fiatone. Il mio migliore amico mi prende fra le sue braccia ed inizia a camminare per la piscina senza seguire una traiettoria precisa. Capisco che in acqua sono molto leggero, ma…perché mi sta trasportando?

-Kirino, che stai facendo?- gli chiedo leggermente imbarazzato.

-Ti faccio recuperare un po’ il fiato facendoti rilassare.- mi risponde pacato.

-Grazie, ma sto già molto meglio!- mi dimeno per liberarmi dalla sua presa e lui mi lascia ridacchiando come suo solito, poi esco dall’acqua.

-Ehi, perché esci?- mi domanda offeso.

-Vado agli scivoli!- gli sorrido a trentadue denti.

-Cosa!? Aspettami!!- esclama mentre esce in fretta anche lui.

-Vieni!- lo prendo per una mano e me lo tiro dietro emozionato mentre salgo la scaletta che porta all’entrata dello scivolo: un grosso tubo chiuso azzurro nel quale scorre dell’acqua. Non c’è neanche tanta fila…Quando finalmente tocca a noi scendere, scoppio di felicità, non aspettavo altro! Mi avvicino impaziente all’entrata dello scivolo…

-Beh? Che ti prende ora?-

-Niente, niente…ora scendo…- deglutisco, ma resto immobile, che cosa mi sta succedendo?!

-Shindou? Sei presente?-

-S-sì che sono presente!- rispondo agitato.

-Non è che hai paura?- mi chiede Kirino in tono provocatorio, io abbasso la testa. Mi ha scoperto…ho paura di usare uno stupido scivolo…veramente anche io l’ho scoperto adesso.

-Che problema c’è, scusa?- mi domanda il mio migliore amico sorridendomi dolcemente e prendendomi una mano.

-Come si fa ad avere paura di uno scivolo? È da codardi.-

-Ma che dici!? Anzi, sai cosa vuol dire?-

-No…-

-Vuol dire che dovremo scendere insieme…- mi dice lui con la sua solita voce maliziosa. Con le braccia, da dietro, mi cinge i fianchi e appoggia le mani sulla mia pancia. Il suo contatto (sia delle mani che della sua erezione…) mi fa rabbrividire. 

-Ora dobbiamo solo sederci, ci sei?-

-C-credo di sì…- ma cosa sto dicendo? Da quando Kirino mi ha preso, il mio cervello se ne è andato senza avvertirmi!

Ci posizioniamo sul bordo dello scivolo: lui si mette dietro di me allargando le gambe e, tenendo sempre le mani sulla mia pancia, si appoggia delicatamente alla mia schiena.

-Ecco! Ora dobbiamo solo scendere! Sei pronto?- io annuisco poco convinto.

-Ci penso io.- afferma lui dandosi una leggera spinta con i talloni. Iniziamo lentamente ad andare avanti aiutati dall’acqua che scorre.

Acquistiamo velocità e cominciamo ad urlare tutti e due: io per la paura, Kirino per il divertimento. Continuiamo a gridare fino a che non arriviamo all’uscita dello scivolo e finiamo in acqua. Ranmaru si ritira su ridendo, mentre io mi ritrovo a sputare l’enorme quantità di acqua che mi era entrata in bocca, per non parlare di quella che ho ingoiato!

-Allora, ti è piaciuto?- mi chiede felice il mio migliore amico. Io non rispondo e lo fisso.

-Pronto? Shindou sei vivo?- Kirino mi prende per le spalle ed inizia a scuotermi. Continuo a fissarlo con un sorriso da ebete, finché non prendo tutto il mio coraggio e mi sporgo verso di lui, baciandolo. All’inizio lui si irrigidisce, ma poi ricambia il mio bacio e intrecciamo le nostre lingue.

Ci stacchiamo solo perché siamo dentro ad una piscina ed è abbastanza imbarazzante farci vedere da tutti. Ringrazio il cielo che i miei genitori non siano venuti in piscina!

-Shindou?- mormora sensualmente Kirino

-D-dimmi…- balbetto.

–Vieni con me…- mi dice prendendomi per mano e guidandomi dolcemente. Non so dove voglia andare, ma lo seguo sorridente.

-Questo è il posto ideale.- afferma soddisfatto quando arriviamo...alle docce! Arrossisco vistosamente e Kirino senza pensarci due volte mi tira dentro ad una cabina con lui. Chiude la porta e poi mi guarda malizioso. Tende un braccio verso l’interruttore della doccia e fa partire un getto d’acqua ghiacciata che mi fa gridare.

