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Autore: _Mirya    27/12/2012    3 recensioni
Questa fanfiction è stata riscritta in modo diverso e migliore.
Titolo: Distance makes the heart grow cold. ❆
Seguitela, grazie ♥
Erano ormai passati due anni dall'ultima volta che Zoro vide i suoi Nakama. Due anni interi lontano da lei: la sua musa. Ma "la distanza rende freddo il cuore", e non solo quello dello spadaccino. Egli verrà a conoscenza di una dura verità da parte della bella navigatrice. Come andrà avanti fra di loro?!
Genere: Avventura, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 La distanza rende freddo il cuore.

 

Ripresi, di nuovo, il mio cammino e mi diressi verso una locanda “Rip-Off Bar”, questo era il suo nome.
La proprietaria era una certa Shakuyaku, così diceva l'insegna. Non avevo mai notato così tanta gente alle Sabaody due anni fa, forse con gli avvenimenti che sono successi hanno tratto dei turisti in più. In ogni caso, c'era qualcosa che non mi convinceva. Non era una sensazione nuova anzi, l'avevo provata spesso. Mi sentivo osservato. Ecco, osservato e non solo da una singola persona, percepivo sguardi di stupore, gioia, passione dappertutto.
Questa cosa non mi quadrava, ma forse... Ignorai, per la prima volta, questa mia sensazione ed appoggiai la mano destra sulla porta del bar, qualcosa mi bloccò. Un urlo disperato. Era una ragazza, precisamente una bambina, non avevo dubbi. Mi guardai intorno, nessuno mosse un dito a quell'urlo d'aiuto, o forse non l'avevano proprio sentito. Sospirai. Mi chiesi se sarei riuscito a sedermi per riposare, anche solo per 5 minuti.
Sentii il mio nome, qualcuno mi chiamava, era la stessa persona che aveva urlato prima. Mi insospettii. Lentamente, tenendo sempre la mano sinistra sulle spade pronto a sfoderarle in caso di bisogno, mi diressi verso la voce. Non rimani stupido nel vedere che non c'era nessuna anima viva in mezzo alla piazza. Mi scansai appena in tempo, un tronco sfiorò la testa. Diedi un'occhiata al lumacofono piazzato nell'angola della casa alla mia destra.
Avevo ragione, ero osservato. Tornai indietro ghignando, entrai finalmente nel bar. Era buio, l'unica luce proveniva dall'esterno, dalla porta d'entrata.
Notai subito la poca gente all'interno, strano, con tutta la gente che c'è all'esterno altrettanto dovrebbe esserci anche qui. Dietro al bancone una donna serviva da bere l'uomo seduto di fronte, era l'unico cliente. I due rideva di gusto, forse si conoscevano da tanto oppure era un cliente abituale.
Non feci nemmeno a tempo a entrare del tutto che l'uomo parlò:

« Sei il primo, Roronoa » fece un ghigno

Mi irrigidii. Si, ero cambiato e ne ho avuto la conferma appena giunto su quest'isola, nessuno sapeva chi fossi.
E ora, quest'uomo dal volto e nome a me sconosciuto si rivolgeva a me come se fossimo amici da tempo. Si voltò, lo riconobbi subito.

« Silvers Rayleigh »

« Ti offro da bere, siediti »

« Grazie » sorrise e si accomodò in parte al bianco

« Ti presento Shakky » disse lui indicandomi la tipa dietro al bancone.

« Si, ma dov'è Rufy? » chiese il verde

« Non lo so, credevo che lo sapessi tu »

« Ah, non lo vedo da due anni, dettagli. Ma non lo stavi allenando tu? »

« Si, ma ha appreso in poco tempo, strepitoso »

« E così sono il primo, ottimo »

« Spero che gli altri arrivino presto » di colpo assunse un'aria preoccupata

« Come mai quell'aria preoccupata? Devi dirci qualcosa di importante? »

« Si, è così. Ho una questione di cui devo aggiornarvi, dovete sapere »

« Perfetto, grazie per avermi offerto da bere »

« Vai di già? »

« Si, la Sunny ci aspetta. Nakama, arrivate presto » si alzò e uscì.

Chiusi leggermente gli occhi, la luce dell'esterno mi dava fastidio. Andai verso il Grove 41, dove avevamo lasciato la Sunny nelle mani di Duval.
Nel mentre la mia mente si disconnesse dalla realtà, delle immagini mi apparvero. All'inizio erano nitide, ma piano piano iniziarono a prendere forme.
Vidi delle facce conosciute e degli oggetti: un cappello di paglia, una fionda, una sigaretta accesa, un set di medicine, un libro di archeologia, delle cole, un violino e un bastone blu. L'immagine si soffermò su quest'ultima fino a rivelare il suo volto, il volto che per tanto tempo ho sognato e sperato di rivedere. Quel corpo ancora gracile, speravo fosse cambiato. M'immaginavo come poteva essere cambiata, magari non lo era. Ci pensai. Pensai a quei suoi occhi dove si poteva ancora intravedere la paura, la sofferenza del suo passato; a quel sorriso dolce e vero come quello di un bambino; ti innamori a prima vista. Ma è diverso, io sono diverso. Non accadrà, il problema è uno solo: io.
Semplice, “La distanza rende freddo il cuore”; ed il mio era gelato, parzialmente.

 

 

* Angolo Autore *

 

Ed ecco il secondo capitolo. E' un po' cortino, ma vabbè C:

Forse è stato noiosetto, ma ho deciso di non partire subito con la Zonami, altrimenti perderebbe tutto il bello. Ah, nel prossimo capitolo salterò alcuni pezzi per velocizzare il tutto.

Avviso di nuovo che i personaggi potrebbe benissimo finire in OCC.

Il prossimo capitolo penso di postarlo o martedì o mercoledì, questa settimana non ho tempo perché ho un'amica come ospite :D

Se volete lasciare una recensione è ben accetta :)

Grazie per aver letto, vostra Mirya ♥

   
 
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