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Autore: Vahly    13/07/2007    5 recensioni
Draco ed Harry hanno una relazione di solo sesso... o almeno così dovrebbe essere. Ma il biondino nasconde qualcosa che non vuole dire al compagno, mentre Harry scopre che forse c'è n modo per riavere indietro il suo padrino...
Non tiene minimamente conto del sesto libro.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Cap

Cap. 05 – Il marchio parte 02


Il viaggio, per Draco, fu più lungo di quanto non avrebbe mai immaginato.

Narcissa, nonostante tentasse di nasconderlo, era davvero preoccupata, mentre Lucius sembrava felice e soddisfatto del figlio.

Draco, di tanto in tanto, guardava fuori dei finestrini per cercare di distrarsi un po’, inutilmente.

Si chiese che cosa sua madre dovesse dire a Piton… Probabilmente riguardava lui, o la cerimonia. Non c’era molto altro di cui potessero parlare…

Lucius chiese al figlio se stesse bene, perché sembrava un po’ strano… Draco, scuotendo la testa, rispose di no, che andava tutto bene, che era solo stanchezza, e un po’ di nervosismo anche. Ma nessun ripensamento.

L’uomo gli disse di star calmo, la cerimonia non avrebbe avuto inizio subito, e lui avrebbe avuto tutto il tempo di riposarsi.

Draco annuì.

– Bene.


Harry era decisamente depresso.

Da quando quella notte era tornato in stanza (e non era riuscito a prendere sonno), non aveva praticamente aperto bocca. Semplicemente, pensava. Spesso fissava un punto, nel vuoto, e cominciava a riflettere.

Era oramai giunto alla conclusione che quasi sicuramente il fatto che DracMalfoy l’avesse lasciato, non era colpa sua. Doveva esserci qualcos’altro… Ne aveva avuto la conferma quando non l’aveva visto scendere per il pranzo, ma aveva intravisto lui e Piton camminare in direzione dell’uscita. E quella chiacchierata che non avrebbe dovuto sentire… no, il biondo serpeverde gli nascondeva qualcosa, e lui, nonostante gli avesse promesso di rispettare la sua decisione e di lasciarlo in pace, doveva parlargli.

Doveva sapere.

Ron ed Hermione erano piuttosto preoccupati per lui, anche se non capivano il motivo della sua tristezza. Così, dopo pranzo, prima delle lezioni pomeridiane, decisero di parlargli.

Non c’era nessuno nella sala comune, e così poterono parlargli tranquillamente.

– Allora, Harry, che cos’è che ti preoccupa?

Chiese Hermione senza mezzi termini.

– Niente, non preoccupatevi…

Hermione assottigliò lo sguardo.

– È tutto oggi che non dici “a”. Non sono scema…

– Mai pensata una cosa del genere!

– Sei preoccupato per Sirius?

Chiese Ron, come se fosse ovvio.

Già, Sirius… Harry era talmente preso dal pensiero di essere stato lasciato da Draco, che quasi si era scordato del padrino.

Si sentì profondamente in colpa per questo.

– Sì, un po’…

Mentì alla fine.

Non era in vena di parlargli della fine della sua quasi-relazione, e non era certo quello il momento di spiegare loro che era gay, e stava con un serpeverde.

– Non devi preoccuparti, Harry…

Gli disse Hermione con tono rassicurante.

– Andrà tutto bene.

Aggiunse Ron.

Harry si sforzò di sorridere loro, perché erano già in apprensione per tutta la questione di Sirius, e non gli andava stessero in pensiero anche per lui.

– Sì, avete ragione – disse infine il ragazzo – andrà tutto bene…



Le 4.00…

Draco era disteso sul suo letto, con gli occhi fissi sul panorama che si intravedeva dalla finestra.

Semplicemente, attendeva.

Suo padre lo aveva lasciato solo da appena una ventina di minuti, dopo averlo riempito di consigli ed avvertimenti. Cose del tipo “Quando ti marchieranno ti brucerà tutto il braccio, ma cerca di sopportarlo senza gridare”, o “Il rituale si effettuerà alla presenza del signore oscuro… non parlare in sua presenza, se non ti interpella personalmente…”. Idiozie, insomma.

Poi gli aveva spiegato per filo e per segno come avveniva il rituale, ma quello preferiva non ricordarlo. Stava male al solo pensiero…

Inspirò profondamente, e si impose di calmarsi.

Doveva arrivare calmo, tranquillo, e sicuro di sé. E soprattutto doveva cercare di ricordare tutte le nozioni di occlumanzia che Piton gli aveva pazientemente – anche se non troppo – insegnato… se “lui” avesse saputo di Potter, sarebbe stata la fine…

Si chiese che cosa stesse facendo Potter in quel momento, ma nello stesso momento in cui il pensiero si affacciò nella sua mente, si costrinse a cacciarlo. Perché da quando aveva mollato quel cretino non pensava ad altro che a lui? Era decisamente alla frutta. Eppure, aveva cose più importanti verso le quali rivolgere la propria attenzione… A ricordarglielo, ci pensò un elfo domestico, che apparì nella sua stanza con un sonoro “pop”.