-Sei matto?!- lo rimprovero.

-No…- ribatte Kirino pizzicandomi i fianchi e facendomi ridacchiare.

-Smettila!!- riesco a dire con la voce interrotta dai risolini e dall’acqua della doccia che mi entrava in bocca. Pochi istanti dopo mi ritrovo spalmato contro la parete della cabina. Kirino mi abbassa il costume e inizia a lasciarmi vistosi succhiotti sul collo. Ansimo piano.

Dopo qualche istante mi lascio travolgere completamente dalla passione: prendo Ranmaru per le spalle e lo sbatto violentemente contro la parete opposta. Lui sorride malizioso e mi lascia fare. Lo giro di schiena e gli levo lentamente il costume, poi prendo delicatamente i suoi fianchi ed inizio ad entrare con calma dentro di lui. Lo sento gemere di piacere, mentre con le unghie graffia il muro. Quando credo che si sia già abituato, comincio a dare delle leggere spinte e lui impazzisce, gemendo sempre di più. Aumento l’intensità facendo, ad ogni spinta, sbattere con forza il corpo di Kirino contro la parete. Tutti e due urliamo e credo che qualcun altro che si sta facendo la doccia ci senta, dati i forti rumori (sia dei nostri versi che dei tonfi continui contro il muro).

Allo stremo delle forze, “esco” da lui e, col fiatone, mi siedo sul pavimento freddo.

Il mio migliore amico si gira verso di me e mi guarda soddisfatto, anche lui ansimante.

-In doccia…la mia prima volta è stata in una doccia…- ride.

Sorrido imbarazzato e, senza rispondergli, mi infilo sotto il getto d’acqua e mi lavo. Kirino raccoglie il suo costume da terra e, dopo averlo indossato, esce dalla cabina-doccia:-Ti aspetto fuori.- mi dice sensualmente.

Un brivido di piacere mi percorre tutta la lunghezza della schiena. Appena finisco, mi rimetto il costume e raggiungo il mio compagno che aspetta proprio fuori dalla porta.

-Ci hai messo poco! Ti mancavo, forse?- mi chiede con un sorrisetto malizioso. Ultimamente ce l’ha sempre stampato in faccia…

-N-no che non mi mancavi, sei uscito solo per cinque secondi!- balbetto io arrossendo. Lui inizia a ridere e io divento ancora più rosso.

-Andiamo, si sarà fatto tardi.- ma con questa affermazione non faccio altro che aumentare le sue risate. Mi accorgo poco dopo del doppio senso che ho creato. Abbasso la testa sconsolato e Ranmaru mi abbraccia da dietro:-Sei dolcissimo, Takuto…- mi sussurra ad un orecchio.

Mi giro di scatto e lo bacio. Fortunatamente nella stanza che ospita le cabine-doccia ci siamo solo noi, quindi non ci preoccupiamo più di tanto di essere visti.

Tutta la crociera la trascorriamo praticamente in questo “modo”, ed anche il letto matrimoniale della nostra camera ha fatto la sua parte! Quando le vacanze finiscono e ricomincia la scuola, (e Kirino è riuscito non so come a prendere otto nell’interrogazione della professoressa di geometria) al club di calcio ci salutiamo molto calorosamente e mentre ci cambiamo per andare ad allenarci, tutti parlano della loro estate.

-Allora, Shindou senpai, com’è stata la tua estate?- mi chiede Tenma allegro come al solito.

-Bella. Bellissima, Tenma.- gli rispondo sorridente. Sento Kirino ridacchiare e sul viso di tutti compare un’espressione di chi la sa lunga.

Insomma, da un’estate apparentemente normale e noiosa, la mia è diventata sicuramente la più bella estate della mia vita.



Angoletto della fanatica/ossessionata di Shindou e delle RanTaku:
Scusate il ritardo!! Il ritardissimo, un mese di distanza!!^^"
Comunque, mi dispiace di aver scritto un capitolo così orribile...Mi sono impegnata tanto, ma...questo è il pessimo risultato!^^"
Ora devo scappare! Grazie a tutti quelli che lasceranno una recensioncia e che leggeranno!
Ciaoo!!
Elly-chan

  
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