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Autore: GexeTheNemesi    13/07/2007    13 recensioni
Sequel de: L'erede dell'Akatsuki
Lo Tsukikage Naruto si prepara a dichiarare guerra a Konoha, ma prima deve trovare e catturare l'ultimo bijuu rimasto ancora in circolazione: Hachimata dalle otto code. Quello che Naruto ancora non sa è che il demone dalle otto code si è rintanato nel corpo del suo miglior amico: Sasuke Uchiha.
Finalmente conclusa XDXD!!!
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ho abbassato il Ranting perché il mio orgoglio da gentlemen mi impediva di scrivere certe cose…

Cap 2 Verso Sasori

“Niente nemmeno qui?” Chiese l’Uchiha.
“Niente, qualcuno aveva sentito parlare di Hachimata ma non penso sia una traccia attendibile” rispose Hinata.
“E ti pareva…” bofonchiò Itachi, dopo tre anni di continui buchi nell’acqua perfino lui stava cominciando a stufarsi di quel compito che ormai riteneva ingrato. Il moro non era cambiato più di tanto, se non per lo sguardo che era diventato ancora più duro e spietato.
Opposto era per la Hyuuga: si era fatta crescere i capelli che ora teneva sciolti, il corpo di una donna ormai adulta vestita con paio di pantaloncini in jeans e una maglietta nera a maniche corte con disegnata sopra un'unica nuvoletta rossa, un abilità innata potenziata come nessun Hyuuga mai esistito poteva vantare e il livello di chakra pari a quello di un kage.
La guerriera che Naruto aveva visto in lei tempo addietro.
Si trovavano al tavolo di un bar di un paese vicino al villaggio della cascata, Hinata sorseggiava una tisana, Itachi del sakè.
“Io mi chiedo come tu faccia a bere quella robaccia” commentò la ragazza osservando quasi schifata la bottiglietta di sakè in mezzo al tavolino.
“Diventa adulta e poi ti rinfaccerò queste tue parole ogni giorno”
“Allora sono ben felice di aver ancora quattordici anni”
Il moro la osservò confuso.
“Ma oggi non facevi i quindici?” Chiese prima che potesse mordersi la lingua. Il sorriso della Hyuuga si allargò.
“Allora te lo sei ricordato…” disse soddisfatta lei, mentre il ragazzo portò lo sguardo altrove: Hinata si divertiva tantissimo a mettere nel sacco il suo compagno su cose come queste, anche se le riusciva di rado.
“Andiamocene” disse piatto.
Buttò sul tavolino un paio di monete e uscì dal bar seguito da Hinata.
“Quanti altri ce ne mancano da controllare?” Chiese Itachi dirigendosi verso l’uscita del piccolo paesello.
“Una trentina, forse di più”
“E poi vado a chiedermi perché Orochimaru ha lasciato l’organizzazione…” bofonchiò l’Uchiha.
Uscirono dal paese e si ritrovarono su una strada che costeggiava un piccolo corso d’acqua.
“Io penso sia parecchio strano” disse ad un certo punto Hinata.
“Sono d’accordo con te” concordò Itachi intuendo al volo a cosa la sua compagna si riferisse.
“tre anni e non abbiamo trovato neppure la più piccola traccia, anche gli altri non devono avere avuto maggior fortuna, altrimenti ci avrebbero avvisato”
La ragazza sospirò delusa.
“Un serpentone alto dodici metri e lungo un centinaio non dovrebbe passare inosservato, eppure sembra quasi che sia svanito nel nulla”
Sentirono chiaramente dei passi avvicinarsi alle loro spalle, così si fermarono. “Oh no, non di nuovo…” si lamentò la Hyuuga.
“Io questa volta non muovo un dito” chiarì subito il moro.
Scocciata come poche volte lo era, Hinata si voltò e si ritrovò davanti a una decina di uomini armati con spade arrugginite con addosso armature da samurai, quasi certamente recuperate da un rigattiere molto economico.
“Dateci tutto quello che avete, forza!” sbraitò sputacchiando da tutte le parti il tipo più grosso del gruppo.
L’Uchiha sbuffò, seccato quasi quanto la ragazza.
“Sbrigati ad ammazzare questi bastardi” disse.
“Che hai detto!?” abbaiò lo stesso tipo di prima gettandosi verso Itachi, ma Hinata si mise in mezzo a loro e appoggiò con fare annoiato la mano sulla fronte del brigante.
“Bye Bye…”
Un attimo dopo, i due uomini alle spalle del tipo si ritrovarono coperti di sangue che non era il loro: il loro compagno che aveva commesso l’errore di attaccare per primo ora era accasciato al suolo senza più la testa.
“ah…ah… Aaaaaaah!” alcuni rimasero paralizzati del terrore altri, i più furbi, se la dettero a gambe.
“Visto che mi avete fatta scomodare” sibilò lei sistemandosi non curante la chioma mora.
“vedete almeno di farmi divertire un po’”
Due di loro ebbero un picco di follia e si lanciarono contro la Hyuuga, la quale si limitò a colpirli con un semplice buffetto alla fronte facendo fare loro la fine del precedente bandito.
“Nessun’altro?” incitò lei.
Ce ne erano ancora un paio pietrificata dalla paura, non sembrava che avessero intenzione di muoversi.
Non resisto… voglio provare la mia nuova tecnica.
“Byakugan!”
I due davanti a Hinata cominciarono a tremare molto più convulsamente di prima, mentre le pupille di entrambi si rovesciavano. Quando poi la ragazza annullò la tecnica, la reazione dei due banditi fu impensabile: con le loro stesse armi si autoinflissero una ferita mortale, morendo sul colpo.
La Hyuuga si stiracchiò, come se avesse fatto una semplice dormita.
“Che noia…” borbottò.
Quando si volse verso il compagno, vide che la stava osservando curioso.
“E quello da dove usciva?”
Sul viso di Hinata si stampò un sorriso furbo.
“Oh, sai… sta notte ho avuto l’ispirazione per una nuova tecnica, così ho provato a metterla in pratica, tutto qui…non mi credi, vero?”
“Quando hai quel sorriso non ti credo mai”
L’espressione di Hinata tornò ad essere la solita: allegra.
“A dire il vero” cominciò, rimettendosi a camminare.
“questa è la tecnica speciale che ho ideato per poter battere te”
L’Uchiha si mise a fianco alla compagna.
“Hai forse intenzione di farmi fuori?” Chiese tranquillamente.
“Anche se molto spesso l’istinto è forte, no. Sei abituato a Genjutsu di questo livello, di sicuro non avresti una reazione come quella di quei due scemi, ma non ci metterei la mano sul fuoco sul fatto che tu possa uscirne indenne”
Camminarono per un altro paio d’ora questa volta senza incidenti di percorso, dopo poche ore il sole iniziò a tramontare, rapendo completamente l’attenzione della Hyuuga: quando il sole diventava rosso, in qualche modo le ricordava gli occhi del suo compagno.
Si accamparono all’aperto, in un piccolo boschetto li vicino.
Dopo aver acceso il fuoco, si sedettero per terra uno a fianco all’altra davanti al piccolo falò, aspettando che la cena a base di coniglio selvatico fosse pronta.
“Con le parole “abituato a Genjutsu di questo livello” non stavi paragonando la tua tecnica allo Tsukuyomi, vero?”
La mora si morse il labbro inferiore: nell’euforia aveva lasciato scappare qualcosa di troppo.
L’altro scosse la testa.
“Sai Hinata” disse Itachi
“quando Artemis ti ha affibbiata a me, avrei tanto voluto strozzarlo: credevo che mi saresti stata solo di impiccio e che mi avresti dato parecchi problemi”
L’interessata abbassò lo sguardo malinconica, ma Itachi le mise due dita sotto il mento e le fece di nuovo alzare lo sguardo verso di lui con un gesto per lei dolcissimo.
“Mi sono ricreduto presto” così dicendo, cogliendo la ragazza completamente alla sprovvista, Itachi si chinò leggermente e poggiò le sue labbra su quelle di Hinata.

