« Come si chiama? » «...Il suo nome è Milica. » Questo nome, queste semplici sei lettere mi fecero sobbalzare il cuore. Quella ragazza, che vidi solo per una manciata di secondi diventò una delle tante ragioni per cui cominciai ad odiare il fatto d'essere un città. Mi è vietato provare questo sentimento così profondo, questo sentimento che ti fa gioire, ti fa sognare, e che può anche distruggerti e ridurti il cuore in mille pezzi. Lei, lei che rappresentava Belgrado, con quei occhi color nocciola che al sole si.. accendevano e come per magia spuntava una vivace sfumatura verdastra nelle sue iridi così espressive, lei che con sua statura bassa e gli esagerati tacchi che portava per mascherare quella sua statura non molto sviluppata, mi ha rubato il cuore. Adoravo spiarla, mentre muoveva le sue graziose labbra leggermente screpolate per proferire parola. Così dolce e innocente con gli altri, ma non con me. Da lei io fui odiato e disprezzato. Fu questo che distrusse il mio cuore, che ormai non riusciva più a stare allo stesso passo del mio cervello. « Il mio cuore dice di amarla.. ..Il mio cervello di odiarla. » Perché? Perché i miei occhi non smettono non smettono di fare uscire inutili e stupide lacrime, che arrivano fino alla mia barba inuminendola. Perché questo sentimento amato da tutti fa soffrire proprio me? Perché io, perché? Pensare che lei, la è la mia nemica, pensare che dovrei sterminarla, questo mi uccide. Il mio viso è ormai sporco da settimane, i miei occhi sono gonfi, per le lacrime che ho versato su questo acido terreno che ha provocato solo morte e sofferenza. Ogni mia lacrima è scesa da i miei occhi , per ogni morto che questa schifosa guerra ha fatto, e sopratutto per lei, la mia musa, la mia Milica, che ogni giorno di più amavo, e che ogni giorno di più dovevo odiare. La mia bella Sarajevo, diventata un cimitero di sognatori, poveri innocenti che sognavano di non morire così presto, innocenti che stavano progettando la loro vita, ormai presa da qualche nemico. Tutti i miei amici sono morti e con loro è morta una parte di me. Ho conservato le loro cose più care per mantenere vivo il loro ricordo. Ormai quello che rimaneva della mia casa era diventò un santuario.. Una tromba, una sedia a rotelle, un rossetto, delle maschere, un cd dei Nirvana, una macchina fotografica, una fisarmonica, degli spartiti, dei colori ad olio, degli acquarelli, e una tela incompleta. Ecco loro sono i miei amici. Amici che ha ucciso la persona che amo, ho amato, e sempre amerò. Avrei dovuto odiarla, ma non ci sono riuscito, perdonatemi ragazzi.. Un giorno il mio cuore prese il sopravvento, e quando mi trovai faccia a faccia con lei, gettai il mio fucile e attaccai le mie labbra gelide alle sue. In quel momento avrebbe potuto anche uccidermi, ma poco m'importava. Avrei voluto che durasse per sempre. Ma per sempre è troppo tempo, nessuno riesce ad accettarlo. "Sono fuggito dalla mia Sarajevo, adesso sono seduto sul picco di una scogliera bosniaca. Sono un uomo, un bambino, una città. Sono anche un codardo, un innamorato, un soldato che pianto per troppo tempo. Io sono Gojko, e voglio cominciare una nuova vita.. Aspettatemi. " « Arrivederci, Milica. » Fu quello che dissi prima di lanciarmi da quella scogliera. Non ebbi nessun rimpianto, adesso sono qui e aspetto la mia amata. Per l'eternità.