Draco scattò in piedi come una molla, e gli rivolse un astioso.

Che vuoi? Quante volte ti ho detto di apparire dall’altra parte della porta e di bussare, prima di entrare?

L’elfo si fece piccolo piccolo, e pigolò debolmente un

– Scusa, padroncino Draco. Blinky cattivo. Blinky non voleva spaventare padroncino…

Draco si calmò.

– Va bene, va bene… Perché sei qui?

Padron Lucius detto Blinky di chiamare padroncino Draco. Padroncino Draco deve prepararsi, o fa tardi alla cerimonia. Manca solo un’ora, e padron Lucius vuole che padroncino Draco sta nella sala della cerimonia tra mezz’ora, così loro preparano. Dice di mettere vestito adatto, Blinky ha portato, eccolo…

Disse tirando fuori da una scatola, che Draco non aveva notato prima, una specie di tunica nera: l’abito dei mangiamorte.

Draco annuì.

– Va bene. Dì a mio padre che ora scendo. Vai, Blinky

L’elfo sparì con un altro “pop”, lasciando Draco completamente solo.

Era giunto il momento…

Draco indossò l’abito che gli era stato appena consegnato, e si diresse verso il salone dove avrebbe avuto luogo la cerimonia.

Si domandò, di sfuggita, per quale motivo il signore oscuro si prendesse la briga di recarsi a casa loro, piuttosto che ordinargli di andare cessò, alla casa dei Riddle, od in un luogo per lui più comodo.

Chissà dove era stato marchiato il padre… Se se ne fosse ricordato, glielo avrebbe chiesto.

Quando arrivò, trovò già un gran numero di mangiamorte radunati in cerchio. Non avrebbe saputo riconoscerli, dato che erano tutti incappucciati. Solo, seppe immediatamente dove si sarebbe trovato suo padre: c’era infatti un posto vuoto dove Lucius avrebbe dovuto collocarsi, perché l’uomo era davanti agli altri, ad attendere il figlio per condurlo all’interno del cerchio.

– A momenti arriverà il lord oscuro.

Disse semplicemente, mentre faceva prendere posto al figlio per poi riempire il vuoto che aveva lasciato, e coprirsi il volto con il cappuccio.

Draco constatò presto che sua madre non c’era, come aveva immaginato.

Sembrava davvero una cosa seria… lo era si disse. Purtroppo.

Presto Voldemort si materializzò al centro esatto del cerchio, di fronte a Draco, che sebbene all’interno si trovava quasi sul margine estremo, vicino agli altri mangiamorte. Subito tutti loro s’inchinarono, e Draco fece lo stesso.

– Alzati, giovane Draco Malfoy!

Tuonò Voldemort.

Draco si mise in piedi, a testa china.

– Avvicinati, giovane futuro mio seguace…

Voldemort gli tese la mano, e Draco, incerto, si avvicinò.

Porse il braccio sinistro a Voldemort, che gli mise la mano destra sotto, e cominciò a parlare.

– Draco Aslan Lucius Malfoy, vuoi tu diventare un mangiamorte?

Draco si sforzò di apparire il più sicuro e determinato possibile, rispondendo.

– Sì. Lo voglio.

– Giuri tu di essere sempre leale alla nostra causa, di non tradire mai i nostri ideali, di combattere fino all’estremo sacrificio e di essere pronto a qualunque difficoltà e sofferenza pur di non abbandonare mai i nostri ideali?

– Lo giuro.

– Giuri tu di essere sempre fedele ed umilmente devoto a me, Voldemort, tuo unico signore?

– Lo giuro.

– Sei certo di essere in grado i compiere il tuo dovere di mangiamorte sempre ed in ogni situazione ti sia richiesto?

– Lo sono.

– Sei in grado di mantenere il segreto di ciò che verrai a conoscenza, e di non svelare mai la tua identità di mangiamorte?

– Lo sono.

– Accetti dunque il marchio nero, simbolo della nostra lotta, mezzo per essere richiamato e riconosciuto all’interno della comunità dei mangiamorte?

– Accetto.

Voldemort, con un ghigno sul volto macabro e scabro, alzò il braccio del ragazzo e posò su di esso la propria mano sinistra su di esso, per poi sollevarla appena un poco.

Un’intensa luce rossa scaturì da essa, e Draco percepì un’intensa scossa elettrica su tutto l’avambraccio, seguito poi da un dolore diverso, come di bruciato, ed il calore diffondersi esattamente dalla zona colpita dalla luce.

Voldemort parlava, evocando vari incantesimi che Draco non seppe riconoscere, né ricordò in seguito.

Voleva solo che tutto finisse, ma il marchio ancora non appariva, ed il fascio di luce, così come il dolore, si faceva sempre più intenso.

Socchiuse un attimo gli occhi, nella speranza di riuscire a pensare ad altro, a qualcosa di piacevole, ma in quel momento era davvero impossibile.

Improvvisamente sentì un dolore più acuto, e la pelle tirata verso il marchio, finalmente apparso.

Voldemort lasciò il braccio di draco, per prendere la sua mano destra.