Molto lontano da lì, intanto…

Naruto si voltò di scatto alle sue spalle, la sensazione di pizzicore allo stomaco che gli veniva ogni tanto più forte del solito.
“Che c’è?” Chiese la rossa.
“…Niente”
Erano in pieno deserto, ancora un paio d’ora e avrebbero raggiunto il villaggio del Suna.
“Hinata e Itachi, eh?” Domandò con tono furbo lei.
“Ti avevo detto di smetterla di curiosare nella mia testa”
“Questo si chiama intuito femminile, e poi ormai ti conosco: quando pensi a loro due assieme fai sempre un impercettibile grugnito”
Il biondo grugnì di nuovo, rivolto a Yoko questa volta.
Passò qualche ora, e finalmente riuscirono a scorgere in lontananza le porte del villaggio.
Affrettarono il passo e finalmente si ritrovarono davanti al villaggio della sabbia.
“Anche questa volta niente Henge?” Chiese Yoko.
“Ovvio. Ho un orgoglio da difendere”
“L’anno scorso ci hanno quasi beccato, ormai avranno capito che le nostre visite hanno un intervallo regolare. Troveremo tutti i Jonin di questo villaggio ad aspettarci”
“Sarà una visita veloce questa: toccata e fuga”
“Toccata e fuga” gli fece eco la ragazza.
Entrarono senza esitazione, non accorgendosi di un giovane Jonin della foglia proprio sulle mura sopra di loro.
“Kakashi-sensei, sono arrivati”


L’ultimo capitolo prima di partire per le vacanze.
Ciao a tutti!!!







  
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