Fece un cenno con la testa, ed il mangiamorte alla sua sinistra gli porse un coltello, forse d’argento, dal manico verde di smeraldo. Voldemort lo prese, e senza alcun cenno di tentennamento incise il palmo della mano di Draco, poi il proprio, un po’ meno profondamente.

– Come una famiglia, saremo legati dal sangue. Come miei figli, voi mangiamorte rinascete da me e per me rivivrete. E come un padre, voi mi difenderete e mi obbedirete, fino alla morte. Sei pronto a farti carico di ciò?

Draco annuì, debolmente.

– Sì, sono pronto.

Voldemort pose la propria mano su quella del giovane, per poi fare la stessa cosa sul marchio.

– Sei ora un mangiamorte, e come tale adempierai ad ogni obbligo necessario per farne parte, ma avrai anche ogni privilegio che ne consegue. Vai, ora, e prendi posto fra i tuoi compagni.

Alle sue spalle, i mangiamorte si scansarono creando un posto per il ragazzo.

Draco si recò lì, sforzandosi di non badare al dolore al braccio. Suo padre l’aveva avvertito sarebbe stato intenso, ma lui non avrebbe mai immaginato fino a questo punto.

Si inchinò, come tutti gli altri, finché Voldemort non parlò di nuovo.

– Alzatevi, o miei seguaci.

Tutti si alzarono contemporaneamente, tranne Draco, che a causa della stanchezza sembrava essere più lento.

– Un nuovo membro è giunto tra voi. Accoglietelo come un fratello, vegliate su di lui come un figlio, e sorvegliatelo, mostrandogli il buon esempio che lo terrà sulla via della nostra causa. Siete disposti a far ciò?

– Sì. Lo siamo.

Risposero all’unisono.

Voldemort continuò, con un’espressione soddisfatta.

– Bene. Draco Aslan Malfoy, ti do il benvenuto tra i mangiamorte. Ora, potete andare.

Ad una ad una le figure incappucciate svanirono, tutte tranne due: Lucius Malfoy e suo figlio Draco.

Voldemort era ancora lì, in piedi dinnanzi a loro.

Lucius

Disse con un tono severo.

– Sì, mio signore?

Rispose l’uomo, inchinandosi.

– Non mi sembri troppo soddisfatto della situazione, o sbaglio?

– Oh, no mio signore… devo essere solo un po’ in ansia per mio figlio. È un onore che Voi lo abbiate scelto per essere un vostro seguace…

Voldemort sorrise compiaciuto.

– Spero sia così. Ad ogni modo, non appena avrò un incarico per te, Draco – continuò rivolgendosi al ragazzo – lo sentirai. Finché sei ad Hogwarts non è necessario che rispondi ad ogni mio segnale. Capirò che non puoi destare sospetti, per cui in caso tu fossi impossibilitato, puoi essere esonerato dal renderti presente. Voglio, ad ogni modo, che tu lo comunichi a tuo padre, che mi riferirà il motivo della tua assenza. Tutto chiaro?

– Sì, mio signore…

Disse Draco, chinando un po’ la testa.

– È tutto, per ora.

Con questo, si smaterializzò anche lui, e nella stanza rimasero solamente Draco e suo padre. Il ragazzo vide per la prima volta un’ombra di preoccupazione nello sguardo del padre… Forse si era sbagliato. Forse non era poi così soddisfatto della piega che aveva preso la vita del figlio…



Harry stava studiando, o almeno ci provava, quando entrò Hermione tutta eccitata nella sala comune.

Lui e Ron alzarono lo sguardo dalle loro pergamene, ed il rosso le chiese

Com’è così allegra?

Lei sorrise felice ai due.

– Oh, non lo immaginerete mai! Vi ricordate del discorso su Sirius?

Harry balzò in piedi.

– Sì…

Anche Ron annuì.

E vi ricordate tutto il problema della necessità di avere del sangue di un suo parente?

Ron annuì di nuovo, mentre Harry esclamò uno spazientito

– Certo! Vuoi arrivare al punto?

– Bene. c’è una novità! Ce l’abbiamo!!!

Harry la guardò, perplesso.

– Abbiamo che?

Ma il sangue, no? Remus, Tonks e Silente, assieme ad un paio di auror, tenteranno l’incantesimo stasera stessa…

Harry si sentì incredibilmente felice ed eccitato, ed anche Ron, a giudicare dal suo sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.

Se tutto fosse andato bene, presto avrebbero riabbracciato Sirius


***continua***



NOTE DELL’AUTRICE


Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e commentano questa storia!
lake(uhm… mi spiace, ma temo che Zabini deluderà le tue aspettative. Lucius è così, si sa, che vogliamo farci…), zafirya (povero Blaise, adesso si sente in colpa per non averci pensato subito ^^ mi spiace ma, come hai visto in questo capitolo, anche volendo non potrebbe far molto), ximeng (ehm… no, niente aiuto da parte di Harry, sorry ^^’ spero che questo capitolo ti piaccia lo stesso), aily (credo che sia una situazione che odiamo un po’ tutti, ed il povero Draco sta messo maluccio, poverino. Ed è tutta colpa mia…)
Un bacione a tutti,
Al prossimo capitolo!

   
 
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